Convegni e seminari Archives - Pagina 42 di 49 - Fondazione Giorgio Cini

Vittore Branca 2009

All’interno del rinnovato progetto culturale che è alla base delle attività della Fondazione Giorgio Cini, si è venuta in questi ultimi anni precisando e arricchendo l’iniziativa di un Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana intitolato a Vittore Branca. Nel segno di una continuità con le lezioni del “Professore”, al centro del programma scientifico e didattico della Scuola si è scelto di mettere la storia della Civiltà Italiana nella varietà e nella complessità delle sue manifestazioni culturali e artistiche, a cominciare da quelle letterarie, per abbracciarle in seguito tutte.

Il Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca” è dedicato allo studio del rapporto che ha legato Venezia e la civiltà italiana durante i tre secoli di modernizzazione europea. Dopo aver affrontato nel biennio scorso prima il Settecento e poi l’Ottocento, l’edizione del 2009 si concentrerà sul primo Novecento con il proposito di esaminare l’impatto del processo di modernizzazione sulla fragile identità nazionale italiana, affermatasi da pochi decenni e subito messa alla prova da una crisi radicale, che riapre la discussione sull’intero sistema di valori culturali trasmesso dalla tradizione.

All’indomani del colpo di pistola che annuncia il secolo nuovo con il regicidio di Monza, il Novecento affronta una sequenza quasi ininterrotta di guerre e rivoluzioni, di cambiamenti e innovazioni, di proclami e dibattiti, che impegneranno intere generazioni di artisti e intellettuali alla ricerca di una via d’uscita. Assai faticosa da trovare, al punto che la svolta apparirà di nuovo possibile soltanto dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale e quella che è stata riconosciuta come la “morte della patria”. Venezia, in questo contesto, si offre come luogo ideale della decadenza di ogni civiltà umanistica, fino a diventare emblematica metafora di “morte”, ed esempio privilegiato della pervasività dei processi di modernizzazione che niente e nessuno si può illudere di fermare.

Il Corso, specificatamente rivolto agli studenti del biennio, ai dottorandi e ai dottori in materie umanistiche, raccoglierà attorno a questo centro tematico, con lezioni e seminari,un gruppo di docenti tra i quali: Alberto Abruzzese, Luigi Ballerini, Alfonso Berardinelli, Cesare De Michelis, Franco Fiorentino, Sergio Givone, Silvio Lanaro, Franco Monteleone, Lorenzo Ornaghi, Silvio Ramat, Giorgio Tinazzi, Claudio Vicentini. La lezione conclusiva sarà tenuta da Ernesto Galli della Loggia.

Si ringraziano gli sponsor che hanno gentilmente concesso le borse di studio Arnoldo Mondadori Editore, Marsilio Editori, Fondazione di Venezia, RCS Libri, «Il Sole 24 Ore», Veneto Banca e Fondazione Giorgio Cini.

 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
21 giugno 2009 – 03 luglio 2009

La quota di iscrizione al Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca” è di € 120,00 e deve essere versata direttamente alla segreteria il primo giorno del Corso. Per iscriversi è necessario compilare il form di iscrizione.

Per informazioni riguardanti i mezzi di trasporto lagunari ACTV, si consiglia di contattare ‘HELLOVENEZIA’ (tel. 041 2424) per trovare soluzioni rispondenti alle singole esigenze.

Per ulteriori informazioni
Fondazione Giorgio Cini onlus
Segreteria – Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca”
Isola di San Giorgio Maggiore
30124 Venezia
Tel. 041 2710227 – Fax 041 5223563
e-mail scuola.branca@cini.it
www.cini.it

John Dunstaple (ca. 1390-1453). English Polyphony in Fiftheenth-Century Italy

Il seminario verrà dedicato all’opera di John Dunstaple (ca. 1390-1453), matematico, astronomo e compositore inglese che esercitò una straordinaria e decisiva infl uenza sulla polifonia del primo Rinascimento europeo in generale e italiano in particolare. Infatti, la maggior parte delle sue composizioni è conservata in fonti italiane: a Trento, Modena, Aosta
e Bologna, il che ha consentito di rilevare, al di là della grande fortuna del compositore, la “mentalità” delle trascrizioni locali.
L’opera di Dunstaple comprende, oltre a cinque cicli di ordinario e quattordici mottetti isoritmici, più di venticinque mottetti non isoritmici ad uso liturgico o paraliturgico: inni, sequenze o antifone generalmente mariane.
È in queste ultime che viene spesso utilizzata, e anzi “trasformata”, l’immaginistica metaforica del Cantico Salomonico, tematica centrale del seminario.

All’impatto dell’opera di John Dunstaple e dei suoi connazionali in Italia nel primo Rinascimento verranno dunque dedicati sia il lavoro seminariale che la Giornata Internazionale di Studio 2009 a conclusione della quale, il 23 maggio, si terrà il concerto finale. Nella mattinata di domenica 24 maggio avrà luogo una tavola rotonda cui parteciperanno
tutti gli studiosi presenti.

La Cina e l’Occidente oggi. Lezioni da Matteo Ricci

Il convegno, ideato dalla Fondazione Giorgio Cini con la collaborazione scientifica di Michela Fontana – autrice del libro Matteo Ricci, un gesuita alla corte dei Ming –, prende spunto dai valori espressi dal gesuita maceratese, nella sua originale e pionieristica opera di “mediazione culturale” tra Cina ed Europa. L’incontro si propone di offrire a un pubblico selezionato, composto da storici, economisti, politici, imprenditori e opinion leaders, spunti di rifl essione originali in ambito storico, culturale, politico ed economico, al fine di favorire il dialogo tra Cina e Occidente.

Il convegno è strutturato in tre giornate. Nella prima, La Cina da Matteo Ricci ad oggi, si partirà dall’opera di Matteo Ricci nel campo scientifico e della filosofia morale, per poi proporre, valutando gli sviluppi dell’interazione tra i gesuiti che lo seguirono e gli intellettuali cinesi, una riflessione sull’evoluzione dei rapporti tra Occidente e Cina, precisandone il contesto storico, dall’epoca imperiale alla rivoluzione economica odierna.

La seconda giornata, L’alterità cinese: mito o realtà, sarà dedicata all’individuazione e all’analisi delle forme assunte nel tempo da tale alterità (reale o presunta) e che tutt’ora compongono quello che agli occhi dell’Occidente è l’enigma cinese.

L’obiettivo della terza giornata, Cina e Occidente oggi: quale ruolo per l’Italia, sarà la valutazione, sulla scorta appunto dell’esempio di Matteo Ricci, del ruolo specifico che il nostro Paese, in virtù della propria tradizione e vocazione, può svolgere nello sviluppo di relazioni innovative tra la Cina e l’Occidente. In particolare, sarà affrontato il tema dell’immagine dell’Italia in Cina e di come il nostro Paese possa promuovere un originale modello di cooperazione culturale.

Il programma del convegno è completato, alla fine della seconda giornata, dal Concerto di musica tradizionale cinese GuQin e lettura di poesie a cura di Luca Bonvini e, la sera della terza giornata, dalla rappresentazione a San Giorgio di uno spettacolo teatrale ispirato alla vicenda di Matteo Ricci dal titolo Matteo Ricci, un gesuita e scienziato alla corte dei Ming, diretto e interpretato da Ruggero Cara.

Saranno presenti tra gli altri: Geremie Barmé, Marianne Bastid-Bruguière, Boris Biancheri, Gregory Blue, Timothy Brook, Paolo Bruni, Renzo Cavalieri, Timothy Cheek, Corrado Clini, Davide Cucino, Benjamin Elman, Ronnie Hsia, Luo Hongbo, François Jullien, Giancarlo Lanna, Maurizio Marinelli, Eugenio Menegon, Ignazio Musu, Romeo Orlandi, Antonio Paruzzolo, Beniamino Quintieri, Federico Rampini, Cesare Romiti, Maurizio Scarpari, Luo Xiapeng, Yongjin Zhang.


Questo convegno è realizzato grazie al contributo di

Casinò di Venezia
Consorzio Venezia Nuova
Thetis SpA
Fondazione Banco di Sicilia

Corso di flauto Ottomano-Turco Ney 2009

L’istituto interculturale di studi musicali comparati organizza il corso di flauto ney a cura di Kudsi Erguner, uno dei più noti interpreti di questa tradizione musicale. Il ney
è uno strumento dal passato millenario, divenuto nel corso dei secoli
l’unico strumento a fiato adottato negli ensembles di musica classica
persiana, araba, ottomanoturca e centro-asiatica. Col tempo, il ney ha acquisito un particolare valore in seno alla cultura sufi: dal IX d.C., infatti, è uno tra i rari strumenti musicali impiegati nell’incontro cerimoniale sufi detto samâ‘, “ascolto, audizione”, dalla confraternita dei “dervisci rotanti”.

video

Kudsi Erguner,
nato nel 1952, si ricollega autorevolmente a questa tradizione
spirituale e musicale provenendo da una nota e ormai secolare famiglia
di neyzen che inizia con il nonno Süleyman Erguner (1902-1953) e
prosegue con il padre Ulvi Erguner (1924- 1974), celebre solista del
suo tempo e direttore del Dipartimento di Musica Tradizionale della
Radio d’Istanbul. Con più di cinquanta registrazioni a suo nome e con
svariate collaborazioni nel campo della musica, del teatro (Peter
Brook), del cinema (Martin Scorsese, Marco Ferreri) e della danza
(Carolyn Carlson, Maurice Bejart) Kudsi Erguner è oggi,
indiscutibilmente, il più noto neyzen a livello internazionale, insieme al fratello Süleyman (1957) e a Niyazi Sayin (1927). Il livello del corso è medio-avanzato.

 

 

 

Partecipazione previa iscrizione musica.comparata@cini.it
Il corso si terrà dal 16 al 18 aprile dalle 9.00 alle 18.00

Corso di xilofoni, tamburi e danze dei Baganda e dei Basoga (Uganda)

La didattica e la prassi esecutiva di musiche dell’Africa si è sviluppata negli ultimi decenni in Italia grazie soprattutto a musicisti provenienti dai paesi occidentali del continente. Molto meno nota è la densa e articolata produzione musicale delle zone orientali.
L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza per la seconda volta, in collaborazione con il Dipartimento di Art, Dance and Drama della Makerere University di Kampala (Uganda), un corso sulle musiche dei Baganda, popolazione maggioritaria in Uganda, e dei loro vicini Basoga.
Una delle più ricche tradizioni musicali in Uganda è quella dello xilofono su tronchi di banano, strumento diffuso in tutta la regione interlacustre. Il grande xilofono akadinda, suonato da cinque musicisti, era centrale per l’esecuzione dei repertori di corte nell’antico regno del Buganda. Un secondo xilofono, amadinda, è percosso da tre suonatori. Ambedue sono oggi praticati da musicisti esperti nella particolare tecnica di formule musicali ad incastro.
Analogo all’amadinda è l’embaire dei Basoga, confinanti con i Baganda, che coltivano una notevole varietà di strumenti e repertori musicali. Gli xilofoni sono accompagnati da particolari set di tamburi.
La danza (musica da vedere) è parte integrante della cultura musicale ganda e soga come di altre culture musicale dell’Uganda. Il corso, in particolare, tratterà il bakisimba, la più importante danza dei Baganda, basata su un particolarissimo movimento del bacino.

Per saperne di più musica.comparata@cini.it

 

Sala Capriate, Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
27 – 29 marzo 2009

Master Class: 27 – 29 marzo 2009
9.30 – 12.30 e 14.30 – 17.30

Contatti
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
e-mail: musica.comparata@cini.it

Corso di duduk armeno

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza, in collaborazione con la sezione musicale del Centro Studi
e Documentazione della Cultura Armena di Venezia, diretta da Minas
Lourian, un corso dedicato al duduk, strumento a fiato a doppia ancia, costruito in legno d’albicocco e simbolo della tradizione musicale armena. Nel 2005, il duduk (o dziranapogh in armeno) viene proclamato come il capolavoro rappresentativo della tradizione musicale armena all’interno del “Programma dei Capolavori del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità” dell’Unesco. Il duduk (considerato convenzionalmente come l’oboe armeno) è uno strumento popolare dal timbro caldo, leggermente nasale e dalla sonorità fortemente evocativa, che accompagna i canti e le danze di tutte le regioni dell’Armenia oltre che essere lo strumento privilegiato per i raduni matrimoniali o funerei. Il solista viene di solito accompagnato da un secondo suonatore di duduk che tiene continuamente il bordone grazie ad una tecnica di respirazione circolare e da un suonatore percussionista di dhol.

Gevorg Dabaghyan
è uno dei massimi
specialisti viventi di questo antichissimo strumento e fondatore di
varie formazioni tra cui l’Insieme Shoghaken, votato alla salvaguardia
del ricchissimo patrimonio folkloristico armeno. Nel vastissimo
repertorio di Dabaghyan ha grande rilievo anche la musica liturgica,
parte fondamentale di una tradizione plurimillenaria caratterizzata
dalle forti radici culturali cristiane, essendo l’Armenia la prima
nazione che proclamò il cristianesimo come religione di stato nel 301.

Partecipazione previa iscrizione musica.comparata@cini.it
Sede Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena – Biblioteca Zenobiana del Temanza
Corte Zappa, Dorsoduro 1602, 30123 VENEZIA
Orari venerdì 20 marzo ore 14-18/sabato 21 e domenica 22 marzo ore 11-15

Partecipazione previa iscrizione musica.comparata@cini.it
Sede Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena – Biblioteca Zenobiana del Temanza
Corte Zappa, Dorsoduro 1602, 30123 VENEZIA
Orari venerdì 20 marzo ore 14-18/sabato 21 e domenica 22 marzo ore 11-15

Giornate di studio dedicate a Mercedes Viale Ferrero

Il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo organizza un incontro dedicato a Mercedes Viale Ferrero, per festeggiare l’illustre studiosa che, partendo dalla storia dell’arte, ha dedicato la vita ad approfondire i rapporti fra teatro musicale e immagine scenica, con particolare attenzione alla messa in scena dall’epoca Barocca al Novecento.

Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo

tel.+39 041 2710234
fax +39 041 2710215
mariaida.biggi@cini.it

Presenze di cultura veneta in Istria, Quarnero e Dalmazia

Il convegno, realizzato con il contributo della Regione del Veneto, è interamente dedicato alle Presenze di cultura veneta in Istria, Quarnero e Dalmazia e continua il più che decennale ciclo di incontri promossi dal Comitato Scientifico della Collana di Studi e Ricerche sulle Culture Popolari Venete, inaugurato nel 1997 con un’iniziativa dedicata alle culture locali nell’età della globalizzazione e proseguito con l’archiviazione dell’oralità” (1999), “le lingue madri e le lingue, per dir così, matrigne” (2001), “il canto popolare” (2003) e “le identità alimentari nelle Venezie” (2006). L’edizione 2009, che si svolgerà sabato 28 febbraio, si propone di verificare il segno lasciato da Venezia – dalla toponomastica alla cucina – sulla sponda orientale dell’Adriatico in termini non solo di egemonia marciana del centro, ma anche di circolazione e di scambio, ove la stessa periferia non è mera ricezione, ma pure apporto originale. L’analisi verterà anche sul tema dei confi ni, i quali, nel caso della Dalmazia ad esempio, tra la fine del ’600 e i primi del ’700, si allargano a vantaggio della Serenissima. È, infatti, storicamente constatabile che nella Dalmazia veneta – proprio quando la Repubblica perde Candia e poi la (per poco recuperata) Morea – Venezia non solo conserva, ma addirittura espande i propri confini.

Si prega di comunicare o confermare la presenza alla Fondazione Giorgio Cini, entro il 23 febbraio, telefonando la mattina al numero 041 2710220, inviando un fax al numero 041 2710215 o una e-mail a bmtonello@cini.it

Giornata delle biblioteche 2008 – X Edizione

Le Giornate delle biblioteche del Veneto giungono quest’anno alla decima edizione.

Dal 1999, hanno costituito occasioni importanti per la Regione del Veneto per presentare alla comunità bibliotecaria i suoi progetti di punta e dibattere questioni rilevanti sia in materia di tutela e conservazione dei beni librari, sia sul versante dei servizi.
In questa edizione 2008 si presentano le ultime novità: l’evoluzione di alcune realtà cooperative provinciali; il cambiamento di prospettiva e i nuovi obiettivi del Polo regionale del Servizio Bibliotecario Nazionale; il progetto di un portale delle risorse bibliografiche e dei servizi bibliotecari, sviluppato in collaborazione tra Regione del Veneto e Università di Padova.

Tutte occasioni di crescita per la realtà bibliotecaria veneta. Per integrare le risorse. Per migliorare i servizi.

 

 

REGIONE DEL VENETO

Segreteria regionale alla Cultura

Direzione regionale per i Beni Culturali

Cannaregio, 168 – Palazzo Sceriman – 30121 Venezia

Tel. 041 2792689 – Fax 041 2792685

e-mail: beniculturali@regione.veneto.it

www2.regione.veneto.it/cultura/biblioteche/index.htm

 

Gli affreschi nelle ville venete. Il Cinquecento

Venerdì 5 dicembre 2008, ore 17.00
sala del Piovego a Palazzo Ducale – Venezia

Interverranno:
Nadia  Qualarsa
Presidente Istituto Regionale Ville Venete

Giuseppe Pavanello
Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini,
Direttore scientifico del progetto

Elisabetta Saccomani
Università di Padova


Seguirà cocktail

Istituto Regionale per le Ville Venete
P.zza S.Marco, 63 – 30124 Venezia
Tel. 041 5235606 – Fax 041 5225219
E-mail: segreteria@irvv.net