Istituto per il Teatro e il Melodramma

Eventi 2023 -2022

Giornata di studi Il teatro degli attori. Wanda Benedetti, Toni Barpi e il loro tempo

«Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso». Un viaggio fotografico nella vita della grande attrice. Parte II Eleonora Duse e l’Italia

Omaggio a Franco Scaldati

Conferenze del ciclo Storie di donne creative nel XX secolo tra Russia ed Europa

Mostra “La scena magica. L’arte teatrale di Mischa Scandella”

Conferenze del ciclo Storie di donne creative nel XX secolo tra Russia ed Europa

Convegno internazionale di studi. L’architettura e la scenografia per i teatri minori fra il 1750 e il 1850

Incontro Gianfranco Folena alla Fondazione Giorgio Cini

Goldoni «avant la lettre»: evoluzione, involuzione, trasformazione dei generi teatrali (1650-1750)

Libri a San Giorgio | «Ecco il mondo»: Arrigo Boito, il futuro nel passato e il passato nel futuro

Il Teatro delle riviste (1870-2000). I periodici come oggetti e strumenti della storiografia teatrale

«Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso». Un viaggio fotografico nella vita della grande attrice. Parte I Eleonora Duse e Venezia

Archivio Titina Rota

Titina Rota (1899 – 1978)

Vai al sito che documenta in maniera esaustiva l’attività di questa prominente e poco conosciuta figura di artista, attiva nel panorama teatrale e cinematografico italiano e internazionale del primo Novecento.

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma ha come scopo primario lo studio della storia dello spettacolo, in alcuni ambiti specifici come quello della storia dell’attore, del melodramma, della danza, della scenografia e dell’iconografia teatrale e musicale.

 

Dal 2007, sotto la direzione di Maria Ida Biggi, l’Istituto sostiene la ricerca e la divulgazione del suo ambito scientifico attraverso diverse iniziative: da un lato la conservazione e promozione dei propri archivi documentali, lo sviluppo di un ricco archivio iconografico tematico e l’organizzazione di seminari e convegni di importanza internazionale, in collaborazione con enti culturali italiani ed esteri.

 

L’impegno scientifico dell’Istituto si svolge soprattutto nella conservazione dei preziosi fondi archivistici e la valorizzazione degli stessi, promuovendo studi approfonditi, pubblicazioni, iniziativa culturali e, attraverso l’allestimento di mostre tematiche, sostiene la fruizione, per un pubblico anche non specialistico, delle tematiche legate ai materiali presenti.

 

Negli ultimi anni l’Istituto ha inoltre aggiunto alla sua vocazione conservativa, alcuni felici sforzi creativi, organizzando piccoli spettacoli teatrali con artisti di estrema rilevanza, ottenendo al contempo un notevole successo di pubblico.

 2007 – 2017: il Centro Studi Teatro e Melodramma festeggia dieci anni di attività In occasione del decennale della propria nascita, il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini cambia nome, diventando Istituto per il Teatro e il Melodramma. Il nuovo nome testimonia il cammino svolto dal Centro Studi nel corso di questi dieci anni, caratterizzati da un progressivo arricchimento negli ambiti della ricerca storica e della conservazione documentale. Il decennale dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma

 

 

 

Storia

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma prosegue l’attività svolta dall’Istituto per le Lettere, il Teatro e la Musica, fondato nel 1957 da Vittore Branca e Pietro Nardi. La direzione di Giuseppe Ortolani, insigne studioso di Carlo Goldoni, favorisce l’orientamento degli studi in direzione teatrale. Ad accrescere l’interesse per il melodramma è l’arrivo, nel 1957, della ricchissima collezione del medico romano Ulderico Rolandi, costituita da circa trentamila libretti d’opera datati dalla seconda metà del Cinquecento alla prima del Novecento. La collezione è accompagnata da una ricchissima biblioteca tematica, da una grande quantità di spartiti e da una raccolta di ritratti, locandine, estratti e ritagli di giornale.

 Nel 1970 la direzione dell’Istituto passa all’italianista Gianfranco Folena, il quale introduce lo studio delle discipline teatrali e musicali come fatto linguistico. Nel campo del melodramma, le ricerche da lui stimolate hanno riguardato soprattutto il rapporto tra musica e parola. Tra il 1972 e il 2000 si sono svolti numerosi convegni – promossi da Folena e poi da Maria Teresa Muraro e Giovanni Morelli – dedicati a una ricognizione storica delle varie epoche del melodramma e ad alcuni dei suoi massimi protagonisti, dal Seicento ai giorni nostri. I convegni annuali sul melodramma hanno ospitato studiosi di tutto il mondo, e queste presenze hanno contribuito a rivalutare il libretto d’opera quando sottolinearne l’importanza sembrava una novità assoluta. Grazie alla possibilità di consultazione del fondo librettistico, si è creata una comunità internazionale di studiosi che ha identificato Venezia come propria capitale e la Fondazione Giorgio Cini come luogo eletto per lo svolgimento delle ricerche. In questi anni e in questo contesto si sono sviluppate nuove linee di ricerca e nuove interpretazioni, attraverso un confronto fra gli studiosi di nuova generazione e i seniores dello stesso campo di studi; per citare alcuni nomi, Lorenzo Bianconi, Claudio Gallico, Wolfgang Osthoff, Pierluigi Petrobelli, Nino Pirrotta, Elena Povoledo, Harold Powers, Ellen Rosand, David Rosen, Mercedes Viale Ferrero, Thomas Walker, Hellmuth Christian Wolff. L’arrivo, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, delle principali donazioni che compongono l’Archivio Eleonora Duse – tra cui spiccano quelle di Sister Mary Mark e Olga Resnevič Signorelli –, dà occasione all’Istituto di intraprendere una delle principali linee di ricerca che lo caratterizzano tutt’oggi: lo studio della figura dell’attore a cavallo tra Otto e Novecento, nella tradizione teatrale italiana e internazionale. Nel 1985 l’Istituto cambia nome e diviene Istituto per le Lettere, il Teatro e il Melodramma. Nello stesso anno, Giovanni Morelli fonda l’Istituto per la Musica.Alla fine degli anni Ottanta, l’acquisizione dell’archivio personale del danzatore e coreografo Aurél M. Milloss consente all’Istituto di presentarsi come punto di riferimento anche per lo studio delle discipline coreutiche. Le successive donazioni marcano sempre più il prestigio dell’istituzione e ne definiscono i campi di indagine: giungono le biblioteche personali di Gian Francesco Malipiero e Francesco Gallia, oltre a quelle di Aurél M. Milloss e Ulderico Rolandi. Dal 2007, sotto la direzione di Maria Ida Biggi, il nome dell’Istituto muta nuovamente, con l’intento di sottolineare maggiormente la componente teatrale e separare quella linguistica e letteraria: nasce così il Centro Studi per il Teatro e il Melodramma Europeo.Nel corso di questi anni, il Centro Studi avvia un’intensa opera di digitalizzazione dei materiali iconografici in suo possesso: l’Archivio Iconografico Teatrale e Musicale raccoglie attualmente oltre dodicimila schede catalografiche riguardanti documenti di natura interdisciplinare, che spaziano dalla ritrattistica alla scenografia, dall’architettura teatrale alla costumistica, dalla pittura alla grafica. Questo lavoro riprende e sviluppa il progetto avviato negli anni Settanta da Elena Povoledo e Maria Teresa Muraro: la creazione di una collezione di schedoni cartacei, che aveva reso l’Istituto all’avanguardia nelle ricerche sulla scenografia e sull’iconografia teatrale. Nel corso del tempo, il Centro Studi si arricchisce di nuove, preziose donazioni riguardanti il teatro veneziano, veneto e nazionale del secondo Novecento. Tra queste, spiccano quelle di Luigi Squarzina, Titina Rota, Pierluigi Samaritani, Elena Povoledo, Maurizio Scaparro, Giovanni Poli, Mischa Scandella, Arnaldo Momo.Per approfondimenti sui singoli archivi e sugli artisti e gli studiosi di cui si conserva la memoria, si rimanda alla pagina Archivi. Nel 2017, in occasione del proprio decennale, il Centro Studi per il Teatro e il Melodramma diviene Istituto per il Teatro e il Melodramma. Il nuovo nome testimonia l’evoluzione di cui il Centro Studi è stato al centro nel corso dei suoi dieci anni di vita, nonché il sempre maggiore prestigio internazionale che ne caratterizza le attività e la ricerca.

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