Ruskin e Venezia

ISBN 88 222 5052 4

Si
pubblicano qui di seguito le relazioni svolte al Convegno
internazionale “Ruskin e Venezia: la bellezza in declino”, che si è
tenuto alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia nei giorni 15-16
dicembre 2000, in occasione del centenario della sua morte, e quasi a
conclusione del ciclo di quattro incontri su scrittori inglesi e
americani particolarmente legati a Venezia, che alla Fondazione si sono
esplorati nell’ambito della “Linea veneta”.
L’esperienza di Venezia è centrale per John Ruskin e la sua opera, così
come la sua visione della città, sulla scia di quella di Byron, risulta
centrale per la creazione del mito di Venezia nell’800 e oltre. Ruskin
ci venne undici volte, la prima volta a sedici anni nel 1835, l’ultima
, a sessantasette anni, nel 1888; ci venne coi genitori da giovane, poi
da solo e con la moglie Effie, per il soggiorno preparatorio a “The
Stones of Venice”, nel 1851-2, in seguito per gli ulteriori volumi di
“Modern Painters”, e più tardi con amici e discepoli.
La visione giovanile (fra il 1835 e il 1841) è romantica; quella più
matura è di esaltazione per l’arte e il passato di Venezia, e insieme
di revulsione per le rovine e il decadimento del presente, quella
finale è di una progressiva obliterazione , culminante nella sua quasi
totale cancellazione nella tarda autobiografia, “Praeterita”.

INDICE

Sergio Perosa, Presentazione

Dianne Abse, Snapshots of Ruskin in Venice (a poem)
Denis Donoghue, Ruskin, Venice, and the fate of beauty
Francisco Jarauta, Ruskin: el aura de Venezia
Joan Abse, The lessons of stone: Ruskin’s mission in Venice
Gregory Dowling, “Trust Byron “: Ruskin and the “byronic ideal of Venice”
Giovanni Cianci, Ruskin, il sogno di Venezia e l’utopia urbana modernista (Ezra Pound e Wyndham Lewis)
Rosella Mamoli Zorzi, “Felicities” and “aberrations”: Ruskin and W. D. Howells
Johm Dixon Hunt, Ruskin and the “picturesque side” of his venetian work
Angelo Righetti, Ruskin e le pietre di Verona
Sergio Perosa, La grande assente. Venezia e “praeterita”

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it