Mostre Archives - Fondazione Giorgio Cini

La Stanza Duse | Illustre Signora Duse, voci dall’archivio dell’attrice

Inaugurata nel 2011, la Stanza Duse è uno spazio permanente dedicato alla memoria della grande attrice italiana. Nasce dal desiderio di rendere accessibile, grazie ad allestimenti tematici, il prezioso patrimonio custodito nell’Archivio Duse.

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma propone al visitatore un viaggio attraverso la voce degli altri: artisti, intellettuali e letterati che hanno intrattenuto rapporti professionali e amicali con la grande attrice italiana.
La selezione di lettere, tra le quali compaiono quelle di Sibilla Aleramo, Grazia Deledda, Isadora Duncan, Luigi Pirandello, Margherita Sarfatti e il celebre stilista francese Jean Philippe Worth, restituisce un’immagine inedita dell’arte dusiana e della fitta e intricata rete di relazioni di cui Eleonora e il suo teatro si nutrirono. Pagine piene di riflessioni, sentimenti ed entusiasmi in grado di raccontare l’eccezionalità di questa artista e l’impatto che la sua arte ebbe nella cultura e nella società dell’Europa del primo Novecento.

Modalità d’accesso
plus

Per visitare la mostra rivolgersi a VisitCini.

Venezia e le epidemie

La mostra Venezia e le epidemie rappresenta un momento centrale delle attività promosse dalla Fondazione Giorgio Cini nell’ambito del percorso tematico Democrazia e pandemie.

Allestita nella Biblioteca del Longhena, la mostra, curata dall’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano, traccia un percorso documentario sulle capacità di risposta della Repubblica di Venezia di fronte alle emergenze epidemiche che colpirono ripetutamente la città e l’Europa. L’esposizione presenta preziosi materiali provenienti dalle collezioni della Fondazione Giorgio Cini e da altre istituzioni veneziane: l’Archivio di Stato, la Biblioteca Nazionale Marciana e la Fondazione Musei Civici.

Le opere esposte rievocano gli avvenimenti del pestifero et contagioso morbo, a testimonianza d’un quadro istituzionale che sin da subito passò dalle tensioni generate dal contagio a rilevanti misure di prevenzione, controllo e difesa, sino al superamento dell’epidemia. La scelta dei pezzi in mostra quali: originali di delibere e proclami, di provvedimenti come la contumacia, di rimedi medici, di costruzioni edilizie laddove la fede si intrecciava con il sollievo per la fine dell’epidemia, di santi di elezione a protezione dei malati, di fedi di sanità attestanti che la persona era sana e poteva girare per il territorio della Repubblica, sono tutti materiali che coprono quattro secoli di gestione, reazione e difesa dalle epidemie.

A questa azione si associò un moltiplicarsi di iniziative religiose. Nella seconda parte del 16° secolo, a seguito della peste del 1575-76, il Senato dedicò un tempio al Cristo Redentore, realizzato da Andrea Palladio; nella prima parte del 17° secolo, dopo l’epidemia del 1630-31, un nuovo tempio fu intitolato alla Madonna della Salute, la cui edificazione fu affidata a Baldassare Longhena. Ai due edifici sono dedicate due feste di devozione tuttora care ai veneziani.

A questo apparato documentale si accompagna un viaggio multimediale, grazie a una video-installazione interattiva creata dallo studio camerAnebbia, che ha utilizzato i fondi e gli archivi della Fondazione e i materiali di Venice Long Data, il progetto in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia che applica i Big Data e la Scienza delle Reti agli archivi e ai documenti storici.

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[accordion_entry title=”Orari e modalità d’accesso”]

La mostra è visitabile solo su prenotazione.
È aperta tutti i giorni, eccetto il mercoledì, dalle 11:00 alle 17:00, con ingressi ogni 45 minuti (11:00, 11:45, 12:30, 13:15, 14:00, 14:45, 15:30, l’ultimo ingresso è previsto alle 16:15).

Per prenotare la visita: veneziaepidemie@cini.it.
Per le scuole: educational@cini.it
Ingresso gratuito.

 


Per le visite con audioguida che comprendono i tour alla Fondazione Giorgio Cini, alle Vatican Chapels, al Labirinto Borges e al Teatro Verde: per informazioni e acquisto biglietti vai al sito  visitcini.com

 

 

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Il Cristo crocifisso | Ospite a Palazzo

In occasione dell’apertura stagionale della Galleria di Palazzo Cini, nell’ambito della rassegna l’Ospite a Palazzo, viene presentato il dipinto con Il Cristo crocifisso del Museo di Palazzo Reale di Genova, capolavoro di Antoon van Dyck, datato 1627. In quest’opera di sublime grandezza, riconosciuta dalla critica come fra le più prestigiose testimonianze della produzione italiana del celebre maestro anversano, il vigoroso corpo di Cristo inchiodato sulla croce si staglia contro un cielo cupo addensato di nubi livide, appena frante da guizzi di luce abbacinante, addolciti da venature delicatamente rosate.

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[accordion_entry title=”Orari e modalità d’accesso”]
Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19 (ultimo ingresso ore 18:15).
Chiuso il martedì.

 

Ingresso a pagamento. Per prenotazioni, tariffe e modalità d’acquisto visita palazzocini.it
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The Fondation Cartier pour l’art contemporain by Jean Nouvel

In occasione della 19. Mostra Internazionale di Architettura – la Biennale di Venezia, la Fondation Cartier pour l’art contemporain presenta presso la Fondazione Giorgio Cini il nuovo progetto architettonico del suo futuro edificio, progettato da Jean Nouvel.

Questa mostra innovativa, Evento Collaterale della Biennale, si terrà dal 10 maggio al 14 settembre 2025.
Sin dalla sua creazione, la Fondation Cartier pour l’art contemporain ha posto l’architettura al centro della sua programmazione, utilizzandola come mezzo per favorire un dialogo creativo interdisciplinare. L’attuale edificio, progettato dal celebre architetto Jean Nouvel e inaugurato nel 1994 in Boulevard Raspail, a Parigi, ha rotto tutte le convenzioni della museografia con l’apparente immaterialità di un cubo di vetro. Trent’anni dopo, la Fondation Cartier ha commissionato a Nouvel la progettazione di un nuovo edificio che aprirà alla fine del 2025 in Place du Palais Royal, sempre a Parigi, accanto al museo del Louvre. Forzando i confini del design architettonico, il nuovo edificio incarna la missione della Fondazione di coinvolgere tutte le forme di creazione contemporanea.

L’esposizione, presentata presso la Fondazione Giorgio Cini, svela i concetti innovativi del design di questo nuovo edificio-simbolo e lo usa come lente per esplorare il futuro dell’architettura. Il progetto espositivo trae ispirazione dal testo critico di Nouvel, scritto nel 1980, Il futuro dell’architettura non è più architettonico. La Fondation Cartier, riprendendo questa affermazione, ripropone l’approccio ‘contestuale’ dell’architetto, che consiste nel creare spazi che non sono semplicemente edifici, ma ambienti culturali e intellettuali, un’architettura che trascende i propri confini. Nel suo progetto per il nuovo spazio, l’architettura diventa una piattaforma per un ampio spettro dell’intelligenza umana, che include le arti visive, la filosofia e la tecnologia, in sintonia con il tema centrale della Biennale 2025, Intelligens. Natural. Artificial. Collective.
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[accordion_entry title=”Orari e modalità d’accesso”]
Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19. Chiuso il mercoledì.

Ingresso libero
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Ljubodrag Andric. Spazi, soglie, luci

Artista nato a Belgrado nel 1965 e residente a Toronto, Ljubodrag Andric debutta a Venezia nel 2016 alla Fondazione Querini Stampalia.

La mostra, in partnership tra Fondazione Giorgio Cini e la Galleria BUILDING di Milano, presenta un dialogo fra le opere fotografiche realizzate durante i soggiorni dell’artista in Italia e quelle nate dall’incontro con gli edifici storici di Jaipur, Lucknow e altri luoghi nel cuore dell’India. Particolarmente interessante è lo sguardo riservato da Andric alle architetture palladiane del complesso monumentale dell’Isola di San Giorgio Maggiore.

Nelle immagini emergono le relazioni tra le forme, le atmosfere, le luci e le ombre dei luoghi, in un percorso che trasforma l’oggetto architettonico in metafora.
In particolare, Andric ha indagato in questi anni quelle architetture che rivelano qualità organiche, percorsi imprevedibili e labirintici, materie emozionali. La mostra mette al centro, al di là delle peculiarità dei luoghi fotografati, proprio l’originalità del linguaggio elaborato da Andric. La mostra sarà ospitata a Venezia nelle sale del secondo piano di Palazzo Cini tra aprile e settembre, per proseguire poi negli spazi di BUILDING a Milano dal 9 settembre all’11 ottobre 2025.
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[accordion_entry title=”Orari e modalità d’accesso”]
Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19 (ultimo ingresso ore 18:15).
Chiuso il martedì.

 

Ingresso a pagamento. Per prenotazioni, tariffe e modalità d’acquisto visita palazzocini.it
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1932-1942 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia

Mostra a cura di Marino Barovier.

Il secondo capitolo della mostra che racconta la presenza del vetro muranese alla prestigiosa esposizione veneziana prosegue prendendo in esame il periodotra il 1932 e il 1942, che corrisponde rispettivamente all’inaugurazione del Padiglione Venezia e all’ultima edizione della Biennale prima dell’interruzione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale.

A partire dal 1932, il vetro muranese fu presente alla Biennale in uno spazio dedicato costruito appositamente per ospitare le arti decorative su iniziativa dell’Istituto Veneto per il Lavoro. Veniva così ufficialmente riconosciuto il valore e la qualità delle arti cosiddette minori che, in occasione dell’esposizione, vennero selezionate per essere mostrate al grande pubblico.
Grazie anche al costante rinnovarsi della manifestazione, le fornaci muranesi ebbero l’opportunità di presentarsi ogni volta con la migliore produzione, sapendo cogliere gli stimoli che la Biennale offriva loro.

La Biennale, infatti, non fungeva solo da vetrina privilegiata ma, con il suo fervore artistico e il respiro internazionale, divenne una proficua occasione di confronto per le vetrerie e il mondo del vetro artistico in generale.

Tra le fornaci, in particolare, si distinse la Venini che si avvalse della collaborazione con Carlo Scarpa, mentre la Barovier Seguso Ferro, poi Seguso Vetri d’Arte, vide la presenza di Flavio Poli; il pittore Dino Martens invece collaborò prima con la Salviati e la Successori Rioda e poi con la Aureliano Toso. Tra le vetrerie che, in quegli anni, dimostrarono le potenzialità del vetro ricordiamo anche l’AVEM, la storica fornace dei Barovier, Cirillo Maschio, Ulderico Moretti, S.A.I.A.R. Ferro Toso, Fratelli Toso, VAMSA e S.A.L.I.R.

1932-1942 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia, accompagnata dal relativo catalogo a cura di Marino Barovier e Carla Sonego, si propone di presentare gli oggetti che si videro in queste edizioni e di illustrarli attraverso documenti d’epoca.
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[accordion_entry title=”Orari e modalità d’accesso”]
Aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle 19. Chiuso il mercoledì.

 

Ingresso libero
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Maurizio Galimberti tra Polaroid/Ready Made e le lezioni americane di Italo Calvino

Le Stanze della Fotografia presentano, dal 10 aprile al 27 luglio 2025, al primo piano, la mostra Maurizio Galimberti tra Polaroid/Ready Made e le lezioni americane di Italo Calvino, curata da Denis Curti.

Internazionalmente noto per i ritratti di star come Lady Gaga, Robert De Niro, Johnny Depp e Umberto Eco, e per aver realizzato pubblicazioni e mostre site specific su New York, Parigi, Milano, Roma e Venezia, Maurizio Galimberti presenta a Venezia alcuni tra i più iconici mosaici di polaroid, tra i quali Johnny Depp, Barbara Bouchet e Angelica Huston, in un percorso che si articola in sei sezioni: Cenacolo, Storia, Sport, Ritratti, Taylor Swift e Luoghi.

Le sue creazioni, caratterizzate da una visione sfaccettata e frammentata della realtà, sono scomposte e ricomposte come in un mosaico, offrendo una riflessione profonda sulla percezione e sulla molteplicità dei punti di vista. Le immagini sono quasi sempre manipolate durante la fase di sviluppo, esercitando pressioni con strumenti semplici – come penne e bastoncini di legno – direttamente sulla superficie del supporto, o montate in composizioni a mosaico, all’interno delle quali ogni singolo scatto concorre alla formazione di un risultato finale capace di restituire una visione d’insieme spettacolare.
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[accordion_entry title=”Orari e modalità d’accesso”]
Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19 (ultimo ingresso ore 18:30).
Chiuso il mercoledì

 

Ingresso a pagamento. Per prenotazioni, tariffe e modalità d’acquisto visita lestanzedellafotografia.it
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Robert Mapplethorpe. Le forme del classico

La grande retrospettiva di Robert Mapplethorpe,  Robert Mapplethorpe. Le forme del classico è organizzata e promossa da Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con la Fondazione Robert Mapplethorpe di New York.

Le Stanze della Fotografia di Venezia annunciano la prossima grande mostra dedicata a un protagonista assoluto, e tuttora per molti aspetti controverso, della fotografia internazionale: Robert Mapplethorpe (New York, 1946 – Boston, 1989). Curata da Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia, la retrospettiva celebra l’arte atemporale di Mapplethorpe. Con oltre 200 opere, alcune esposte per la prima volta in Italia, l’esposizione pone un accento particolare sulla perfezione classica delle sue composizioni. Tra i temi esplorati vi sono la sensualità del corpo umano, la bellezza dei fiori e il dialogo visivo tra fotografia e scultura antica.
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[accordion_entry title=”Orari e modalità d’accesso”]
Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19 (ultimo ingresso ore 18:30).
Chiuso il mercoledì

 

Ingresso a pagamento. Per prenotazioni, tariffe e modalità d’acquisto visita lestanzedellafotografia.it
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Whispers – A Julian Lennon Retrospective

La mostra “Whispers – A Julian Lennon Retrospective” presenta a Venezia una raccolta inedita di fotografie di Julian Lennon, esplorando con uno sguardo intenso l’intimo legame tra natura, responsabilità e umanità.

Dal 28 agosto al 24 novembre 2024 al primo piano delle Stanze della Fotografia la mostra, curata da Julian Lennon e Sandrina Bonetti Rubelli, propone un’ampia selezione di opere che ripercorrono il percorso artistico dell’autore, dai primi passi nella musica all’intera produzione fotografica. Attraverso questa retrospettiva, è possibile seguire l’evoluzione artistica di Lennon, caratterizzata da una forte impronta umanitaria e ispirata alle iniziative filantropiche realizzate per la sua fondazione no-profit, The White Feather Foundation.

Eleonora Duse mito contemporaneo

In occasione dei cento anni dalla scomparsa di Eleonora Duse (Vigevano 1858 – Pittsburgh 1924), l’Istituto per il Teatro e il Melodramma apre al pubblico una mostra temporanea che racconta la straordinaria storia di questa artista.

 

L’esposizione, pensata per gli spazi di Palazzo Cini a San Vio, si pone l’obiettivo di ritrarre la celebre attrice a partire dai documenti e dagli oggetti che le sono appartenuti, conservati presso l’Archivio dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma. Si tratta di oggetti unici, capaci di testimoniare la particolarità di questa artista rivoluzionaria, punto di riferimento non solo per la scena teatrale del tempo, ma anche per la cultura europea dei decenni tra Otto e Novecento. Tra questi, avranno una particolare rilevanza gli abiti che le sono appartenuti e che afferiscono al suo guardaroba privato. Si tratta di modelli di alta sartoria, perfettamente conservati, che restituiscono il fascino di anni lontani e particolarmente suggestivi. Oltre all’abito realizzato dalla sartoria Magugliani, saranno esibiti modelli creati dall’atelier Jean Philippe Worth, una delle prime case di moda attiva tra Londra e Parigi a cavallo tra i due secoli, creazioni di Paul Poiret, l’artista che agli inizi del XX secolo realizzò la prima forma di pantalone al femminile, e alcuni capi realizzati da Mariano Fortuny. Inoltre, in mostra saranno esposti altri preziosi materiali: lettere autografe di vari corrispondenti, rare fotografie che mostrano Eleonora Duse in attimi di vita privata e in costume di scena e oggetti pregiati, a lei appartenuti che restituiscono uno spaccato del suo gusto raffinato e originale.

La mostra intende offrire al visitatore un’istantanea della grande artista simbolo del teatro italiano nel mondo, attraverso significativi e straordinari pezzi dell’Archivio, che l’Istituto per il Teatro della Fondazione Giorgio Cini conserva, per volontà della nipote dell’attrice e altri donatori, da molti anni.