Riprendendo gli argomenti riguardanti la vita, la cultura e l’arte di oggi, già trattati nel 1962 e nel 1964 da un punto di vista generale e in relazione al contemporaneo sviluppo industriale, l’VIII Corso Internazionale d’Alta Cultura studierà i problemi e le prospettive che la città di oggi – fenomeno nuovo e decisivo nella storia – presenta nel tessuto vario e complesso della civiltà contemporanea. Oggi infatti più che mai tale fenomeno ha investito le espressioni umane: dalla struttura sociale alla vita politica, dall’organizzazione tecnica ed economica alla creazione artistica e letteraria, dalla sensibilità spirituale alla vita religiosa. Sono questi gli aspetti e i problemi in cui la città è intervenuta in senso determinante, e che saranno studiati nella loro consistenza, nei loro valori, nei loro riflessi, con metodo rigorosamente scientifico.
La XXXIII Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea, la XXVII Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il XXV Festival Internazionale di Prosa, il XXIX Festival Internazionale di Musica Contemporanea daranno occasione di eccezionali esperienze e conferme nell’ambito del tema proposto.
Volume Il fenomeno «città» nella vita e nella cultura d’oggi
Il X Corso Internazionale d’Alta Cultura si propone di esaminare quali valori che ci vengono dal passato – remoto o vicino – abbiano ancora senso e forza nel mondo d’oggi, e di studiare come e quali valori siano emersi o stiano emergendo in forme diverse dalle situazioni che già ora appaiono tipiche della nostra epoca. Il Corso si articolerà nelle discussioni dei valori dell’essere, della persona, della società, in un quadro
in cui, naturalmente, troveranno posto i problemi e gli aspetti filosofici, religiosi, sociali, artistici, economici, di costume e di stile, in cui si esprime e si riconosce l’uomo moderno.
La XXXIV Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea, il XXVII Festival Internazionale del Teatro di Prosa, il XXXI Festival Internazionale di Musica Contemporanea daranno occasione a esperienze e approfondimenti nell’ambito del tema proposto.
I concetti di simmetria e di analogia stanno, nella civiltà contemporanea, imponendosi nei campi più diversi della vita e dello spirito. Dalla matematica e dalla fisica si sono estesi non solo alla filosofia, ma anche alla sociologia e all’economia, all’etica e alla politica, e più recentemente alle arti, alle lettere e persino alla storiografia.
La corrispondenza nell’ordine e nella proporzione che le varie parti hanno tra loro e rispetto al tutto, e l’equa ripartizione degli elementi nella costituziune di un insieme; e d’altra parte l’identità o la somiglianza di rapporti fra ordini di cose diverse, si pongono nella nostra civiltà universalistica e pluralistica come concezioni-base. Il corso sarà caratterizzato da ampie aperture verso il linguaggio poetico e le opere d’arte; e dall’inserimento di un discorso storico in quello scientifico e viceversa, non con un semplice accostamento di punti di vista, ma attraverso un rigoroso confronto, coordinato in anticipo, fra prospettive psicologiche, filosofiche, epistemologiche, storiografiche, socio-economiche, letterarie ed artistiche.
Nel XVI Corso Internazionale di Alta Cultura sarà esaminata e studiata un’epoca che è di fondamentale interesse ideologico, culturale e sociale per la vita contemporanea: cioè il Romanticismo negli aspetti e nei problemi, nelle manifestazioni e negli sviluppi che attraverso i vari romanticismi – da quello più propriamente storico alle varie forme di contestazioni irrazionali – si sono susseguiti fino ad oggi. Come nei precedenti Corsi dedicati al Medio Evo e al Rinascimento, lo studio sul movimento romantico sarà condotto – con impostazione di carattere europeo e interdisciplinare – attraverso l’indagine degli aspetti storici, artistici, filosofici, politici, ideologici atti a porne in luce le idee-forza e la complessa fenomenologia. Le tendenze e gli aspetti del teatro romantico saranno trattati nel Corso particolare di cui è unito il programma: altre lezioni e seminari integrativi saranno annunciati negli appositi calendari settimanali.
Volume Tiziano e il Manierismo europeo
In conformità all’impostazione e al metodo dei Corsi sul Barocco e sull’Umanesimo che ebbero, nel settembre del 1959 e 1960, singolare successo, questo III Corso d’Alta Cultura a carattere internazionale si propone di illustrare il Rinascimento a Venezia in confronto e in relazione con quello d’altri luoghi d’Italia e d’altri Paesi europei, con particolare riguardo alle arti figurative e ai rapporti fra pensiero, cultura, lettere, musica, arti minori.
Le grandi Mostre storiche «Carlo Crivelli e i Crivelleschi» e «Il Mantegna e i Mantegneschi», organizzate rispettivamente a Venezia e a Mantova, e il Convegno Internazionale «Arte, pensiero e cultura a Mantova nel primo Rinascimento in rapporto con la Toscana e con il Veneto», il quale avrà quali giornate veneziane il 29 e 30 settembre, offriranno eccezionali possibilità di approfondire genesi e sviluppi del Rinascimento culturale e figurativo veneziano.
Le lezioni e le esercitazioni si svolgeranno dal 9 settembre al 1 ottobre a Venezia, all’Isola di San Giorgio Maggiore, sede della Fondazione Giorgio Cini, e negli ambienti artistici più adatti all’argomento studiato (gallerie, chiese, palazzi, ecc.), e saranno integrate da riunioni di seminario.
La scelta di un tale tema di studio ha concorso, in una certa misura, a illuminare l’opera del pittore Vittore Carpaccio, di cui era stata allestita una mostra al Palazzo Ducale, sotto la direzione di Pietro Zampetti, nel quadro delle Mostre biennali d’antica arte veneta.
Il problema dell’«Oriente» nei grandi pittori del Quattrocento veneziano è un problema tuttora vivo e discusso: che esso sia un’Oriente reale o poeticamente rievocato importa fino a un certo punto.
Ciò che più importa, a nostro modo di vedere, è il fatto che questa visione orientalizzante si sia verificata a Venezia e abbia permeato di sé la pittura veneziana del Quattrocento, a tal punto da costituire una delle sue caratteristiche fondamentali; ed è naturale che sia avvenuto così, perché in Venezia esistevano i presupposti più lontani di questo «orientalismo», offerto anche dalle sue chiese e dai suoi palazzi; perché nei veneziani ci fu sempre un’aderenza intellettuale, e oserei dire affettiva, a forme di importazione orientale e precipuamente bizantine che andava al di là della pura e semplice importazione delle idee, considerando tali forme come parti integranti di un costume di vita, di una tradizione liberamente accettata.