Convegni e seminari – Pagina 39 – Fondazione Giorgio Cini

CIAC – XXXIV CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

Le grandi mostre d’arte, quando sono l’atto conclusivo di studi originali e ripensamenti critici, o di nuove scoperte documentarie o messe a punto e sistemazioni storiche, costituiscono anche il momento per riflessioni, analisi, interrogazioni che vanno al di là dello stretto terreno della storia dell’arte, che pur ne è l’occasione, per toccare problemi più vasti di condizioni storiche, di interrelazioni sociali, di prospettive culturali, di vicende economiche, di vita morale. La mostra dedicata nell’autunno del 1992 dalla città di Bassano del Grappa al suo maggior pittore, Jacopo dal Ponte, da essa detto appunto il Bassano, che vedrà anche la pubblicazione, da tanto tempo auspicata, di quel fondamentale inedito che è il libro dei conti della sua bottega, è uno di questi eventi, ed esso fomirà dunque il tema generale al XXXIV Corso di Alta Cultura che si terrà a San Giorgio dal 29 agosto al 12 settembre prossimi. Jacopo Bassano per quasi tutta la vita ha operato nella città natale: le particolarità stilistiche e iconografiche della sua produzione, la tradizione pittorica cui egli ha dato vita, il funzionamento della sua bottega, le numerose e diverse committenze con cui si è trovato in rapporto, il ruolo da lui assunto come artista, sono elementi che evidenziano una condizione artistica ed umana strutturalmente legata a quella cultura di terraferma spesso chiamata «provinciale», sia rispetto a Venezia sia ad altre capitali del secondo Cinquecento italiano. Ma proprio perché, pur nella sua unicità, la vicenda dell’artista può essere considerata esemplare delle condizioni in cui operavano al suo tempo gli artisti veneti di terraferma, essa suggerisce temi e problemi la cui esplorazione serve ad approfondire contemporaneamente altre situazioni e condizioni della vita artistica e intellettuale, derivandone una migliore conoscenza dei caratteri linguistici e degli ambiti sociali e culturali in cui una vocazione poteva allora manifestarsi e svolgersi. Di qui, accanto ad un percorso più direttamente centrato sul pittore di Bassano, l’allargarsi del corso a temi che investiranno una più ampia area del rapporto capitale-centri periferici nell’ambito della geografia della repubblica veneta, temi sociologico-antropologici, temi religioso-devozionali sulla scia delle nuove disposizioni relative all’arte sacra emanate dal Concilio di Trento, temi legati alla struttura agricola dei territori e alle stratificazioni e «mentalità» propri della società contadina, temi infine della dialettica mare-terra che nessun altro «stato» italiano visse con tale intensità nel secolo qui considerato. Da un grande episodio di arte cinquecentesca, ai caratteri più significativi di una storia che quell’arte ha in parte rappresentato, in parte suggerito, in parte sofferto o sublimato, che è comunque ad essa esistenzialmente e inestricabilmente intrecciata.

CIAC – XXXVI CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

“Caratteri e ritratti” poneva accanto, nella sua Crestomazia, il Leopardi; così si snoderà la ricerca dell’identità attraverso la divinazione delle congetture: dal costituirsi della rappresentazione umana nel mondo antico al ritratto per simbologie e metafore, per segni, per biografie, nelle arti, nelle lettere, nella speculazione scientifica. Il Corso percorrerà la storia e i modi del far presente attraverso il ritratto (e l’autoritratto), come forma e modo di un “conoscere se stesso”, dalla fascinazione dello specchio all’apologo di Narciso, sino all’impossibilità ultima di una definizione: il Ritratto d’ignoto del XX secolo.Volume Le metamorfosi del ritratto

CIAC – XXXVIII CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

Il Corso di Alta Cultura opera le proprie scelte anno per anno, tenendo anche presenti particolari ricorrenze storiche (di eventi o di anniversari di grande importanza) oppure l’affiorare nell’evoluzione della cultura mondiale di interessi o di problematiche nuove, l’aprirsi o il chiudersi di situazioni o di problemi storici che hanno particolarmente inciso sulla società del nostro tempo.Nell’imminenza del 1997 – e, com’è uso in questi casi a San Giorgio, con opportuno anticipo – si coglierà l’occasione della bicentenaria ricorrenza della fine della Serenissima Repubblica. Una ricorrenza che verrà doverosamente ricordata dalla Fondazione che a Venezia è sorta e che alla civiltà veneziana ricollega la maggior parte delle sue iniziative – non prendendo in considerazione solamente gli eventi politici quanto ponendo a fuoco causalità prossime e remote, le condizioni interne e internazionali di quel momento storico, l’evoluzione o il tramonto delle ideologie settecentesche, lo sfaldarsi delle istituzioni politiche e sociali della Repubblica, i nuovi orientamenti della vita non soltanto politica ma soprattutto economica e culturale di Venezia e la nuova vocazione della città nel corso dell’Ottocento, prima e dopo l’Unità.

Una visione il più possibile articolata nei limiti della durata del corso, delle problematiche intorno a Venezia nei suoi vari momenti, che miri a dare il senso “storico” di quel che la Repubblica ha significato, i modi della vita sociale, l’evoluzione delle istituzioni culturali, i mutamenti intervenuti per quel che riguarda la città e la sua funzione nel quadro delle nuove realtà, alcune delle figure più importanti nell’arte, nelle lettere e nella cultura, da Tiepolo a Casanova, da Canova al Foscolo, gli eventi culturali e le trasformazioni di percezione che la parola Venezia suscita.

Il Corso Internazionale di Alta Cultura è un’iniziativa comune della Fondazione Giorgio Cini e della Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia. Esso è parte di un progetto di collaborazione fra le due Fondazioni nell’attività di formazione, il quale comprende l’insieme dei corsi e delle manifestazioni ad essi collegate che si svolgono lungo l’anno nell’isola di San Giorgio Maggiore.

Volume Le metamorfosi di Venezia, da capitale di stato a città del mondo

CIAC – XL CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

Dopo il declino del mondo antico, quantunque la civiltà bizantina abbia continuato a testimoniare della grecità classica, una nuova e impetuosa riscoperta e ripresa di conoscenza e di vitale influenza ha caratterizzato quel nuovo umanesimo, in particolare italiano, fondamento della civiltà che chiamiamo moderna.Di questa ripresa e rinascita Venezia è stata uno dei focolai più fervidi e attivi, e per la posizione stessa e i rapporti che lo stato veneziano ebbe nel Mediterraneo greco fin quasi alla caduta della Repubblica, uno dei centri di elaborazione, di contatti e di esperienza più intensi e vivi.

Il Corso studierà, in alcuni suoi momenti, figure ed eventi di maggior significato, lo svolgersi di questa esperienza, da quel che della grecità rimase nell’irradiazione di Bisanzio, all’eredità dei codici greci di Bessarione, al collezionismo archeologico del Grimani, a Manuzio, al fiorire del mito greco nella grande arte veneziana del Cinquecento, e fino all’ellenismo foscoliano e al neoclassicismo di Canova, in una serie di lezioni che comprenderanno eventi storici e quadro sociale, analisi di documenti scritti e di monumenti della civiltà figurativa, persistenze e diramazioni culturali di una delle vicende intellettuali più profonde e affascinanti dei rapporti Oriente-Occidente.

Volume L’eredità greca e l’ellenismo veneziano

CIAC – XLII CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

Il tempo corre, ruit hora, ma ogni minuto e ora, giorno e settimana, stagione e anno e secolo e millennio, ricomincia da un punto zero: tutto transita e fugge, eppure il ciclo sempre riprincipia: mentre eguali e fugaci labuntur anni, tuttavia celebriamo “interruzioni instauratrici” di un nuovo tempo che sembrano fornire nuovo ordine al mondo: l’anno sabbatico ebraico, il giubileo cristiano; o le “riforme di calendario” che hanno pensato sincronica la nostra descrizione del tempo ai ritmi del cosmo (riforma gregoriana) o ai principi di una Rivoluzione politica (calendario della Rivoluzione francese, numerazione dell’era fascista, etc.).
Il tempo si azzera in un luogo (meridiano di Greenwich), riprincipia in un’ordalia (Germania anno zero), si accumula in un’economia che esalta lo scadere (zero coupons).
Non soltanto l’anno zero pareggia, solca, divide, addita un di là; ma ancora l’istante zero acumina il punto d’equilibrio oltre il quale già scatta, divampa, lo start: la corsa, il lancio del missile, l’attimo che preme sull’azione.
L’affinarsi delle misurazioni, nella scienza contemporanea, ha aumentato ed approfondito, dalla temperatura alla massa, lo zero assoluto:mai come oggi il compimento e il nulla sono così prossimi.
Tutto è stato liberato, tutto è finito: resto zero.

CIAC – XLIV CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

Come ha segnalato una lunga tradizione di studi nel Novecento (da Mauss a Benveniste a Starobinski), le società e i riti dello scambio si intersecano con quelli del dono, l’economia della reciprocità e del patto s’intreccia con quella dell’oblazione e del gratuito. La situazione vale per il sistema economico, per quello dei valori etici, per l’ambito simbolico, in una lunga durata che va dalla teologia (“Qui salvando salvas gratis…”), all’onore cavalleresco – sino ai fantasmi di don Chisciotte -, dalla subventio pauperum al “beau geste” decadente e anarchico, alle attuali forme di volontariato.
Studiare in un ampio arco cronologico e di discipline (dall’economia all’estetica, dall’etica alla storia sociale, alla letteratura) le “forme e i valori del gratuito” permette di interpretare una parte cospicua della storia d’Occidente e d’Oriente, dalla quale talvolta emergono, come relitti linguistici, formule che un tempo normarono vite: noblesse oblige.

CIAC – XLV CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

(Vedi tutte le edizioni dal 1959 al 2003)

Tutto si raccoglie nell’infanzia, sviluppo e memoria, formazione e destino. Poiché le epoche sembrano dire: “il futuro è nell’origine”. Così il virgiliano Puer che farà rinascere l’età dell’oro, così il ricordo dell’infanzia che, rimosso o riaffiorante, riporta alla nostra identità: da Freud a Proust.

Ma infanzia è pure il luogo incerto ove colui che “non sa parlare” (infans) è già oggetto dei disegni altrui: su di esso si esercita l’educazione, la scuola, e la fabbrica: proletari erano – e sono ancora in molte parti del mondo – coloro che potevano contare non sul capitale, ma sulla prole. La prole, nella sua stessa origine, è frutto di natura: prolifica, essa stessa, la madre di tutto il creato. Ma artificiale sta divenendo, con i suoi parti, sempre più eugenetici. Sempre più abbandonati: “bimbi di strada”, in America latina, “bimbi dello schermo”, in un Occidente di frenetiche solitudini. Nell’immaginario mitico, l’infanzia non è più compenso giocoso e libero all’irrigidirsi delle abitudini e delle manie del senex: a Qui, Quo, Qua si sostituisce, oggi, il Niño, il sotterraneo impulso di ogni mutamento di clima ed ira della Natura, di cui siamo complici e spettatori.

I tempi dell’iniziazione, dell’ingresso in società erano lunghi: infanzia, puerizia, adolescenza, giovinezza: l’età adulta era riconosciuta, sancita, dopo il superamento dì varie prove, culturali e civili, dalla “maturità” scolastica al servizio militare. Oggi il tempo dell’infanzia si è fatto “corto”: interdetto ai minori resta pochissimo, mentre molto viene offerto al loro consumo. Il perno dell’identità familiare e scolastica si assottiglia e nuovi modi di aggregazione precaria subentrano.

La crisi del principio di autorità rende incerto il luogo dell’obbligo e la fonte del merito. Nell’infanzia si specchiano le ansie di una società che si dà poco futuro e poca ‘attesa di senso’: come ha scritto Roland Barthes, l’infanzia è un luogo ove il ritmo di vita più conta che l’azione o l’oggetto: << il fascino di una quotidianità senza avvenimenti >>.

Sapremo mantenere – nel secolo che inizia – queste clairières, isole di luce e di senso nel fitto addensarsi degli eventi ?

XXVII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

Anche nel 2010, come da tradizione, si svolge alla Fondazione Giorgio Cini il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai “Umberto ed Elisabetta Mauri”, giunto alla sua ventisettesima edizione.

Il Seminario, che consiste in un corso di specializzazione a livello di master, è rivolto a trenta librai professionisti selezionati e si svolge sull’isola di San Giorgio Maggiore dal 24 al 29 gennaio.

CIAC – I CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA. Barocco Europeo e Barocco Veneziano Aspetti e problemi

Primo Corso Internazionale di Alta Cultura

Barocco Europeo e Barocco Veneziano
Aspetti e problemi

VOLUME: Barocco Europeo e Barocco Veneziano
a cura di Vittore Branca – Sansoni 1962

(Vedi tutte le edizioni dal 1959 al 2003)

 

Il Comune di Venezia, in occasione della Mostra «La pittura del Seicento a Venezia e nel Veneto», organizzata dalla sua Direzione delle Belle Arti e che resta aperta dal 27 giugno al 25 ottobre, promuove, in collaborazione con il Centro di Cultura e Civiltà della Fondazione Giorgio Cini, un Corso di conferenze e lezioni sul tema Barocco europeo e barocco veneziano.

 

Il Corso, a carattere internazionale, si svolge dal 12 settembre al 4 ottobre a Venezia, parte all’lsola di San Giorgio Maggiore, sede della Fondazione Giorgio Cini, dove il Rinascimento, portato a fastigi dal Palladio, ha avuto il suo esito barocco nel monumentale scalone e nella mirabile biblioteca del Longhena, e parte a Ca’ Pesaro, canto del cigno del Longhena, dove ha sede la Mostra della pittura a Venezia nell’età barocca.

 

Il Corso si propone di illustrare le correnti spirituali, intellettuali, culturali e artistiche che ebbero i loro riflessi e la loro espressione nel barocco figurativo di cui l’Europa ridonda e Venezia offre la Sua singolare interpretazione. È per ciò prevista una serie di conferenze sul concetto di barocco e sul barocco storico, sulle espressioni del barocco nei vari paesi e nelle varie arti (e quindi con riguardo non soltanto alla storia dell’arte figurativa, ma anche a quella della musica e delle lettere), e in particolare sul barocco figurativo a Venezia.

Le conferenze sono integrate da lezioni esplicative e illustrative di carattere particolare, da svolgersi in presenza d’opere d’arte figurativa, e cioè con visite alla Mostra «La pittura del Seicento a Venezia e nel Veneto», a monumenti e gallerie, a città e ville nelle vicinanze.

Un utile complemento al Corso viene offerto dall’esecuzione di musiche secentesche, espressamente curata sia dal Centro di Cultura Musicale del Conservatorio di Musica «Benedetto Marcello» di Venezia, nell’ambito delle sue «Vacanze musicali», sia dalla Fondazione Giorgio Cini.

Amor profano e amor sacro

La rassegna di conferenze in programma alle Sale Apollinee del Teatro
La Fenice nei giorni 21 maggio, 10, 20 e 26 giugno, 6 ottobre alle ore 20.00, è
organizzata dall’Archivio Musicale Guido Alberto Fano in collaborazione
con il Teatro La Fenice e con l’Istituto per la Musica della Fondazione
Giorgio Cini.
Il ciclo trae spunto dal celebre dipinto di Tiziano, Amor sacro e amor
profano
, che raffigura con complessa simbologia ermetica i due volti
contrapposti o complementari dell’amore: quello terreno e quello
spirituale. Liberamente ribaltato, il titolo diviene pretesto per
inquadrare la musica vocale e da camera di Guido Alberto Fano in nuovi
contesti tematici, che attraverso varie declinazioni musicali del tema
amoroso ricreano una commistione di elementi pagani e spirituali,
analogamente a quanto avviene nell’opera di Tiziano. Il collegamento
concettuale con la produzione musicale di Fano è molto forte, perché
nei princìpi estetici che guidano l’attività creativa del musicista nel
corso della sua lunga e tormentata carriera artistica, la dialettica
fra l’idea dell’amore terreno, carnale e tentatore, e quella dell’amore
celeste, puro e soave, riveste un ruolo di grande rilievo.

6 ottobre: Ero e Leandro
Mattia Ometto, pianoforte
Conferenza di Vitale Fano

20 giugno: Del crudo amor
Lorenzo Regazzo, basso – Dimitri Romano, pianoforte
Conferenza di Carlida Steffan

10 giugno: TOSCANINI. “Nel mio cuore troppo di assoluto”
Quartetto di VeneziaEve Wolf, pianoforte – Giuseppe Laudani, tromba – Loriano della Rocca, voce recitante.
Conferenza di Harvey Sachs

21 maggio: Lirica italiana tra favola e mito
Gabriella Costa
, soprano – Elda Laro, pianoforte.
Conferenza di Vitale Fano