Convegni e seminari Archives - Pagina 28 di 49 - Fondazione Giorgio Cini

La performance musicale: un approccio comparato (II edizione)

Il 18 e 19 giugno studiosi afferenti agli ambiti disciplinari della etnomusicologia e della musicologia storica si confronteranno per il secondo anno consecutivo a partire dalle rispettive esperienze di studio sulle prassi esecutive negli ambiti delle musiche di tradizione orale e della musica d’arte occidentale.

Il seminario – coordinato da Gianmario Borio e Giovanni Giuriati e organizzato dall’Istituto per la Musica e dall’Istituto Interculturale di Studi Musical Comparati – si avvale della collaborazione del AHRC Research Center for Musical Performance as Creative Practice diretto da John Rink presso l’Università di Cambridge. Parteciperanno, per la parte etnomusicologica, Francesco Giannattasio e Regula Qureshi, mentre per la musicologia storica interverranno John Rink e Ingrid Pustijanac.

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Commemorazione di Roman Vlad (1919-2013)

Il 13 giugno l’Istituto per la Musica organizza, in collaborazione con il Teatro La Fenice, un doppio evento commemorativo di Roman Vlad, il compositore, pianista, critico musicale, musicologo, direttore artistico, autore radiofonico e televisivo scomparso il 21 settembre scorso.

Nel luglio 2013 il maestro Vlad ha donato all’Istituto per la Musica il suo archivio personale, un’ampia collezione di materiali in cui si riflette la vita musicale italiana del XX secolo.

Dopo alcuni mesi dall’inizio delle operazioni di riordino e catalogazione dei materiali, l’Istituto per la Musica organizza, alle ore 15, una tavola rotonda alla quale interverranno Vittorio Bonolis, Mario Messinis ed Enzo Restagno.

La tavola rotonda avrà luogo alla Fondazione Giorgio Cini, sull’Isola di San Giorgio Maggiore. È prevista la partecipazione di Carlo Grante, il pianista che alle ore 18, presso le Sale Apollinee del Teatro La Fenice, sarà impegnato in un recital pianistico dedicato alla memoria di Roman Vlad.


Il programma del concerto prevede l’esecuzione di due opere concettualmente correlate, accomunate dal riferimento alla figura, all’opera e al nome – in quanto “cifra musicale” – di Johann Sebastian Bach: la Fantasia contrappuntistica (1910) di Ferruccio Busoni e Opus Triplex(2001-2004) di Roman Vlad, che la scrisse precisamente «per la sensibilità, la mente e le dita di Carlo Grante». Il concerto è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti.






 

Lettura scenica. Tre quarti di luna di Luigi Squarzina

Il Centro Studi Teatro, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Accademia Teatrale Veneta, promuove la lettura scenica di un testo giovanile di Luigi Squarzina, Tre quarti di luna, scritto nel 1949.
Il drammaturgo prima della sua scomparsa ha donato la sua biblioteca alla Fondazione Giorgio Cini, che intende ricordarlo con iniziative come questa. Interpretato per la prima volta da Vittorio Gassman, Anna Proclemer e Luca Ronconi, e andato in scena al Valle di Roma nel 1953, viene oggi riletto dagli allievi del secondo anno del Corso di Recitazione dell’Accademia Teatrale Veneta, diretti dall’attrice Paola Bigatto.
Il soggetto si dipana nel periodo fascista sviluppando il tema del rapporto maestro-allievo, professore-studente, sullo sfondo della riforma Gentile. L’ambiente scolastico si amplia fino a diventare specchio di vita e di storia: «la scuola ha la sana ferocia della vita», «sempre chi davvero educa è ucciso o uccide».

 

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Macropaure e micropaure

5 – 7 maggio 2014

Il seminario promosso dall’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano della Fondazione Giorgio Cini affronta, in cinque mezze giornate, il tema delle paure piccole e grandi, individuali e generali, sottintese ed esplicite, tacitate e incontrollate.

La paura come presenza costante nella psicologia collettiva, come turbativa a fasi alterne nelle psicologie dei singoli. Paura come mostro sempre sotteso: paura di perdere; paura di morire; paura della fame; paura delle malattie. Paura come incubo; della peste; dell’arrivo dei barbari; della fine della civiltà. Paura come terrore dell’inferno suscitata sistematicamente dalle predicazioni dai pulpiti minaccianti ai peccatori – occasioni di peccato le sfrenatezze carnevalesche; e dopo i predicatori quaresimali – pene eterne. Questi gli spunti e i punti attiranti l’attenzione dell’uditorio e l’impegno dei relatori.

Coordinatori delle tavole rotonde saranno Aurelio CernigliaroFranco Angiolini, Marcello Verga, Giorgio Chittolini, Giuseppe Trebbi e Giuseppe Gullino.

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Musica ottomana Bîrûn. Le composizioni in lingua persiana alla corte ottomana

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza la terza edizione di Bîrûn, un ciclo di seminari di alta formazione in musica classica ottomana, diretti dal Maestro Kudsi Erguner, rivolti a musicisti professionisti e semi professionisti. Il termine Bîrûn fa riferimento a quella che un tempo era la scuola per i musicisti di corte. Con questo seminario diretto da Kudsi Erguner, che per il 2014 ha scelto come tema Le composizioni in lingua persiana alla corte ottomana, ci si propone di far diventare San Giorgio un centro di elaborazione culturale e riflessione sull’eredità musicale dell’Impero ottomano nel bacino mediterraneo.
Un gruppo di borsisti specializzati in diversi strumenti (ney, ûd, tanbûr, kanûn, kemençe, percussioni, voce) approfondirà nel corso della settimana lo studio delle opere in lingua persiana composte da poeti persiani, ottomani e da diversi sultani della corte ottomana.

La lingua persiana era la lingua letteraria dell’area ed era abitualmente usata dai compositori della tradizione musicale colta.

Il seminario si concluderà con un concerto dei borsisti diretti da Kudsi  Erguner, il 12 aprile alle ore 18.00 dal quale verrà tratto un CD pubblicato da Nota Edizioni.
Bîrûn sarà preceduto anche quest’anno da un “Preludio a Bîrûn”, giornata di studi organizzata da Giovanni De Zorzi presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.Gli eventi dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati sono resi possibili grazie al contributo di Eni.

Teatro in carcere

Il progetto teatrale “Passi Sospesi”  negli Istituti Penitenziari di Venezia.  Esperienze, metodologie, riflessioni.

Giovedì 27 marzo, in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, si terrà preso la sala Barbantini della Fondazione Giorgio Cini di Venezia un incontro pubblico dedicato al progetto teatrale “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia, Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Casa Circondariale di Santa Maria Maggiore di Venezia e Casa Circondariale SAT di Giudecca.

L’incontro è promosso dal Centro Studi per la Ricerca documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo, in collaborazione con Balamòs Teatro e il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, a cura di Maria Ida Biggi e Paolo Puppa.

Sarà un’occasione per riflettere sul ruolo del teatro in carcere e capire come la città possa contribuire al percorso rieducativo.

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Ore 10 Riflessioni teoriche

Interventi di Gerardo Guccini, Fernando Marchiori, Andrea Porcheddu, Paolo Puppa, Cristina Valenti

Ore 15,30 Presentazione dell’esperienza veneziana

del progetto teatrale “Passi Sospesi”  di Balamòs Teatro

Proiezione delle fotografie di  Andrea Casale e del video di Marco Valentini con introduzione di Michalis Traitsis di Balamòs Teatro, responsabile del progetto.

Interventi di Caterina Barone, Maria Ida Biggi, Fabio Cavalli, Fabio Mangolini, Valeria Ottolenghi, Daniele Seragnoli.

Saranno presenti le Autorità coinvolte nel progetto

Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro e responsabile del progetto “Passi Sospesi” ha ricevuto ad Aprile del 2013 l’encomio da parte della Presidenza della Repubblica e a Novembre 2013 il premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per il progetto teatrale “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia.

Saranno invitati ad intervenire:

Presidente del Teatro Stabile del Veneto

Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Venezia

Provveditore Amministrazione Penitenziaria del Veneto

Direttore Casa di Reclusione Femminile di Giudecca

Direttore Casa Circondariale di Santa Maria Maggiore di Venezia

Assessore ai Servizi Sociali della Regione Veneto

Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Venezia

Direttore organizzativo della Biennale di Venezia Teatro e Cinema

Direttore Centro Teatro Universitario di Ferrara

Associazione Nazionale dei Critici di Teatro

Presidente Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere

 

Il paesaggio sonoro del cinema italiano: 1945 – 1975

Il seminario, organizzato dall’Istituto per la Musica, si colloca nell’area di ricerca L’esperienza audiovisiva, e rappresenta il primo passo di un ampio progetto sulla musica per il cinema e la televisione scritta dai compositori italiani nella seconda metà del XX secolo.

Otto relatori presenteranno di fronte ad altrettanti discussants i primi risultati delle loro indagini sul “paesaggio sonoro” del cinema italiano negli anni1945-975.
Gli interventi sono dedicati ai rapporti della musica cinematografica con il teatro d’opera (Matteo Giuggioli e Gaia Varon), la popular music (Luca Bandirali e Alessandro Bratus), la musica folk (Ilario Meandri e Grazia Tuzi) e la composizione sperimentale (Maurizio Corbella e Giovanni De Mezzo). Emilio Sala e Fabrizio Borin, Serena Facci e Massimo Locatelli, Maurizio Agamennone e Antioco Floris, Veniero Rizzardi e Manlio Piva interverranno come discussants delle quattro sessioni.
Il seminario sarà preceduto da due conferenze, che avranno luogo il 28 febbraio dalle ore 15, in cui i coordinatori presenteranno due lavori in corso di stampa: Gianmario Borio, Il sistema simbolico di East of Eden. Osservazioni analitiche sul film di Elia Kazan con musica di Leonard Rosenman; Roberto Calabretto, Luigi Nono e il cinema. Appunti per una riflessione.

Tomaso Buzzi, protagonista di un gusto italiano moderno

Nell’immagine Coppa delle Mani, paste vitree policrome e foglia d’oro. Disegno Buzzi per Venini (1932-1934)


Convegno internazionale di studi

 

Venezia, Fondazione Giorgio Cini
21 febbraio 2014

La prima iniziativa dell’Istituto di Storia dell’Arte del 2014, anno in cui si celebrano i 60 anni della sua costituzione, è un convegno di studi per ricordare il grande architetto-designer del secolo scorso

In vista della mostra dedicata al grande architetto, promossa da  Le Stanze del Vetro e prevista per il prossimo settembre nell’Isola di San Giorgio, lIstituto di Storia dell’Arte, attraverso il proprio Centro Studi del Vetro, curerà un convegno internazionale di studi su Tomaso Buzzi, in occasione del quale la figura dell’artista che operò per Venini  nei primi anni trenta sarà indagata nei suoi vari aspetti e inserita nel suo contesto storico. Il convegno anticiperà l’appuntamento espositivo autunnale de Le Stanze del Vetro: Tomaso Buzzi alla Venini a cura di Marino Barovier (14 settembre 2014 – 11 gennaio 2015) della quale costituisce un’integrazione scientifica. La mostra riguarderà i lavori di Buzzi per la vetreria muranese con la quale collaborò tra il 1932 e il 1933.

L’incontro richiamerà a San Giorgio Maggiore studiosi ed esperti per approfondire la complessa e articolata personalità di Buzzi, a cui sarà dedicata anche la mostra autunnale de Le Stanze del Vetro, Tomaso Buzzi alla Venini.

Insieme a Gio Ponti, di cui fu amico e collaboratore, Tomaso Buzzi, è stato uno dei più importanti creatori del gusto italiano degli anni ’30 e ‘40 del secolo scorso, dando inizio a un vero e proprio standard imitato da molti negli anni seguenti. Architetto, designer, arredatore d’interni, oltre che collaboratore della rivista Domus, lavorò per le figure più importanti della grande aristocrazia del nostro Paese: Volpi, Cini, Visconti, solo per citarne alcuni. Suoi sono ad esempio gli interventi a Villa Necchi Campiglio a Milano, recentemente restaurata dal FAI, alla palladiana Villa Maser a Treviso, a Venezia a Palazzo Papadopoli, Palazzo Labia e Palazzo Cini a San Vio, dove eseguì due piccoli ma significativi interventi tra il ‘56 e il ‘58: la creazione della graziosa stanza ovale in stile rococò e l’aggiunta della scala a chiocciola.

La sessione mattutina del convegno, presieduta da Valerio Terraroli (Università di Verona), inizierà con le relazioni di: Marco Solari, nipote dell’artista, il quale traccerà il percorso onirico fatto di musica e colori che portò Tomaso Buzzi ad acquistare nel 1956 e poi modificare, come una sorta di ‘città ideale’, “la Scarzuola”, un convento con annessa chiesa del Duecento a Montegabbione (Terni); Lucia Borromeo (FAI – Fondo Ambiente Italiano) che spiegherà gli interventi di Buzzi a Villa Necchi Campiglio a Milano, avvenuti nel 1938, tre anni dopo la progettazione della villa a firma di Piero Portaluppi, mentre Roberto Dulio e Cecilia Rostagni (Politecnico di Milano) ricorderanno il gusto di Buzzi e Ponti nella celebre rivista Domus. Elena Pontiggia (Accademia di Brera, Milano) approfondirà poi la Milano delle grandi mostre degli anni Trenta alle quali Buzzi fu presente; Alberto Anselmi (IUAV, Venezia) focalizzerà la sua indagine sulla città di Roma ed Elena Portinari (Ca’ Foscari, Venezia), concludendo la mattinata, porrà l’attenzione su Buzzi e Venezia.

Il pomeriggio, presieduto da Lucia Borromeo, si aprirà con un altro intervento a due voci: Irene de Guttry e Maria Paola Maino (Archivi Arte Applicate, Roma) indagheranno l’attività di arredatore e il mondo della ceramica di Tomaso Buzzi. Giovanna D’Amia (Politecnico di Milano) ragionerà sulla Valtellina di Buzzi (nato a Sondrio il 30 settembre 1900). Paola Tognon (IULM, Milano) si soffermerà sull’Ideario di Buzzi, tra vetro e pietra, ceramica e legno, antico e moderno; Alberto Giorgio Cassani (Accademia di Belle Arti, Venezia), autore della fortunata monografia su Buzzi, approfondirà la vocazione teatrale dell’architetto. Chiuderà la giornata di studi l’intervento di Valerio Terraroli relativo al delicato rapporto tra Buzzi e Ponti che, in un primo momento amichevole e proficuo, giungerà, in seguito, a una rottura insanabile.


PROGRAMMA

Ore 9.30 Apertura del convegno

Saluto di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini

Intervento di Marino Barovier, curatore della mostra Tomaso Buzzi alla Venini (Le Stanze del Vetro, 14 settembre 2014 – 11 gennaio 2015)

Presiede Valerio Terraroli

Marco Solari, Musica e colori pietrificati

Lucia Borromeo, Dalla serliana alla console: l’intervento di Tomaso Buzzi a Villa Necchi Campiglio. Milano 1938-1957

Roberto Dulio – Cecilia Rostagni, La “Domus” di Buzzi e Ponti

Elena Pontiggia, Buzzi e le grandi mostre milanesi degli anni Trenta

Alberto Anselmi, Tomaso Buzzi e Venini: clienti e committenti

Stefania Portinari, Tomaso Buzzi, osservatore e allestitore delle arti decorative tra Milano e Venezia 

ore 15.00

Presiede Lucia Borromeo

Irene De Guttry – Maria Paola Maino, Il talento poliedrico di Tomaso Buzzi

Giovanna D’Amia, Tomaso Buzzi e la Valtellina: l’architettura vernacolare e la tradizione artigiana

Paola Tognon, L’ideario di Tomaso Buzzi

Alberto Giorgio Cassani, « E farmi tutto un occhio solo ». La vocazione teatrale di Tomaso Buzzi

Valerio Terraroli, Tomaso Buzzi con e versus Gio Ponti: due geniali inventori del gusto italiano moderno

 


Biografia

Nato a Sondrio il 30 settembre 1900, si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1923. Dopo una prima e fondamentale fase, legata alla collaborazione con Gio Ponti per l’architettura d’interni caratterizzata da arredamenti lontani sia dal gusto déco sia dal peso novecentesco, nel 1927 con Lancia, Marelli, Venini, Chiesa e lo stesso Ponti fondò l’associazione “Labirinto”. Nel 1928, oltre a un viaggio significativo compiuto a San Paolo del Brasile, iniziò a scrivere per “Domus”, mentre tra il 1932 e il 1934 collaborò attivamente con la vetreria Venini. Animato dal motto “l’architetto è soprattutto un direttore d’orchestra”, a partire dal 1934 intraprese il ripristino e il restauro di palazzi di assoluto rilievo: dalla palladiana Villa Maser, a palazzo Papadopoli a Venezia, sino a giungere alla realizzazione in toto di villa Necchi a Nervi tra il 1953 e il 1956. Frequentò il contesto della borghesia capitolina, avendo lo studio sia a Milano sia a Roma e, in particolare, Benedetto Croce. Tra i numerosi progetti vanno segnalati Palazzo Marcoli a Roma, la villa Pacelli a Forte dei Marmi, la villa Rossi di Montelera a St. Moritz, la villa Nasi Agnelli a Cap-Ferrat, la villa Putti a Bologna e il Teatro della Cometa a Roma. A lui si deve anche la ristrutturazione dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo e a Bangkok. A partire dal 1956 su segnalazione del marchese Paolo Misciatelli, fece acquisto a Montegabbione, presso Terni, di un convento con annessa chiesa del Duecento fondato da San Francesco, detta “La Scarzuola” che diverrà, nel corso degli anni, un laboratorio continuo al fine di creare una propria città ideale. Il 16 febbraio 1981, Tomaso Buzzi muore a Rapallo. 

La sua capacità di muoversi tra le varie forme artistiche e apportarne un nuovo contributo, ne hanno fatto un protagonista assoluto del gusto italiano moderno, ancor oggi, fonte di classica ispirazione.

 

 

Music Printing and Publishing in Modern Italy – New Approaches

Music Printing and Publishing in Modern Italy – New Approaches

Workshop internazionale

Venezia, 13-14 February 2014

La musica a stampa rappresenta la fonte quantitativamente più importante per lo studio della musica europea del XVI, XVII e XVIII secolo. Poiché una parte significativa delle edizioni musicali prodotte prima del 1800 fu stampato in Italia, con un picco tra il XVI e il XVII secolo, appare evidente la necessità di indagare questa produzione nel suo complesso, sotto diversi punti di vista: i contesti produttivi, i processi di selezione del repertorio, le strategie di marketing, le modalità e i canali che ne hanno permesso la disseminazione e la ricezione su scala internazionale, la storia della trasmissione degli esemplari oggi conservati, i problemi posti dalla ricostruzione di ciò che è andato perduto, le prospettive storiografiche che queste fonti offrono per lo studio di fenomeni musicali del passato.

Il workshop internazionale Music Printing and Publishing in Modern Italy – New Approaches si prefigge tre obiettivi principali:

  • discutere i risultati di alcune recenti indagini condotte nel campo dell’editoria musicale italiana prima del 1800
  • incoraggiare lo scambio tra studiosi operanti in questo campo, al fine di sviluppare nuovi approcci e nuove prospettive
  • presentare e discutere alcuni innovativi strumenti di ricerca, come il nuovo database Printed Sacred Music in Europe 1500-1800.

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Contatti
David Bryant – david.bryant@unive.it
Ca’ Foscari University, Venice
Luigi Collarile – luigi.collarile@unifr.ch

University of Fribourg / Ca’ Foscari University, Venice

 Organizzato da:  Università di Fribourg – Svizzera, Istituto di Musicologia; Università Ca’ Foscari di Venezia – Italia, Dipartimento di Filosofia e Beni culturali; Fondazione Giorgio Cini, Venezia – Italia  Istituto per la Musica; Consolato Svizzero a Venezia – Italia


Programma

Giovedì, 13 Febbraio 2014

Consolato Svizzero a Venezia (Palazzo Trevisan)            

9.00h         Saluto di apertura

David Bryant, Luigi Collarile, Jacqueline Wolf, Gianmario Borio

9.30h         Introduzione

Chair – David Bryant

Respondents – Neil Harris, Luca Zoppelli

Luigi Collarile (University of Fribourg – Ca’ Foscari University, Venice)

Edizioni musicali italiane perdute. Nuove prospettive bibliografiche e storiografiche

11.00h       Sessione I

Respondents – Patrizio Barbieri, Iain Fenlon

Bianca Maria Antolini (Conservatorio di Perugia)

Il «Dizionario degli editori musicali italiani». Bilancio di una ricerca

Rodolfo Baroncini (Conservatorio di Adria)

«In Merzaria»: l’officina Gardano e il contesto socio-antropologico delle contrade di San Salvador e San Zulian (Venezia, 1580-1610)

15.00h       Sessione II

Chair – Luigi Collarile

Respondents – Marco Di Pasquale, Rudolf Rasch

Patrizio Barbieri (Rome)

Prime testimonianze sui librai musicali di area veneta a Roma: nuovi documenti, 1567-1569

 Rebecca Edwards (St. Martin’s University, Washington)

A Valuable Perspective on the Relationship between Musicians and Printers in 16th-Century Venice: the Case of Claudio Merulo

 Carrie Churnside (Birmingham City University)

Reflections upon Working on Italian Music Printing and Publishing in the Seventeenth- and Eighteenth-Centuries Italy

17.00h     Sessione III

Respondents – Rodolfo Baroncini, Rebecca Edwards

Iain Fenlon (King’s College, Cambridge)

Composers, Dedicatees and Publishers

Marco Di Pasquale (Conservatorio di Vicenza)

Intorno alla pratica della dedica. Il caso dell’Accademia Filarmonica di Verona

 

 


Venerdì, 14 Febbraio 2014

Fondazione Giorgio Cini (isola di S. Giorgio)     Sala Barbantini

 9.00h       Sessione IV

Chair – David Bryant

Respondents – Bianca M. Antolini, Carrie Churnside

Constance Frei (University of Geneva)

I primi tipografi musicali bolognesi

Giulia Giovani (Istituto Storico Germanico, Rome)

Riflessioni sulla stamperia Silvani «all’insegna del violino»

Rudolf Rasch (UtrechtUniversity)

Italian Engraved Music Editions before and after Corelli’s Sonatas Opus 5 (1700)

11.00h     Sessione V

Respondents – Constance Frei, Giulia Giovani

Paolo Giorgi (Bologna)

Maurizio Cazzati (1616-1678) compositore e stampatore: un esempio di autoimprenditoria

musicale seicentesca

Daniele Torelli (Libera Università di Bolzano)

L’impronta dei piombi: il riconoscimento dei caratteri in edizioni musicali sconosciute

15.00h     Sessione VI

Chair – Luigi Collarile

Respondents – Neil Harris, Daniele Torelli

Laurent Pugin (RISM Switzerland)

Aruspix – A Software Suite and its Applications

Rodolfo Zitellini (University of Fribourg – RISM Switzerland)

Mapping Music Typefaces. Toward a Digital Catalogue

17.00h    Printed Sacred Music in Europe

Chair – Gianmario Borio (Fondazione Giorgio Cini)

Introduzione

David Bryant, Elena Quaranta

(Ca’ Foscari University, Venice)

How does Printing Reflect Patterns of Consumption in the Church Music of Sixteenth-

and Seventeenth-Century Italy?

 Presentazione del nuovo database

Luca Zoppelli (University of Fribourg)

with  David Bryant, Luigi Collarile, Laurent Pugin, Elena Quaranta, Rodolfo Zitellini

 

XIX Seminario internazionale di etnomusicologia. Living music: case studies and new research prospects

Living music: case studies and new research prospects

Musiche viventi: casi esemplari e nuove prospettive di ricerca

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza, nei giorni 30-31 gennaio e 1° febbraio 2014, il  XIX Seminario Internazionale di Etnomusicologia che avrà per titolo Living music: case studies and new research prospects (Musiche viventi: casi esemplari e nuove prospettive di ricerca).


Il tema sviluppa ed estende quello affrontato nel XVIII Seminario (2013), che aveva per titolo Perspectives on a XXI century comparative musicology: ethnomusicology or transcultural musicology? (Prospettive di una musicologia comparata nel XXI secolo: etnomusicologia o musicologia transculturale?): argomento, ormai cruciale, che induce a riconsiderare la prospettiva comparativa alla luce dei drastici cambiamenti nel nostro campo di studi e a compiere un bilancio sull’etnomusicologia, sul suo status, sui suoi compiti e metodi d’indagine nonché sulla sua posizione nel quadro più generale della ricerca scientifica sulle forme e i comportamenti dell’espressione e della comunicazione attraverso i suoni. Nella scorsa edizione furono affrontate varie questioni e, in primo luogo, ci si interrogò sulla necessità di abbandonare definitivamente quella visione “etnologica” del mondo che, per ragioni più che legittime di pari dignità delle culture e delle musiche, le scienze umane hanno nel secolo scorso diffuso dappertutto a piene mani, creando anche, purtroppo, una metacultura delle “alterità” alla quale credono ormai soltanto gli operatori turistici, il popolo dei consumatori, gli estremisti etnici, i musicisti del neo folk revival e di certa cosiddetta world music. La realtà attuale è molto più complessa, anche se non meno interessante: i più diversi stili, repertori e modi di realizzazione del musicale ormai consuonano tutti, pancronicamente, in una nuova dinamica interculturale e intersoggettiva.

Di fronte a una così profonda trasformazione dell’oggetto di studio, nelle forme, nei comportamenti e nelle connotazioni sociali, ci si deve domandare in che cosa consista, oggi, la specificità dell’etnomusicologia. Nonostante sia stato spesso sottolineato come la disciplina dovesse costituirsi più per il metodo che non per l’oggetto delle ricerche, e che in teoria qualsiasi musica potesse essere affrontata con uno sguardo etnomusicologico, è un dato di fatto che ci si è soprattutto caratterizzati, sia al nostro interno che rispetto alle discipline confinanti, per il fatto di occuparsi di “certe” musiche. Fino a che punto, dunque, la trasformazione di tali musiche, il progressivo venir meno della separazione socio-culturale e dell’alterità, si ripercuote sull’identità della disciplina?

Ad esempio, è ancora giustificato un ruolo degli etnomusicologi come promotori, garanti e protettori delle “altre” musiche? E con quali motivazioni? La questione chiama in causa l’attuale statuto di oggetti e di ambiti che, ormai più per convenzione che per convinzione, chiamiamo ancora musica colta, musica popolare, musica di tradizione orale, musica elettronica e così via, o anche etnomusicologia, musicologia d’arte, musicologia contemporanea, popular musicology ecc. Certamente le loro estensioni e i loro confini sono da rivedere, dato che i percorsi storici e le mappe geo-antropiche, sociologiche e stilistiche cui facevano riferimento sono radicalmente cambiati, con una velocità che ormai supera i nostri tempi di reazione e le nostre capacità di adattamento.

La necessità più urgente sembra dunque quella di liberare l’etnomusicologia dal peso dei suoi miti di fondazione e da un ormai inammissibile attardamento nei canoni ideologici della rivoluzione antropologica compiutasi nel secolo ormai trascorso, ampiamente superati dalla realtà attuale; ferma restando, naturalmente, la possibilità di uno studio storico delle diverse culture musicali, oggi anzi accresciuta grazie ai documenti raccolti in oltre un secolo di studi etnomusicologici. A tale fine è certamente utile anche la riconsiderazione di una serie di slittamenti semantici di termini che ne hanno caratterizzato le vicende, a cominciare dalla denominazione stessa della disciplina e di tutti i termini caratterizzati dal prefisso ‘etno-‘ (o dall’aggettivo ‘etnico’), che assumono oggi un suono sinistro e una connotazione larvatamente razzista; ma altrettanto da rivedere sono nozioni ormai abusate e pericolose come “musica tradizionale” (e quale non lo è?) o “identità” (culturale, musicale, etnica ecc.). La stessa dicotomia oralità/scrittura ha ormai perso, nell’attuale quadro di trasformazioni, buona parte delle sue potenzialità euristiche; o, per lo meno, va ripensata in base alle condizioni di nuova oralità e nuova scrittura mediatiche, primarie e secondarie, soprattutto determinate dalla diffusione universale dei mezzi informatici di comunicazione di massa. L’attuale predominanza dei modi di fruizione degli eventi culturali sui loro contenuti e sulla loro specifica forma espressiva (in linea con la ben nota premonizione “il medium è il messaggio” di Marshall McLuhan) meritano in questo senso un’approfondita e meditata riflessione.

Ecco perché, ci si deve domandare in cosa consista oggi, in questo nuovo Media Evo, la specificità dell’etnomusicologia, dato che, comunque la si voglia denominare, è di una musicologia transculturale che ci si dovrà d’ora in poi occupare.

Nel Seminario 2014 tale discussione, così importante per il nostro settore di studi, proseguirà a partire da specifici casi di studio, che forniranno esempi particolarmente significativi dei concreti processi musicali (culturali, sociali) contemporanei.

Francesco Giannattasio

 

 


 

Programma

30 gennaio

mattina, ore 9.30 – 12.30

Francesco Giannattasio (Università di Roma “Sapienza”)

Introduzione al Seminario

Steven Feld (University of New Mexico)

Acoustemology: Toward a Posthumanist, Transpecies, and Cyborg Sound Studies

pomeriggio, ore 14.00 – 16.00

Jocelyne Guilbault (University of California, Berkeley)

The Politics of Musical Bonding: New Prospects for Cosmopolitan Music Studies


31 gennaio

mattina, ore 9.30 – 12.30

Giovanni Giuriati (Università di Roma “Sapienza”)

Claudio Rizzoni (Università di Roma “Sapienza”)

Giovanni Vacca (Università di Roma “Sapienza”)

Raffaele Di Mauro (Università di Roma “Tor Vergata”

Attuali ricerche in area napoletana

pomeriggio, ore 14.00 – 16.00

Maurizio Agamennone (Università di Firenze)

Flavia Gervasi (Université de Montréal)

Attuali ricerche in area salentina 


1° febbraio

mattina, ore 9.30 – 13.30

Jean-Loup Amselle (EHESS, Paris)

Métissage, branchements et triangulation des cultures

Discussione finale