Convegni e seminari Archives - Pagina 18 di 49 - Fondazione Giorgio Cini

XXXV Edizione Seminario di perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

Giunto alla trentacinquesima edizione, il seminario di perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, atteso appuntamento internazionale di grande rilievo per l’editoria, affronterà diversi temi relativi al mondo del libro, delle librerie e del mercato, con uno sguardo sempre attento e aggiornato sulle nuove proposte e sugli sviluppi in questo campo.

La Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri nasce nel 1983 con l’intento di ridefinire la figura professionale del libraio, adeguandola ai nuovi ritmi della produzione del libro, fornendola di strumenti di analisi e metodi innovativi e aggiornandola sulle esperienze professionali. Oltre ad aver formato nuove generazioni di librai, la Scuola è diventata nel tempo un laboratorio di sperimentazione e discussione sulle possibilità del libro; un luogo deputato a studiare le strategie di localizzazione delle librerie e la modalità della promozione libraria. Primo esempio in Italia, secondo in Europa, dopo Francoforte, la Scuola promuove una discussione che non rimane circoscritta all’organizzazione e alla gestione del punto vendita, ma che si estende a tutti gli aspetti che coinvolgono l’attività della libreria: distribuzione, commercializzazione e promozione. In questa occasione verrà anche consegnato il Premio per Librai “Luciano e Silvana Mauri”. Per maggiori informazioni, consultare il sito web: www.scuolalibraiuem.it.

Conferenza internazionale di studi culturali comparati Common and Comparative Esotericisms: Western, Islamic, and Jewish

Nel corso degli ultimi decenni lo studio dell’esoterismo occidentale è diventato sempre più una materia riconosciuta nel mondo accademico, anche grazie al lavoro di famosi storici come Antoine Faivre e Wouter Hanegraaff. Rimane ancora da capire fino a che punto l’esoterismo sia un fenomeno occidentale, viste le influenze di altre tradizioni e sistemi di pensiero; basti pensare all’influenza della Kabbalah sull’esoterismo occidentale.

All’interno degli studi islamici, per esempio, la categoria di “esoterismo” è raramente utilizzata, se non in riferimento alla teologia ismailita, o nei testi dei Tradizionalisti come René Guénon, e Frithjof Schuon. Nel corso del XX secolo, alcuni ricercatori hanno iniziato a studiare le connessioni tra esoterismo cristiano, islamico ed ebraico, ma molto rimane ancora da approfondire. Questa conferenza esplorerà le relazioni tra l’esoterismo occidentale, islamico ed ebraico sia nel contesto presente che passato. Ci aiuterà a comprendere fino a che punto la categoria di esoterismo è utilizzabile in altri contesti religiosi e culturali e permetterà di tematizzare questa dimensione esoterica-spirituale all’interno della religione d’appartenenza.

La conferenza sarà organizzata in collaborazione con Dilek Sarmis e Mark Sedgwick. Dilek Sarmis è ricercatrice presso il Centre d’Études Turques, Ottomanes, Balkaniques et Centrasiatiques (CETOBaC – EHESS) di Parigi. Mark Sedgwick è professore all’Università di Aarhus e tra i fondatori del neonato network “European Network for the Study of Islam and Esotericism” (ENSIE). Questa sarà la conferenza inaugurale di questo nuovo network.

ENSIE conference final program


Ingresso libero fino a esaurimento posti

Per partecipare è necessario registrarsi  [vfb id=11]  

Musiche (e musicologie) del XXI secolo Diritto d’autore nelle musiche di tradizione orale: una nuova questione etnografica

Musiche (e musicologie) del XXI secolo
Diritto d’autore nelle musiche di tradizione orale: una nuova questione etnografica

La questione della tutela del diritto d’autore è da lungo tempo oggetto di interesse dell’etnomusicologia, dato che per lungo tempo le normative a livello internazionale non hanno previsto particolari garanzie per opere che sono il frutto della tradizione orale e di una creazione condivisa. Già Carpitella, in Italia, segnalava negli anni Settanta il problema indicando come andassero individuate soluzioni per tutelare anche le musiche di tradizione orale nell’ambito dell’attività della SIAE e, di converso, riconoscere diritti, anche sul piano economico, agli esecutori-creatori di tali musiche. Anche organizzazioni internazionali come l’Unesco e l’IMC hanno riflettuto a possibili soluzioni senza raggiungere risultati soddisfacenti nonostante le numerose risoluzioni adottate in diversi incontri internazionali, anche perché tali risoluzioni sono state raramente applicate in passato. Negli anni Novanta e Duemila, sotto la spinta della World Music, è nato un nuovo movimento di pensiero, soprattutto negli Stati Uniti, volto alla tutela e al riconoscimento, anche economico, dei diritti dei musicisti extraeuropei nei confronti del mercato discografico e degli artisti mainstream della popular music, rilevando come le operazioni di campionamento digitale e la diffusione su internet costituissero un’enorme potenziale risorsa ma anche un grande rischio. Nel 2001, inoltre, fu proprio il Seminario Internazionale di Etnomusicologia dell’IISMC curato da Francesco Giannattasio ad affrontare la questione nell’ambito della World Music.

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Oggi questi disequilibri si sono in parte attenuati in una situazione che rimane comunque confusa e con normative carenti a livello nazionale e internazionale. Tuttavia, la questione si va configurando in maniera diversa rispetto al passato, ivi compreso il rapporto tra musicisti e ricercatori. Se, fino a poco tempo fa, il ricercatore si poneva il problema della tutela di musicisti inconsapevoli dei meccanismi alla base della distribuzione delle risorse del diritto d’autore e sosteneva il riconoscimento dell’autorialità anche a musicisti che non fanno uso della scrittura, in questi anni i contesti nei quali vengono eseguite le musiche di tradizione orale pongono al ricercatore nuove questioni etnografiche. Sono infatti i musicisti stessi che “depositano” le proprie musiche o le denominazioni tradizionali delle proprie musiche nelle sedi legali, in tal modo innescando sul territorio dinamiche nuove e peculiari.

Su queste dinamiche il Seminario intende riflettere considerando come, all’interno di una circolazione della musica – anche di quella cosiddetta tradizionale – sempre più spettacolarizzata, patrimonializzata e mediatizzata, i musicisti rivendichino la propria autorialità a volte anche in parte “appropriandosi” di patrimoni collettivi e condivisi dalla loro comunità di riferimento. Se da un lato essi hanno ragioni da vendere in relazione al mercato della musica, dato che il loro ruolo è stato per tanto tempo sottovalutato o affatto riconosciuto, dall’altro la loro azione individuale può portare a contrasti e contraddizioni molto forti nel loro ambito di riferimento, dato che ciò che essi suonano è in parte frutto della propria creatività e autorialità e in parte patrimonio condiviso secondo i modelli di creazione e circolazione collettiva delle musiche di tradizione orale che i demologi e gli etnomusicologi studiano e descrivono da lungo tempo. In tale prospettiva il ruolo del ricercatore cambia radicalmente dovendosi egli spesso misurare con istanze individuali di musicisti e con contesti fortemente dialettici nei quali è a volte anche chiamato a intervenire. Si pone così la nuova questione etnografica menzionata nel titolo di questo seminario: in che modo e fino a che punto le musiche di tradizione orale possono essere considerate prodotto della creatività individuale piuttosto che di una comunità che ne condivide le pratiche performative? Quali sono le dinamiche che si innescano a livello locale a seguito di questi nuovi scenari? In che modi e in che forme va regolamentato, in un delicato equilibrio, il riconoscimento (autoriale ed economico) del processo creativo e di rielaborazione di una tradizione dei musicisti e salvaguardato allo stesso tempo il diritto di una comunità di sentirlo come patrimonio comune?
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Programma dei lavori:

Giovedì 25 gennaio 2018

9.30-12.30

Giovanni Giuriati
Introduzione

Giovanni Giuriati e Beniamino Palmieri
La tarantella di Montemarano e i suoi diritti

Mariano Fresta
Dell’esistenza della proprietà intellettuale nel folklore. Il caso dei bottari di Macerata Campania

14.30-16.30

Ignazio Macchiarella

“A cada bidda su suo”. Questioni di “proprietà della musica” in Sardegna


Venerdì 26 gennaio 2018

9.30-12.30

Naila Ceribasic
Safeguarding intangible cultural heritage – a route towards protecting collective intellectual property rights?

Federica Mucci
La protezione internazionale del patrimonio culturale intangibile, “vivente” nelle comunità e nei singoli individui, tra difficoltà definitorie e tutela della creatività: la musica costantemente ri-creata

14.30-16.30

Lars-Christian Koch
Copyright and the Construction of Sonic Identities – Reflections on Scientific Sound Archives

 


18.30-20

Concerto con I Solisti di Montemarano e Pastellesse sound group
Bottari e tarantelle. Musiche per il Carnevale in Campania

Ingresso libero fino a esaurimento posti


Sabato 26 gennaio 2018

9.30-13.30

Italo Mastrolia

Musica di tradizione orale: lacune nella tutela giuridica del bene culturale immateriale e possibili rimedi, tra definizioni teoriche e disegno storico

Silja Fischer

IMC’s five music rights and copyright, a holistic approach 

 

 

Incontro | Il mare di Shakespeare

5 dicembre 2017, ore 18.00
Venezia, Aula Magna dell’Ateneo Veneto

Nell’ambito delle attività legate all’acquisizione dell’archivio di Maurizio Scaparro, giunto a San Giorgio nel febbraio 2017 per volere del Maestro, l’Istituto per il Teatro e il Melodramma promuove l’incontro Il mare di Shakespeare: un viaggio tra le opere del bardo con la partecipazione di studiosi e artisti, per comprendere il fascino che il nostro mare ha sempre esercitato sulla cultura europea e per approfondire le relazioni tra le diverse civiltà che si intrecciano nel bacino del Mediterraneo. L’incontro, che si svolgerà il 5 dicembre alle ore 18.00 presso l’Aula Magna dell’Ateneo Veneto, rappresenta la terza tappa del progetto Mediterri-Amo: un percorso tra Roma, Firenze e Venezia, città crocevia d’Italia che hanno segnato momenti fondamentali nella vita artistica di Maurizio Scaparro. Il progetto è una finestra aperta sulle tante sponde del Mediterraneo; sotto la guida di uno dei maestri del teatro italiano, traccia le coordinate di un viaggio fatto di immagini, suoni e parole.

Parteciperanno all’incontro Carmelo Alberti, Shaul Bassi, Maria Ida Biggi, Emilia Costantini, Pino Micol e Maurizio Scaparro.

In coordinamento con il Maestro, attraverso questa iniziativa, l’Istituto prosegue la sua attività di custodia e valorizzazione dei materiali afferenti all’archivio, in un’ottica di costante confronto con l’esterno.

 

 

Didascalia:

Aldo Rossi, Il teatro del mondo, Venezia, Carnevale del Teatro 1980

Seminari di Musica Ottomana Bîrûn: bando

Nuovo bando per 10 borse di studio offerte dalla Fondazione Giorgio Cini

 Seminari di Musica Ottomana Bîrûn

Direttore: Kudsi Eruner

Musiche e canti sacri degli armeni d’Istanbul

Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 19-24 Marzo 2018

Scadenza per la presentazione delle domande: 15 gennaio 2018

10 borse di studio per: cantanti e suonatori di ‘ûd, tanbûr, kanûn, kemençe e percussioni

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati offre 10 borse di studio a giovani musicisti professionisti o semi professionisti per partecipare alla nuova edizione di Bîrûn, seminario di alta formazione sulla musica ottomana a cura del maestro Kudsi Erguner, nel 2018 dedicato alla musica sacra degli armeni di Istanbul.

Si prenderanno in esame gli Sharagan, tipici del canto liturgico, e alcuni inni sacri in lingua armena composti secondo il sistema modale del mondo ottomano chiamato maqâm. Insieme i due generi costituiscono un prezioso e inesplorato repertorio.

Si fa spesso confusione tra la cultura musicale armena del Caucaso e le musiche che si sono sviluppate nelle grandi città dell’impero ottomano, da Costantinopoli a Istanbul e non solo, ma si tratta di due estetiche musicali piuttosto differenti. Immediatamente dopo la presa di Costantinopoli del 1453, il sultano Mehmet II fece sorgere un patriarcato armeno e già dal XVII secolo si nota la presenza attiva di compositori armeni nella musica d’arte ottomana. In particolare, durante il seminario verranno affrontate le opere in lingua armena del celebre compositore Hamparsum Limonciyan (Costantinopoli, 1768-1839) così come alcune sue composizioni strumentali.

L’Ensemble selezionato sarà costituito da cinque cantori e da cinque strumentisti esperti degli strumenti tipici della musica colta ottomana: liuto tanbûr, cetra kanûn, liuto ‘ûd, viella keman o kemençe e percussioni. Il seminario si concluderà con un concerto pubblico dell’Ensemble Bîrûn, diretto da Kudsi Erguner, sabato 24 Marzo 2018.

Borse di studio

La Fondazione Giorgio Cini offre 10 borse di studio per cantanti e strumentisti che andranno a formare un ensemble con: voce, liuto a manico corto ‘ûd, liuto a manico lungo tanbûr, cetra su tavola kanûn, vielle kemençe e percussioni.

Le borse di studio copriranno:

  • la quota d’iscrizione
  • l’alloggio in camera singola dal 18 al 25 Marzo (presso la residenza del Centro Vittore Branca)
  • il vitto, nello specifico colazioni e pranzi (cene escluse)

Le spese di viaggio e trasporti urbani saranno a carico dei borsisti.

Per partecipare alla selezione i candidati devono far recapitare alla segreteria dei seminari (via e-mail a: birun@cini.it) il seguente materiale entro e non oltre il 15 gennaio 2018:

  • Domanda di ammissione
  • Copia di un documento d’identità (passaporto o ID)
  • CV dettagliato con chiaro riferimento alla candidatura in oggetto (es: voce; tanbûr,);
  • 1 registrazione musicale in formato mp3 o mp4

 È richiesta ai candidati la capacità di leggere la musica secondo la notazione eurocolta e, soprattutto, di studiare in anticipo il repertorio che verrà consegnato prima dell’inizio del seminario.

Per informazioni :

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati – Fondazione Giorgio Cini onlus – Isola di San Giorgio Maggiore, 30124 Venezia – Email: musica.comparata@cini.itwww.cini.it  – T +39 041 2710357

Per informazioni sul Centro Internazionale Vittore Branca e i suoi servizi:
https://www.cini.it/centro-brancacentrobranca@cini.it – Tel. 39 041 2710253


Domanda di ammissione Birun 2018

 

Lo specchio del gusto. Vittorio Cini e il collezionismo d’arte antica nel Novecento

«La collezione Cini è la più importante collezione fatta in Italia negli ultimi cinquant’anni. […]». Così esordiva il grande storico dell’arte Federico Zeri – già consulente del conte Cini – nel 1984, celebrando uno dei maggiori collezionisti italiani della prima metà del Novecento. Nello stesso anno veniva allestita, in quella che era stata la dimora veneziana di Vittorio Cini, l’esposizione permanente di un nucleo di pregio della sua raccolta, donato nel 1981 dalla figlia Yana Cini Alliata di Montereale. Il monumento al suo mecenatismo restava comunque il castello di Monselice, dove una parte delle sue collezioni, come la celebre armeria, era stata ordinata dalla geniale personalità di Nino Barbantini.
A quarant’anni dalla scomparsa, la Fondazione Giorgio Cini intende celebrare il suo Fondatore proprio per l’intensa attività d’illuminato collezionista di opere d’arte antiche, tra i maggiori del secolo scorso. Le celebrazioni comprenderanno una giornata di studio, il 14 novembre, incentrata sulla figura di quello che Zeri definì ‘l’ultimo doge’ di Venezia.

L’incontro prevede nella mattinata interventi che toccheranno vari aspetti della sua personalità di collezionista, concentrandosi in particolare sulle figure di storici dell’arte e antiquari che gli furono amichevoli collaboratori e consulenti, come Nino Barbantini, Federico Zeri, Bernard Berenson. Nel pomeriggio altre relazioni illustreranno invece gli elementi di contiguità e le differenze di Vittorio Cini rispetto ad altri collezionisti a lui contemporanei del calibro di Angelo Costa, Riccardo Gualino, Guido Cagnola e Aldo Crespi.


Scarica il  Programma del Convegno


 

L’attività è riconosciuta dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, in seguito alla stipula del protocollo d’intesa (articolo 4), datato 8 marzo 2017.

 

 

Le ultime sonate per pianoforte di Franz Schubert: analisi ed esecuzione

Fortepiano Gran coda Beethoven di Mathias Jakesch 1823, ph: Matteo De Fina

 
Il Seminario, organizzato in collaborazione con il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, rappresenta il risvolto scientifico della registrazione su disco che il maestro Paolo Zanzu sta approntando sul fortepiano Mathias Jakesch della Fondazione Giorgio Cini.
Mario Carrozzo, Alessandro Cecchi e Cesare Fertonani discuteranno, insieme all’interprete, e al maestro Massimo Somenzi, gli aspetti più rilevanti delle Sonate D 894 in Sol maggiore e D 959 in La maggiore di Schubert risalenti alla fase tarda del compositore; sulla scorta di diversi metodi di indagine essi metteranno in evidenza le conseguenze che l’analisi può avere sull’esecuzione.
Una particolare attenzione sarà prestata alla storia dell’interpretazione e alle prerogative di un’esecuzione su strumenti storici, riflessione che può infatti avere importanti ripercussioni sull’analisi musicale.
 
Il Seminario si colloca nell’area operativa Teoria e pratica dell’interpretazione musicale, un insieme organico di studi e seminari dedicati ad aspetti specifici di diversi repertori, il cui comune denominatore è rappresentato dal riferimento alle fonti storiche, intese sia come riflesso della pratica esecutiva nella trattatistica, sia come documentazione audio e video. Esso stabilisce anche un legame con il ciclo Research-led Performance con cui l’Istituto per la Musica si rivolge principalmente agli esecutori allo scopo di incrementare la consapevolezza storica sulle vicende dei testi musicali e delle loro interpretazioni.

A chiusura del seminario, il 31 ottobre alle ore 18:30 presso la Fondazione Giorgio Cini, Paolo Zanzu si esibirà in un concerto sul fortepiano storico Mathias Jakesch, eseguendo Moments Musicaux D.780 e la Sonata in La maggiore D.959 del compositore Franz Schubert.

 
Programma del seminario
 
30 ottobre
CONSERVATORIO “BENEDETTO MARCELLO” di VENEZIA – SALA DEI CONCERTI
 
9:30 saluti istituzionali
 
10:00 – 13:00
Sonata in sol maggiore D.894: I. Molto moderato e cantabile 
 
15:00 – 18:00
 Sonata in sol maggiore D.894: II. Andante; III. Menuetto. Allegro moderato; IV. Allegretto
 

31 ottobre 

FONDAZIONE GIORGIO CINI – SALA DEL SOFFITTO
 
9:30 – 13:00
Sonata in la maggiore D.959: I. Allegro
 
15:00 – 18:00
Sonata in la maggiore D.959: II. Andantino; III. Scherzo. Allegro vivace; IV. Rondo. Allegretto
FONDAZIONE GIORGIO CINI – SALA DEL CONSIGLIO
 
18:30 – 20:00
CONCERTO

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Presentazione: L’archivio del regista Giovanni Poli

Foto: Giovanni Poli con gli attori della compagnia del Teatro a l’Avogaria in La commedia degli Zanni, anni ‘70

Venerdì 20 ottobre alle ore 11.00, presso la Sala Barbantini della Fondazione Giorgio Cini, l’Istituto per il Teatro e il Melodramma, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, presenterà al pubblico l’archivio personale di Giovanni Poli (1917-1979), nell’anno del centenario della nascita. L’archivio dell’artista, che fu autore, regista, direttore di teatri e pedagogo, è giunto a San Giorgio per volere dei figli Stefano e Massimo e include i materiali relativi alla carriera artistica di Giovanni Poli dalla metà degli anni Quaranta alla fine degli anni Settanta. Personalità di spicco della scena teatrale veneziana del secondo dopoguerra, Poli è stato il fondatore del Teatro Universitario di Ca’ Foscari e del Teatro a l’Avogaria; il suo lavoro, fortemente radicato sul territorio, puntò alla riscoperta della tradizione teatrale veneta in un costante dialogo con il contemporaneo.

Presenteranno la donazione Maria Ida Biggi e Stefano Poli con Carmelo Alberti, Anna Maria Testaverde, Pier Mario Vescovo e Giulia Filacanapa, che ha riordinato l’archivio.

Per l’occasione sarà presentata una selezione di materiali provenienti dall’archivio, allo scopo di documentare la ricchezza e l’eterogeneità della donazione. Attraverso fotografie d’epoca, manifesti, bozzetti di scena, corrispondenza, documenti amministrativi e testi inediti, saranno messi in luce i nuclei tematici di maggior interesse della produzione di Giovanni Poli.

 

Thirteenth World Conference The Future of Science The Lives to Come

Come cambierà la vita dell’umanità tra vent’anni? Come ci nutriremo e come ci cureremo? Quali orizzonti si apriranno alla ricerca scientifica? Come cambierà la sanità e con quale impatto sulla nostra qualità della vita?

La tredicesima conferenza “Futuro della Scienza, che si svolge a poco meno di un anno dalla scomparsa di Umberto Veronesi, ne intende celebrare l’eredità scientifica e politica e la sua visione rivolta al futuro, alle sfide che ci attendono, alle opportunità che dovremo cogliere, all’impegno per una scienza libera e democratica pur nella consapevolezza di una società sempre più difficile e complessa. Un’occasione straordinaria per avviare un dibattito coinvolgendo ai massimi livelli gli studenti, le università, i ricercatori, i rappresentanti delle istituzioni e dell’economia e in definitiva la società civile.

Il “Futuro della Scienza” è un ciclo annuale di conferenze internazionali organizzato congiuntamente da Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Giorgio Cini, con lo scopo di esaminare l’importanza dello sviluppo scientifico come un mezzo per migliorare la qualità della nostra vita e per delineare un nuovo ruolo della scienza nella società del terzo millennio.

The Future of Science 2017_programma

L’etica e la moralità islamica tra religione e diritto

Questo seminario, organizzato in collaborazione con la professoressa Ida Zilio-Grandi (Università Ca’ Foscari) ha come scopo lo studio approfondito dell’etica e della moralità islamiche. In particolare, il seminario affronterà la delicata questione dei Ḥudūd (letteralmente limiti, restrizioni, definizioni), termine che, nell’uso più comune, indica i delitti contro la religione la cui punizione si sottrae alla discrezionalità umana perché già indicata dalle Scritture.

Deborah Scolart (Roma Tor Vergata) affronterà la questione dell’etica islamica in chiave giuridica, Olga Lizzini (Vrije Universiteit, Amsterdam) in chiave filosofica, Ida Zilio-Grandi (Ca’ Foscari) la dimensione morale, Antonella Ghersetti (Ca’ Foscari) declinerà la questione in ambito letterario, Francesca Ersilia (Napoli L’Orientale) affronterà la questione nel contesto economico-sociale, Caterina Bori (Università di Bologna) in quello storico-politico, Roberta Ricucci (Università di Torino) in quello sociologico e infine Samuela Pagani (Università del Salento) declinerà la questione nel sufismo.

Leggi il programma: Seminario Etica Islamica CINI 2018 

 

Form di iscrizione all’evento

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