Concerti e spettacoli Archives - Pagina 18 di 24 - Fondazione Giorgio Cini

Musica e danza dall’Indonesia

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza un appuntamento dedicato alle tradizioni artistiche indonesiane.

Sabato 22 maggio alla Fondazione Giorgio Cini si terrà con la collaborazione della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia -Area Formazione, Ricerca, Progetti Innovativi- un laboratorio interculturale aperto alle cinque classi dell’indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Venezia . Un’occasione offerta ai ragazzi per scoprire le basi di una tradizione antica come quella sundanese (originaria di Sunda, Giava occidentale), praticata e insegnata dai docenti dell’Accademia superiore di musica e danza (STSI) di Bandung. Il laboratorio intende proporre un approccio diretto e coinvolgente alla musica e alla danza della regione di Sunda
Ed é stato pensato appositamente per bambini e ragazzi, con lo scopo di far accostare a queste forme d’arte tradizionale anche chi non ha mai avuto occasione di conoscerle.

Programma laboratorio

Domenica 23 maggio
Gli stessi artisti si esibiranno in uno spettacolo di musiche e danze The Soul of West Java Indonesian classical and contemporary dance and music  al Teatro Goldoni di Venezia, ore 20.30, ingresso libero

Sia il laboratorio che lo spettacolo indonesiano sono frutto di una collaborazione tra l’Istituto e l’Accademia superiore di Bandung, con il sostegno dell’Ambasciata della Repubblica di Indonesia e del Comune di Venezia.

L’Accademia superiore di Bandung è una delle più importanti istituzioni indonesiane in cui si insegnano musica e danza, situata nella zona di Sunda, nella quale si sono sviluppate peculiari forme di musica e danza, di corte e popolare, molto raffi nate ed elaborate, e poco conosciute in Occidente. Lo spettacolo, al quale parteciperanno una trentina di artisti, congiunge alcuni esempi di forme spettacolari tradizionali (musica e danza di corte, teatro danza con maschere topeng) a forme musicali più moderne e contaminate, anche con il jazz.

Programma del Laboratorio
Il laboratorio, animato dagli artisti dello STSI di Bandung, si articolerà in tre momenti rappresentativi di altrettanti aspetti della cultura sundanese:

Kaulinan Urang Lembur
Kaulinan Urang Lembur è un’attività diffusa a Sunda rivolta soprattutto a bambini e ragazzi che vivono nei villaggi. In alcuni momenti, come ad esempio nelle notti di luna piena, oppure all’ora del tramonto, i ragazzi cantano, danzano e suonano degli strumenti, anche creando delle piccole rappresentazioni danzate nelle quali si raccontano le storie di personaggi eroici anche attraverso oggetti-giocattolo. Si esploreranno assieme le forme del narrare storie attraverso la musica e il gesto.

Imparare a suonare gli strumenti del Gamelan Degung e a cantare e danzare
Alcuni ragazzi verranno invitati a suonare gli strumenti del gamelan (orchestra giavanese di tamburi e metallofoni intonati). A Sunda è particolarmente diffuso il gamelan denominato ‘degung’ composto da metallofoni intonati, gong, tamburi, cetre, flauti. Mentre alcuni ragazzi proveranno a suonare alcuni degli strumenti, gli altri potranno cantare e suonare assieme all’orchestra, in armonia.

Dimostrazione di Wayang Golek
A Sunda esiste anche una tradizione di marionette di legno che, come in una sorta di opera, vengono manovrate al suono della musica e del canto. Golek è il nome dato a Giava alle marionette, mentre wayang è il termine traducibile con il nostro ‘teatro’. Ai ragazzi verrà offerta una breve dimostrazione di uno spettacolo di teatro delle marionette, basata su una storia tradizionale.

 

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
Fax +39 041 5238540
e-mail: musica.comparata@cini.it

Incontri sulla musica vocale cinese

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza un workshop e due conferenze sul tema della vocalità nella musica cinese in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e con la European Foundation for Chinese Music Research (CHIME) di Leida.

Il workshop sarà tenuto da un’affermata cantante, Gong Linna, artista particolarmente versatile nell’uso della voce, che spazia da sperimentazioni nella musica contemporanea a ricerche di carattere etnomusicologico sul canto contadino. Gong Linna terrà degli incontri pratici, rivolti a cantanti e vocalisti, su diverse tecniche di canto nella musica
cinese: da quelle proprie del canto contadino, a quelle dell’Opera di Pechino, fino a quelle in uso nella vocalità contemporanea.

Oltre alla pratica vocale diretta insegnata da Gong Linna, in questa occasione Frank Kouwenhoven, direttore del CHIME, terrà due conferenze con esemplifi cazioni video e audio sui diversi stili vocali in uso nella musica e nel teatro cinese.
Le conferenze saranno rivolte in particolare agli studenti del Dipartimento di Studi sull’Asia Orientale (Università Ca’ Foscari di Venezia) con cui viene organizzata l’intera iniziativa, per fornire un’occasione di approfondimento scientifi co e divulgativo su questo tema, e di migliore conoscenza presso un pubblico italiano della musica cinese
nella sua ricchezza e varietà.

Segreteria:
tel. +39 041 2710357 +39 041 5230555
e-mail musica.comparata@cini.it

I Fuoricampo ovvero gli Immortali Irreperibili

Passate edizioni della serie audio-video a Palazzo Cini a San Vio:

2005 Trenta giorni ha Settembre ovvero i pellegrini alla mecca della musica rara
2006 La porta sul retro ovvero Le Salon des Refusés ovvero Tutte le feste al tempio (della musica rara)
2007 Hello Mr. Fogg! giro musicale del mondo in cinquantadue sabati
2008
The Ludwig Van Picture Show
2009
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Nel 2010 per la rassegna I Fuoricampo ovvero gli Immortali Irreperibili sono stati scelti tredici film nei quali la colonna sonora impone una struttura musicale alle potenzialità della visione, ovvero nei quali la vicenda narrata si estingue nella propria sonorità o nei propri silenzi.
Date per ‘Immortali’ in quanto capolavori, ‘Irreperibili’ in quanto rare, ‘Fuori campo’ in quanto concepite per non stare in campo ma librarsi piuttosto in una dimensione di indefinizione sublime e introvabile, le tredici opere, presentate in défilé, ‘risorgeranno’ a Palazzo Cini in una riservata atmosfera di omaggio sia ai loro maestri ed autori, sia alla loro fragile testualità.

Défilé di Primavera
20 marzo
Joris Ivens & Marceline Loridan: Une histoire de vent (1988)

27 marzo
Man Ray, Marcel Duchamp, George Antheil & Co.: Luci sonore e mute, movimenti. Antologia (1923-1941)

10 aprile
Joris Ivens & Gérard Philipe: Till l’Éspiègle (1956)

17 aprile
Detlef Sierck alias Douglas Sirk: Das Hofkonzert (1936)

24 aprile
Pare Lorentz & Virgil Thomson: The Plow That Broke the Plains (1936) & The River (1938)

1 maggio
Straub & Huillet: Die Antigone des Sophokles nach der Hölderlinschen Übertragung für die Bühne bearbeitet von Brecht 1948 (1992)

8 maggio
Wim Wenders: Palermo Shooting (2008)

Défilé d’Autunno
4 settembre
Joris Ivens & Hanns Eisler: Zuiderzeewerken (1930) & Komsomolsk (1932)
11 settembre
Straub & Huillet & Schoenberg: Moses und Aron (1975)
23 ottobre
Takeshi Kitano & Joe Hisaishi: Ano natsu, ichiban shizukana umi (1991)
30 ottobre
Alain Resnais: Providence (1977)
6 novembre
Satyajit Ray: Jalsaghar (1957)
13 novembre
Jean-Luc Godard: Passion (1982)

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
20 marzo 2010, ore 17.00

Ingresso libero.

Contatti:
Istituto per la Musica
tel. +39 041 2710220
e-mail: musica@cini.it

Omaggio a Richard Wagner 2010

In memoria di Bruno Visentini
Già presidente della Fondazione Giorgio Cini, socio fondatore dell’A.R.W.V.

Ingresso su invito

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, ore 17.00
13 febbraio 2010

Contatti:
Associazione Richard Wagner di Venezia
tel. / fax +39 041 2760407

Il colore del suono improvviso

L’improvvisazione come strumento di conoscenza, indispensabile elemento di apprendimento e interpretazione soprattutto per le opere di repertorio storico. A questo proposito Davide Amodio, docente di quartetto al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, propone un confronto sul tema con eminenti studiosi con la prima esecuzione in tempi moderni del quartetto di Antonio Miari da poco riscoperto dalla musicologa Anna Barina.

La prima esecuzione assoluta in tempi moderni dell’inedito Quartetto in re maggiore Esultanza” di Antonio Miari, musicista bellunese di inzio Ottocento, è l’occasione per un incontro dedicato all’improvvisazione nei suoi aspetti più diversi, analizzati non solo in musica ma anche attraverso il colore e la danza.

L’appuntamento è per sabato 16 gennaio alle 17.30 presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, dove il Quartetto Esultanza, nome scelto proprio in onore al quartetto di Antonio Miari, allievi della classe di quartetto del prof. Davide Amodio, eseguirà il brano che il compositore scrisse in occasione delle nozze del figlio primogenito Felice, avvenute il 24 settembre 1840.
La trascrizione da manoscritto è stata curata dalla musicologa Anna Barina. Sulle note di Miari, in particolare quelle dei tempi di danza del quartetto, le danzatrici del Centro Elaborazione Danza di Mestre eseguiranno coreografie di Laura Sgaragli mentre l’artista Maurizio Favaretto professore di Figura al Liceo Artistico di Venezia, e Edoardo Amodio, studente di pittura all’Accademia di belle arti di Venezia, realizzeranno creazioni pittoriche estemporanee su tela.

Introdurranno il concerto Maurizio Agamennone (Università di Firenze e direttore della rivista Per Archi), Davide Amodio (Conservatorio “B. Marcello” di Venezia), Anna Barina (musicologa), Giovanni De Zorzi (Università di Padova), Daniele Goldoni (Università di Venezia).
Il progetto è stato curato da Davide Amodio e Anna Barina con la collaborazione del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia e della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

Ingresso libero,
per informazioni 349.7549303.

L’esecuzione del Quartetto Esultanza s’inserisce nell’ambito del progetto di recupero delle composizioni da camera di Miari con la trascrizione dei manoscritti originali mediante l’ausilio di tecnologie informatiche applicate alla ricerca musicale. Un intervento musicologico volto a valorizzare un repertorio ancora sconosciuto, che consente di arricchire e di riscrivere la storia musicale della nostra regione, soprattutto se riferito a un periodo storico in cui il genere più praticato era quello del teatro in musica.

 

Per informazioni:

Anna Barina, tel. 349.7549303, annabarina@gmail.com;
Davide Amodio, stralidicupido@tiscali.it

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Sezione conclusiva della rassegna video-musicale a Palazzo Cini a San Vio. Nell’ultimo appuntamento, che prende il nome dal tasto stop delle macchine di riproduzione, verrà presentato l’ "Helicopter String Quartet", visione onirica di Karlheinz Stockhausen diventata realtà grazie all’interpretazione del Quartetto Arditti. Gli strumenti sono un violino, un secondo violino, una viola e un violoncello, ad ognuno è associato un colore: rispettivamente sono il rosso, il blu, il verde e l’arancio.

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
12 Dicembre 2009, ore 17.00

Concerto dell’Accademia Musicale di San Giorgio

Mercoledì 11 novembre alle ore 20.00 presso il Teatro La Fenice si terrà un concerto dell’Accademia Musicale di San Giorgio.
In programma musiche di Franz Joseph Haydn e Felix Mendelssohn – Bartholdy.

Concerto dell’Accademia Musicale di San Giorgio

ANTON BRUCKNER
Quintetto in Fa Maggiore per archi
versione per orchestra d’archi

mercoledì 14 ottobre 2009, ore 17.00

Ingresso libero, fino ad esaurimento posti

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Fra ottobre e dicembre continua e si conclude la rassegna video-musicale a Palazzo Cini a San Vio. I due brevi cicli prendono il nome dai tasti forward e stop delle macchine di riproduzione e cercheranno di rendere una forte impressione della pluralità delle passioni,  dell’avanzamento e della fermata, nella  ricerca artistica contemporanea, ben rappresentata dalla figura del faggio virgiliano (sub tegmine fagi): una incontrollabile manifestazione d’ipertrofia degli organi di senso della bellezza.

 

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
31 Ottobre 2009, ore 17.00

 

Quinta sessione: Veli di Orfeo. Omaggio a PIERRE HENRY

Le Voile d’Orphée 1953, prova del concerto 2003 16’
Le Voile d’Orphée 1953, concerto 2003 Paris Cité de la Musique 17
Le candidat, film di Gerard Belkin, 1966, con le musiche di Pierre Henry 22’
L’art des sons, film di Eric Darmon & Frank Mallet 2007, ritratto filmato di Pierre Henry 52’

 

Cooptato sin dai giorni degli inizi della musica concreta da Pierre Scaheffer al Gruppo di Ricerche Musicali Concrete della Radio Francese, il compositore, percussionista, pianista Henry ha sempre dotato del genere musica concreta di ambizioni poetiche che forse il movimento agli esordi non possedeva o controllava.

Ha prodotto sotto l’insegna della musica concreta una massa imponente di creazioni che hanno coinvolto pubblici diversi di diverse generazioni. Se le sue 18 collaborazioni con Maurice Béjart gli hanno offerto una certa notorietà,  condimeno Henry ha praticato la creatività condivisa con altri artisti ad ogni livello (pittori, scultori, registi), per non dimenticare le collaborazioni postume con Beethoven, Hugo, l’evangelista Giovanni ecc. Oltre ad avvicinare temi d’abnorme potenzialità semantica, Henry ha lavorato sulle sonorità reali con furia tassonomica (catalogando un numero esorbitante di eventi sonori significativi).

Questa peculiarità della sua ricerca ha portato alla identificazione di uno ‘stile’ nettamente distinguibile, personale, fondato sulla ricchezza degli ascolti, ascolti d’ampiezza cosmica che fanno confluire l’arcaico nel moderno quotidiano, il mitico nel familiare.

Nel 2002 la Philips ha dedicato una ponderosa antologia in 19 CD delle sue opere acustiche del periodo 1949-1999 intitolata Mix Significative sono le  partecipazioni di Henry alle creazioni di film, con colonne sonore elaboratissime, di Allegret, Jean Rouch, Henry Decoin, François Weyergans, Mario Ruspoli, Gerard Belkin, Georges Luca, Constantin Costa-Gavras, Ken Russell, Guy Job, Marcel Carné, ecc.

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Fra ottobre e dicembre continua e si conclude la rassegna video-musicale a Palazzo Cini a San Vio. I due brevi cicli prendono il nome dai tasti forward e stop delle macchine di riproduzione e cercheranno di rendere una forte impressione della pluralità delle passioni, dell’avanzamento e della fermata, nella ricerca artistica contemporanea, ben rappresentata dalla figura del faggio virgiliano (sub tegmine fagi): una incontrollabile manifestazione d’ipertrofia degli organi di senso della bellezza.

 

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
7 novembre 2009, ore 17.00

 

Sesta sessione: Ode to Napoleon Buonaparte

I tempo – 1968

Julliard Quartet (Robert Mann, violino; Isidore Cohen, violino; Raphael Hillyer, viola; Claus Adam, violoncello)

John Horton, recitante
Glenn Gould, pianoforte

II tempo1998
Pierre Boulez con i solisti dell’Ensemble Intercontemporain
David Pittman-Jennings, recitante


Schoenberg


How I came to compose the Ode to Napoleon
– 1944 [?]

La League dei compositori americani mi aveva chiesto di scrivere un pezzo da camera per la sua stagione di concerti. Doveva impiegare un ristretto ensemble e a me venne nel’idea che una composizione scritta nel 1942 non avrebbe dovuto ignorare l’agitazione sollevatasi nell’umanità contro i crimini di guerra. Ricordavo Le nozze di Figaro che avevano sostenuto la fine dello jus primae noctis, il Tell di Schiller, l’Egmont, la Vittoria di Wellington di Beethoven, l’Eroica, e sapevo essere un dovere della Intelligenza contrapporsi ai tiranni.
Tuttavia tutto questo rappresentava soltanto una mia motivazione secondaria. Avevo riflettuto a lungo sul significato profondo della filosofia nazista e vi avevo trovato un aspetto che mi aveva lasciato perplesso: la somiglianza tra l’organizzazione sociale delle api e quella nazi. Mancanza di valore attribuito alla vita del singolo e massima importanza concessa alla comunità nel suo insieme o nel suo rappresentante: l’ape regina o il Fuehrer. Non riuscivo a capire perché una intera generazione di api (o di tedeschi) dovesse vivere soltanto per produrrne un’altra, un’altra della stessa specie, che a sua volta avrebbe perseguito lo stesso obiettivo: salvare la razza. Arrivai a supporre che le api, o le formiche, credano per istinto che il loro destino sia quello di succedere all’umanità, quando essa si sarà autodistrutta, così come i nostri predecessori, i giganti, i magi, i draghi, i dinosauri e altri, distrussero se stessi e il loro mondo e i primi uomini ne conobbero soltanto alcuni esemplari isolati. La capacità di questi predecessori e delle formiche di costruire Stati e di vivere secondo le leggi, per quanto primitive e insensate ci possano sembrare, questa capacità, loro prerogativa assoluta fra tutti gli animali,aveva una strana somiglianza con la nostra esistenza. Con la nostra fantasia potremmo inventare una storia nella quale essi diventano la potenza dominante, crescono in dimensioni e proporzioni, e creano un mondo tutto loro, scarsamente affine al loro alveare di origine. Senza un obiettivo di tal sorta la vita della api, l’uccisione dei fuchi, e le migliaia di figlie della regina sembrerebbe vanità. Analogamente tutti i sacrifici del popolo tedesco sarebbero privi di senso senza l’obiettivo di dominare il mondo, una istanza alla quale il singolo individuo potrebbe attribuire grande interesse. Prima di cominciare a scrivere il testo di questo pezzo consultai La vita delle api di Maeterlinck sperando di trovarsi elementi utili a sostenere la mia idea. Invece fu il contrario: la filosofia poetica di Maeterlinck indora anche quel che non luccica come oro. Le sue spiegazioni sono meravigliose al punto tale da risultare inconfutabili, pur sapendo che quella è soltanto poesia. Dovetti abbandonare il progetto, dovevo trovare un altro argomento adatto al mio scopo.
Fu l’Ode a Napoleone di George Byron.