Convegni e seminari Archives - Pagina 48 di 49 - Fondazione Giorgio Cini

Corso d’interpretazione sulle opere di Luigi Nono con live electronics e con nastro magnetico

Il corso è rivolto a musicisti professionisti che intendono approfondire la prassi esecutiva delle opere di Luigi Nono, e a diplomati o studenti dei corsi superiori di strumento (flauto, anche basso e contrabbasso; clarinetto, anche clarinetto contrabbasso; tuba, anche eufonio; pianoforte; violino), di canto (soprano, mezzosoprano, contralto) e di regia del suono.

Promotori
Archivio Luigi Nono, Fondazione Giorgio Cini, EXPERIMENTALSTUDIO für akustische Kunst e.V., Freiburg i.B.

Docenti
Flauto: Roberto Fabbriciani
Canto: Susanne Otto
Regia del suono: André Richard, Joachim Haas e membri dell’EXPERIMENTALSTUDIO für akustische Kunst e.V.

Informazioni

Le lezioni si tengono in italiano e in inglese.
In casi eccezionali, anche in francese e tedesco.

Per l’iscrizione e ogni altra informazione si prega di rivolgersi a:

Archivio Luigi Nono
Giudecca 795, I-30133 Venice
tel. e fax: +39 041 5209713
e-mail: info@luiginono.it

Istituto per la Musica
tel. +39 041 2710220 (9.00 -13.00) – fax +39 041 2710215
e-mail: musica@cini.it

Tradizioni musicali dall’Impero Ottomano: risonanze e interculturalità.

La giornata si propone di affrontare il prisma culturale dell’Impero ottomano partendo dalla prospettiva dei suoi linguaggi musicali, intesi come espressioni di un’eterogeneità che caratterizzò la classe politica imperiale e i suoi sudditi per più di cinque secoli. Alla pari di altre forme artistiche che si svilupparono entro i confini dell’Impero, anche le culture musicali che emersero nei diversi ambiti della vita sociale ottomana, nelle varie fasi della sua storia, presentavano un carattere decisamente interculturale: le diverse tradizioni non coesistevano nella separazione, bensì nella reciproca interazione, un fenomeno, questo, ampiamente dimostrato dai molteplici generi musicali. La musica di palazzo, nata dalla fusione tra eredità persiana e bizantina, composta da sultani e alti funzionari – Sultan Korkut (1467-1513), Murad IV (r. 1623–40), Sultan Selim III (1761-1808), Gazi Giray Khân (1554–1607) – coesisteva con le composizioni di diplomatici e intellettuali stranieri che gravitavano attorno alla Corte imperiale, come il conte polacco Wojciech ‘Ali Ufkî Bey Bobowski (1610–c1675), il principe moldavo Dimitri Cantemir (1673-1723), entrambi autori di trattati fondamentali, e il monaco armeno Hamparsum Limoncyan (1768–1839), inventore di un sistema di notazione musicale.
Questa cultura musicale d’élite era inoltre animata da tanti musicisti e compositori attivi nella capitale e provenienti dalle più disparate tradizioni (armeni, greci, ebrei, cristiani), che catturarono l’attenzione di baili, storici e viaggiatori come Giambattista Toderini, Charles Fonton o Jean Antoine du Loir. Si pensi inoltre alla koiné melodica e lessicale delle canzoni popolari d’Asia Minore e d’Anatolia orientale, allo sconfinato repertorio di canti epico-lirici dei trovatori ashık, che nel loro vagare uniscono Armenia, Iran, Caucaso e Asia centrale, al sistema bizantino degli oktoechoi, alla musica sacra di conventi cristiani o musulmani, disseminati per tutti i Balcani, alla circolazione di cantori sinagogali nei centri sufi (tekke, dargâh) sino alle melodie ispanico-giudaiche sefardite in ladino, alla presenza costante e massiccia di interpreti zingari, all’interazione tra generi letterari colti e urban light genres, come nei casi del gazel, dello sarkı del particolare genere greco ottomano del rebetiko che risuonavano sul Bosforo e nei quartieri delle grandi capitali del commercio settecentesco. La storia musicale dell’Impero ottomano, insomma, offrì numerose risposte alla molteplicità delle sollecitazioni delle sue genti. Ben lungi dall’essere un aspetto separato e indipendente dalle vicende politiche, sociali e letterarie che interessarono governanti e governati dell’Impero, le culture musicali costituivano a tutti gli effetti un fenomeno storico, tra i molti che compongono e illustrano la nostra conoscenza di un’epoca, di un’area geografica e dei suoi abitanti. Questo è il motivo principale che ci spinge a cercare un approccio autenticamente interdisciplinare, promuovendo interventi di etnomusicologi, ma anche di specialisti di storia sociale e diplomatica dell’Impero ottomano, delle letterature e filologie delle lingue che vi erano parlate. Ciascun relatore interpreterà, con i rispettivi strumenti scientifici, un fatto musicale occorso nelle proprie ricerche e, commentandolo, lo proporrà eventualmente all’ascolto. Oggetto di interesse non sarà dunque solo una suggestione musicale, quanto le diverse forme di contestualizzazione storica che i partecipanti potranno offrire. Ben lungi dal progettare una trattazione esaustiva di tutti i generi musicali praticati in epoca ottomana, vorremmo piuttosto segnare l’inizio di un percorso di analisi comparativa e interdisciplinare, la sola che, a nostro avviso, ci consenta di proporre un’interpretazione dell’ecumene ottomana e mediterranea in tutta la sua eterogenea complessità.

Contatti:
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
e-mail: musica.comparata@cini.it

Le Feste Musicali e piccola schubertiade sul fortepiano Iakesch

Mercoledì 23 gennaio alle ore 17.30 è presentato alla Fondazione Giorgio Cini il volume Le Feste Musicali. Poetiche e storia, a cura di Silvia Camerini, Baskerville 2007.

Il volume, ampiamente fotografico, raccoglie saggi, interventi, interviste, testimonianze su una delle più innovative esperienze italiane di creazione e organizzazione di eventi musicali e teatrali: le Feste Musicali che hanno avuto luogo principalmente a Bologna dal 1967, organizzate dal Maestro Tito Gotti. Da oltre trent’anni il Maestro Gotti progetta e realizza i percorsi originalissimi e assolutamente unici delle Feste Musicali che si dipanano nel territorio cittadino e oltre, Feste che sono state di ispirazione per altri eventi simili in Italia e in Europa e tutt’oggi sono modello di riferimento culturale per la valorizzazione della cultura musicale e teatrale.Presentano il volume Mario Messinis e Giorgio Pestelli.
A seguire, Giorgio Pestelli esegue una piccola Schubertiade sul fortepiano d’epoca Iakesch: due improvvisi op. 90 di Schubert.
Ingresso solo su invito.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
23 gennaio 2008

Contatti:
Istituto per la Musica
tel. +39 041 2710220 (9.00 -13.00)
fax +39 041 2710215
e-mail: musica@cini.it

XXV Corso Seminariale di Perfezionamento della Scuola per Librai ‘Umberto e Elisabetta Mauri’

Anche nel 2008, come da tradizione, si svolge alla Fondazione Giorgio Cini il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai “Umberto ed Elisabetta Mauri”, giunto alla sua venticinquesima edizione. Il Seminario, che consiste in un corso di specializzazione a livello di master, è rivolto a trenta librai professionisti selezionati e si svolge sull’isola di San Giorgio Maggiore dal 20 al 25 gennaio.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
20 – 25 gennaio 2008

Contatti:
Scuola per Librai “Umberto ed Elisabetta Mauri”

Civiltà  Italiana “Vittore Branca” 2008

Il Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca” è dedicato allo studio del rapporto che ha legato Venezia e la civiltà italiana nei tre secoli della modernizzazione europea. Dopo quella dello scorso anno dedicata al Settecento, l’edizione 2008 si concentra sul XIX secolo, nel tentativo di rappresentarne le tensioni tra forti spinte innovative nella geopolitica e nelle istituzioni, nei rapporti sociali, nei processi produttivi, e altrettanto forti e persino più complesse elaborazioni artistiche e culturali, capaci di rappresentare contemporaneamente la resistenza delle tradizioni e dei valori e la rapidità delle innovazioni e dei cambiamenti.
Venezia in questo contesto si offre come luogo ideale della decadenza di ogni civiltà umanistica, fino a diventare emblematica metafora di “morte” ed esempio privilegiato della pervasività dei processi di modernizzazione che niente e nessuno si può illudere di fermare.

Il Corso, specificatamente rivolto agli studenti del biennio, ai dottorandi e ai dottori in materie umanistiche, raccoglie attorno a questo centro tematico, con lezioni e seminari, un gruppo di docenti tra i quali Cesare De Michelis, Giovanni Boniolo, Cesare Galimberti, Maria Fancelli, Siro Ferrone, Vittorio Marchis, Donatella Calabi, Andrea Colli, Alberto Mario Banti, Alberto Cadioli, Enrico Testa, Marinella Colummi Camerino, Marco Meriggi, Elisabetta Merlo, Carlo Sisi, Jacopo Pellegrini, Daniela Goldin Folena, Guido Capovilla, Pietro Gibellini.

A conclusione del corso, venerdì 4 luglio alle ore 17.30 Cesare De Michelis terrà una lezione conclusiva, aperta al pubblico, sul tema Nell’Ottocento: tramonto e progresso.

Si ringraziano gli sponsor che hanno gentilmente concesso le borse di studio: Il Sole -24 ore, Marsilio Editori SPA, RCS Libri, Fondazione di Venezia, Veneto Banca S.p.A., Arnoldo Mondadori Editore e la Fondazione Giorgio Cini.

L’iscrizione al Corso è a pagamento. Per info

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
22 giugno – 4 luglio 2008

La quota di iscrizione al Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca” è di € 120,00 e deve essere versata direttamente alla segreteria il primo giorno del Corso. Per iscriversi è necessario compilare il form di iscrizione.

Per informazioni riguardanti i mezzi di trasporto lagunari ACTV, si consiglia di contattare ‘HELLOVENEZIA’ (tel. 041 2424) per trovare soluzioni rispondenti alle singole esigenze.

Per ulteriori informazioni:
Fondazione Giorgio Cini onlus
Segreteria – Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca”
Isola di San Giorgio Maggiore
30124 Venezia
Tel. 041 2710227 – Fax 041 5223563
e-mail scuola.branca@cini.it
www.cini.it

Stage di danza indiana Bharata Natyam a cura di Raghunath Manet

Dal 29 agosto al 4 settembre si tiene alla Fondazione Giorgio Cini uno stage di danza classica indiana Bharata Natyam a cura del noto interprete Raghunath Manet. Il Bharata Natyam è uno stile di danza originario dei templi dell’India del Sud, con una tradizione di oltre tremila anni. Lirica nel concetto e nell’esecuzione, questa danza combina due aspetti: Nritia, ossia la tecnica, e Nriiya, l’interpretazione emotiva attraverso i movimenti delle mani (mudras) e le espressioni del viso (abhnaya). Con la sua sofisticata grazia, il Bharata Natyam ha superato i confini dei templi indù, diffondendosi dall’India al resto del mondo, pur mantenendo sempre un’aura sacrale.

Danzatore, coreografo e musicista, Raghunath Manet è nato a Pondichéry, antica legazione francese dell’India sud-orientale. Allievo di Sri Nathan presso la Scuola del Tempio di Villenour, si è diplomato nel 1985 alla Kalakshetra, Accademia di Musica e Danza di Madras, ha continuato ad approfondire la sua conoscenza del repertorio tradizionale con numerosi maestri depositari della tradizione, tra cui Ram Gopal, ed è divenuto uno dei maggiori esponenti della danza tradizionale indiana nello stile Bharata Natyam dell’India del sud. Nel 1998 ha fondato a Pondichéry “Tala Sruti”, una scuola di danza e musica, e dal 1990 dirige una propria compagnia di danza. Svolge le sue attività di danzatore e coreografo fra la Francia e l’India, con tournées in tutto il mondo. Raghunath Manet si dedica anche al recupero delle antiche danze tradizionali indiane a livello sia scientifico che pratico, allestendo numerosi spettacoli.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
29 agosto – 4 settembre 2008

Contatti:
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
e-mail: musica.comparata@cini.it

Libri a San Vio. «Viridarium», Cenacoli. Circoli e gruppi letterari, artistici, spirituali

Prosegue anche nella stagione primaverile la rassegna Libri a San Vio, la presentazione delle novità editoriali della Fondazione Giorgio Cini che ha luogo nella splendida sede di Palazzo Cini. Tra le novità editoriali verrà proposto nella stagione primaverile il quarto numero della collana «Viridarium», Cenacoli. Circoli e gruppi letterari, artistici, spirituali. Il volume, curato da Francesco Zambon, riunisce una serie di studi sul ruolo e sull’importanza che l’esistenza di piccoli gruppi o cerchie hanno avuto nell’attività letteraria, artistica, filosofica o religiosa di singoli individui, e fra questi anche di personaggi di grande statura intellettuale. Temi e fenomeni che riguardano sia le culture occidentali sia quelle orientali, lungo un ampio arco di tempo che va dall’antichità al Novecento.

Ingresso libero.

Venezia, Galleria di Palazzo Cini a San Vio
27 marzo 2008

Contatti:
Ufficio editoriale
tel. +39 041 2710202
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Workshop Internazionale. | Passions and Democracy

In collaborazione con UCLA – University of California, Los Angeles

Rabbia, terrore, vendetta; speranza, fiducia, solidarietà. A lungo ignorate, le passioni oggi rivendicano la loro decisiva importanza nel descrivere ed interpretare gli eventi, le cause e le azioni della vita politica internazionale e dei suoi protagonisti. La guerra al terrore, la collera e l’odio nei conflitti sociali delle banlieues francesi, gli scontri tra comunità etniche e religiose che non si tollerano, le dinamiche di umiliazione e rappresaglia nelle relazioni internazionali: la semplice lettura dei giornali ci obbliga a fare i conti con un linguaggio crudo, che non esita a descrivere la violenza contemporanea in termini di ragioni emotive. Partendo dal presupposto che la democrazia è la sola forma di governo grazie alla quale tutti gli esseri umani possono ambire al riconoscimento dei loro diritti, al godimento selettivo delle loro culture e alla protezione della propria incolumità fisica, il Workshop si propone di riflettere criticamente sulla necessità di recuperare il valore delle passioni nella scena della politica. La razionalità democratica deve confrontarsi non solo con i principi della giustizia distributiva, il rispetto delle norme, l’uguaglianza di fronte alla legge, le forme pacifiche di gestione del disaccordo, quindi con una ragione pubblica e una cittadinanza civile, ma anche con tutto quel materiale vulcanico di umiliazioni, rivendicazioni, ambizioni, invidie, vendette e paure che fanno parlare, votare e uccidere gli uomini in quanto animali politici.
Il Workshop internazionale si pone l’obiettivo di riunire esperti di fama internazionale per riflettere criticamente sul ruolo delle passioni sulla scena della politica.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
19 – 20 giugno 2008

Contatti:
Segreteria generale
tel. +39 041 2710228 – +39 041 2710229
fax +39 041 5223563
e-mail: fondacini@cini.it segr.gen@cini.it

Seminario di Studi Storici | Lontano da dove: sensazioni, aspirazioni, direzioni, spazi

Gli anni si succedono e formano i decenni. E pure i decenni si succedono. Ebbene: sono ormai quasi trent’anni che, ogni anno, a maggio l’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano promuove un incontro seminariale che mette giovani e meno giovani studiosi a riferire e discutere attorno ad un tema stimolante la volontà di comprensione e, insieme, l’impegno all’indagine. All’insegna del tema-problema del Lontano da dove: sensazioni, aspirazioni, direzioni, spazi l’incontro del 2008. Ed ecco che, nella cornice del titolo, si son collocati: i nobili friulani migranti alla volta delle corti, specie quella asburgica; i mercanti carnici ambulanti in Austria; gli allievi dell’Istituto Nautico di Trieste in crociera; gli ebrei triestini a Salonicco; Venezia vista dai viaggiatori francesi; un’avventura caraibica dell’Ordine di Malta; un prete in trasferta nella terraferma veneta nel 1536; evocazioni pittoriche di Venezia nelle corti europee. Naturalmente l’idea di lontanza, simmetrica a quella di vicinanza, ’innesta nella pratica del viaggio. Naturalmente il trasferimento altrove può comportare sensi di spaesamento. E presenti – in chi si allontana – la nostalgia del luogo natio, il desiderio del ritorno. C’è sì il fascino dell’ignoto; ma è nel noto che si radica la sicurezza.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
12 – 14 maggio 2008

Contatti:
Istituto per la Storia della società e dello stato veneziano
tel. +39 041 2710227
e-mail: storia@cini.it

Corso di Sitar a cura di Shujaat Khan

La musica e la danza indiana costituiscono un punto di forza del programma dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali, con corsi e concerti concentrati nel periodo estivo.
Il 9 luglio, riprenderà, dopo alcuni anni, il corso di Sitar tenuto dal maestro Shujaat Khan, tra i più accreditati virtuosi di questo strumento, con un’esperienza di concertista e di docente tanto in India che all’estero, in particolare negli Stati Uniti.
Il Sitar, uno degli strumenti principali della tradizione musicale dell’India del nord, è noto in occidente grazie a musicisti come Ravi Shankar che hanno contribuito a diffondere l’arte di questo strumento a corde pizzicate fin dagli anni Sessanta, collaborando anche con artisti occidentali (si pensi a Yehudi Menuin o a George Harrison).

Corso di sitar 9-11 luglio 2008
orario: 10-12 e 15-18

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore

Quota di iscrizione Euro 120,00 (da versare in contanti il primo giorno)

Contatti:
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
e-mail: musica.comparata@cini.it