Alessandro Bettagno (edited by) Archives - Pagina 2 di 2 - Fondazione Giorgio Cini

Disegni veneti dell’ecole des beaux-arts di Parigi

“Faire
lea Beaux-arts” come si dice comunemente in Francia, per decenni è
stato – ed è tuttora – un titolo di alta distinzione. E veramente
l’Ecole di Parigi, fin dalla sua fondazione risalente al 1648 ma in
particolare nel secolo scorso e nel periodo a cavallo del nostro, ha
assolto a un compito fondamentale ed è stat alrettanto fondamentale
punto di riferimento non soltanto per la Francia ma anche per l’Europa;
e per l’America soprattutto per ciò che riguarda l’architettura e la
decorazione: vale a dire per il gusto di un intera “epoca”. Fondata,
come Accademia, nei primi anni del regno di Luigi XIV su suggerimento
del pittore Le Brun, che all’inizio ne fu anche direttore, e protetta
dal cardinale Mazzarino, l’istituzione ha svolto – sotto varia forma e
con denomunazioni diverse (quella attuale risale al 1795)- un compito
primario di grande importanza: la formazione dei giovani nelle tra arti
cosìdette “maggiori”: pittura, scultura e architettura e in ogni altra
forma di istruzione artistica e del disegno.

INDICE

Presentazione
Bruno Visentini

Premessa
François Wehrlin

Le Beaux-Arts e la raccolta dei disegni veneti
Alessandro Bettagno

Catalogo: schede nn. 1-94br>
Emmanuelle Brugerolles e David Guillet

Bibliografia

Illustrazioni

Indice

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Piranesi tra Venezia, Roma e l’Europa

INDICE

Bruno Visentini
Premessa

Rodolfo Pallucchini
Introduzione al Convegno

Andrew Robison
Dating Piranesi’s early «Vedute di
Roma»

Augusta Monferini
Piranesi e l’ambiente di Ridolfino Venuti

Nicholas Penny
Antique Sculpture in the Work of
Piranesi

Jonathan Scott
Another Chimney Piece by Piranesi

Elena Bassi
Andrea Musalo

Michelangelo Muraro
Giambattista Piranesi dell ‘espressione

Manfredo Tafuri
Borromini e Piranesi: la città come «ordine infranto»

Cesare De Seta
Luigi Vanvitelli e Giovan Battista Pirane si: un’ipotesi integrativa del ruolo sociale dell’ artista a metà
Settecento

Lino Moretti
Nuovi documenti piranesiani

Onofrio Speciale
Dai Firmin Didot alla Calcografia: vicende dei rami di Piranesi dai documenti dell’Archivio di Stato di Roma

Adriano Cavicchi – Silla Zamboni
Due «taccuini» inediti di Piranesi

Lionello Puppi
Appunti sulla educazione veneziana di Giambattista Piranesi

Teresa Villa Salamon
Catalogando Piranesi

Antonio Foscari
Giambattista Piranesi da Venezia al Campidoglio

John Wilton-Ely
Utopia or Megalopolis The «Ichnographia» of Piranesi’s « Campus Martius» reconsidered

Andreina Griseri
Piranesi e i temi dell’Illuminismo

Renato Barilli
Piranesi e Burke

Maurizio Calvesi
Ideologia e riferimenti delle “Carcerz”

Ennio Concina
Storia, archeologia, architettura dal Maffei a M. Lucchesi

Roberto Pane
Piranesi a Paestum
Ulya Vogt-Goknil
Piranesi als Architekturtheoretiker und Polemiker

Alessandro Bettagno
Incontro veneziano: Piranesi e Tiepolo

A. Hyatt Mayor
Conclusive remarks

Appendice

Indice delle Illustrazioni

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Da Pisanello a Tiepolo

Il
disegno è un punto di passaggio obbligato nella storia dell’arte: sia
quello “preparatorio” per un’opera di pittura o di scultura, che spesso
mette in condizione di cogliere il nascere e il sucessivo prender
forma, modificarsi e precisarsi di un progetto creativo che troverà poi
altrove il suo compimento, sia, forse più vicino a noi, quello
“autonomo” opera finalizzata e autosufficiente, quasi sempre presente
nella produzione dei maggiori artisti ma che a partire in particolare
dall’ultimo Settecento e fino ai nostri giorni ha avuto continui
sviluppi, e da Goya ed Ingres fino a Picasso e Matisse è diventato una
delle manifestazioni espressive più frequenti ed alte della loro
personalità. Così il disegno ha conosciuto, fin dai tempi di Vasari,
che, come egli stesso più volte ricorda, ne fu uno dei primi
raccoglitori, una crescente fortuna.

INDICE

Presentazione
Bruno Visentini

Premessa
Simon Jervis

Per Philip Pouncey
Alessandro Bettagno

Il Fitzwilliam Museum a Venezia
David Scrase

Ringraziamenti

Catalogo

Bibliografia

Indice delle collezioni di provenienza dei disegni esposti

Indice degli artisti

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Guardi. Quadri turcheschi

Nel
mondo, notevolmente vasto e vario, dell’arte dei Guardi (Antonio,
Francesco, Nicolò, Giacomo), occupa una nicchia a se stante una
tematica molto ben definita e precisa, quella dei dipinti di “soggetto
turchesco”: quei “quadri turchi” che solo negli ultimi quarant’anni
sono entrati a far parte delle conoscenze e di una bibliografia –
quella guardesca – che conta peraltro più di un secolo di vita
(intesificatasi negli ultimi decenni), con una molteplicità di
interventi di grande interesse e spesso di ammirevole penetrazione
critica.

INDICE

Premessa

“C’étaient-là de vraies personnes…”. De Venice, de ses amoreux et de quelques collectionneurs
Edmonde Charles-Roux

Guardi. Quadri turcheschi
Alessandro Bettagno

Catalogo delle opere

Le grandi “turcherie” di Ankara
Mary Beal

Jean-Baptiste Van Mour, “peintre du Roi” in Levante
Catherine Vigne-Boppe

La raccolta delle cento stampe dell’ambasciatore de Ferriol
Seth A. Gopin

Apparati

Bibliografia
a cura di Elisabetta Rossi Antoniazzi

Esposizioni

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Francesco Guardi

1793
– 1993: non poteva certo la Fondazione Giorgio Cini, il cui Istituto di
Storia dell’arte ha fin dalle origini e per tutto il corso delle sue
vicende stabilito nell’arte veneta il centro dei suoi interessi e la
maggior ragione della sua attività, lasciar passare il bicentenario
della morte di Francesco Guardi senza dedicargli una mostra che, al di
là dei vincoli della pura filologia e delle discussioni storiografiche
sempre vive intorno alla sua formazione e identità, ne facesse in primo
luogo sentire la grandezza e originalità di artista. Egli è stato
infatti l’ultimo grande pittore di un secolo ricco e fortunato, e la
sua morte, avvenuta quasi contemporaneamente alla fine della
Repubblica, ha assunto un valore in qualche modo simbolico. Si conclude
con lui una storia che ha dato all’arte veneta una fisionomia e
all’immagine della repubblica un’identità inconfondibili.

INDICE

Il mito di Venezia, regno della decadenza
Eduard Hüttinger

Su Francesco Guardi vedutista e alcuni suoi clienti
Francis Haskell

La città di Guardi 1793 – 1993
Alessandro Bettagno

Catalogo delle opere

Disegni
Alessandro Bettagno

Vedute
Alessandro Bettagno, (Francesca del Torre, Marina Magrini)

Capricci
Alessandro Bettagno, (Tessie Vecchi)

Feste
Margherita Azzi Visentini

Apparati

Radiografie
Paolo Spezzani

Bibliografia
a cura di Elisabetta Rosi Antoniazzi

Esposizioni

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Henry Moore

A quarantatre anni di distanza torna Henry Moore a San Giorgio, alla Fondazione Giorgio Cini: e sempre come maestro.
Nel primo congresso internazionale accolto dalla Fondazione, quello
indetto dall’Unesco su “L’artiste dans la société contemporaine” (22-28
settembre 1952) la voce di Henry Moore (già premio della Biennale nel
’48) si levò alta e ferma, nella sua relazione, a proclamare, contro
qualsiasi pretesa di direzione ideologica da parte del potere politico,
la libertà e la dignità dell’arte e dell’artista. “Concepire e
realizzare un’opera d’arte è un’attività essenzialmente personale,
personalistica. Chi vuole organizzare, collettivizzare la produzione
artistica, come qualsiasi produzione industriale o agricola, ignora o
nega la natura stessa dell’arte. L’artista deve essere sì in contatto
con la società, ma questo contatto è di carattere tutti intimo,
spirituale”.
Così afferma Henry Moore, impostando in senso tutto umanistico la sua
relazione, a Londra, un anno prima in un colloquio con Berto Lardera e
chi scrive (e poi ripeterà quasi alla lettera questa presa di posizione
nella sua relazione). E gia allora affermava anche: “Ho l’impressione
che è per mezzo di materiali solidi – legno, pietra, metallo – che io
riesco meglio ad esprimere i miei sentimenti e le mie aspirazioni”.
[…]

INDICE

La mostra a San Giorgio
Alessandro Bettagno

Henry Moore: 1898 – 1986
David Mitchinson

Henry Moore e la critica italiana. Una fortuna controversa
Maria Grazia Messina

Antologia di critici italiani
a cura di Maria Grazia Messina

Henry Moore tra Giovanni Pisano e Michelangelo: dal sentimento alla materia
Ester Coen

Antologia di scritti di Henry Moore
a cura di Ester Coen

Catalogo (schede 1-142)
a cura di Julie Summers

Apparati
a cura di Franco Novello

Note bibliografiche

Bibliografia italiana

Bibliografia essenziale

Per informazioni
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Gli artisti di Venini

INDICE

Alessandro Bettagno, Per una storia del vetro d’arte veneziano

Rosa Barovier Mentasti, Venini a Murano e nel mondo

Sisanne K. Frantz, Venini e l’arte del vetro in America

Anna Venini, La famiglia Venini

Catalogo

Rosa Barovier Mentasti e Anna Venini (a cura di), Regesto

Anna Venini (a cura di), Apparati

Cronologia

Biografie

Glossario

Colori

I maestri

Bibliografia generale

Per informazioni
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Venezia da Stato a mito

INDICE

Giancarlo Galan, Feliciano Benvenuti, Presentazione

Venezia da Stato a mito

Alessandro Bettagno, La mostra “Venezia da Stato a mito”

Eduard Hüttinger, Venezia come mito

Eugenio Turri, Una cartografia per amministrare e per glorificare

Alessandro Fontana, Civitas metaphysica

Lionello Puppi, Dal mito allo Stato. Nota sull’illustrazione pittorica di una tarda integrazione dell’agiografia marciana

Giuseppe Pavanello, L’immagine di Venezia da Canova a Byron

John Pemble, Venezia e l’immaginario moderno. L’idea di Venezia nella cultura britannica

Marina Magrini, Un “figlio adottivo” di Venezia: John Ruskin

William H. Gerdts, “Un sogno di bellezza e di colore”: pittori americani a Venezia

Xavier Tabet, Venezia e la Francia: ombre e luci

Francesca Castellani, “L’éclat de la lumiére et le luxe de la
couleur”. Un itinerario nel mito dei maestri veneti attraverso le copie
francesi dell’Ottocento

Sylvie Paytin, La Venezia di Monet

Giuseppina Dal Canton, Venezia nella pittura del Novecento tra fenomeno, mito e idea

Catalogo delle opere

Schede critiche delle opere

Bibliografia

Esposizioni

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Canaletto. Prima maniera

Sono
esposte alla mostra dodici vedite romane appartenenti alla serie di
ventidue disegni del British Museum, eseguiti dal giovane Canaletto
durante il soggiorno dal 1719-1720 nella città papale. La tradizionale
attribuzione all’artista è stata a lungo oggetto di dibattito, e il
presente saggio si prefigge di dissolvere ogni dubbio residuo sull a
paternità di questi studi, grazie anche alla breve “coda” scritta da
Charles Beddington, che spiega come Canaletto e Bellotto li hanno
utilizzati entrambi come fonti per i loro dipinti. Malgrado
l’abbondanza di prove a loro favore, il parere contrario di due delle
massime autorità sulla grafica canalettiana, il barone Von Hadeln e
Karl Paker, ha indotto un numero considerevole di stidiosi, soprattutto
inglesi e americani, ad accettare con una certa cautela l’autografia di
queste vedute romane. Lìopinione di Hadeln e Parker, che le ritenevano
copie di oroginali perduti, si fondava sulla loro scarsa qualità, ed è
innegabile che esse tradiscano una tecnica disegnativa impacciata e in
certi brani addirittura maldestra, che è in aperto contrasto con la
suprema sicurezza di tocco che caratterizza di norma la produzione di
Canaletto.

INDICE

Presentazione
Giovanni Bazoli

Canaletto. Prima maniera

Regesto

Albero genealogico

Catalogo dei disegni

I disegni giovanili di Canaletto
Charles Beddington

Catalogo dei dipinti

La collezione Pellegrini

La collezione Wallenstein

La collezione Liechtenstein

La collezione Colloredo

La collezione Conti

La collezione Smith

La collezione Gabburri

La collezione Recanati

Apparati

Canaletto “prima maniera”. TRadizione e innovazione nelle tecniche pittoriche degli esordi di Canaletto
Viola Pemberton-Pigott

Canaletto e dintorni. I primi anni di Canaletto attraverso le lettere dei contemporanei
Marina Magrini

Bibliografia

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

I Guardi

In occasione del bicentenario della morte di Francesco Guardi (il 1° di
gennaio del 1793) il nostro Istituto gli dedicava una mostra nelle due
sedi della Fondazione, a San Giorgio Maggiore e nella Galleria di
Palazzo Cini a San Vio. Nella prima erano esposti dipinti di Francesco,
vedute, capricci, feste e una scelta rigorosissima di disegni. La
seconda, quella appunto di San Vio, si era voluto riservare ai
cosiddettí “quadri turcheschi” dei Guardi, una scelta tematica ben
precisa.
Il bicentenario riguardava ovviamente Francesco, e a Francesco
esclusivamente si era pensato nella scelta delle opere, evitando – come
già si era sempre fatto – di affrontare tematiche di attribuzione che
avevano anche suscitato scontri polemici nella critica. In un passato
ormai superato era infatti successo che la critica aveva dato origine,
abbastanza rumorosamente, a discussioni in favore di uno o dell’altro
dei due fratelli Guardi, il maggiore, Antonio, e il più giovane
Francesco.

INDICE

Prefazione
Alessandro Bettagno

I Guardi

Elvio Mich
Ricerche documentarie e ipotesi in margine alla pala di Roncegno

Bernard Aikema
Francesco Guardi, il «picturesque» e il mito di Venezia

Timothy LI Ewellyn
Qualche veduta della laguna

Renato Barilli
Chi è più «moderno», il Canaletto o il Guardi?

Flavio Caroli
Francesco Guardi verso il moderno

Anna Maria Matteucci
Lo spazio in Francesco Guardi e alcune turcherie bolognesi

Federico Montecuccoli degli Erri
Nuovi dettagli sull’attività dei fratelli Guardi

Margherita azzi Visentini
Ville e giardini nell’opera di Francesco Guardi

Pietro Zampetti
Francesco Guardi tra verità e visione

George Knox
Francesco Guardi in the studio of Giambattista Tiepolo, and a note on the dating of the Solennità dogali

Mitcbell Merling
Problems in the Organization of the Guardi Firm: Evidence from the Tasso cycle

Timotky Clifford
Francesco Guardi: Scotland and the Sutherland pictures

Sergio Marinelli
Francesco Guardi: tracce veronesi

Ugo Ruggeri
Disegni di Antonio Guardi

Terisio Pignatti
Il repertorio grafico della bottega guardesca al Museo Correr

Filippo Pedrocco
Francesco Guardi e Pietro Longhi

Lionello Puppi
Appunti intorno alla committenza di Francesco Guardi

Erich Steingraber
Francesco Guardi nelle collezioni della Alte Pinakothek a Monaco di Baviera

Setb A. Gopin
The Influence of jean-Baptiste Vanmour

Catherine Boppe Vigne
L’ìnfluence de la miniature qe sur les oeuvres de jean-Baptiste Van Mour

Ileana Cbiappini di Sorio
Alcune osservazioni sulle «turcherie»

Marianne Broos
Paintings of Receptions of the Ambassadors at the Sublime Porte
byjean Baptiste Vanmour (1671-1737) and their Influence in
Constantinople and Venice

Paolo Spezzani
Le indagini ai raggi x realizzate in occasione delle mostre sui Guardi

Martina Fleischer e Franz Mairinger
Nuove luci su Venezia. Per la tecnica pittorica di Francesco Guardi

Mary Beal
Scenes of Embassy Receptìons at the Sublime Porte: The British Government Art Collection Paintings and Others

Marco Cesarini
Turcherie fiorentine del Settecento

Pierre Rosenberg
Watteau, Guardi et… Boucher

Giuseppe Maria Pilo
Il gioco delle parti nei quadri turcheschi dei fratelli Guardi

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it