Convegni e seminari – Pagina 21 – Fondazione Giorgio Cini

India, culture in crisi. Venice – Delhi Seminars

India, culture in crisi. Venice – Delhi Seminars in collaborazione con Reset Dialogues on Civilitazions

L’edizione 2016 dei Venice-Delhi Seminars è dedicata ad una riflessione sulla società e la politica indiane che si trovano ancora oggi di fronte alla secolare sfida delle ineguaglianze e delle differenze sociali, economiche, culturali. Conflitti antichi, come quello tra hindu e musulmani si riacutizzano e riaprono ferite antiche tra religioni, caste, tribù. La piu grande democrazia del mondo ripropone la sua spettacolare pluralità di fedi, identità, modi di vivere e di morire, di mangiare e di pensare.

Riprende quindi il ciclo di seminari internazionali che coinvolgono filosofi e sociologi da tutto il mondo, Europa, America, India per esplorare le conseguenze della globalizzazione e di mutamenti che sottopongono questa parte del pianeta a tensioni senza precedenti, ma che mostrano anche le possibilità di un diverso futuro di dialogo e cooperazione tra le culture.

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Canti d’Amore e Destino

I canti di Rabindranath Tagore nella trascrizione musicale di Alain Daniélou

Il 14 Ottobre 2016 alle ore 18.30 ci sarà un concerto nella Sala degli Arazzi.

Un evento realizzato da FIND – Fondazione India Europa di Nuovi Dialoghi in collaborazione con Reset DoC, Fondazione Giorgio Cini e Università Ca’Foscari di Venezia

Francesca Cassio, voce e tanpura

Ugo Bonessi, pianoforte

Tania di Giuseppe, voce narrante/attrice

La trascrizione per voce e pianoforte di alcune poesie di Tagore nacque dal desiderio del Poeta di avvicinare gli occidentali alle sue melodie in uno stile a loro consueto. L’iniziativa fu accolta e realizzata da Alain Daniélou in seguito ai loro incontri.

Tagore e Daniélou si conobbero nel 1932 a Shantiniketan, nel Bengala Occidentale e, fin dall’inizio mostrarono una profonda mutua comprensione, e affinità culturali. Il loro incontro, nella musica come nella vita, è stato realmente un incontro tra Oriente ed Occidente in una doppia e reciproca direzione. Grazie all’influenza del Poeta, Daniélou ha dedicato la sua vita a diffondere la cultura indiana in tutti i suoi aspetti, sia attraverso le sue pubblicazioni, sia attraverso progetti culturali come i due Istituti di Musicologia Comparata di Berlino e Venezia, dove la musica indiana è stata per la prima volta insegnata in Europa.

Così Daniélou racconta nel 1961 nella prefazione alla pubblicazione per Ricordi di Trois Melodies de Rabindranath Tagore: “La parte musicale delle sue opere era ciò a cui lui teneva di più. Date le sue idee sulla necessità di stabilire una maggiore comprensione tra i popoli, egli desiderava che i suoi Canti fossero conosciuti fuori dell’India ed eseguiti da interpreti non indiani. E’ al fine di realizzare questo sogno, del quale il Poeta mi aveva spesso parlato, che, quando egli era ancora vivo, ho cominciato a tradurre e trascrivere alcuni dei suoi Canti

La gestazione dei Diciotto Canti d’Amore e Destino, questo il titolo attribuito alla collezione delle trascrizioni, durò circa cinquanta anni e per lungo tempo questo repertorio rimase ineseguito per una difficile comprensione dell’opera da parte di interpreti europei. Nel 2007, in occasione del centenario della nascita di Daniélou, il Duo Francesca Cassio/Ugo Bonessi, dopo uno studio comparato delle fonti indiane e dei manoscritti e pubblicazioni di Daniélou, ha presentato per la prima volta in pubblico l’integrale dei Diciotto Canti, sia in concerto che in produzioni teatrali, a Bergamo (Teatro Donizetti), Zagarolo (Palazzo Rospigliosi), Artena (Palazzo Borghese), Roma (Teatro dei Satiri). Nel corso di tre tournée in India e Bangladesh il Duo ha più volte suonato i Canti a Delhi, Mumbai, Calcutta, Dhaka, invitati dalle rappresentanze diplomatiche italiane e dalle massime istituzioni culturali dei due Paesi, riscuotendo un caloroso successo e positivi riscontri dagli studiosi e dagli estimatori del Poeta. Le registrazioni di Cassio e Bonessi sono state pubblicate dalla Visva Bharati University, fondata dallo stesso Tagore, in collaborazione con FIND e sono menzionate nel sito web dell’UNESCO.

 

Twelfth World Conference on the Future of Science. Digital Revolution: what is changing for humankind?

La pervasiva ‘Rivoluzione digitale’ è uno dei fenomeni topici del nostro tempo e porta con sé profondi cambiamenti a livello sociale, culturale, medico e scientifico. Ogni fase della nostra vita sta subendo profonde trasformazioni ed i ruoli tradizionali, così come le fasi della vita, stanno evolvendo, con conseguenze in gran parte inesplorate della collaborazione tra uomo e macchina.

La dodicesima edizione della Conferenza Mondiale On the Future of Science tenterà di svelare i segreti dell’era digitale. Dal 22 al 24 settembre alcuni dei maggiori esperti di fama internazionale provenienti da diversi ambiti e discipline si riuniranno sull’Isola di San Giorgio Maggiore per discutere le questioni più urgenti che nascono da questa rivoluzione; trattando dal proprio punto di vista temi cruciali per il destino della nostra societa e rivolgendosi a un pubblico di scienziati, filosofi, teologi, industriali, politici, economisti, giornalisti, studenti e altri interessati alle conseguenze sociali, economiche e politiche del costante sviluppo scientifico.

“Il Futuro della Scienza” è un ciclo annuale di conferenze internazionali organizzato congiuntamente da Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Giorgio Cini, con lo scopo di esaminare l’importanza dello sviluppo scientifico come un mezzo per migliorare la qualità della nostra vita e per delineare un nuovo ruolo della scienza nella societa del terzo millennio. L’idea di questi incontri nasce dalla consapevolezza che i problemi e dilemmi generati dall’inesorabile progresso scientifico e tecnologico non vengono adeguatamente discussi nelle loro delle conseguenze sociali, economiche, culturali e la societa sembra male informata sia sulla rivoluzione tecnologica in atto, sia sulle implicazioni a breve e lungo termine di questo progresso.

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Giovanni Bellini e la pittura veneta a Berlino. Le collezioni di James Simon e Edward Solly alla Gemäldegalerie

Presentazione del volume

Giovanni Bellini e la pittura veneta a Berlino

Le collezioni di James Simon e Edward Solly alla Gemäldegalerie

Catarina Schmidt Arcangeli Scripta edizioni, Verona, 2015

I dipinti veneziani del Quattrocento e primo Cinquecento costituiscono una parte cospicua del patrimonio della Gemäldegalerie di Berlino: questo volume rappresenta il primo studio complessivo sull’argomento. Fulcro del lavoro sono le opere di Giovanni Bellini, dei pittori determinanti della sua generazione ed dei suoi allievi e seguaci. La prima parte del volume è dedicata alla storia della Gemäldegalerie, attraverso le biografie dei collezionisti e dei mecenati e mette in luce la straordinaria importanza rappresentata dal nucleo della pittura veneziana del museo. La presenza di un vasto numero di dipinti veneziani nella galleria di Berlino si deve soprattutto a due personaggi: al collezionista e commerciante inglese Edward Solly che nel 1821 vendette la sua ricca collezioni di dipinti al re Federico Guglielmo III, e all’industriale e collezionista berlinese James Simon che nel 1904, in occasione del suo lascito al museo, consegnò una serie di importanti quadri di artisti veneziani. La seconda parte si propone di illustrare le due collezioni principali di pittura veneta, proponendo un “tour” per il lettore tramite sintetiche “biografie” di ciascun quadro.

Catarina Schmidt Arcangeli, storica dell’arte, è ricercatrice associata al Kunsthistorisches Institut, Max-Planck-Institut di Firenze ed è autrice di numerosi testi sulla pittura veneziana, sul collezionismo e sul rapporto tra Venezia e l’arte islamica. Ha collaborato al volume Tarsie lignee della Basilica di San Marco (Milano, 1998). Ha contribuito a numerose mostre, come “Venice and the Islamic World. 828- 1797” (Paris, Institut du Monde Arabe- New York/Metropolitan Museum of Art, 2007), “Crivelli a Brera” e “Crivelli e l’arte del tessile” (Milano, Pinacoteca di Brera, 2009-2010) e “Giovanni Bellini. La nascita della pittura devozionale umanistica” (Milano, Pinacoteca di Brera, 2014). Insieme a Gerhard Wolf ha contribuito al convegno Gift, Good, Theft. Circulation and Reception of Islamic Objects in Italy and the Mediterranean World, 1250-1500 al Kunsthistorisches Institut, Max-Planck-Institut e alla redazione del volume Islamic Artefacts in the Mediterranean World (Venezia 2010).


Il volume sarà presentato da Wolfgang Wolters, già Professore ordinario di Storia dell’Arte presso la Technische Universität di Berlino, Matteo Ceriana, Direttore della Galleria Palatina di Firenze e Daniele Ferrara, Direttore del Polo Museale del Veneto

5 ottobre 2016, ore 17 Venezia, isola di San Giorgio Maggiore Fondazione Giorgio Cini, Sala del Soffitto

Giovanni Bellini: “…il migliore nella pittura”

Giovanni Bellini, La Madonna che tiene il Bambino sulle ginocchia tra San Giovanni Battista e una santa (Sacra Conversazione Giovanelli). Venezia, Gallerie dell’Accademia

In oltre cinquant’anni di attività spesa nel rinnovamento della pittura veneziana dalle prime espressioni di cultura umanistica alla “maniera moderna” e nell’educazione di molte generazioni di artisti, Giovanni Bellini (1427 – 1516) si conquistò la supremazia riconosciutagli da Albrecht Dürer, approdato a Venezia a inizio Cinquecento. Al maggiore maestro veneziano del suo tempo la Fondazione Giorgio Cini dedica un importante simposio internazionale, che si inserisce come un evento di spicco nel panorama delle manifestazioni indette per celebrare il quinto centenario della morte del grande artista. Il convegno, in programma nei giorni del 27 e 28 ottobre sull’isola di San Giorgio Maggiore, vedrà avvicendarsi specialisti provenienti da vari paesi, chiamati ad indagare i principali aspetti dell’opera di Bellini e alcuni punti della sua vicenda artistica, bisognosi di maggiore studio e attenzione. La prima sessione comprenderà approfondimenti di carattere filologico e di lettura stilistica e iconografica di opere capitali come l’Allegoria Sacra degli Uffizi e la Sant’Orsola; saranno indagati anche i rapporti con il citato caposcuola tedesco Dürer. La sessione pomeridiana sarà interamente dedicata al riesame del ruolo fondamentale giocato da Bellini nella nascita della pala d’altare moderna. La sessione mattutina della seconda giornata prederà in esame l’eredità belliniana, attraverso alcune figure di seguaci formatisi a stretto contatto con il maestro prima di traghettare la sua lezione nel nuovo secolo. Su questioni di collezionismo e di ricezione della sua opera nel corso del revival ottocentesco verteranno gli interventi dell’ultimo pomeriggio. Il simposio intende offrirsi come osservatorio privilegiato, in cui studiosi di fama e giovani ricercatori consacratisi allo studio del pittore e dell’arte del suo tempo, selezionati da un comitato scientifico composto da esperti di fama internazionale, possano confrontarsi e avvicinare il grande maestro all’attenzione di un pubblico più vasto.

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Un progetto per la formazione dei pedagoghi teatrali Pedagogia della scena, anno IV

Il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo, con la prestigiosa presenza di Anatolij Vasiliev grande maestro russo, ospita un corso di formazione per docenti ed educatori in ambito teatrale, cui partecipano allievi-pedagoghi provenienti da tutto il mondo.

Pedagogia della scena è un’occasione di incontro e studio per i docenti e gli educatori teatrali: un tempo e un luogo a loro disposizione per approfondire la più importante e sottovalutata di tutte le arti, quella della educazione all’arte. È da questa “arte madre” della trasmissione dei saperi e delle esperienze, infatti, che dipendono le speranze di rinnovamento dei talenti e dei linguaggi. Attraverso il metodo degli etjud, Anatolij Vasiliev costruisce una forte esperienza di relazione personale e artistica.
Il progetto è realizzato dall’Accademia Teatrale Veneta e dalla Fondazione di Venezia e la Fondazione
Giorgio Cini, con la collaborazione di Teatro Scuola Paolo Grassi di Milano.

La cultura politica nella Russia contemporanea

Convegno Internazionale di studi La cultura politica nella Russia contemporanea

Con Putin e al di là della figura di Putin la struttura statale della Russia post-sovietica si configura come un prodotto complesso, multistrato, in grado allo stesso tempo di plasmare nuove ideologie e di interagire con le vecchie. Le retoriche sostenute dallo Stato evolvono per effetto della situazione geopolitica e influenzano lo sviluppo del linguaggio: nuove terminologie, teorie sul complotto, grandeur nazionale. Questa produzione ideologica si riverbera sull’opinione pubblica in modo complesso: l’opinione pubblica russa è rimasta estremamente eterogenea ed è capace sia di assimilare sia di ri-utare alcuni costrutti ideologici di matrice statale.

Il workshop, realizzato in collaborazione con Reset Dialogues on Civilizations si propone di analizzare questi processi e le loro conseguenze sui rapporti della Russia contemporanea con l’Europa, l’Occidente e il resto del mondo. I lavori rappresenteranno anche un momento di dialogo tra i maggiori studiosi della Russia contemporanea provenienti dall’Europa, dagli Stati Uniti e dalla Russia stessa.

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email: chiara.galbersanini@resetdoc.org

Investigating Musical Performance: Towards a Conjunction of Ethnographic and Historiographic Perspectives

Dioskourides Di Samo, Mosaico con musici, Villa Di Cicerone, Pompei. Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Museo Archeologico Nazionale di Napoli.


Convegno internazionale di studi 

Investigating Musical Performance: Towards a Conjunction of Ethnographic and Historiographic Perspectives

A proseguimento del progetto di studio sulla performance musicale avviato nel 2012 dall’Istituto per la Musica in collaborazione con l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, il convegno segna il momento finale della riflessione interdisciplinare condotta nei precedenti seminari. Vi partecipano autorevoli studiosi di diversa formazione (musicologia, etnomusicologia, studiosi di popular music e di jazz) per discutere sulla possibile convergenza tra ricerca etnografica e storiografica nell’affrontare un tema rilevante della musicologia contemporanea. Si tratta di un taglio poco esplorato in altre iniziative attorno allo stesso tema, che caratterizza il progetto fin dal suo esordio.

Gli interventi dei partecipanti, organizzati in quattro sessioni coordinate da Gianmario Borio, Giovanni Giuriati, Alessandro Cecchi e Marco Lutzu, rappresentano le esperienze di ricerca più aggiornate sulla performance musicale, che si sviluppano tanto nell’ambito della musicologia anglosassone e statunitense, quanto in quella di diversi paesi europei. Partecipano: Philip Auslander, Camilla Bork, Martin Clayton, John Covach, Michela Garda, Francesco Giannattasio, Travis A. Jackson, Laura Leante, Pierre Michel, John Rink, Martin Scherzinger, Janet Schmalfeldt, Mary Ann Smart, Martin Stokes, Timothy Taylor, John Covach, Richard Widdess.

Il 9 luglio alle ore 19:00 presso l’Auditorium ‘Lo Squero’ è programmato un concerto del gruppo MDI ENSEMBLE che eseguirà il brano Allegro Sostenuto del compositore Helmut Lachenmann.
Il concerto è gratuito, fino ad esaurimento posti, dietro presentazione dell’invito da ritirare all’ingresso.

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Vienna e il Vetro moderno 1900-1937

In concomitanza con la mostra Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937, il Centro Studi del Vetro coordina un importante convegno di studi dedicato alla produzione artistica vetraria a Vienna e a Venezia tra il 1900 e il 1937

È in programma per venerdì 6 maggio 2016 a partire dalle 9.30 alla Fondazione Giorgio Cini, sull’isola di San Giorgio a Venezia, il convegno internazionale dal titolo “Vienna e il vetro Moderno. 1900-1937”, coordinato dal Centro Studi del Vetro e promosso in concomitanza con la mostra Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937 LE STANZE DEL VETRO (fino al 31 luglio 2016).

Proprio in quegli anni, infatti, vengono dati un impulso decisivo e suggerimenti fondamentali nell’ambito dell’architettura e delle arti applicate per stimolare la creatività, la ricerca, la tecnologia Mitteleuropea e non solo.

Il simposio intende approfondire diverse tematiche relative al periodo preso in considerazione, tra cui il fenomeno della Secessione viennese come momento di sperimentazione di nuove sensibilità, linee di ricerca, temi e linguaggi nelle arti e nell’architettura; la nascita di nuovi laboratori di arti decorative quali le Wiener Werkstätte; l’organica relazione tra progettazione, artigianato e produzione industriale; il ruolo chiave svolto da importanti architetti, tra cui Josef Hoffmann e Adolf Loos.

I molteplici contributi ​del convegno​ analizzeranno inoltre​ i poliedrici e innovativi modi di concepire il vetro come materiale moderno nell’architettura viennese, l’esposizione di Colonia dedicata al Werkbund nel 1914 e infine l’utilizzo della tecnica ‘a lume’ a Venezia e Vienna.

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La città divisa

La città divisa: questo il titolo complessivo del seminario che, al solito in 5 mezze giornate, è dedicato ai fattori divisivi presenti, lungo i secoli, nelle vicende urbane, anche in quelle di Venezia, pur ammirata, sinché città stato, per il suo regime latore di pace sociale, ignaro di guelfi e ghibellini, di tumulti e ribellioni. In effetti se si considerano i fiorentini Ciompi, gli arsenalotti sembrano sin miti. E, in effetti, la Venezia capitale – qui riprodotta in un’immagine del 1528 -, ancorché segnata da forti differenze di classe, non conosce, lungo la sua storia, vistosi episodi, invece, altrove presenti, di lotta di classe. Né, a Venezia, la rivalità tra famiglie patrizie giungeranno mai alla contrapposizione esasperata, che turba l’intera Verona, dei Montecchi e dei Capuleti.

Ciò non toglie che, a Venezia, l’erezione, nel 1892, del monumento, di Emilio Marsili, a Sarpi abbia suscitato uno scontro tra clericali e laici analogo a quello bresciano di Arnaldo, appunto, da Brescia e a quello romano di Giordano Bruno. Fatto sta che la città, la civitas, frutto ed espressione della civilitas, se, sottintendendo pacifica convivenza, presupposti condivisi, concordia, di per sé accomuna, affratella unificata com’è dalle mura che la cingono è, nel contempo, sin dal suo nascere accompagnata da tensioni, da lacerazioni: Roma, la città per antonomasia nasce dal delitto, da Romolo che uccide Remo. Un conto l’agostiniana civitas Dei, un conto la città terrestre. Sempre inquieta l’antica Roma: patrizi contro plebei; nascita della Roma imperiale prevaricando su quella repubblicana.

Su questo e su altro il seminario discutente, a mo’ di prolungato dibattito a più voci, ora consonante ora dissonante, ora convergente, ora divergente.

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Andrea Schiavone. Pittura, incisione, disegno nella Venezia del Cinquecento

Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana – Fondazione Giorgio Cini

 

Tra i protagonisti della pittura veneziana del Cinquecento, Andrea Meldolla detto lo Schiavone non ha ricevuto dalla critica moderna le stesse attenzioni riservate ad altri artisti di lui più celebri, quali Tiziano o Tintoretto. Nato a Zara agli inizi del Cinquecento, lo Schiavone si trasferì precocemente a Venezia dove ha lasciato testimonianze rilevanti della propria opera in chiese e sedi pubbliche, come la Libreria Sansoviniana. Fu probabilmente il più brillante incisore della Venezia del suo tempo. La sua figura viene oggi riproposta a un pubblico più vasto da una mostra monografica in corso presso il Museo Correr e da un Convegno internazionale di studio in programma dal 31 marzo al 2 aprile 2016, organizzato dalla Biblioteca Nazionale Marciana assieme all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini. A questo Convegno, il primo dedicato all’artista, interverranno studiosi provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti. Sarà l’occasione per riconsiderare e approfondire ulteriormente aspetti tuttora incerti della biografia e dell’attività di questo maestro prolifico e impegnato su più fronti della produzione artistica: pittura, incisione, disegno.

Articolate in tre giornate, le quattro sessioni del Convegno vedranno avvicendarsi specialisti della materia che si confronteranno su questioni attributive, tecniche, diagnostiche, iconografiche, nonché relative alla fortuna di Schiavone nella letteratura artistica e nel collezionismo. Saranno toccati altresì temi riguardanti connoisseurship e ricezione in Italia e in Croazia, sua patria d’origine.

Il convegno è organizzato dalla Biblioteca Nazionale Marciana assieme all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia

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