Banchetti veneziani dal Rinascimento al 1797

Il volume, frutto di puntuali ricerche in fonti cronachistiche e d’archivio, corredato da appendice di documenti e glossario, puntualizza un particolare aspetto della storia della cultura veneziana e veneta nelle sue molteplici articolazioni:la civiltà della tavola. Essa è manifesta nello splendore dei quattro banchetti solenni annuali in Palazzo Ducale, nelle spese relative al conclave per eleggere il nuovo doge, nei cerimoniali d’accoglienza per la venuta di re e principi stranieri a Venezia o di passaggio nello Stato Veneto e nella partecipazione corale di patrizi, cittadini, popolo alle feste nazionali laiche e religiose (Redentore, Santa Marta, Salute). Dal Rinascimento si assiste ad un infittirsi di eventi festevoli, spesso organizzati dalle “Compagnie della Calza”, coronati da conviti con intermezzi di mumarie (azioni sceniche mimate) e doni agli ospiti di figure allegoriche in zucchero candito, in Palazzo Ducale, sul Bucintoro, nei ‘teatri del mondo’. Con l’avvento del Barocco trionfa il lusso nei conviti: esemplari le feste organizzate a villa Contarini di Piazzola sul Brenta. I banchetti assumono l’aspetto di veri e propri spettacoli con il supporto di congegni scenici e intermezzi musicali, splendore delle tavole imbandite con argenteria, vetri di Murano, trionfi modellati in zucchero, stucco, ‘dolci pastiglie’ e cera. Nel Settecento i principi esteri in visita privata nella Serenissima cenano suntuosamente anche nei palcoscenici dei teatri ed esplode la moda di porre sulle tavole stupefacenti trionfi o deseri in cristallo di Murano, articolati in scene così da raffigurare un evento: una gloria tutta veneziana.

 

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it