Convegni e seminari Archives - Pagina 32 di 49 - Fondazione Giorgio Cini

XXIX Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

XXIX Seminario di perfezionamento “l’innovazione del
servizio in libreria”

Venezia, Fondazione Giorgio Cini , 22-27 gennaio 2012
“Promuovere il libro” è il tema della giornata conclusiva:
la prospettiva italiana e gli scenari globali nell’era dell’e-book.

Conclude Vito Mancuso, con un intervento su “libri e
libertà”.

Quali nuovi strumenti ha il libraio per cogliere e
soddisfare i più profondi desideri dei clienti? Quali sono le strade percorribili
e “navigabili” per creare nuove connessioni e spazi di relazione tra librerie,
individui e territorio? Dalla formazione del personale all’introduzione dei
nuovi strumenti tecnologici, passando per le proposte culturali e il web, fino
alle necessarie riflessioni sul libro in era digitale, qual è, oggi, il futuro
in libreria?

 

Bîrûn. Seminari di musica ottomana

21 aprile ore 18
Concerto finale dei musicisti di Bîrûn. Seminario di musica ottomana
Scarica invito

Ingresso libero

Vedi il programma
Info
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
Tel. +39 041 2710357
email musica.comparata@cini.it


Bîrûn. Seminari di musica ottomana
Direttore: Kudsi Erguner; Assistente: Giovanni De Zorzi
Compositori alla corte ottomana
16 – 21 aprile 2012. Fondazione Giorgio Cini, Venezia

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) della Fondazione Giorgio Cini ha in programma per il 2012 l’avvio di un nuovo progetto: Seminari di alta formazione in musica classica ottomana rivolti a musicisti e musicologi che intendano perfezionare le loro conoscenze strumentali e musicologiche in questo importante ambito delle tradizioni musicali. Docente, responsabile artistico e culturale di questi seminari di perfezionamento è il Maestro Kudsi Erguner, eminente musicista e musicologo noto a livello internazionale, che già da alcuni anni insegna i corsi di flauto ney per l’IISMC, assistito dall’etnomusicologo Giovanni De Zorzi, specialista delle tradizioni musicali dell’area.
Nell’ambito di questo progetto, che si prevede abbia una durata poliennale, l’IISMC ha indetto per il 2012 un bando per sei borse di studio rivolto a musicisti professionisti, o semi professionisti specializzati in musica classica ottomana oppure desiderosi di approfondire questo genere. Lo scopo del bando è quello di formare un Ensemble musicale che si concentrerà su alcuni specifici aspetti della musica classica ottomana (repertori, compositori, manoscritti) selezionati dal M.o Kudsi Erguner e da Giovanni De Zorzi. La borsa di studio, che consiste nell’ospitalità a S.Giorgio e nel rimborso delle spese di viaggio, si rende possibile anche grazie alle nuove opportunità offerte dal Centro Vittore Branca della Fondazione Giorgio Cini, e della Residenza recentemente inaugurata.Il tema del primo seminario che si terrà nell’aprile 2012 prevede lo studio di brani di compositori provenienti dalle differenti comunità etniche e religiose dell’Impero Ottomano (turchi, greci, ebrei, armeni, e anche italiani) e di diversi periodi storici (dal XVII al XX secolo) con l’intento di sottolineare il carattere multietnico e multiculturale della tradizione musicale ottomana nella sua storia. Al termine del seminario è previsto un concerto pubblico nel quale i partecipanti presenteranno i brani studiati nel corso del seminario.

Per il nome dei seminari ci si ispira al passato: dopo la presa ottomana di Costantinopoli, del 1453, il sultano Mehmet II detto “Fetih il conquistatore” iniziò verso il 1465 la costruzione del palazzo imperiale che diverrà noto come Seray (dall’arabo Sarây, “palazzo”, in mozartiano “Serraglio”) oppure Bâb-i ‘Ali “Sublime Porta” che per secoli rimase la residenza prediletta dei sultani  e, allo stesso tempo, il centro della vita artistica e culturale ottomana. Architettonicamente il Seray era suddiviso in una parte esterna e in una interna e tale suddivisione architettonica si rifletteva nelle sue istituzioni: il Birûn-i Hümâyûn amministrava la vita della corte esterna mentre l’Enderûn-i Hümâyûn si occupava della vita della parte interna del palazzo, che comprendeva la sala del trono, l’harem e gli appartamenti privati del sultano. In entrambe le sezioni esisteva una scuola di palazzo mekteb che si occupava dell’educazione musicale, così come dell’insegnamento della poesia, della calligrafia e della miniatura, ossia delle belle arti per le quali sarebbe divenuto famoso il mondo ottomano.
Il progetto di un corso di alta specializzazione di musica classica ottomana alla Fondazione Giorgio Cini, nasce proprio dall’idea del Birûn, scuola di Palazzo esterna ma vicina al cuore della cultura ottomana, proprio com’è Venezia, importante polo esterno di riferimento europeo per i suoi millenari rapporti con Bisanzio/Costantinopoli/Istanbul.

Contatti
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati – Fondazione GiorgioCini onlus – Isola di San Giorgio Maggiore, 30124 Venezia Tel. +39 041 2710357– musica.comparata@cini.it

Child soloists in Paris. 1680-1720. Charpentier, Clérambaut, Nivers, Campra

Child soloists in Paris.1680-1720 Charpentier, Nivers, Clérambault, Campra

23 – 29 maggio  vedi programma

Eventi aperti al pubblico

 

23 maggio ore 17
Lezione introduttiva
a cura di Davitt Moroney (University of Berkeley)
Venezia, Casino Venier, Alliance française


L’evento è in collaborazione con


 

Ingresso libero


25 maggio 2012, 10 – 19
Giornata di studi
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
ingresso libero


28 maggio ore 17
Concerto finale

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
ingresso libero


Il seminario Child soloists in Paris.1680-1720 Charpentier, Nivers, Clérambault, Campra dedicato a un repertorio tanto particolare quanto generalmente negletto: la musica per infanti solisti a Parigi, a cavallo tra la fine del Seicento e i primi del Settecento. Gli ambienti in cui tale repertorio fiorì sono soprattutto i cori e le cappelle musicali delle varie chiese e conventi della città (in particolar modo la Sainte Chapelle e il convento di Port Royal) e le scuole gesuitiche e religiose in generale. Ma anche nei teatri d’opera e prosa, nelle scuole musicali laiche destinate ai figli della bassa nobiltà e nei saloni delle corti di Parigi e Versailles si componeva per infanti solisti. Alcuni tra i principali compositori del repertorio sono Charpentier, Bernier, Nivers, Clérambault e Campra.

Di Charpentier si ricordano opere con bambini quali protagonisti – ­come David e Jonas, rappresentato per la prima volta nel collegio gesuitico di Louis-le-Grand nel 1688 –, di Nivers e Clérambault mottetti composti per le demoiselles de Saint-Cyr, giovani studentesse di una scuola fondata nel 1686.

Il repertorio pone una serie di quesiti di tipo storico-musicale ed estetico, ma anche storico-sociale e morale: spaziando dal neo-gregoriano e le sacre rappresentazioni a versioni semplificate di opere e oratori, fino a chansons dai testi arcadici e amorosi, la presunta non-consapevolezza (o parziale consapevolezza) degli interpreti infanti può aver contribuito al successo del fenomeno in ambienti di corte. Non ultimo, può aver contribuito all’associazione dell’infante solista – veicolo di messaggi incompresi – al mito kircheriano dell’automa in musica.

È in base a tali quesiti che odierni musicologi, registi e pedagoghi si pongono il problema di riesumare la raffinata arte degli infanti solisti – cantanti ma anche strumentisti o compositori, per esempio, nella Parigi del 1700 – per riproporla ai pubblici moderni.
Gli ostacoli da superare sono di varia natura e richiedono sia riflessioni specialistiche che, soprattutto, confronti multi-disciplinari.

Docenti principali:
Davitt Moroney (Berkeley University), cembalista, editore, musicologo.
Sophie Daneman (Londra), soprano.
Hélène Petrossian (Versailles, Parigi), direttore di voci bianche, pedagoga.

Per informazioni
Seminari di Musica Antica”Egida Sartori e Laura Alvini

Direttore
Pedro Memelsdorff
Segreteria
tel. +39 041 2710258
fax +39 041 5238540
e-mail: musica.antica@cini.it

 

 

Giornate di studio dedicate al maestro Luigi Squarzina

Nel mese di ottobre si svolgeranno due giornate di studio dedicate al
maestro Luigi Squarzina, in collaborazione con il Dipartimento di
Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia,  in
occasione della donazione alla Fondazione Giorgio Cini della sua ricca
Biblioteca. Costituita da circa cinquemila volumi, questa collezione
libraria di uno dei maggiori registi italiani del secondo Novecento,
rappresenta un importantissima fonte per lo studio del suo lavoro di
drammaturgo e traduttore.

PROGRAMMA
Mercoledì 19 ottobre ore 9.30
La biblioteca di Luigi Squarzina
: fonti e documentazioni per la storia dello spettacolo

Tavola rotonda con:
Elena BARTONI (Roma)
Maria Ida BIGGI (Università Ca’ Foscari e Fondazione Cini)
Silvia Danesi SQUARZINA (Università La Sapienza di Roma)
Elio TESTONI (Fondazione Istituto Gramsci)
Alessandro TINTERRI (Università degli studi di Perugia)
AI termine verrà presentato l’ultimo numero
della rivista Ariel dedicato ad Alessandro D’Amico e Luigi Squarzina.

Eventi ospitati

Topografia, tecnica e  scelte iconografiche nelle vedute di città  italiane ed europee
Venerdì
14 ottobre, ore 15.00
Isola di San Giorgio Maggiore

La Direzione regionale
per i beni culturali e paesaggistici del Veneto
e l’associazione di studi di storia urbanistica Storia della città ,
presentano i volumi I punti di vista e le vedute di città ” (secoli XIII ”“ XX),
pubblicati nella terza serie della rivista Storia dell’urbanistica (Roma,
editore Kappa, 2010).

Due
volumi raccolgono gli esiti di una ricerca sviluppata in diverse sedi
universitarie, presentata in una serie di convegni tenuti a Roma tra il 2004 e
il 2006, promossi dall’Associazione Storia della città , dall’Università  di Roma
“La Sapienza” e dall’Accademia dei Lincei.
La
presentazione sarà  introdotta dal direttore regionale per i beni culturali e
paesaggistici del Veneto Ugo Soragni, direttore della rivista “Storia
dell’urbanistica” e curatore scientifico dei volumi accanto a Teresa Colletta
(Università  Federico II di Napoli), Paolo Micalizzi (Università  di Roma III) e
Antonella Greco (Sapienza Università  di Roma).

In
occasione della presentazione verrà  allestita una mostra itinerante ”“ le cui prossime
tappe saranno Torino, Firenze, Roma, Napoli e Cagliari ”“ che raccoglie in un
unico progetto grafico l’ampia collezione di vedute di città  italiane ed
europee studiate nei volumi.

Secondo
un progetto scientifico ideato da Enrico Guidoni, 36 studiosi indagano il tema
delle vedute di città  nel rapporto tra spazio fisico e raffigurazione astratta,
intesa come un “progetto di immagine” delle singole realtà  urbane.

L’idea,
sviluppata a partire dal 2003, rafforza il suo valore simbolico nella società
odierna, sempre più dominata dall’immagine; ne è una prova la sessione dedicata
a questo tema alla prossima conferenza internazionale della European History
of Architecture Network
(Bruxelles, 2012).

Il filo conduttore della ricerca è l’analisi del rapporto che sussiste tra la scelta del punto di vista e gli aspetti salienti della realtà  urbana che la veduta “comunica”. Le analisi si sviluppano in relazione alla topografia del luogo, confrontando il punto di vista della veduta in esame con la cartografia storica della città , anche mettendo in relazione l’impostazione della veduta con i metodi di rilevamento topografico e territoriale in uso in ciascuna epoca.

Emergono alcune scelte topografiche che accomunano le vedute dei diversi periodi: le raffigurazioni medievali rendono ovvio l’addensamento dei tessuti urbani all’interno delle mura della città  in contrapposizione con l’aperta campagna, nei secoli XVI”“XVII le vedute accentuano l’organismo difensivo rinnovato e le torri campanarie quali punti di osservazione strategici. L’interesse enciclopedico e documentale è un nuovo filone nelle vedute settecentesche, che illustrano in rilievi realistici l’antico, le devastazioni dei terremoti ecc. Durante l’Ottocento e il Novecento, con la rivoluzione delle realtà  urbane e dei sistemi di locomozione, con la diversità  dei linguaggi artistici, la percezione della città  e gli schematismi grafici delle vedute si distaccano progressivamente dalle impostazioni tradizionali per arrivare a degli sviluppi del tutto peculiari.

Coordinate dei volumi

I punti di vista e le vedute di città  (sec. XIII ”“ XX), in “Storia dell’urbanistica”, serie III, vol. I-II (2010) (Roma, ed. Kappa), a cura di Ugo Soragni, Teresa Coletta, Paolo Micalizzi, Antonella Greco.

Atti dei convegni “I punti di vista e le vedute di città ”, Roma 2004 ”“ 2006, enti promotori: Associazione Storia della città , Università  di Roma “La Sapienza”, Accademia dei Lincei.

I 36 contributi contengono un abstract in inglese.

Città  e vedute rappresentate

Italia: Trento, Arco, Padova, Verona, Venezia, Milano, Lodi; Chieri, Peceto, Moncalieri, Trofarello in Piemonte;  Genova, Ancona, Urbino, Arezzo, Pistoia, Pescia, Pisa, Prato, S.Gimignano, Colle Val d’Elsa, S. Giovanni Valdarno, Scarperia, Lucca, Firenze; Roma; le città  laziali Arriccia e Marino, in Campania ”“ Napoli, Campi Flegrei, Pozzuoli, Salerno, Sorrento, Buccino, Oliveto Citra, Campagna, Eboli, Benevento ”“, una serie di città  della Calabria (Reggio Calabria, Bova, Palazzi, S. Maria di Polsi, Gerace, Rocella, Stilo, Gioiosa, S. Giorgio, Palmi, Bagnara, Scilla, Pentadattilo), Tursi in Basilicata, le città  pugliesi Lecce, Nardò, Taranto, Brindisi, Otranto come parte del grand-tour, le grandi capitali insulari Cagliari, Palermo, Messina.

Europa: Anversa, Francoforte, Amburgo, Stada, Bordeaux, Budapest, Copenhagen, Costantinopoli, Lione, Lisbona, Londra, Madrid, Malta, Parigi, Cracovia, Danziga, Vlissingen e Emden, Vienna, Valencia, Strasburgo, Valladolid, Toledo, Burgos.

Pittori, vedutisti, cartografi, incisori

Giusto de Menabuoi, Benozzo Gozzoli, Leon Battista Alberti, Albrecht Dürer, Jacopo de Barbari, Jacob van Deventer, Etiénne Duperac, Francesco Vanni, Stefano Bonsignori, Seld, Joris Hoefnagel, Tiburzio Spannocchi, Francesco Negro, Antonio Ferramolino, Jansson, Calamecca, Christoph Schweicker, Jan Van Heemskerk, Giorgio Palearo Fratino, Angelo Rocca, Ottavio Mascarino, Antonio Tempesta, Giuseppe Tiburzio Vergelli, Filippo Barigioni, W. Van Nieuland, Giovanni Antinori, Anton van den Wyngaerde, Giorgio Vasari, Olivier Truschet, Germain Hoyau, Gilles Corrozet, Francesco Cassiano de Silva, Pietro Francesco Garoli, Gaspar Van Wittel, L. Chastelet, Willem (Guglielmo) Fortuyn, Gabriel Bodenehr, Ph. Hackert, Giovanni de Grado, Jacques Chereau, Ignazio Stile, Antonio Zaballi, Pompeo Schiantarelli, Harry Fenn, Giuseppe Vasi, T. Salmon, Louis J. Desprez, Filippo Juvarra, Giacomo Quarenghi, G. Ricciarelli, U. D’Anna, F. Morghen, Ph.  Hackert, W. Bartlett, T.A. Prior, W. French, G. Zuliani, H. Courvoisier ”“ Voisin, Ch. Civeton, A. Guesdon, G. Sala, J.J Falkeisen, R. Calvert Jones, F. Fantozzi, T. Patch, G.M. Terreni, A. Hautmann, Luigi Zumkeller, Wright of Derby, G. P. Pannini, V. Tironi, A. Pernier, G. B. Falda, G. B. Nolli, H. Van Cleve, Ph. Galle, G. Scoppa, T. Ruiz, G. H. Triverio, Giovanni. Omiccioli, Tina Tommasini, Eva Quajotto, Mariano Maffai, Giorgio de Chirico, G. Capogrossi, Renato Guttuso, Enrico Rampolini, Giulio Turcato, Achille Capizzano, A. Gauro Ambrosi.

Editori (sec. XVI ”“ XVII): Borgomensis, Sebastian Münster

 

XVII Seminario Internazionale di Etnomusicologia

Fin dalle sue origini, l’etnomusicologia, a riprova della propria vocazione positiva e transculturale, si è interrogata sui processi mentali e cognitivi del fare ed ascoltare musica.
Basti pensare che il primo centro di ricerca etnomusicale, la cosiddetta Scuola di Berlino, si costituì nei primi anni del secolo scorso, in un quadro di comparativismo evoluzionista, all’interno di un Istituto universitario di Psicologia. Già negli anni trenta, con gli studi di George Herzog sugli idiomi musicali delle diverse società native nordamericane
e, in seguito, di due suoi illustri allievi come George List e Bruno Nettl, l’etnomusicologia si è anche specificamente occupata delle relazioni tra musica e linguaggio e dei molteplici livelli di formalizzazione fonica e ritmica della parola nelle diverse culture; che, a conclusione del suo libro più famoso, How musical is man? (1973), John Blacking affermava che la musica può fornire un’immagine, senza interferenze, della mente e dei generali schemi d’interazione dell’uomo; per non parlare, poi, dell’esteso filone di studi etnologici, psicologici ed etnomusicologici, sulle relazioni fra musica e stati non ordinari di coscienza, fiorito soprattutto nel ventennio ’60-’80 dello scorso secolo.

Soprattutto negli ultimi venti anni vi è poi stato uno sviluppo crescente, nell’ambito delle neuroscienze (ma anche della neuro-psicologia, della musicologia neo-evoluzionista, della biolinguistica, della paleoetnologia), dello studio scientifico dei processi cognitivi della musica, in relazione sia ai meccanismi cerebrali implicati in tali processi, sia ad
altre forme e comportamenti espressivi e comunicativi umani (anche rispetto a quelli di altre specie animali), in primo luogo al linguaggio e alla sua filogenesi. Questi nuovi ambiti di studio fanno ogni giorno nuovi progressi, grazie alle sempre maggiori potenzialità della tecnologia informatica e alle possibilità di studio e sperimentazione dei processi cerebrali offerte oggi da nuovi strumenti d’indagine clinica, e opere come The Origins of Music di Nils L. Wallin, Björn Merker e Steven Brown (2000), Music, Language and the Brain di Aniruddh D. Patel (2008), ma anche The Singing Neanderthals dell’archeologo Steven Mithen (2005), hanno avuto una straordinaria diffusione, mentre
d’altra parte, termini e locuzioni come neuroscienze cognitive della musica, musical processing, musicologia cognitiva e cognitivismo musicale, biomusicologia, musilinguaggio, suonano ormai familiari anche per i musicologi, soprattutto per quelli sistematici e interculturali da sempre interessati alla musicalità umana, come sono appunto
gli etnomusicologi.

Il Seminario Internazionale di Etnomusicologia dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini ha pertanto deciso di dedicare la sua XVII edizione (26-28 gennaio 2012) a Etnomusicologia, musicologia evolutiva e neuroscienze, così da fare il punto, assieme ad alcuni fra i maggiori esponenti internazionali di tali ambiti di studio, su una relazione complessa, non sempre adeguatamente basata su un fruttuoso e reciproco interscambio: quella fra la ricerca etnomusicologica, spesso ancora attardata su posizioni di relativismo antropologico-musicale proprie del secolo ormai trascorso e una ricerca neuroscientifica sulla musica che, a volte, non sembra sufficientemente consapevole, nelle sue indagini e sperimentazioni di laboratorio, della nuova concezione transculturale del fare musica, nonché delle relazioni fra musica e linguaggio che proprio l’etnomusicologia ha sostanzialmente contribuito a determinare.

Al Seminario curato da Francesco
Giannattasio parteciperanno: Simha Arom, Giorgio Banti, Emanuel Bigand, Bjorn Merker, Isabelle Peretz.

Info:
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel” 0412710357”
musica.comparata@cini.it ”

Voce e suono della preghiera 2

ore 9.30
Giornata di Studi (scarica tutto il programma)

ore 18.30
Concerto del Coro Aghiopolitis di Atene
(scarica il programma del concerto)
diretto da Ioannis Arvanitis

Ingresso libero

Per informazioni

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati

tel. 39 041 5230555
e-mail musica.comparata@cini.itL’iniziativa Voce e suono della preghiera, promossa dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati e curata dall’etnomusicologo Girolamo Garofalo dell’Università di Palermo, nel 2010 intende  promuovere annualmente una “Giornata di Studi” concernente uno specifico tema connesso al rapporto fra “voce” e “preghiera”(in riferimento a una singola tradizione liturgica, alla cultura musicale di una determinata area geografica, a una particolare espressione rituale europea o extra-europea) in seno alla quale, oltre alle relazioni scientifiche degli studiosi, sarebbe stato proposto un concerto di alto profilo artistico connesso ai repertori di cui si sarebbe di volta in volta discusso.La prima edizione, svoltasi nel dicembre 2010, è stata dedicata al Canto liturgico armenoper testimoniare in maniera emblematica il rapporto che Venezia ha storicamente intrecciato con l’Oriente cristiano:La Giornata di Studi, cui parteciperanno illustri studiosi italiani e stranieri, si articolerà seguendo un duplice percorso: la scrittura e l’oralità. Da una parte, infatti, saranno prese in considerazione antiche fonti musicali scritte, con l’intento di offrire un panorama generale aggiornato alla luce dei più recenti studi e di approfondire specifiche questioni riguardanti alcuni codici di particolare interesse. Si tratterà di testimonianze scritte riconducibili sia ad area costantinopolitana (e/o ad aree limitrofe) sia all’Italia ellenofona (cioè ai cenobi dell’Italia meridionale improntati alla struttura e all’organizzazione del monachesimo orientale). Queste antiche fonti manoscritte sono custodite, oggi, presso biblioteche e archivi italiani, fra cui l’Apostolica Vaticana, l’Ambrosiana di Milano, la Marciana di Venezia, la Nazionale di Napoli, la Laurenziana di Firenze, la Capitolare di Verona, la Regionale Universitaria di Messina, la Biblioteca dell’Abbazia Greca di Grottaferrata.Dall’altra parte, saranno messi a fuoco alcuni temi che pongono in relazione il canto liturgico bizantino con le modalità espressive e le dinamiche di trasmissione proprie delle tradizioni orali, incrociando così le prospettive musicologiche con quelle etnomusicologiche.
In questo senso una direzione d’indagine assai stimolante riguarderà gli elementi di “oralità” che affiorano nelle fonti scritte, come ad esempio gli aspetti “tachigrafici” nelle notazioni musicali o la ricorrenza di formule stereotipe nel corso degli sviluppi melodici di determinati canti.Uno spazio particolare, inoltre, sarà riservato alla prassi musicale liturgica di due realtà assolutamente singolari e specificamente “italiane”. La prima è l’Abbazia Greca di Grottaferrata, fondata da S. Nilo di Rossano nel 1004, dove, a partire dagli inizi del Novecento, dopo secoli di progressiva latinizzazione, si assistette, soprattutto per opera dello ieromonaco Padre Lorenzo Tardo, a una straordinaria rifioritura del canto liturgico bizantino.
La seconda è la Diocesi greco-cattolica degli Arbëresh (Albanesi) di Sicilia: si tratta di cinque paesi, il più importante dei quali è Piana degli Albanesi, la cui tradizione musicale liturgica – ancora oggi esclusivamente affidata all’oralità – risale a più di cinquecento anni fa, quando, dopo la caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi nel 1453, ebbe inizio un massiccio esodo di popolazioni albanesi e greche dall’Albania e dalla Morea verso la Sicilia e altre regioni dell’Italia meridionale.

La Giornata di Studi si concluderà con il concerto del Coro Aghiopolitis di Atene, diretto da Ioannis Arvanitis, autorevole studioso e interprete del canto liturgico bizantino di indiscussa fama internazionale. Il programma previsto per il concerto presenta caratteri di assoluta originalità artistica e scientifico-documentaria, in quanto – evento pressoché unico – sarà incentrato su repertori desunti da codici custoditi presso biblioteche italiane. Di eccezionale interesse l’esecuzione in prima mondiale di alcuni canti inediti di origine italo-greca desunti da alcuni codici custoditi presso la Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina, che finalmente il pubblico avrà la possibilità di ascoltare dopo quasi mille anni di silenzio.

Nell’immagine
Cristo risorto fra gli angeli, con San Giovanni Damasceno e i suoi monaci che indicano l’Inferno: miniatura dal codice Messanensis Graecus 51, f. 52v (Paracletica con notazione musicale paleobizantina, fine secolo XII, Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina).

Giornate di studio dedicate al maestro Luigi Squarzina

Nel mese di ottobre si svolgeranno due giornate di studio dedicate al maestro Luigi Squarzina, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia,  in occasione della donazione alla Fondazione Giorgio Cini della sua ricca Biblioteca. Costituita da circa cinquemila volumi, questa collezione libraria di uno dei maggiori registi italiani del secondo Novecento, rappresenta un importantissima fonte per lo studio del suo lavoro di drammaturgo e traduttore.

Nel corso dell’incontro si affronteranno le problematiche relative alla raccolta di documenti per la storia dello spettacolo e alla conservazione della memoria per l’attività artistica nell’ambito della regia. Parteciperanno come relatori Carmelo Alberti, Franca Angelini, Elena Bartoni, Maria Ida Biggi, Silvia Danesi Squarzina, Paolo Puppa, Elio Testoni, Alessandro Tinterri e Pier Mario Vescovo.

martedì 18 ottobre e mercoledì 19 ottobre

Martedì 18 ottobre, ore 15.30
Fondazione Giorgio Cini

Luigi Squarzina regista e drammaturgo

Interventi di:
CarmeloALBERTI (Università Ca’Foscari Venezia)
Franca ANGELINI (Istituto di Studi Pirandelliani, Roma)
Claudio LONGHl (Università IUAV di Venezia)
Paolo PUPPA (Università Ca’Foscar; Venezia)
Piermario VESCOVO (Università Ca’Foscari Venezia)

Al termine l’attore Eros Pagni leggerà un brano da un testo di Luigi Squarzina.

Info
Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo
tel.+39 041 2710234
fax +39 041 2710215
e-mail teatromelodramma@cini.it

The Seventh World Conference on the Future of Science

La settima edizione della World Conference on the Future of Science organizzata dalla Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Giorgio Cini, è dedicata a una delle più grandi frontiere della ricerca scientifica: la mente intesa come l’essenza dell’umanità. Alcuni fra i maggiori protagonisti della ricerca mondiale racconteranno gli ultimi progressi delle conoscenze sul funzionamento e sull’evoluzione della mente umana, un universo ancora in parte inesplorato che ci caratterizza come specie e dal quale dipende il nostro futuro.

Le emozioni, le decisioni, l’empatia, le “altre menti” animali, la nascita delle credenze, le intelligenze biologiche e quelle artificiali, i neuroni specchio, la forza dei ricordi, i sogni e il sonno, le peculiarità del linguaggio umano, la coscienza e le sue disfunzioni, sindromi, psicosi e malattie del sistema mente-cervello, ma anche le neuroscienze della musica, delle arti e del piacere. La conferenza è rivolta a tutti. Per conoscere le modalità di iscrizione e scaricare il programma completo clicca qui.

Etnomusicologia

Convegno a cura di Francesco Giannattasio e Giovanni Giuriati

L’insegnamento dell’etnomusicologia si è ampiamente diffuso nel corso degli ultimi decenni nelle Università italiane e sta affermando la propria presenza anche nei riformati Conservatori di Musica. Il Convegno, al quale sono stati chiamati a partecipare tutti i docenti di etnomusicologia delle università italiane ed una rappresentanza di coloro che insegnano questa disciplina nei Conservatori, intende affrontare una serie di questioni che animano il dibattito attuale tra gli addetti ai lavori. Tra queste:

1) L’ampia e crescente diffusione degli insegnamenti di etnomusicologia nelle Università e nei Conservatori, nonché una sempre più larga presenza della prospettiva interculturale nell’educazione musicale di base che rendono attuale e sempre più condivisa la questione di come insegnare questa disciplina (e cosa insegnare) a diversi livelli del processo formativo.

2) La profonda trasformazione dell’oggetto di studio e dei contesti culturali nei quali tradizionalmente gli etnomusicologi conducono le loro ricerche costringe a ripensare metodi e oggetti dell’insegnamento, nonché i materiali e i supporti didattici.

3) Un mutato quadro istituzionale, ancora in movimento, a livello universitario, dell’Alta formazione musicale, e anche della scuola di base, obbliga a dover ripensare la collocazione della disciplina nei curricula di insegnamento ad ogni livello.

4) Non meno cruciale è la questione dei cosiddetti “sbocchi professionali” che obbliga a riflettere sulle modalità con cui perseguire le possibili opportunità nel campo dell’insegnamento o della mediazione culturale.

Nel corso delle due giornate di dibattito, aperto al pubblico ma, per il suo carattere specifico d’incontro tra gli addetti ai lavori, rivolto soprattutto a una riflessione interna tra i partecipanti, oltre agli interventi dei docenti di etnomusicologia, saranno presenti anche rappresentanti istituzionali del Consiglio Universitario Nazionale e dell’Associazione dei Docenti Universitari Italiani di Musicologia (ADUIM). Nel corso dei lavori verranno anche presentati un ‘Primo censimento degli insegnamenti di etnomusicologia in Italia’ e un volume Fare etnomusicologia oggi, a cura di Claudio Rizzoni, contenente interviste a numerosi esponenti dell’attuale etnomusicologia italiana proprio su alcuni dei temi che verranno affrontati nel Convegno.

Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
Segreteria:
tel. +39 041 2710357 +39 041 5230555
e-mail musica.comparata@cini.it