Mostre Archives - Pagina 11 di 23 - Fondazione Giorgio Cini

Fulvio Bianconi alla Venini

Foto: Fulvio Bianconi, Vasi Fazzoletto in vetro incamiciato, 1949-50

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Imago Mundi. Luciano Benetton Collection. Mappa dell’arte nuova.

Imago Mundi – Luciano Benetton Collection
MAPPA DELL’ARTE NUOVA
Cinque continenti, più di 40 Paesi, 6.930 artisti con opere 10×12 centimetri

Arte e Mondo senza confini. Imago Mundi, il progetto globale non profit di arte contemporanea di Luciano Benetton, espone parte delle sue collezioni: 6.930 artisti con opere 10×12 centimetri provenienti da più di 40 Paesi e popolazioni native.

In mostra le collezioni di Algeria, Boscimani del Kalahari, Nigeria, Sud Africa, Tunisia, Uganda/Ruanda/Burundi (AFRICA); di Brasile, Caraibi, Cile, Colombia, Cuba, Messico, Stati Uniti e degli Indigeni nativi americani (AMERICHE); di Afghanistan, Arabia Saudita, Corea del Nord, Filippine, Giordania, Iran, Israele, Siria, Tailandia, Tibet (ASIA);  di Austria, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria (EUROPA); degli artisti aborigeni d’Australia (OCEANIA).

Visita il sito di Imago Mundi

La salvaguardia dei Monumenti durante la Grande Guerra. La raccolta fotografica di Ugo Ojetti alla Fondazione Giorgio Cini

Protagonista del panorama culturale italiano del Novecento, giornalista eclettico, critico d’arte e scrittore, Ugo Ojetti è certamente una figura complessa e difficile da delineare. Eterno amante del bello con la sua penna e il suo forte carattere è stato in grado di descrivere la complessità dei cambiamenti culturali e politici che si sono susseguiti nell’intricato periodo storico racchiuso tra la fine dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale. Ojetti partecipa volontariamente alla Grande Guerra in qualità di sottotenente presso l’Esercito Regio con l’incarico di tutelare i monumenti delle Terre Redente. Si tratta di una fase circoscritta all’interno della sua carriera, nella quale si scontra con le necessità delle Soprintendenze, gli ordini dati dal Comando Supremo e la fragilità della materia minacciata dall’evento bellico. Durante questo periodo raccoglie numerose testimonianze fotografiche per documentare i danni causati dai bombardamenti nemici ai monumenti italiani nell’area del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino, nonché le operazioni di salvaguardia di opere d’arte attuate dall’Esercito Regio, in particolar modo nella città lagunare.

L’Istituto di Storia dell’Arte custodisce nei suoi archivi la raccolta fotografica riunita da Ugo Ojetti nel corso della Grande Guerra e che comprende più di cinquecento fotografie, gelatine e albumine, realizzate tra il 1915 e il 1919, di diversa provenienza ad attestare la fitta rete di rapporti intessuti dallo stesso Ojetti durante il conflitto allo scopo di raccogliere una documentazione dettagliata utilizzata anche a fini propagandistici.

In concomitanza con le celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, l’Istituto di Storia dell’Arte propone dunque, attraverso la mostra che si terrà dal 9 giugno al 31 luglio 2015 negli spazi espositivi della Nuova Manica Lunga, un percorso di lettura delle immagini appartenenti a questa interessantissima raccolta, fotografie che illustrano i danni subiti dalle città durante il primo conflitto mondiale e le opere di salvaguardia del patrimonio storico artistico nazionale, riflettendo sul ruolo della fotografia quale mezzo di diffusione delle idee.

La mostra che si inaugura il 9 giugno sarà preceduta, alle ore 17:00, da una conferenza nella Sala Barbantini tenuta da  Marta Nezzo dell’Università degli Studi di Padova.

 

 

Painting as shooting di Liu Xiaodong

La Fondazione Faurschou  presenta Painting as Shooting di Liu Xiaodong, uno degli artisti più influenti del panorama cinese degli ultimi due decenni, presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia.

 Si tratta della prima grande mostra a livello europeo che esplora approfonditamente la singolare tecnica di Liu Xiaodong, che si concentra in modo sensibile ma convincente sui profondi chiasmi sociali ed ecologici della nostra vita contemporanea. La mostra è a cura di Jérôme Sans e si focalizza su una serie di progetti dell’ultimo decennio appositamente selezionati che analizzano importanti temi a livello mondiale sia ambientali che sociologici.

PAINTING AS SHOOTING

Liu Xiaodong tratta il suo lavoro con gli occhi e la tecnica dello storyboard tipica dei cineasti.
Ognuna delle opere dell’artista prende forma da una semplice idea annotata quotidianamente nel suo diario, dove egli descrive gli eventi di cui è stato testimone, le foto che ha scattato o le persone che ha incontrato, e successivamente le trasforma in personaggi reali nelle sue tele. In un certo senso i dipinti dell’artista somigliano a un set cinematografico nel quale egli è il regista che collabora con gli attori per recitare, narrare o ricreare una situazione, impressioni varie o i relativi effetti. Ed è così che Liu Xiaodong incarna il concetto di ‘painting as shooting’ (pittura come fotografia).

BIO

Liu Xiaodong (1963) vive e lavora a Pechino. Ha un BFA (Laurea in Belle Arti) e un MFA (Master di specializzazione) in pittura ottenuti presso l’Accademia Centrale delle Belle Arti, Pechino (1988, 1995).

L’artista ha acquisito fama negli anni ’90 e rappresenta lo stile neo-realista cinese. Le sue personali includono Kunsthaus Graz, Austria (2012) e Ullens Center for Contemporary Art, Pechino (2010), mentre il suo lavoro è stato esibito in varie collettive quali la Shanghai Biennale (2000, 2010), la XV Biennale di Sydney (2006) e la 47. Biennale di Venezia (1997).

Jérôme Sans è un curatore noto a livello internazionale, un critico d’arte, un direttore artistico che ha curato numerose importanti mostre in tutto il mondo. E’ stato direttore dell’innovativo Ullens Center for Contemporary Art a Pechino e co-fondatore dell’acclamato Palais de Tokyo a Parigi. Attualmente è direttore artistico di uno dei più importanti progetti di sviluppo urbano in Europa, Lyon Rives de Saône-River Movie, e co-fondatore di Perfect Crossovers ltd, gruppo di consulenza culturale con sede a Pechino.

 

FAURSCHOU FOUNDATION
Faurschou Foundation è un’istituzione artistica privata. Ospita una collezione d’arte contemporanea di altissimo rilievo a livello internazionale. Le sue mostre sono organizzate nel North Harbour di Copenhagen e nell’attraente distretto artistico 798 di Pechino. La Fondazione avvicina i visitatori ad alcuni degli artisti più acclamati nel mondo. Inoltre, sviluppa e amplia costantemente la propria collezione introducendo sempre nuove opere.

Dopo la sua creazione nel 2001, la Faurschou Foudation è riuscita ad affermarsi in brevissimo tempo come un’istituzione artistica di rilievo, che espone opere d’arte di altissimo livello internazionale organizzando mostre personali di artisti come Ai Weiwei, Cai Guo-Qiang, Louise Bourgeois, Shirin Neshat, Gabriel Orozco, Danh Vo, e Bill Viola.

 

(Orari tutti i giorni dalle 10 alle 19, chiuso il mercoledì, per info:www.faurschou.com)

Enki Bilal Inbox

Mostra Inbox – Enki Bilal  Realizzata con il supporto di Artcurial, e in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini. Enki Bilal esporrà per la prima volta sull’Isola di San Giorgio Maggiore durante la Biennale di Arti Visive di Venezia da venerdì 8 maggio a domenica 2 agosto 2015.

La Fondazione Giorgio Cini ospiterà l’installazione inedita Inbox, accessibile liberamente al pubblico. Inbox è un audace progetto artistico pensato specificatamente per questa manifestazione internazionale, dove Enki Bilal gioca con i sensi dei visitatori e con la loro percezione della realtà.

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                     Enki Bilal Bozzetto dell’installazione Inbox per la Fondation Giorgio Cini 

Proseguendo il suo lavoro di destrutturazione pittorica, Bilal si spinge ancora più lontano, proponendo una nuova esperienza: la presa di coscienza della voluttà inquietante, ma al contempo accattivante, dell’oscurità. In uno spazio chiuso e nero, caratterizzato da un’architettura minimalista, lo spettatore è solo davanti a un grande schermo che riproduce, a ciclo continuo, delle immagini indefinite a colori che creano un’instabilità destinata a fissarne e a sbilanciarne lo sguardo. Dopo una prima fase ipnotica, lo spettatore affronta un dittico che non viene mai completamente rivelato e che, per meglio sottolineare il rapporto tra discontinuità luminosa e sensualità dei corpi, rimane sotto l’effetto alternante della chiarezza e del silenzio. Questi caratteri rappresentano il passionale e oscuro romanticismo che caratterizza l’opera di Enki Bilal che insiste sulla fragilità e sulle incertezze della nostra memoria visiva, sull’ambivalenza e sulla materialità delle immagini. Appoggiandosi alla necessità di concentrarsi sul momento presente e facendo appello alla sensibilità e alle risorse intuitive, lo spettatore potrà immergersi nel cuore dell’opera in una poetica che è allo stesso tempo fisica e mentale.

«É un gioco sui sensi e sulla loro perdita, ma anche sulla nostra percezione della  realtà. Il visitatore, interfacciandosi con l’impossibilità di focalizzarsi sul  convenzionale dettaglio di un’opera da uno specifico punto di vista, scoprirà la  frustrazione della memoria visiva e dovrà lasciare la stanza mentre le immagini  saranno ancora impresse nella sua retina. Si tratta di un’esperienza effimera e  solitaria.» Enki Bilal.

Il lavoro di Enki Bilal sarà inserito nel cuore del convento adiacente la famosa Chiesa di San Giorgio Maggiore che fronteggia Piazza San Marco. La mostra di Bilal si inserisce nel novero dei molteplici progetti sostenuti dalla Fondazione Giorgio Cini in occasione della Biennale di Venezia, insieme a quelle di Magdalena Abakanowicz, Matthias Schaller, Hiroshi Sugimoto e Liu Xiaodong.

[accordion] [accordion_entry title=”Artcurial”]

L’esposizione è possibile grazie al supporto della casa d’aste Artcurial:

«Siamo felici di sostenere questo innovativo progetto realizzato da un grande artista. Per Artcurial è importante affermare, in un contesto internazionale come la Biennale di Venezia, il profondo impegno rivolto alla creatività contemporanea e alla cultura in genere. La mostra sarà accessibile gratuitamente e il pubblico potrà scoprire un lavoro che trascende le frontiere tra le diverse forme artistiche.» spiegano François Tajan e Francis Briest, co-presidenti di Artcurial. Eric Leroy, esperto del dipartimenti di Fumetti di Artcurial, aggiunge: «Enki Bilal alla Biennale di Venezia conferma ancora una volta il livello internazionale del lavoro di Artcurial e come la sua fama vada aldilà delle frontiere francesi. Enki Bilal ci sorprende nuovamente con questa installazione e conferma la sua capacità di intervento attraverso tutti i codici linguistici

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 Enki Bilal © Vanessa Franklin

1951 : Nascita di Enki Bilal a Belgrado, Yougoslavia.

1960 : Si trasferisce a Parigi.

1972 : Dopo un breve passaggio alle Belle Arti, Enki Bilal pubblica la sua prima storia, Le Bol maudit, sul giornale Pilote.

1975 : Pubblicazione del suo primo album di fumetti, La Croisière des Oubliés, su scenografia di Pierre Christin.

1980 : Prima serie personale sul giornale Pilote, La Foire aux Immortels. La seconda parte, La femme Piège, e pubblicata nell’album nel 1986.

1982 : Enki Bilal dipinge su vetri una parte delle scenografie di La Vie est un roman, film di Alain Resnais.

1983 : Con Partie de Chasse, Enki Bilal e Pierre Christin dimostrano che nel fumetto politica, attualità e finzione non sono incompatibili. Nasce un nuovo genere. 1987 : Grand Prix du XIVe Salon international di fumetto di Angoulême.

1988 : Mostra al Palais de Tokyo, con Josef Koudelka e Guy Pellaert.

1989 : Primo film di Enki Bilal, Bunker Palace Hôtel, con Jean-Louis Trintignant e Carole Bouquet.

1990 : Decorazioni e costumi per O.P.A. Mia, opera contemporanea di Denis Levaillant (festival di Avignon).

1993 : Ultima parte della Trilogia Nikopol, Froid Equateur, miglior libro dell’anno, per il magazine di Bernard Pivot, Lire. Una première nella storia delle pubblicazioni.

1994 : Mostra e pubblicazione di Bleu Sang (Galerie e Éditions Christian Desbois). 1997 : Uscita francese di Tykho Moon, secondo lungometraggio di Enki Bilal, con Julie Deply nel ruolo principale, Marie Laforêt, Michel Piccoli, Jean-Louis Trintignant, Johan Leysen, Richard Bohringer, Yann Collette…

1998 : Debutto di Le Sommeil du Monstre una nuova trilogia. 2001 : Mostra enkibilalandeuxmilleun alla biblioteca storica di Parigi 2004 : Uscita del film Immortel ad vitam, terzo lungometraggio di Enki Bilal Linda Hardy nel ruolo principale, Thomas Kretschumann, Charlotte Rampling…

2005 – 2006 : Mostra a New Delhi e poi a Calcutta d’enkibilalinindia

2006-2007 : Serie e fine della Tétralogie du Monstre : Rendez-vous à Parie et Quatre ?- Dernier Acte. 2007 : Mostra a Bangkok.

2009 : Mostra a Istanbul. Pubblicazione dell’album Animal’z.

2009 : Mostra Animal’z da Artcurial a Parigi 2011 : Adattamento e messa in scena di Suspection, opera di Fabienne Renault, con Evelyne Bouix e Jean-Louis Trintignant.

2012 : Mostra Oxymore – Last Paintings a New York (Servizi culturali dell’Ambasciata di Francia), Beijing (Hadrien De Montferrand Gallery), Berlino (Kunsthaus Lempertz) e Paris (Artcurial). 2013 : Mostra Les Fantômes du Louvre – Enki Bilal al Museo del Louvre, con una ventina di fotografie di celebri opere famose rappresentanti fantasmi.

2013 : Combattimento di Chess-boxing da Artcurial a Paris.

2014 : Pubblicazione del terzo tomo della Trilogie du Coup de Sang, intitolata La couleur de l’air.

2014 – 2015 : Mostra Oxymore and more a l’Hôtel des Arts di Tolone.

2015 : Mostra Inbox alla Fondazione Giorgio Cini, durante la Biennale di Arte Contemporanea di Venezia [/accordion_entry] [/accordion]

Stabat Mater Dolorosa

In concomitanza con la 56ma edizione della Biennale di Venezia, la “Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti Onlus”, in collaborazione con la “Fondazione Giorgio Cini”, presenta “Stabat Mater Dolorosa”, un’installazione di Giovanni Manfredini, Ennio Morricone, Anna Maria Canopi, ispirata al tema della vita di Cristo e della sua passione.

Un progetto artistico di Giovanni Manfredini che nasce da una storia umana di dolore, dolore che l’arte riesce a trasfigurare. “Stabat Mater Dolorosa“: una corona di rami di rose fusa nell’oro e sospesa in aria.

Solo la musica del grande maestro Ennio Morricone, la voce di Anna Maria Canopi e due fili invisibili la tengono in equilibrio mentre essa, illuminata come se fosse sospesa senza alcun sostegno, rappresenta e parla del dolore di Maria e di quello di ogni donna e di ogni essere umano.

Nella stanza dov’è posta la corona si può entrare uno alla volta e sostare per alcuni minuti. Una stanza buia, dove  vi è soltanto la corona d’oro illuminata.

La via della croce, e due fili invisibili la tengono in equilibrio mentre essa, illuminata come se si librasse senza alcun sostegno, rappresenta e parla del dolore di Maria e di quello di ogni donna e di ogni essere umano.Un progetto che nasce da una storia personale ma che diviene universale e che, come recita un verso dell’omonima preghiera di Jacopone da Todi (Eia, Mater, fons amoris, / me sentire vim doloris / fac ut tecum lugeam:..: Oh, Madre, fonte di amore / fammi provare lo stesso dolore / perché possa piangere con te…), riscatta, glorificandolo, il dolore di Cristo, di Maria e dell’Uomo.

Il viaggio della corona inizia alla Fondazione Giorgio Cini, in concomitanza con la 56° edizione della Biennale di Venezia, per poi toccare altre sei tappe nel mondo, da New York a Berlino, da Berlino a Instanbul, per poi arrivare a Roma.

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[accordion_entry title=”Giovanni Manfredini”]

Giovanni Manfredini ha tenuto mostre personali tra le altre a Madrid, Napoli, Roma, Berlino, Basilea, Berna, Londra, Francoforte, Stoccarda.
Principali esposizioni collettive:  54° biennale di Venezia, Moma di New York, Stedelijk Museum di Gand. Le sue opere sono esposte accanto a quelle di Caravaggio nella cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma, un grande trittico presso il Kaiserdome di Francoforte e presenti in molte collezioni pubbliche e private, tra le altre la Kunsthalle di Stoccarda, Kunstmuseum di Bonn, Smak di Gand, Fukuyama Museum of Art in Giappone, Gallera d’arte moderna di Bologna e Mart di Trento e Rovereto.
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[accordion_entry title=”Anna Maria Canopi (1931 – )”]

Anna Maria Cànopi nasce a Pecorara il 24 aprile 1931.

Giovanissima sente la vocazione verso la vita monastica e verso il silenzio e la contemplazione. È fondatrice e abbadessa dell’abbazia benedettina “Mater Ecclesiae” nell’Isola di San Giulio, sul lago d’Orta, in provincia di Novara. È conosciuta ed apprezzata come autrice di molti libri sulla spiritualità monastica e spiritualità cristiana. È voce autorevole nell’ambito della spiritualità biblica, liturgica e monastica.

Ha collaborato all’Edizione della Bibbia della CEI, al catechismo della Chiesa Cattolica e alle edizioni dei nuovi messali e lezionari.

Ha preparato il testo della Via Crucis di Papa Giovanni Paolo II al Colosseo nel 1993.

Nel 1995 ha portato la sua testimonianza di monaca benedettina al Convegno dei giovani europei tenutosi a Loreto.

Il 30 agosto 2009 ha ricevuto nella sua abbazia il Patriarca melkita-cattolico Gregorio III Laham, che ha celebrato la Santa Messa con il rito greco-bizantino.

Madre Anna Maria ha ricevuto in dono dal Patriarca la Croce pettorale di Gerusalemme.
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[accordion_entry title=”Ennio Morricone (1928 -)”]

Ennio Morricone è compositore, musicista e direttore d’orchestra italiano. Durante la sua carriera si è cimentato in tutte le specializzazioni della composizione musicale: nella musica assoluta così come nella musica applicata, dapprima come orchestratore e direttore in campo discografico, poi come compositore per il teatro, la radio, la televisione ed il cinema.
Dal 1960 Morricone ha musicato oltre 400 film lavorando con moltissimi registi italiani ed internazionali (tra questi: Sergio Leone, Gillo Pontecorvo, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo, Lina Wertmuller, Giuseppe Tornatore, Brian De Palma, Roman Polanski).
La sua produzione di Musica Assoluta comprende più di 100 composizioni scritte dal 1946 ad oggi.
Ha diretto varie orchestre in tutto il mondo, tra le quali si ricordano l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia in diverse stagioni sinfoniche, l’Orchestra Filarmonica e del Coro Filarmonico della Scala, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Budapest, l’Orquesta Nacionales de España.

Nella sua lunga carriera Ennio Morricone ha ricevuto moltissimi premi tra cui 8 Nastri D’argento, 5 Bafta, 5 Nomination all Oscar, 7 David Di Donatello, 3 Golden Globe, 1 Grammy Award, 1 European Film Award, oltre al Leone D’Oro e l’Oscar alla Carriera.
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[accordion_entry title=”Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti”]

La Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti Onlus, fondata a Milano nel 2012 da Arnoldo Mosca Mondadori e Marisa Baldoni in memoria di Vittorio Baldoni e presieduta da Emanuele Vai, rappresenta l’esito di un lungo lavoro sociale e culturale che negli anni i fondatori hanno dedicato alle fasce più deboli della comunità italiana e internazionale.

La Fondazione ha simbolicamente posto come suo patrimonio inalienabile due opere d’arte che insieme formano un ideale dittico: “Morte e Resurrezione dell’Uomo”. La prima rappresenta un Crocifisso (donata dall’artista Mimmo Paladino), la seconda rappresenta la Resurrezione (donata dall’artista Pietro Coletta). La figura del Cristo è dunque il punto di partenza di ogni attività della Fondazione.

Il modello culturale e progettuale del suo Statuto trae ispirazione dal brano evangelico del “Discorso della Montagna”, che si basa sul riconoscimento del bisogno del prossimo come se fosse il nostro stesso bisogno.

La Fondazione si propone dunque di dar voce, dignità e sostegno alle persone che vivono oggi nelle periferie esistenziali della società, trovandosi in stato di povertà, nello sfruttamento e nell’esclusione sociale.

Ogni progetto della Fondazione pone le arti come via per comunicare la bellezza dello Spirito che, come dice il Vangelo, “Soffia dove vuole”. Le arti sono dunque lo strumento perché la presenza del Cristo “si incarni” senza mai imporsi e possa toccare le persone, credenti e non credenti, proponendo una nuova idea di città: inclusiva, plurale, con lo sguardo rivolto al futuro e a coloro che saranno i cittadini di domani.

Tra gli obiettivi principali della Fondazione vi è quello di lavorare affinché la cultura si ponga come valore primario e fondante dell’essere umano e della sua relazione con il mondo, e affinché le arti (intese nel loro spettro più ampio, quindi: la musica, la pittura, la scultura, la poesia, la letteratura, la filosofia, il teatro, la danza) diano voce, sostegno e opportunità di riscatto a coloro che oggi vivono nella marginalità.

Tra i principali progetti realizzati dalla Fondazione: “Orchestra dei Popoli Vittorio Baldoni”,  un organico multietnico che mette insieme bambini e ragazzi di diverse etnie – dotati di grande talento per la musica e che spesso provengono da situazioni di grave disagio economico e sociale – con studenti del Conservatorio di Milano e di altre scuole a indirizzo musicale, che accompagnano i giovani talenti nella loro crescita artistica; “Porta di Lampedusa, Porta d’Europa”, installazione in memoria dei migranti morti in mare, ad opera di Mimmo Paladino, che il Papa ha visto recandosi sull’isola quando lì ha tenuto la sua prima enciclica (estate 2013). Il rapporto con Papa Francesco si è intensificato in questi ultimi mesi con il progetto “Portatela ovunque: la Croce di Lampedusa”, una croce alta 2.80 metri, realizzata dal falegname Franco Tuccio con i resti dei legni dei barconi dei naufraghi.

La Croce è stata benedetta dal Papa in Vaticano il 9 aprile 2014; da quel momento è partita per un viaggio culturale e spirituale, promosso dalla Fondazione e che il Papa stesso ha incentivato pronunciando la significativa frase “Portatela ovunque”. Un viaggio che la sta conducendo nelle parrocchie, nei monasteri, nei paesi e nelle città d’Italia, come simbolo di memoria e di preghiera ma anche come elemento di incontro e di unione tra fedeli e laici delle diverse comunità.

Sin dalle prime attività rivolte al mondo del sociale e della cultura, la “Casa dello Spirito e delle Arti” ha potuto inoltre contare e conta tutt’oggi sul supporto, la partecipazione e l’amicizia di importanti nomi del panorama artistico nazionale quali Ennio Morricone, Mimmo Paladino, Pietro Coletta, Giovanni Manfredini, Franco Cerri, Franco Battiato.
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Das Meisterstück

Matthias Schaller,Cy Twombly, 2007 (dettaglio)


 Mostra prorogata fino al 14 giugno


 

In occasione della Biennale di Venezia, 56. Esposizione Internazionale d’Arte, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini venerdì 8 maggio apre al pubblico la mostra sull’Isola di San Giorgio Das Meisterstück di Matthias Schaller.

La mostra presenta una serie di fotografie dell’artista tedesco Matthias Schaller, delle tavolozze dei maestri più significativi negli ultimi duecento anni della storia della pittura europea; attraverso le quali Schaller coglie ‘ritratti indiretti’ degli artisti e della loro produzione.

L’esposizione sarà allestita nel Cenacolo Palladiano. Das Meisterstück (Il Capolavoro) rivela come la tavolozza costituisca una sorta di ‘ritratto indiretto’ dell’artista e della sua tecnica pittorica. Le monumentali fotografie delle tavolozze originali (190 cm x 140 cm circa) forniscono una chiave d’accesso inedita e storica all’uso del colore, all’organizzazione dello spazio e alla pennellata degli artisti ‘raffigurati’.

Dal 2007 Schaller è impegnato nel catturare la bellezza delle tavolozze d’artista, intese come una finestra affacciata sul loro genio creativo, come un paesaggio astratto della produzione pittorica. Catturando l’essenza di 180 tavolozze appartenute a oltre settanta tra i più grandi maestri europei del 19° e del 20° secolo, Schaller coglie così l’inconscio della pittura, o, in altre parole, la pittura prima della pittura.

Das Meisterstück comprende le tavolozze di artisti come:

J.M.W. Turner

Eugène Delacroix

Paul Cézanne

Claude Monet

Vincent van Gogh

Wassily Kandinsky

Henri Matisse

Pablo Picasso

Francis Bacon

Cy Twombly

In mostra sarà presentata una selezione di circa 10 fotografie, che permetterà di illuminare l’evoluzione dei principali movimenti artistici europei compresi tra l’impressionismo e l’astrattismo. Nel corso della sua ricerca, Schaller ha raccolto tavolozze dai principali musei europei, tra i quali il Louvre, il Musée d’Orsay e il Centre Pompidou (Paris), la Tate (London), la Kunsthaus (Zürich), l’Akademie der Künste (Berlin), il Metropolitan Museum (New York), da fondazioni private, da familiari degli artisti e da collezionisti privati.

RUST- installazione di Louise Manzon

RUST – installazione di  Louise Manzon
Un evento di Advantage Première Art Fund
Presentazione di Achille Bonito Oliva

ADVANTAGE FINANCIAL
sostiene la Fondazione Giorgio Cini Onlus aderendo all’iniziativa
“GLI AMICI DI SAN GIORGIO”


L’arte? L’arte! La scultura? La scultura! Due domande e due affermazioni esclamative e perentorie. Che trovano nella pratica artistica di Louise Manzon un riscontro splendente e felice. Achille Bonito Oliva


Si inaugura il 1 aprile 2015, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, la mostra RUST, le sculture  di  Louise Manzon alla Fondazione Giorgio Cini, sue opere recenti. La mostra sarà aperta al pubblico dal 2 aprile al 17 maggio 2015.

RUST non solo come la ruggine, la corrosione che intacca la materia da parte di agenti atmosferici ma, anche, come la tendenza di un manufatto metallico a tornare al suo stato originale nel quale si trova in natura: una rinascita, un’opportunità.

L’installazione site specific, progettata da Louise Manzon per questa occasione, sviluppa alcuni dei temi creativi più cari all’artista: le figure femminili e il loro ruolo di vigili e materne custodi dei segreti della vita, le creature marine e l’importanza salvifica delle condizioni delle acque in cui vivono.

La figura femminile  è quella di Tethis, nell’evidenza narcisistica di un corpo restituito con estrema risonanza (…). Una sorta di ventaglio orna il capo della mitologica divinità.Una struttura barocca regge l’impianto scultoreo, una conformazione avvolgente ne articola i volumi nel corpo e nelle vesti. La linea curva crea il sospetto di un movimento verso l’alto, lo slancio verso aeree posizioni e miracolose impennate che sottraggono Tethis alla legge di gravità“. Achille Bonito Oliva nella sua presentazione

Il branco di pesci, a sua volta e con le sue forme primigenie, rappresenta la vita acquatica, la forza della genesi minacciata dall’inquinamento e dall’incuria, fattori che anche fuori dall’acqua insidiano la vitalità che l’artista fa risaltare nelle proprie opere, dai colori vivaci e dalle forme guizzanti. Modellate in una terracotta a volte trasfigurata in una materia quasi ferrea, le sculture di Louise Manzon rievocano natanti primigeni, le prime forme di vita acquatica che emergono dalle profondità degli abissi, in una eleganza delle fogge senza tempo, che restituiscono la gioia di un mondo che ha vissuto e vive con noi, con i nostri miti e le nostre storie. Figure antiche ma attualissime che ci ricordano l’importanza della protezione dell’ambiente e della centralità del rapporto tra umanità, natura e cultura.

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[accordion_entry title=”Louise Manzon”]

Louise Manzon è nata nel 1961 a San Paolo del Brasile, cresciuta in una famiglia cosmopolita, formandosi tra il Sud America, Stati Uniti e Europa. Ha conseguito un Master in Industrial Design al Pratt Institute di New York, perfezionando le proprie tecniche pittoriche e scultoree alla National Academy Museum and School of Fine Arts di New York. Ha esposto le sue sculture in Svizzera, negli Stati Uniti e in Italia.
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[accordion_entry title=”Advantage Première Art Fund “]
Advantage Première Art Fund è un fondo indipendente dedicato ai beni da collezione, costruito da Advantage Financial, focalizzato prevalentemente sulla produzione artistica novecentesca e contemporanea e fondato sull’individuazione di settori emergenti e innovativi. L’interesse per l’opera di Louise Manzon è ascrivibile alla presenza di elementi che Advantage Première Art Fund ritiene particolarmente significativi: l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, l’attenzione per il tema dell’interculturalità (privilegiando la produzione artistica femminile e seguendo l’opera di artisti che si sono formati e si muovono tra culture differenti) e l’attenzione, infine, per l’uso di materie e tecniche artistiche eco-compatibili, rispettose dell’ambiente e delle più illustri tradizioni.

Advantage Financial sostiene la Fondazione Giorgio Cini Onlus aderendo all’iniziativa “Gli Amici di San Giorgio.”

 

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Ettore Spalletti. Palazzo Cini

Promossa dalla Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con ASLC Progetti per l’arte – Verona, la mostra inaugura il secondo piano della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, in occasione dell’apertura stagionale della casa-museo.

L’esposizione che Ettore Spalletti presenterà a Palazzo Cini sarà particolarmente meditata. L’artista, lontano da quella forma di seducente notorietà che talvolta il contemporaneo regala, lavorerà ragionando sul luogo, ascoltandolo, osservandone le variazioni di luce, studiandone lo spazio. Le stanze del secondo piano del Palazzo, recentemente rinnovate, accoglieranno una mostra espressione di una relazione profonda con uno spazio che era, e rimane nell’intento dell’artista, domestico; allo stesso tempo i capolavori d’arte antica esposti nella Galleria al piano nobile saranno una presenza importante per Spalletti, come racconto della vita del luogo.

La varietà, la complessità e la profondità di questo maestro dell’arte contemporanea italiana, condurrà il visitatore/ospite attraverso un’esperienza visiva avvolgente e familiare. Le opere di Ettore Spalletti sono state esposte nei più prestigiosi spazi museali, italiani e stranieri. Recentemente GAM di Torino, MADRE di Napoli e MAXXI di Roma, hanno dedicato al Maestro un’importante retrospettiva del suo percorso artistico – dalla pittura alla scultura fino alle installazioni ambientali. Oltre ad aver rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia e a due edizioni di Documenta a Kassel, Spalletti è uno dei più rappresentativi esponenti dell’arte contemporanea.

Palazzo Cini. La Galleria

Il 25 aprile riapre al pubblico, grazie alla partnership di Assicurazioni Generali, la Galleria di Palazzo Cini a San Vio con alcune importanti novità ad accogliere i visitatori: nuove opere d’arte che arricchiscono ulteriormente il percorso espositivo, un programma di mostre ospitate al secondo piano e un nuovo piano di attività culturali con il ritorno dell’iniziativa dell’Ospite a Palazzo e delle Conversazioni d’arte.

Grazie alla generosità di Lyda Guglielmi, figlia di Ylda Cini, entra a far parte delle raccolte custodite nella Galleria di Palazzo Cini un significativo nucleo di opere e arredi già in origine appartenuti alla straordinaria raccolta riunita da Vittorio Cini nel palazzo sul Canal Grande. Prima fra tutte una preziosa tavola di Stefano di Giovanni detto il Sassetta, raffigurante San Giovanni Evangelista, artista di cui la Galleria già possiede la tavola con la Madonna dell’Umiltà: il nuovo dipinto rende dunque ancora più ampio il panorama della pittura senese del Quattrocento, rappresentato anche dalle tavole del Maestro dell’Osservanza, di Matteo di Giovanni e di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta.

Dopo molti anni, tornano inoltre ad arredare le nobili stanze della casa abitata dal conte Cini un monumentale tavolo cinquecentesco sorretto da figure scolpite di cariatidi e nerboruti telamoni, di gusto sansovinesco, assieme a un armadio riccamente intagliato e ornato da graziose figure muliebri e amorini, pure tradizionalmente riferito ad ambito del Sansovino. Ancora, tra le nuove opere, vanno segnalati un reliquario in argento con il busto di San Valerio, lavoro di oreficeria francese, e un raro portadocumenti della metà del Quattrocento in cuoio rosso cesellato e cuir bouilli, appartenuto al duca di Ferrara Borso d’Este come rivela lo stemma di famiglia che decora il fronte.

Un cenno a parte infine, per la loro eccezionalità nel panorama delle collezioni della Galleria, va alle due tele di Lorenzo Tiepolo raffiguranti due ritratti virili ideali, ovvero, secondo un genere diffuso nel Settecento a Venezia, due ammalianti ‘teste di fantasia’, non distanti dagli esempi del fratello Giandomenico o dello stesso Giambattista.

Altra importante novità di quest’anno è la riapertura del secondo piano del Palazzo destinato, dopo i lavori di adeguamento, a ospitare, oltre a conferenze e letture, esposizioni temporanee: all’inaugurazione primaverile con la mostra Ettore Spalletti farà seguito in autunno nei nuovi spazi l’esposizione di un florilegio dei disegni più importanti e rappresentativi, dal Quattrocento al Novecento, appartenenti alle collezioni dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini.

Ma, accanto alle mostre allestite al piano superiore, proseguirà anche l’iniziativa dell’Ospite a Palazzo, avviata con grande successo l’anno scorso, frutto della collaborazione con importanti istituzioni o musei italiani e stranieri e che vede la Galleria accogliere nelle sale un’opera ‘ospite’ che si pone in un dialogo con quelle della collezione permanente, intrecciando una fitta trama di relazioni visive e di contenuto.

A giugno arriverà dunque Madonna con il Bambino di Beato Angelico, la celebre Madonna di Pontassieve, tavola databile al 1435 circa o agli ultimi anni di attività dell’artista, probabile scomparto centrale del perduto polittico realizzato per la cittadina toscana, conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze.

Infine saranno riproposte le Conversazioni d’Arte, cicli di incontri pensati per fornire occasioni di dialogo con i visitatori, che siano essi esperti, appassionati o semplicemente curiosi: un programma di appuntamenti regolari in Galleria con storici dell’arte ed esperti che raccontano in modo coinvolgente la storia della Galleria e delle sue collezioni. Anche per il 2015 è dunque previsto un doppio ciclo di Conversazioni d’Arte in Galleria – in primavera e in autunno – che fornirà ancora l’occasione di evocare e approfondire grandi tematiche della storia dell’arte in un contesto unico, scrigno in cui sono riuniti capolavori quali i dipinti toscani e ferraresi, sculture lignee, rami smaltati di manifattura veneziana, avori medievali e rinascimentali, porcellane e arredi.