Presente Storico Archives - Pagina 3 di 3 - Fondazione Giorgio Cini

La maschera e il volto. Il teatro in Italia.

Riconoscere il ventaglio delle esperienze teatrali in Italia è il primo scopo di questo volume: dal teatro pio di cui può essere autrice anche una donna, nella Firenze di Lorenzo dei Medici, al teatro come svago per l’aristocrazia raccolta in una corte attorno al signore; dalle sperimentazioni cinquecentesche ai trionfi, in Italia e in Europa, dell’opera e della mescolanza di musica e parola (che è il motivo per cui ancora oggi l’Italiano è giudicato una lingua musicale); dalle serve goldoniane che parlano in dialetto (ma in versi) o, se si preferisce, in versi (ma in dialetto), alle acerbe critiche dell’antigoldoniano Gozzi, fino agli sviluppi ottocenteschi e del primo Novecento.

Sulla scena teatrale gli attori recitano testi che possono essere e sono i più diversi, tale è la varietà delle forme drammatiche e la diversità di funzioni di volta in volta assegnate al dramma: scoprire se il proprio padre è stato ucciso dallo zio, subito sposato dalla madre, è ciò che Amleto si aspetta da una rappresentazione teatrale, mentre l’antico Aristotele aveva visto nel teatro il modo per assuefarsi alle passioni della pietà e del timore, senza lasciarsene travolgere: la purificazione o catarsi, sul cui significato si è discusso tanto a lungo. E’ impossibile seguire tutti gli svolgimenti di un genere discontinuo e ricco di forme; ma almeno se ne restituiscono molti aspetti vitali e non sempre noti, insieme con alcune battute del dialogo, spesso assai fitto, della tradizione italiana con il patrimonio classico da un lato, e dall’altro con la cultura drammatica europea.

INDICE

Premessa
di Fracesco Bruni

Elissa Weacer
Antonia Pulci e la sacra rappresentazione al femminile

Stefano Carrai
Poliziano, Orfeo e il teatro profano

Giulio ferroni
La Calandria del Bibbiena: tra Plauto e Boccaccio

Daria Perocco
Alla ricerca del frutto proibito: la Mandragola di Machiavelli

Roberto Bigazzi
La via romanzesca degli Ingannati

Piermario Vescovo
Racconto, teatro e sogno. La Lettera di Ruzante a Marco Alvarotto

Massimo Ciavolella
Leone de’ Sommi e il teatro ebraico a Mantova nel Rinascimento

Andrea Battistini
Coturni in terra algente. Il Re Torrismondo di Torquato Tasso

Anna Laura Bellina
I passaggi di Orfeo: recitar cantando nell’opera italiana fra Peri e Gluck

Fabrizio Borin
Orfeo al cinema. Un’interpretazione

Bruno Brizi
Fingere per delinquere e fingere per ammaestrare
Un modello di teatro di poesia: L’Olimpiade di Metastasio

Carmelo Alberti
Il linguaggio delle Massere sulla scena di Carlo Goldoni

Gilberto Pizzamiglio
Scena e testo nelle «fiabe teatrali» gozziane

Arnaldo Di Benedetto
Quasi una fiaba dell’orco
Storia e leggenda nel Filippo di Vittorio Alfieri

Loretta Innocenti
Le tragedie veneziane di Byron

Francesco Bruni
Adelchi, eroe shakespeariano

Giovanni Morelli
La fase «classica» dell’Opera romantica italiana

Pietro Trifone
Le due vie del parlato teatrale: realismo e deformazione

Fabio Finotti
Come le foglie di Giuseppe Giacosa: maschera e verità

Laura Caretti
Mogli infedeli e mogli ideali: varianti ottocentesche

Adrianna Arnieri Corazzol
Drammaturgia musicale d’avanguardia: da Boito a D’Annunzio

Giuseppe Langella
Teatro illustrativo e teatro dialettico. Sui Sei personaggi di Pirandello

Giorgio Pullini
Ugo Betti, Corruzione al Palazzo di Giustizia, e il teatro dei «processi morali»

APPENDICE

Scrittori contemporanei. Intervista a Luigi Squarzina
a cura di SILVANA TAMIOZZO GOLDMANN

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Giordano Bruno: destino e verità 

Frutto di una collaborazione di studio tra l’Università di Venezia, la Fondazione Giorgio Cini e l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, il volume raccoglie da una parte alcune riflessioni di illustri studiosi sul pensiero di Giordano Bruno (gli aspetti essenziali della sua filosofia, le sue idee sull’apocalisse e sull’ «amore infinito», la ripresa dei filosofi antichi, il rapporto con la magia, l’aritmetica e la geometria ecc.), dall’altra ne ricostituisce ampiamente il soggiorno a Venezia nel 1592, culminato nella denuncia al tribunale dell’Inquisizione e nel successivo processo, preludio alla finale condanna al rogo per eresia pronunciata ed eseguita a Roma nel 1600.

INDICE

Prefazione
di Daniele Goldoni e Luigi Ruggiu

Emanuele Severino
Bruno e il pensiero ontologico

Michele Ciliberto
Bruno e l’Apocalisse. Per una storia interna degli Eroici Furori

Nicoletta Tirinnanzi
I Libri physicorum Aristotelis e la riflessione magica di Bruno

Fulvio Papi
Bruno: l’amore infinito

Gino Benzoni
Venezia come sfondo

Paolo Casini
Naturae numeri e naturales figurae: aritmetica e geometria tra Bruno e Keplero

Luigi Ruggiu
La ripresa dell’antico in Giordano Bruno

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Desiderio e trasgressione nella letteratura fantastica

Il volume raccoglie gli atti del convegno organizzato dalla Fondazione Giorgio Cini nell’aprile 2001. L’infittirsi di studi sul fantastico ha indotto a rinunciare a una trattazione sistematica e a privilegiare, in una prospettiva comparatista, due figure centrali di questa modalità letteraria – il “desiderio” e la “trasgressione”, appunto – che continua ad affascinare lettori e studiosi per la sua forte carica eversiva.

Scorrendo l’indice, il lettore può facilmente individuarne l’articolazione tematica e cogliere, nell’ampiezza e varietà dei punti di vista offerti dagli autori, un itinerario interdisciplinare ricco di suggestione e proposte innovative.

INDICE

Introduzione
di Michela Vanon Alliata

Desiderio e Trasgressione nella Letteratura Fantastica

Adriana Guarnieri Corazzol
Fantasmi, allucinazioni e seduttrici soprannaturali nell’ opera italiana del secondo Ottocento

Anco Marzio Mutterle
Ombre, magie e fantasmi nel «realismo» di Pavese

Giorgio Ficara
Petrarca, Carlo Magno e la mummia

Vittorio Roda
Un tema tarchettiano: l’ irruzione del femminile nel maschile

Claudia Corti
L’ inferno artificiale del Vathek

Francesco Marroni
Il focolare maledetto: desideri e inganni nei racconti di Elizabeth Gaskell

Michela Vanon Alliata
Il diavolo nella bottiglia: la maledizione faustiana nel fantastico esotico di R.L. Stevenson

Franco Marucci
The Lifted Veil, il racconto mesmerico di George Eliot

Daniela Rizzi
Una città di spettri. Note sul tema: Pietroburgo nella letteratura russa

Laura Silvestri
Per una tipologia del neofantastico in Borges

Luca Pietromarchi
Lo specchio del diavolo: Bernanos fantastico

Paolo Tortonese
La follia tra miracolo e prova: la terza soluzione del fantastico

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“Un caos che spaventa”. Poteri, territori e religioni di frontiera nella Dalmazia della tarda età veneta.

Questo libro ricostruisce aspetti socio-istituzionali dell’ effimera esperienza d’ espansione della Repubblica di Venezia in Dalmazia e Albania. Sullo sfondo, il tramonto della Serenissima.

Tra gli anni quaranta e novanta del Settecento “Riformatore”, il patriziato veneto e le Elites della “Duplice provincia” tentarono diverse riforme agrarie, amministrative, comunitarie e giurisdizionali al fine d’ integrare nel Dominio le nuove periferie di uno stato a sua volta periferico nel teatro europeo e nell’economia mondiale. Condizionati dalla pressione politica-economica absburgica e dal modello dei territori militari croati, e incalzati dalla competizione interazionale sul “Triplice confine” austro-veneto-turco, i progetti veneti furono contemporaneamente frustrati dalle frizioni cetuali nella provincia e nella Dominante, da forti resistenze locali, da contrastanti esigenze costituzionali, da acerbe conflittualità rurali e interconfessionali.

Nascevano intanto nuovi linguaggi politici. Lo studio delle dinamiche istituzionali e della conflittualità incapsulata nella sfera del diritto attraverso i meccanismi giudiziari marciani offre un’ occasione per complicare le dicotomie nelle quali, per diverse ragioni, nel xix e nel xx secolo, antagonistiche tradizioni storiografiche avrebbero poi irrigidito tanto la ricostruzione delle politiche venete, quanto la rappresentazione di una regione contesa e spesso studiata in funzione delle rivendicazioni territoriali.

INDICE

Prefazione
di Vincenzo Ferrone

Per intrdurre verso una Duplice provincia e un Triplice confine

Un nuovo regno

Un nuovo regno per giustificare la propria esistenza
“Quel corpo o membro grande di polizia”
Da “messia” a “Lucifero” : il governante e il politico

Una “santissima magistratura” tra mito e antimito: i sindici inquisittori foscariniani

Esigenze concrete e ideali del ricorso a uno “strumento del mito”
La “sindrome almissana”, sindrome da assedio
Alla ricerca della nuova provincia (fallimenti ed eredita)

“Troppo scomposta era la machina”

Progetti di riforma agraria e territoriale negli anni ’50

Redistribuzione fondiaria e fissazione dei coloni sulla terra
L’ “affare dei riparti” tra colonizzazione e spartizione del territorio
“Legge agraria” e “ragione politica”

Popolare la provincia e governarne le genti

Difficili “accomodamenti” tra migrazioni organizzate e spontanee
Attraverso l’Adriatico
Una Repubblica “italo-slavo-greca” e i problemi della convivenza religiosa

Il “male ancora piu dilatato”

Prospettive e tensioni di riforma negli anni settanta
L'(in)interrotta continuita delle distanze riformatrici
Le traversie degli Orti Esperidi
Poteri, giustizia e riforme

Poteri, terre e religione tra craine venete e Triplice confine

Il “morbo” di Lucich (tra Macarsca e Imoschi)
Lo skeptron e il “bastone slavo” (contado di Zara)
Gli “universi locali” dello spettro polacco

Le istituzioni marciane tra difesa dei privilegi e competizione sui territori

Sindrome almissiana a Spalato : i borghi in piazza
Gli eterei privilegi di Spalato
Le mani sui terrirtori

Poteri, banditismi, solidarieta locali

Hajduci e banditismi tra grande politica e antagonismi locali
Dispotici capricci ed afficaci protezioni

I registri di una riforma

Errori storici e illusioni costituzionali
La possibile riforma delle craine
Esigenze, eccezioni, contaddizioni di una riforma impossibile

Il lungo trapasso dell’ antico regime, come un epilogo

Indice dei nomi

Indice dei luoghi

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Totalitarismo e totalitarismi

Concetto chiave per comprendere la storia del Novecento, il Totalitarismo è stato al centro di un forte dibattito ideologico e storiografico. Nell’ ultimo decennio, dopo la crisi finale del comunismo, la riflessione sul totalitarismo, lungi dall’esaurirsi, si è rinnovata grazie anche al contributo di studiosi dell’ Europa centrale e orientale. Di un incontro e confronto tra storici italiani e russi, svoltosi presso la Fondazione Giorgio Cini (5-7 aprile 2001), sono frutto i saggi pubblicati nel presente volume, stimolo a nuove ricerche su un aspetto cruciale del nostro tempo.

INDICE

Prefazione
di Vittorio Strada

Giorgio Petracchi
Roma e/o Mosca? Il fascismo di fronte allo specchio

Pier Giorigo Zunino
Intellettuali e cultura nella storia del fascismo

Nicola Tranfaglia
Scrivere la storia senza distanza dai fatti. Il fascismo e i contemporanei

Vittorio Strada
Totalitarismo/totalitarismi

Mario A. Cattaneo
Illuminismo e totalitarissmo : due opposte concezioni del diritto penale

Victor Zaslavsky
I sistemi totalitari nella prospettiva comparata

Aleksandr Subin
Problemi controversi della storiografia del totalitarismo russo

Irina Pavlova
Il concetto di totalitarismo e gli studi contemporanei sulla storia della Russia staliniana degli anni trenta

Sergej Kulesov
La tipologia dei regimi totalitari : l’ aspetto Storiografico

Vadim Damie
Il totalitarismo come fenomeno sociale : metodologia di analisi

Nelly Komolova
L’ uomo nella “societa totalitaria” (lo storico e la sua opera)

Viktor Panejach
I progetti politici gemelli del 1930-31
nell’ URSS (“L’ affare accademico”, “Il partito industriale”,
“Ilpartito contadino del lavoro “, “L’ unione dei menscevichi”)

Natalja Egorova
L apolitica estera dell’ URSS nel dopoguerra all’ interno del sistema totalitario (fine anni ’40 primi anni ’60): nuovi approcci

Gli autori

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Venezia nella sua storia: morti e rinascite

Come Fenice, Venezia, nella sua storia e nel suo mito, “eseguendo di sua spontanea volontà il suo funerale, si rinnova, con una morte che è la sua nascita, […] di nuovo se stessa quando non è già piu'”. Il volume presenta la storia singolare di una città che da due secoli non fa che morire e rinascere, celebrata da Wordsworth a Ruskin, da
Thomas Mann a Proust, da Pound a Brodskij, come figlia di Libertà e Ombra.
Eppure, come ha scritto Browning, i muri e le pietre che in lei “si sgretolano, si dissolvono e mescolano insieme”, mai sono in rovina, bensì sempre towering evidence, “torreggiante evidenza”.
Ma il mito che concresce, Venezia sa sottrarre il nucleo della propria verità, che spesso si nasconde nel gesto essenziale e furtivo, anonimo e presente, tanto piu’ segreto quanto piu’ gli interpreti si adoperano a svelarla, e fissarla, nei registri della storia: sì che il vivente, in lei, come ha intuito Pound, continuamente dissipa l’irrigidirsi
della maschera che la descrive: “D’Annuzio vive quì?” / chiese la signora americana K.H. / “Non so” rispose la vecchia veneziana, / “questa lampada è per la Vergine” (Cantos, LXXVI).  Per questo dura il suo fascino.

INDICE

VII – “Invece del fossato, la cinta del tempo”
di Carlo Ossola

Venezia nella sua storia: Morti e Rinascite

Vico, la decadenza e il ricorso
di Fulvio Tessitore

Un mondo che muore, un mondo che nasce: il Tardoantico
di Lellia Cracco Ruggini

Apocalissi religiose e apocalissi politiche nel mondo tardoantico
di Giovanni Filoramo

Il mito della fenice nella poesia romanza del Medioevo
di Francesco Zambon

Storia e miti per una Venezia dalle molti origini
di Gherardo Ortalli

Foscolo, Venezia e il mito troiano
di Lorenzo Braccesi

Dalla caduta di Venezia alle morti a Venezia: versioni anglo-americane
di Sergio Perosa

Dalla fine alla fine: Vienna primo novecento, Venezia Settecento
di Gino Benzoni

Miti di rigenerazione e culto letterario della giovinezza al tempo della Rivoluzione francese
di Andrea Battistini

Il Risorgimento delle Arti: l’idea dell’antico, l’utile pubblico e l’unificazione italiana
di Andrea Emiliani

La rivoluzione scientifica moderna e oltre
di Vincenzo Cappelletti

L’origine dell’Europa
di Roberto Esposito

Le metamorfosi di Ulisse
di Francisco Jarauta

Toccare il fondo per risalire
di Mario Rigoni Stern

 

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“In quella parte del libro de la mia memoria”

Se l’autobiografia come genere letterario nasce durante l’età moderna, il parlar di sé è antico come l’uomo e, nella società mediatica, conosce nuove fortune, a dire il vero eccessive. Lasciando da parte questo aspetto fin troppo noto, il volume percorre l’arte di attingere al libro della memoria, e seleziona una ricca serie di esempi da una
tradizione ricchissima, come è quella italiana, con qualche assaggio nella direzione dell’antichità e della cultura europea.
“Non esiste nulla come l’autobiografia, ma solo l’arte e le menzogne”: non è necessario prendere alla lettera questa massima provocatoria, per sapere che l’autobiografia non è necessariamente la porta che fa entrare nel segreto dello scrittore e nella verità del quotidiano.
L’autobiografia, anzi, può valere piuttosto come il luogo in cui l’io amplifica i propri meriti, riduce o elimina i propri sbagli, deforma o inventa fatti e sentimenti e, anche dove è sincero, considera una storia o un ambiente da una visuale limitata. Per di più, se la finzione letteraria si piega volentieri al taglio dell’autobiografia,
questa si foggia a sua volta sulla letteratura, sicché tra invenzione e presa sul reale si schiude una dialettica aperta ad accertamenti ricchi
di sorprese.

INDICE

Premessa
di Francesco Bruni

L’ “io” narrante degli storici antichi
di Luciano Canfora

Le Confessioni di Agostino e la scoperta dell’io
di Luigi Alici

Forma e funzione autobiografica nel Milione
di Eugenio Burgio

La Vita nova di Dante: autobiografia come “memoria selettiva”
di Emilio Pasquini

La vita come vaso. L’autobiografia figurale di Opizzino de Canistris
di Michele Feo

Maschere d’autore per l’autore del Decameron
di Lucia Battaglia Ricci

I Commentarii di Enea Silvio Piccolomini (Pio II)
di Claudia Villa

L’autobiografia religiosa negli scritti di Camilla Battista da
Varano: La vita spirituale (1491) e le Istituzioni al discepolo (1501)

di Gabriella Zarri

Francesco Guicciardini: riflessione politica, esperienza vissuta e memoria storica
di Gian Mario Anselmi

L’autobiografia di Benvento Cellini
di Mario Pozzi

“Tale e non altra riuscita”. La prospettiva teologica della Vita di Gianbattista Vico
di Andrea Battistini

All’origine dell’Histoire casanoviana
di Gilberto Pizzamiglio

Le Confessioni di Jean-Jacques Rousseau: “Impresa che non conosce esempi”
di Lucia Omacini

Vita d’eroe. L’autobiografia di Vittorio Alfieri
di Arnaldo Di Benedetto

Esperimenti autobiografici foscoliani
di Maria Antonietta Terzoli

Leopardi: memoria della poesia e poesia della memoria
di Gilberto Lonardi

Le Memorie di Da Ponte: un’autobiografia tra romanzo e teatro
di Tina Matarrese

L’uomo del risorgimento. Sui Ricordi di Massimo D’Azeglio
di Giuseppe Langella

D’Annunzio cantore di Venezia: celebrazione di se stesso e celebrazione della Serenissima nel Fuoco
di Jacques Misan-Montefiore

Giuseppe Prezzolini e l’autobiografismo come vocazione
di Giorgio Pullini

Il “difficile libro” di Saba. Storia e cronistoria del Canzoniere tra saggio, autobiografia e romanzo
di Elvio Guagnini

Lo specchio della memoria. L’autobiografia attraverso la stilografia: Primo Levi
di Jane Nystedt

Pubblicare memorie
di Ugo Berti Arnoaldi

Appendice

L’italiano dell’Unione Europea
di Jane Nystedt

Lessicografia dell’italiano moderno: 1960 – 2000
di Giorgio Colussi

Dopo l’8 settembre: le memorie di Paolo Murialdi e Roberto Vivarelli
discussione moderata da Giuseppe Galasso

redazione dei testi a cura di Francesca Malagnini

Scrittori contemporanei. Intervista a Sebastiano Vassalli
a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann

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Le tre religioni di Abramo. Visioni di Dio e valori dell’uomo

“Patriarchae nostri Abrahae omnium credentium Patri”, le parole dell’antico martirologio romano aprono le pagine di Louis Massignon sulle tre preghiere di Abramo, scritte verso la metà del secolo appena concluso.
La consapevolezza della comune discendenza da Abramo e della fede nell’unico Dio, espressa sino ad allora soltanto nelle prospettive visionarie ed escatologiche ha conseguentemente ispirato, in anni recenti, ripetuti incontri tra i rappresentanti dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam. Questo libro si pone come sintesi e punto
di arrivo delle discussioni e dei lavori intrapresi nel campo del dialogo interreligioso con l’obiettivo di rendere concreti, effettivi e fecondi i risultati conseguiti superando la categoria di “contro-religione”, secondo la quale l’Islam si definisce per opposizione al Cristianesimo e all’Ebraismo, il Cristianesimo all’Ebraismo, l’Ebraismo all’idolatria egiziana. Da una rimeditazione del concetto di “religioni abramitiche” e dalla progressiva costruzione di due poli contrapposti – il primo “giudaico-cristiano” europeo e
occidentale, il secondo islamico e “orientale” – si giunge così a una elaborazione dialettica delle vicende interne della storia politica, religiosa e culturale in Europa durante l’età moderna e delle coniugazioni dell'”altro” islamico, presenti nella letteratura turchesca del Cinquecento e del Seicento fino a quelle dell’Orientalismo contemporaneo. Altro tema centrale del volume diventa pertanto quello dei rapporti delle tre religioni con i diritti umani, questione che accomuna in Occidente come altrove l’Ebraismo, il
Cristianesimo e l’Islam, con differenziazioni più interne che rispetto alle altre fedi. Ci si interroga perciò sui diversi approcci tra idee e credenze religiose e diritti dell’uomo nelle varie culture, giungendo a considerare il problema ancora più centrale di quanto non lo sia il suo valore simbolico.

INDICE

I Musulmani e il mondo moderno
di Carlo Maria Martini

Di fronte all’Islam
di Amos Luzzatto

LE TRE RELIGIONI DI ABRAMO

Premessa
di Antonio Rigo

Le religioni monoteiste all’orizzonte del 2010 alla ricerca di un senso del futuro
di Mohammed Arkoun

Le religioni e le altre fedi
di Andrea Riccardi

Tolleranza, pluralismo, dialogo nella prospettiva del futuro
di Pier Cesare Bori

Le religioni monoteiste e i diritti umani: una relazione contestata
di Ann Elizabeth Mayer

Il dialogo cristiano-musulmano: alcune questioni e priorità
di Ataullah Siddiqui

Islam e modernità: ricerche e sfide del xx secolo
di H’mida Ennaïfer

L’lslam, gli stati islamici e le libertà individuali
di Mohamed Charfi

La sfida islamica ai diritti dell’uomo nei paesi arabo-musulmani e all’estero
di Sami Aldeeb

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Scena e messinscena. Scritti teatrali 1960 – 1998.

Il volume raccoglie gli scritti che Maria Teresa Muraro ha firmato singolarmente: materiali difficilmente reperibili, poiché pubblicati in miscellanee, atti di convegni o riviste che vanno dalla fine degli anni cinquanta agli ultimi anni novanta del Novecento. Alcuni anche molto rari come, ad esempio, quello riguardante i luoghi dello spettacolo a Venezia dal XV al XVI secolo, pubblicato in Le Lieu théâtral à la Renaissance, edito dal CNR a Parigi nel 1964.

Gli argomenti spaziano dalle feste rinascimentali veneziane alle momarie, dal lessico teatrale per gli addetti ai lavori alle scenografie settecentesche per Vivaldi o agli artisti scenografi del Novecento, dalla librettistica all’architettura teatrale. Tra i soggetti principali di questi scritti vi sono la scenografia neoclassica e ottocentesca, materia in cui la studiosa Ë stata, a volte, una pioniera, come nel caso dello studio relativo ai rapporti tra il compositore Giuseppe Verdi e la messa in scena delle sue opere, in particolare delle prime veneziane, Ernani, Attila, Rigoletto, La Traviata e Simon Boccanegra, a opera dello scenografo Giuseppe Bertoja.

 

INDICE

IX
Deda, l’opera, gli amici di Pierluigi Petrobelli

XIII
A Maria Teresa Muraro di Mercedes Viale Ferrero

SCENA E MESSINSCENA

Venezia

Momaria

La festa a Venezia e le sue manifestazioni rappresentative: le Compagnie della Calza e le “momarie”

Le lieu des spectacles (publics ou privés) a Venise au
XV et au XVI siècles

Leone De’ Sommi

Primi appunti sulla fortuna del Boccaccio nei libretti per musica

Il Teatro Grimani a San Giovanni Grisostomo

Teatro, scena, messinscena, il lessico degli addetti ai lavori

Il secolo di Vivaldi e il melodramma: i teatri, le scene

Scenografie di Pietro Gonzaga

Librettisti dell’Ottocento

Le scenografie delle “prime assolute” di Verdi alla
Fenice

Giuseppe Bertoja e le scene per la prima di Rigoletto alla Fenice

Nuovi significati delle scene dei Bertoja alla Fenice di Venezia

La famiglia Bertoja

Voci dall’Enciclopedia dello spettacolo

– Odoardo Antonio Rovescalli
– Henry De Tolouse-Lautrec
– Jean-Edouard Vuillard
– George Rouault
– Maurice Utrillo
– Mario Vellani-Marchi
– Marce! Vertes
– Ben Shahn
– Gregorio Sciltian
– Orlando di Collalto
– Hugh Stevenson
– Toti Scialoja
– Rolf Stegars
– Achille Ricciardi
– Robert Rauschenberg
– Bernard Buffet

 

Bibliografia di Maria Teresa Muraro

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“Vaghe stelle dell’orsa…”

La serie dei volumi sui grandi generi della letteratura italiana si conclude con questo, dedicato alla lirica; ultimo, ma idealmente primo, perchè la lirica è davvero il genere principe della nostra tradizione: in primo luogo cronologicamente, perchè lirici sono i testi letterari più antichi (fino a importanti scoperte che negli ultimi anni hanno movimentato un campo nel quale sembrava che non ci fosse altro da raccogliere); poi per l’altezza cui ben presto giunse il genere, quando Petrarca lo riavviò su basi nuove, proseguendo e insieme superando il grande inizio dei trovatori provenzali; in terzo luogo, per la sua durata: solo nella letteratura italiana è possibile che un autore dell’Ottocento ripeta molte parole di un lirico di cinque secoli prima, appunto il Petrarca; per non dire della presenza di Dante nel Novecento lirico, per esempio in Montale. E’ una condizione unica nel quadro delle altre letterature europee, romanze e germaniche, nelle quali di una tradizione attiva fino ai tempi moderni – o fino alla soglia dei tempi (post?) moderni – non si può parlare prima del XVI o piuttosto del XVII secolo. Una simile situazione, così intrinsecamente connessa alla nobile dignità intellettuale dell’italiano, dipende dalle vicende della lingua e della cultura, dall’essere stato il Petrarca promosso a modello durante il Rinascimento, con effetti durevoli anche su autori che, come Leopardi, non possono certo dirsi petrarchisti. In tal modo la lirica italiana ha dato vita a un discorso eletto, aristocratico; ma di un’aristocrazia formata, come dicevano i poeti del Dolce stil nuovo, da chi è gentile di cuore, da chi è capace di intelligenza e di affetti.

INDICE

Premessa
di Francesco Bruni

“Vaghe stelle dell’orsa…”

La più antica testimonianza di poesia lirica italiana
di Alfredo Stussi

Allocuzione e apostrofe nella poesia delle origini
di Giorgio Colussi

Avere e non avere: dai trovatori a Petrarca
di Roberto Antonelli

Lingua e testi della scuola poetica siciliana
di Rosario Coluccia

“Oltre la spera che più larga gira”: esempi di realismo rapsodico nella Vita nuova
di Marco Santagata

Battaglia di pensieri e nuovi amori nel dopo-Berenice: “Voi che ‘ntendendo” tra Vita nuova e Convivio
di Aldo M. Costantini

Petrarca e l’invenzione del “Canzoniere”
di Stefano Carrai

Petrarca, la lirica, la musica
di Guido Capovilla

Boiardo innamorato, o il “vivere forte” di un amante
di Tiziano Zanato

Fra petrarchismo e Barocco. Le Rime di Torquato Tasso
di Arnaldo Di Benedetto

Le seduzioni barocche della “Sirena marina”
di Andrea Battistini

Dare del tu all’universo
di Manlio Pastore Stocchi

Il canto della donna al telaio e il dialogo con l’assente: A Silvia di Leopardi
di Francesco Bruni

L’interlocutore ideale. Fine dell’errore di Niccolò Tommaseo
di Fabio Danelon

La Creazzione der Monno e i primi sonetti biblici di Belli
di Pietro Gibellini

Montale tra Leopardi e Schopenhauer. Lettura di Spesso il male di vivere ho incontrato…
di Luigi Blasucci

Il dialogo con le ombre. Note sulla poesia di Giorgio Caproni
di Silvana Tamiozzo Goldmann

La linea metafisica nella poesia italiana del Novecento: esiti di fine Millennio
di Maria Antonietta Grignani

Appendice

Scrittori contemporanei. Incontro con Patrizia Valduga
a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann

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