Fondo De Logu

Insegnante e poi direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1945, Giuseppe De Logu (Catania, 1898 – Venezia 1971) svolge la sua attività di critico attraverso le riviste di storia dell’arte Emporium, L’Arte e Dedalo. Allievo di Adolfo Venturi, manifesta fin dall’inizio della carriera il suo interesse per il Seicento  con la pubblicazione dei volumi La pittura italiana del Seicento (1931) e Scultura italiana del Seicento e del Settecento (1932). Si dedica anche a monografie, quali Tiziano del 1935 e Tintoretto del 1964, frutto delle sue minuziose ricerche archivistiche. Sintesi di tutto il suo pensiero può considerarsi il volume Natura morta italiana, al quale inizia a lavorare fin dalla fine degli anni Venti. In quest’opera, pubblicata nel 1962, sono tracciati i lineamenti della pittura cosiddetta “minore”.

Il fondo, donato nel 1994, è costituito da un nucleo principale sulla Natura morta italiana che raccoglie i materiali utilizzati per la pubblicazione del volume omonimo. Si conservano appunti, bozze e numerose fotografie, confluite nella pubblicazione ed utilizzate anche per altri studi: si tratta di strumenti fondamentali per la comprensione del metodo di lavoro dello studioso. L’inventario raccoglie anche una serie Caravaggio, che comprende i materiali utilizzati per la pubblicazione del volume del 1962 con numerosi dettagli delle opere del Merisi. La serie comprende anche la corrispondenza intercorsa tra lo studioso e l’editore del volume. Il fondo De Logu raccoglie inoltre una serie di perizie autografe, la corrispondenza con intellettuali di grande rilievo come Licisco Magagnato e Antonio Morassi, galleristi e collezionisti privati. Infine, nella serie Studi, appunti ed estratti, si conserva la documentazione relativa al volume, mai pubblicato, sui pittori minori toscani ed emiliani.

 

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