Donato Creti. I disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini

plus apr, 19giu, 17 2012

19 aprile ore 17 presentazione del catalogo Donato Creti per la rassegna Libri a San Giorgio e a seguire inaugurazione dell’esposizione.
Donato Creti. I disegni della raccolta Certani alla Fondazione Giorgio Cini

Ottantadue disegni tra autografi, di bottega e di seguaci sono esaminati con competenza da Marco Riccòmini curatore del catalogo del fondo Creti. A margine, è allestita una piccola ma preziosa esposizione di alcune dei pezzi più rappresentativi conservati nella raccolta della Fondazione, con particolare riguardo alle riprese da Veronese.

19 aprile – 17 giugno 2012
Da lunedi a venerdi
9.00 – 16.30
Per gli utenti della Nuova Manica Lunga

Sabato e domenica
10.00 – 16.00
Accesso consentito solo tramite le visite guidate

Info
arte@cini.it


Il fondo grafico di Donato Creti nella collezione Certani alla Fondazione Giorgio Cini documenta con dovizia di esempi significativi la brillante carriera del più prolifico e instancabile disegnatore emiliano del Settecento. Centinaia di fogli ascritti al suo nome si trovano sparsi nelle collezioni di tutto il mondo, ma il nucleo più consistente resta quello del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi e della collezione Certani confluita alla Fondazione Cini: una sessantina di autografi di vario genere distribuiti lungo l’intero percorso creativo di Creti.

Dai fogli a mina rossa dai tratti secchi e appuntiti, tecnica ereditata dalla tradizione emiliana, alla penna e inchiostro bruno su carta bianca con segno preciso e staccato, in un fitto tratteggio parallelo che tende a incrociarsi laddove le ombre si addensano. Alcune delle prove migliori nell’uso di questa tecnica, che valse grande fama a Creti, appartengono alla collezione Certani.  La Fanciulla con Fiore, il  San Francesco in preghiera,  la Giovane e Cupido in un paesaggio, caratterizzati da un  tratto nitido e pulito, quasi incisorio, sono solo alcuni esempi.

Fin dalla giovinezza, servendosi della matita rossa o nera, Creti si dedica all’esercizio della copia, ma da copista creativo che estrapola e ritaglia elementi dalle opere altrui per poi completarli, ricomporli insieme e mescolarli liberamente. A favorire questa instancabile attività di studio concorrono numerosi viaggi in compagnia del mentore e protettore Pietro Ercole Fava. Con il conte dilettante e poeta “passò a vedere la insigne galleria del Duca di Modena  e in questa si fermò alcun tempo a disegnare”, racconta il contemporaneo accademico Giovanni Battista Zanotti. Quasi invitabile il viaggio a Venezia in una data che la scritta, apposta proprio su un disegno Certani, fissa intorno al 1693. Entusiasmante e niente affatto breve il soggiorno lagunare dei due visitatori, a detta dello Zanotti: “…andò [Fava] a Vinegia, e seco il Creti condusse, ne poco vi si fermarono, così l’uno, e l’altro era invaghito delle meravigliose opere di quella illustra Scuola”. Oggetto principale dell’attenzione del pittore in quei mesi è Veronese, copiato e riletto voracemente, a cominciare dal capolavoro delle Nozze di Cana, ammirato nel monastero di San Giorgio Maggiore.