Convegni e seminari Archives - Pagina 47 di 49 - Fondazione Giorgio Cini

Libri a San Vio. Management Education and Humanities

Presentano il volume Giorgio Brunetti, Paolo Legrenzi e Luigi Perissinotto partecipa Pasquale Gagliardi

Il volume esamina tre temi centrali nel dibattito contemporaneo sulla educazione della classe dirigente: il management come professione, l’umanesimo come visione del mondo, le discipline umanistiche come campo di studi potenzialmente in grado di arricchire e rinnovare i piani di studio delle scuole di management.

Venezia, Galleria di Palazzo Cini a San Vio, ore 17.30

Contatti:
Ufficio editoriale
tel. +39 041 2710202
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Civiltà  Italiana “Vittore Branca” 2007

All’interno del rinnovato progetto culturale che è alla base dell’attività della Fondazione Giorgio Cini, si è venuta in questi ultimi anni precisando e arricchendo l’iniziativa di un Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana intitolato a Vittore Branca. Nel segno di una continuità con le lezioni del “Professore”, al centro del programma scientifico e didattico del Centro si è scelto di mettere la storia della Civiltà Italiana nella varietà e nella complessità delle sue manifestazioni culturali ed artistiche, a cominciare da quelle letterarie per abbracciarle, poi, tutte.

La nascita del Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca”, un corso di formazione specificatamente rivolto agli studenti del biennio, ai dottorandi e ai dottori in materie umanistiche, rappresenta dunque la prima iniziativa della Fondazione Giorgio Cini in questa direzione. Il Corso, la cui direzione è stata affidata a Cesare De Michelis, professore di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea all’Università di Padova, già allievo di Vittore Branca, riunisce attorno a un definito nucleo tematico un ampio gruppo di docenti ed è articolato in venti lezioni, distribuite nell’arco di due settimane.

Il Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca” è dedicato allo studio del rapporto che ha legato Venezia e la civiltà italiana durante i tre secoli della modernizzazione europea: il Settecento, l’Ottocento e il Novecento. Appunto il Settecento rappresenta il filo conduttore degli interventi di questa prima edizione, inaugurati sabato 7 luglio da una lezione magistrale di Marc Fumaroli, critico e storico della letteratura di fama mondiale, docente al Collège de France.
La Fondazione Giorgio Cini, insieme a Fondazione di Venezia, Leo S. Olschki Editore, Marsilio Editori, RCS Libri e Il Sole 24 Ore, mette a disposizione degli studenti più qualificati un congruo numero di borse di studio finalizzate alla copertura delle spese di iscrizione al corso e, per coloro che provengono da fuori Venezia, delle spese residenziali.

Contatti:
Corso di civiltà italiana “Vittore Branca”
tel. +39 041 2710227
e-mail: scuola.branca@cini.it

Percussione iraniana: Zarb 2007 a cura di Bijan Chemirani

Dal 8 al 9 dicembre l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini organizza per l’undicesimo anno consecutivo un corso teorico-pratico intensivo di Zarb, il classico tamburo persiano, a cura del Maestro Bijan Chemirani (figlio del noto virtuoso Djamchid).
Lo Zarb, un tamburo a calice monopelle in legno di noce, è il più antico strumento a percussione del Medio Oriente. Le sue origini si trovano nell’Iran del Nord, poi coi secoli si è diffuso in Turchia, Europa Orientale, Africa. Insieme al tabla indiano, è l’unico strumento da suonare con i polpastrelli anziché con il palmo della mano, dunque viene classificato come strumento “melodico”, più che “percussivo”. Suonato con dieci dita, lo Zarb è in grado di riprodurre lo stesso numero di note di un pianoforte e può essere percosso anche con le unghie e con anelli infilati sulle dita.

Bijan Chemirani è nato in una famiglia di musicisti ed ha cominciato quindi molto presto a studiare lo zarb con il padre Djamchid ed il fratello Keyvan. Suona anche il daf, altra percussione iraniana di origine popolare e folklorica, oggi utilizzata negli ensemble di musica tradizionale. Da qualche anno si esibisce in numerosi concerti in Europa e nell’area del Mediterraneo accompagnando sia le musiche tradizionali (la cantante del Marocco Amina Alaoui, il virtuoso del santoor Hassan Tabbar…) che la musica jazz (Percussion Orchestra, A. Mangelsdorff , Chico Freeman). Bijan Chemirani tiene anche frequentemente stages pratici di zarb in Francia, Spagna e Svizzera.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, ore 10.00 – 13.00 e 14.30 – 17.3

Contatti:
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
e-mail: musica.comparata@cini.it

Master class di Tabla a cura di Sankha Chatterjee

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza anche quest’anno un corso teorico-pratico intensivo dedicato al Tabla (percussione indiana) a cura del Maestro Sankha Chatterjee dell’Università di Calcutta, illustre interprete che ha accompagnato con il suo strumento i maggiori esponenti della tradizione musicale indiana. Il Tabla – un tipo di percussione – è un membranofono tipico della musica classica indiana, costituito dalla coppia timpano-tamburo cilindrico, e viene tradizionalmente usato come strumento solista e di accompagnamento.
Sankha Chatterjee guida i corsi di Tabla a Venezia per l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati dal 1979. Nel programma di quest’anno verranno affrontati i principali aspetti teorici e pratici del tradizionale strumento a percussione.
Il corso è aperto sia a principianti che ad allievi di livello avanzato.
La tassa di iscrizione è di euro 100 da versarsi in contanti il primo giorno di corso.

Contatti:
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
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Libri a San Vio. «Viridarium». Le vie spirituali dei briganti

Presenta il volume Giorgio Galli. Sono presenti Alessandro Grossato e Francesco Zambon, direttori della collana.
Il filo conduttore dei diversi contributi raccolti in questo volume, curato da Alessandro Grossato, è costituito dall’analisi della fenomenologia religiosa di una categoria certamente anomala di individui e di organizzazioni sempre vissute ai margini delle rispettive società; una fenomenologia spirituale piuttosto complessa, che fino ad oggi è stata assai poco documentata, per via della sua indubbia problematicità.

Venezia, Galleria di Palazzo Cini a San Vio, ore 18.00

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Ufficio editoriale
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Libri a San Vio. Benno Geiger e la cultura italiana

Presentano il volume Fabrizio Cambi e Nico Stringa. Partecipano Francesco Zambon e Elsa Geiger Ariè.

Il volume presenta materiali conservati presso la Fondazione Giorgio Cini, e in gran parte inediti, utili a ricostruire il ruolo di Benno Geiger nella cultura italiana del Novecento. Una scelta delle lettere più significative presenti nella corrispondenza italiana, trascritte e curate da Tania Eccher, dà conto della ricchezza e intensità dei rapporti tra Geiger e importanti artisti, intellettuali, musicisti, giornalisti della prima metà del Novecento. Tra di essi Pascoli, Comisso, Marinetti, Croce, Papini, Ojetti, Valgimigli, Traverso, Valeri, Benelli, Gino Rossi, Malipiero, Gui.

Venezia, Galleria di Palazzo Cini a San Vio
7 giugno 2007

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Ufficio Editoriale
tel. +39 041 2710202
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La percezione del territorio: definizioni, descrizioni, rappresentazioni

L’edizione 2007 del Seminario, appuntamento tradizionale dell’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano della Fondazione Cini grazie al quale studiosi esperti si confrontano con giovani già segnati dalla vocazione all’indagine storica, quest’anno affronta il tema della percezione del territorio e dei tentativi di definirlo, descriverlo e rappresentarlo. In particolare sono analizzate, in un arco temporale allargato lungo i secoli, aree geostoriche differenti, esaminate sia nel loro delinearsi, precisarsi, qualificarsi in termini di autocomprensione e autoconnotazione, sia alla luce dello sguardo dell’ ‘altro’. L’analisi della percezione del territorio comprende, inoltre, considerazioni di carattere paesaggistico, cartografico, di catasticazione oltre che valutazioni d’ordine amministrativo, economico, religioso, culturale, militare e, in certo qual modo, antropologico

Contatti:
Istituto per la Storia della società e dello stato veneziano
tel. +39 041 2710226
e-mail: storia@cini.it

Corso d’interpretazione sulle opere di Luigi Nono con live electronics e con nastro magnetico

Il corso è rivolto a musicisti professionisti che intendono approfondire la prassi esecutiva delle opere di Luigi Nono, e a diplomati o studenti dei corsi superiori di strumento (flauto, anche basso e contrabbasso; clarinetto, anche clarinetto contrabbasso; tuba, anche eufonio; pianoforte; violino), di canto (soprano, mezzosoprano, contralto) e di regia del suono.

Promotori
Archivio Luigi Nono, Fondazione Giorgio Cini, EXPERIMENTALSTUDIO für akustische Kunst e.V., Freiburg i.B.

Docenti
Flauto: Roberto Fabbriciani
Canto: Susanne Otto
Regia del suono: André Richard, Joachim Haas e membri dell’EXPERIMENTALSTUDIO für akustische Kunst e.V.

Informazioni

Le lezioni si tengono in italiano e in inglese.
In casi eccezionali, anche in francese e tedesco.

Per l’iscrizione e ogni altra informazione si prega di rivolgersi a:

Archivio Luigi Nono
Giudecca 795, I-30133 Venice
tel. e fax: +39 041 5209713
e-mail: info@luiginono.it

Istituto per la Musica
tel. +39 041 2710220 (9.00 -13.00) – fax +39 041 2710215
e-mail: musica@cini.it

Tradizioni musicali dall’Impero Ottomano: risonanze e interculturalità.

La giornata si propone di affrontare il prisma culturale dell’Impero ottomano partendo dalla prospettiva dei suoi linguaggi musicali, intesi come espressioni di un’eterogeneità che caratterizzò la classe politica imperiale e i suoi sudditi per più di cinque secoli. Alla pari di altre forme artistiche che si svilupparono entro i confini dell’Impero, anche le culture musicali che emersero nei diversi ambiti della vita sociale ottomana, nelle varie fasi della sua storia, presentavano un carattere decisamente interculturale: le diverse tradizioni non coesistevano nella separazione, bensì nella reciproca interazione, un fenomeno, questo, ampiamente dimostrato dai molteplici generi musicali. La musica di palazzo, nata dalla fusione tra eredità persiana e bizantina, composta da sultani e alti funzionari – Sultan Korkut (1467-1513), Murad IV (r. 1623–40), Sultan Selim III (1761-1808), Gazi Giray Khân (1554–1607) – coesisteva con le composizioni di diplomatici e intellettuali stranieri che gravitavano attorno alla Corte imperiale, come il conte polacco Wojciech ‘Ali Ufkî Bey Bobowski (1610–c1675), il principe moldavo Dimitri Cantemir (1673-1723), entrambi autori di trattati fondamentali, e il monaco armeno Hamparsum Limoncyan (1768–1839), inventore di un sistema di notazione musicale.
Questa cultura musicale d’élite era inoltre animata da tanti musicisti e compositori attivi nella capitale e provenienti dalle più disparate tradizioni (armeni, greci, ebrei, cristiani), che catturarono l’attenzione di baili, storici e viaggiatori come Giambattista Toderini, Charles Fonton o Jean Antoine du Loir. Si pensi inoltre alla koiné melodica e lessicale delle canzoni popolari d’Asia Minore e d’Anatolia orientale, allo sconfinato repertorio di canti epico-lirici dei trovatori ashık, che nel loro vagare uniscono Armenia, Iran, Caucaso e Asia centrale, al sistema bizantino degli oktoechoi, alla musica sacra di conventi cristiani o musulmani, disseminati per tutti i Balcani, alla circolazione di cantori sinagogali nei centri sufi (tekke, dargâh) sino alle melodie ispanico-giudaiche sefardite in ladino, alla presenza costante e massiccia di interpreti zingari, all’interazione tra generi letterari colti e urban light genres, come nei casi del gazel, dello sarkı del particolare genere greco ottomano del rebetiko che risuonavano sul Bosforo e nei quartieri delle grandi capitali del commercio settecentesco. La storia musicale dell’Impero ottomano, insomma, offrì numerose risposte alla molteplicità delle sollecitazioni delle sue genti. Ben lungi dall’essere un aspetto separato e indipendente dalle vicende politiche, sociali e letterarie che interessarono governanti e governati dell’Impero, le culture musicali costituivano a tutti gli effetti un fenomeno storico, tra i molti che compongono e illustrano la nostra conoscenza di un’epoca, di un’area geografica e dei suoi abitanti. Questo è il motivo principale che ci spinge a cercare un approccio autenticamente interdisciplinare, promuovendo interventi di etnomusicologi, ma anche di specialisti di storia sociale e diplomatica dell’Impero ottomano, delle letterature e filologie delle lingue che vi erano parlate. Ciascun relatore interpreterà, con i rispettivi strumenti scientifici, un fatto musicale occorso nelle proprie ricerche e, commentandolo, lo proporrà eventualmente all’ascolto. Oggetto di interesse non sarà dunque solo una suggestione musicale, quanto le diverse forme di contestualizzazione storica che i partecipanti potranno offrire. Ben lungi dal progettare una trattazione esaustiva di tutti i generi musicali praticati in epoca ottomana, vorremmo piuttosto segnare l’inizio di un percorso di analisi comparativa e interdisciplinare, la sola che, a nostro avviso, ci consenta di proporre un’interpretazione dell’ecumene ottomana e mediterranea in tutta la sua eterogenea complessità.

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Le Feste Musicali e piccola schubertiade sul fortepiano Iakesch

Mercoledì 23 gennaio alle ore 17.30 è presentato alla Fondazione Giorgio Cini il volume Le Feste Musicali. Poetiche e storia, a cura di Silvia Camerini, Baskerville 2007.

Il volume, ampiamente fotografico, raccoglie saggi, interventi, interviste, testimonianze su una delle più innovative esperienze italiane di creazione e organizzazione di eventi musicali e teatrali: le Feste Musicali che hanno avuto luogo principalmente a Bologna dal 1967, organizzate dal Maestro Tito Gotti. Da oltre trent’anni il Maestro Gotti progetta e realizza i percorsi originalissimi e assolutamente unici delle Feste Musicali che si dipanano nel territorio cittadino e oltre, Feste che sono state di ispirazione per altri eventi simili in Italia e in Europa e tutt’oggi sono modello di riferimento culturale per la valorizzazione della cultura musicale e teatrale.Presentano il volume Mario Messinis e Giorgio Pestelli.
A seguire, Giorgio Pestelli esegue una piccola Schubertiade sul fortepiano d’epoca Iakesch: due improvvisi op. 90 di Schubert.
Ingresso solo su invito.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
23 gennaio 2008

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