Compositori armeni nella musica classica ottomana

Da Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
ISBN 978-886163120-5
Ensemble Bîrûn. Direttore artistico: Kudsi Erguner

ANNO: 2014

Nota Edizioni, Udine

Intersezioni Musicali – CD IM02

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Questo CD è il secondo – all’interno della collana Intersezioni Musicali, promossa dall’IISMC ed edita da Nota – dedicato alla musica classica ottomana.

Come il precedente, Compositori alla corte ottomana, esso costituisce l’esito fortunato di Bîrûn, un programma annuale di incontri promosso dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati che mira, attraverso la formazione di un ensemble temporaneo diretto dal Maestro Kudsi Erguner e formato da giovani musicisti, ad approfondire vari aspetti della musica classica del mondo ottomano-turco. I musicisti, selezionati tramite un bando internazionale, prendono parte a una settimana di lavoro in residence presso la Fondazione Giorgio Cini, i cui risultati vengono poi presentati in un concerto pubblico presso la Fondazione stessa e confluiscono nella pubblicazione di un CD.

Registrato nel corso dell’edizione 2013 dei seminari Bîrûn, questo lavoro è dedicato all’esplorazione dei repertori di musica ottomana composti da autori armeni. Da non confondere con forme espressive aventi un carattere nazionale turco o comunque strettamente “etnico”, la tradizione del maqâm è caratterizzata da uno sviluppo storico segnato da numerosi apporti e commistioni estetiche e stilistiche, coerenti con l’impronta multiculturale e multietnica dell’Impero Ottomano e specialmente della sua capitale. Sviluppatasi a partire dal XV secolo fino al crollo dell’Impero, la musica classica ottomana ha assorbito e rielaborato elementi stilistici e repertori provenienti non solo dal mondo islamico, ma anche altre culture tra cui quelle azera, persiana, armena, ebraica e greca, inizialmente grazie alla presenza di acemî – “esperti stranieri” spesso prigionieri di guerra – e successivamente grazie alla presenza di compositori provenienti dalle diverse provincie dell’Impero e dall’estero, appositamente giunti a Istanbul grazie alla sua crescente capacità di attrazione. L’apporto degli armeni alla tradizione musicale del maqâm è stato corposo ed esteso nel tempo; tale apporto è evidente nel contributo dato allo sviluppo del genere poetico-musicale dello şarki e nella diffusione del sistema di notazione neumatica Hampartzum notası, messo a punto da quello che può essere considerato il “padre” dei compositori armeni, Hampartzum Limonciyan (tracce 3 e 13) e divenuto in seguito il più usato in ambito ottomano. Tra gli altri numerosi compositori armeni di una certa rilevanza in ambito ottomano, vanno menzionati Bimen Sen (tracce 8, 10 e 11) – noto per la bellezza del sua voce e per la sua ampia produzione nell’ambito del genere poetico-musicale del (dello?) şarkı – Nikoğos Ağa Melkoyan (traccia 7) e Tatyos Enkserciyan Efendi (traccia 18).

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