Mostre Archives - Pagina 13 di 23 - Fondazione Giorgio Cini

«A Wave of Ultra-Modern Music». Venezia e oltre

Manoscritti e documenti dagli archivi musicali della Fondazione Giorgio Cini
Giovanni Morelli in memoriam

22 marzo – 20 giugno 2013
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Nuova Manica Lunga, Saletta espositiva
lunedì  venerdì: 9.00 – 16
Sabato e domenica: 10.00 – 16.00*
* Il sabato e la domenica l’accesso è consentito solo tramite le visite guidate alla Fondazione

L’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini opera per la tutela e la valorizzazione di archivi del  XX e del XXI secolo, con particolare attenzione a quelli prodotti da personalità di rilievo del mondo musicale, coreutico e audiovisivo.

Le carte esposte appartengono a 8 fondi distinti sul piano archivistico, ma intersecati fra loro su quello storico-documentario. Nelle sei vetrine si alternano, secondo l’ordine degli eventi, i passaggi o le presenze sulla scena internazionale veneziana di Alfredo Casella, Gian Francesco Malipiero, Aurel Milloss, Luigi Cortese, Gino Gorini, Alberto Bruni Tedeschi, Camillo Togni e Nino Rota: dalla tappa della celebre tournée italiana di Arnold Schönberg con il Pierrot Lunaire e il Concerto per quartetto d’archi di Casella alla prima esecuzione assoluta del Gesang zur Nacht di Camillo Togni, passando per Malipiero che compone per il cinema e scrive su Stravinskij. Una polifonia della storia musicale emerge anche nei suoi tratti inconciliabili o non ancora conciliati fra la Sonata per violoncello e pianoforte di Gorini e i Cinque momenti musicali di Cortese, oppure, sorprendentemente, fra Diagramma circolare di Bruni Tedeschi e La grande guerra di Mario Monicelli. L’ultima vetrina è dedicata alle musiche di Rota per Il Padrino. 


Nell’immagine: Alfredo Casella, Concerto per quartetto d’archi, abbozzo (1923-1924). Fondazione Giorgio Cini onlus, Archivio Alfredo Casella, Quaderno 8 (MUS 46), particolare del f. 6v.

 

Fragile?

Nell’immagine: David Batchelor, Concreto (vetro 01), 2012 vetri colorati, cemento, 183 x 214 x 66 mm courtesy l’artista e Galeria Leme, Sao Paulo

Dopo il successo della mostra Carlo Scarpa. Venini 1932–1947 a cura di Marino Barovier, prorogata fino al 6 gennaio 2013, che ha totalizzato oltre 46.000 visitatori, il progetto Le Stanze del Vetro prosegue nel 2013 con due nuovi importanti appuntamenti espositivi: il primo sarà Fragile? a cura di Mario Codognato, mentre a fine estate è in programma una mostra monografica a cura di Marino Barovier dedicata alle creazioni del celebre artista Napoleone Martinuzzi per la vetreria Venini tra il 1925 e il 1932.

L’8 aprile 2013 apre al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia Fragile? a cura di Mario Codognato.

La mostra presenta 28 opere di artisti internazionali, tra i più interessanti del nostro tempo che hanno utilizzato anche il vetro come medium della loro poetica – da Marcel Duchamp e Joseph Beuys, fino ad Ai Weiwei, Damien Hirst, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis solo per citarne alcuni – e rientra nel progetto Le Stanze del Vetro, iniziativa congiunta di Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, nata con l’obiettivo di valorizzare l’arte vetraria del Novecento e mostrare le innumerevoli potenzialità e declinazioni di questa materia. L’esposizione resterà aperta fino al 28 luglio 2013.

Nel particolare contesto della produzione vetraria veneziana e della tradizione artigianale che la caratterizza, la mostra Fragile? prende in considerazione un altro aspetto, altrettanto rilevante, dell’utilizzo del vetro nelle arti visive del secolo scorso e di quello appena iniziato: l’impiego del vetro come oggetto trovato, come materiale dalle particolari qualità metaforiche e linguistiche. Anziché la precisione o l’originalità del disegno del manufatto, entrano in gioco il potenziale simbolico della trasparenza, della fragilità e della resistenza (Fragile?), dell’imprecisione e della levigatezza, nella costruzione di una situazione che attinge volontariamente dall’esperienza della realtà quotidiana e del linguaggio artistico contemporaneo.

Nel ventesimo secolo con le sperimentazioni delle avanguardie storiche, le arti visive cessano di essere solamente una mimesi della realtà attraverso la pittura e la scultura – afferma il curatore Mario Codognato – tramite l’utilizzo diretto di oggetti e materiali estrapolati direttamente dalla realtà e dalla produzione industriale, costruiscono e concettualizzano una nuova dimensione metaforica e al contempo tautologicamente concreta. Il vetro, grazie anche al suo impiego sempre più preponderante in architettura, con il suo duplice ruolo di elemento trasparente e di barriera, viene a costituire un nuovo strumento linguistico nella costruzione di immagini“.

La mostra Fragile? mette insieme le opere di alcuni tra i più interessanti artisti del nostro tempo, che hanno utilizzato il vetro con intenti e risultati tra i più diversi e contrastanti: dal provocatorio gesto di Marcel Duchamp di rinchiudere in un’ampolla trasparente l’aria di Parigi alla tragica liricità dei frammenti di vetro dell’opera di Joseph Beuys dedicata alla ferocia del terremoto, dalla trasformazione degli oggetti industriali in individualità poetiche nei lavori storici di Luciano Fabro all’ironica deflagrazione dei vetri delle automobili nel video di Pipilotti Rist.

Nel loro insieme, le opere e gli artisti presenti in Fragile? traducono le infinite potenzialità del vetro in una dialettica inedita che coinvolge inevitabilmente la nostra esperienza quotidiana, elemento costitutivo del linguaggio artistico contemporaneo.

Tra gli altri, Fragile? mette in mostra i lavori di: Michael Craig-Martin, Ceal Floyer, Carsten Nicolai, Lawrence Weiner, Monica Bonvicini, David Batchelor, Keith Sonnier, Giuseppe Penone, Rachel Whiteread, Damien Hirst, Ai Weiwei,  Marcel Duchamp, Luciano Fabro, Mona Hatoum, David Hammons, Gilbert & George, Claire Fontaine, Matias Feldbakken, Walead Beshty, Cyril de Commarque, Barry le Va, Joseph Kosuth, Pipilotti Rist, Mario Merz, Gerhard Richter, Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Joseph Beuys.

Il catalogo della mostra è edito da Skira.

Il coordinamento organizzativo dell’esposizione, delle visite guidate e della didattica è a cura di ArtSystem, sponsor tecnico della mostra.

LE STANZE DEL VETRO

Isola di San Giorgio Maggiore, 1
30124, Venezia
tel. +39 041 5230869
info@lestanzedelvetro.it
www.lestanzedelvetro.it – www.cini.it

 

Disegni veneti del Settecento della Fondazione Giorgio Cini e delle collezioni venete

Sia permesso, una volta tanto, all’lstituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini di fare gli onori di casa, non fosse altro che per collaudare le due nuove sale che, testé allestite accanto all’incantevole Biblioteca del Longhena, ne costituiscono un superbo corollario, il tesoro. Vi sono raccolti i libri del fondo del duca D’Essling, cioè della più famosa collezione d’incunabuli veneziani illustrati che si conosca, regalati dal senatore Vittorio Cini, liberalmente arricchita da quelli, con illustrazioni e senza, raccolti a complemento dal nostro maggiore bibliofilo: Tammaro De Marinis. Siccome, oltre ai libri, nel tesoro sono entrate preziose collezioni di miniature, di stampe e di disegni, si è pensato che la Mostra di una scelta di questi ultimi, seppure limitata al Settecento veneziano, avrebbe offerto il miglior modo di celebrare il faustissimo avvenimento.

Manoscitti ed edizioni veneziane di opere liturgiche e ascetiche greche e slave in occasione del Convegno Internazionale di Studio sul ‘Millenario del Monte Athos’

L’esposizione dei manoscritti e dei libri contenuti nel presente catalogo è stata organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia in occasione del convegno di studi per il Millenario del Monte Athos (3 – 6 settembre 1963). Questa esposizione vorrebbe essere, in ordine cronologico, quasi un millenario di libri liturgici e ascetíci che hanno congiunto Venezia al mondo ecclesiastico bizantino da quando essa faceva ancora parte dell’impero cristiano d’Oriente.

L’esposizione di questi tesori religiosi e culturali è stata possibile grazie al concorso benevolo della Direzione della Biblioteca Marciana e all’aiuto dell’Istituto Ellenico di Venezia e della Biblioteca Nazionale di Parigi.

Essa comprende in primo luogo una trentina di manoscritti greci e quattro manoscritti slavi conservati tutti alla Marciana; poi circa ottanta libri religiosi greci, soprattutto liturgici e ascetici; infine una dozzina di libri liturgici slavi, tutti stampati a Venezia.

Disegni veneti del Settecento nel Museo Correr di Venezia

Questa Mostra di alcuni saggi eloquenti dei tesori grafici posseduti dalle cospicue raccolte del Museo Civico Correr di Venezia, famose forse più per gli specialisti che per il pubblico, composta da centoventi esemplari accuratamente scelti e commentati dal professor Terisio Pignatti, approda alla Fondazione Giorgio Cini, che l’aveva auspicata, dopo un viaggio fortunato attraverso i Musei degli Stati Uniti d’America.

Deve essere quindi particolarmente felicitata, e per quello che propriamente rappresenta in sé e per sé, e per la conclusione di questo suo periplo. Basti ricordare, quale attestato magnifico della sua nobiltà, il gruppo di disegni di Giambattista e del figlio Giandomenico, quello dei disegni di Pietro Longhi e massimamente il trepido complesso dei fogli di Francesco Guardi. S’inserisce, d’altra parte, questa Mostra, opportunamente nelle direttive dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione, il quale da anni si rivolge assiduamente agli studiosi ed agli «amatori», per richiamare il loro interesse verso questo ausilio prezioso per la comprensione dell’opera d’arte, che è rappresentato dai disegni.

Ogni giorno più se ne valuta la voce discreta, che è nello stesso tempo la più spontanea e la più istruttiva, oltreché spesso la più squisitamente dilettevole, e commovente. Sono proprio queste Mostre le più adatte a rivelare gli aspetti interni dell’arte, colta alle sue stesse scaturigini, e perciò invitanti ai colloqui più intimi con le creazioni e con i loro autori. L’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione di San Giorgio, che ha testé chiuso l’esposizione dei disegni inviati amichevolmente dall’Ermitage, omaggio graditissimo dell’URSS a quella Venezia che ha in parte aiutato il nascere incantevole di Pietroburgo, si compiace di salutare così, fattivamente, il ritorno delle cose belle di casa.

Si tratta della quindicesima ripresa di queste manifestazioni promosse dall’Istituto, con la collaborazione un po’ da tutto il mondo; e ognuno constaterà che, seppure la più nostrana, è certo una delle più istruttive per i problemi che risolve e per quelli che propone.

Vanno quindi ringraziati, oltre al Sindaco di Venezia, ingegnere Giovanni Favaretto Fisca, che l’ha permessa e patrocinata, l’Assessore alle Belle Arti, professor Mario De Biasi, il Direttore delle Belle Arti del Comune, professor Pietro Zampetti, e il professor Giovanni Mariacher, direttore del Museo Correr, che l’hanno cordialmente effettuata.

Disegni veneti del Museo di Leningrado

Sino Dal suo nascere l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini ha valutato l’utilità di agevolare con mostre annuali discrete, ma scelte, quali poteva proporle e ospitarle nella propria sede, lo studio dei disegni – e massime, ovviamente, di quelli veneti – che costituiscono il preludio più illuminante e vivo delle opere. Questa iniziativa è parsa tra le più adatte nell’ambito dell’attività di un Istituto che ha una sua Biblioteca, ormai famosa, dedicata alle Arti e arricchitasi or non è molto della più insigne raccolta di libri illustrati veneti del Quattro e Cinquecento, e di magnifiche collezioni di miniature, di disegni e di stampe, per dono cospicuo del Fondatore. Si trattò di raccolte di Musei nostrani o di scelte monografiche. Ma l’impegno parve più felicemente soddisfatto allorché si presentarono alla ribalta disegni di proprietà straniera, tanto più desiderati quanto meno accessibili. Si ebbero così i prestiti di S. M. Britannica per il Canaletto; dei Musei di Polonia; dell’Ashmolean Museam di Oxford; dell’Albertina di Vienna; ed ecco oggi che i cordiali, simpatici legami, stretti con gli storici dell’arte e con i Musei dell’U.R.S.S., anche con un mio viaggio del 1955, ci hanno portato allo stupendo esito di una Mostra nobilmente sUggerita da Vittorio Cini, di 127 disegni veneti, inviati dal superbo Museo dell’Ermitage di Leningrado, secondo una scelta fatta dall’illuminato direttore del reparto, Dobroklonsky, e che nel presente Catalogo figurano illustrati dalla intelligente e autorevole ispettrice dell’Ermitage, Larissa Salmina. Saranno, per l’alta qualità e per il non facile accesso, una sorpresa e un godimento per critici, studiosi, uomini di gusto, ai quali tutti la Mostra viene raccomandata con fede sicura nel suo esito e nel suo insegnamento.

Le preferenze stesse di questi disegni ci rivelano quale importanza abbia avuto accanto alla francese, l’arte italiana, e in massimo grado quella di Venezia, per l’orientamento del gusto della Russia; come indica lo splendido periodo incominciato da Caterina II. Mi basti ricordare, che pur non avendo potuto andare a Leningrado il Tiepolo, vi approdarono artisti insigni, come Pietro Rotari, Francesco Fontebasso, Giacomo Guarana, Pietro Antonio Novelli, per non parlare dell’architetto Giacomo Quarenghi che ha dato quasi il volto alla città, e del grande scenegrafo Pietro Gonzaga. È a questo interesse che si deve la richiesta di quadri veneziani (e bastino i due Tiepolo superbi della villa di Archangelskoje), e di stampe e disegni, che sono alla base delle famose raccolte dell’Ermitage e dell’U.R.S.S. Si può dire che questa Mostra prolunghi in Occidente i risultati delle assidue, sapienti ricerche degli studiosi dell’U.R.S.S., che è bene qui rievocare, perché si tratta di un esito che conclude innumeri interessi a vantaggio della scienza e dell’arte.

Scenografie del Museo teatrale alla Scala

Dopo la Mostra «Scenografi veneziani dell’ottocento: Francesco Bagnara, Giuseppe e Pietro Bertoja», allestita nel 1962 all’Isola di San Giorgio Maggiore a cura dell’Istituto di Lettere Musica e Teatro, e successivamente esposta a Milano presso il Museo Teatrale alla Scala, è ora il nostro Istituto che, sul piano di una feconda collaborazione con l’istituzione milanese, presenta a sua volta una selezione di scenografie appartenenti alle preziose raccolte di detto Museo.

Queste periodiche rassegne accompagnano l’attività di documentazione, di ricerca e di studio svolta dall’Istituto nel settore teatrale, sia con la costituzione di una fototeca, l’arricchimento della biblioteca e microfilmoteca consacrate specialmente al teatro veneto, e la valorizzazione della collezione Rolandi di libretti d’opera della quale è in corso una nuova schedatura sistematica e in progetto un’esposizione, sia attraverso ricerche e studi, pubblicazioni, trascrizioni ed esecuzioni musicali, lezioni e discussioni. A questo proposito, va anche ricordato che l’annuale ciclo dei «sabati letterari e musicali» è stato dedicato, nel 1964 e 1965, esclusivamente a temi relativi alla storia del teatro veneto, in tutti i suoi aspetti e con frequenti riferimenti alla storia della scenografia, dal Medioevo fino agli albori della Commedia moderna e del Melodramma: è in preparazione un quaderno che raccoglierà i risultati di questa attività, che si pensa di continuare in futuro. Con le mostre dedicate alla storia della scenografia l’Istituto intende contribuire alla divulgazione di questa materia e promuovere nuove ricerche in un settore vitale e ancora largamente inesplorato, offrendo man mano agli studiosi un panorama organico della storia dello spettacolo teatrale, nella quale Venezia ebbe spesso un posto di iniziativa privilegiata e di eccezionale importanza.

Disegni veneti del Museo di Budapest

Si compiono giusto quest’anno due lustri dacché l’Istituto di Storia dell’Arte, primogenito del Centro di Cultura e Civiltà della Fondazione Giorgio Cini, iniziava la serie di queste Mostre di disegni veneti. Un decennale che possiamo senza vanteria festeggiare e definire fortunato e benemerito. L’iniziativa di queste Esposizioni si lega allo studio di problemi che mi proponevo sino dal tempo della partecipazione all’Advisory Commitee degli «Old Master Drawings». Erano problemi connessi alla grafia disegnativa degli artisti veneti, la quale rappresenta la prima voce rivelatrice della loro opera, ed oltre spesso la chiave segreta della loro sensibilità; ma anche il segno di quelle incertezze che pungolano la nostra ansia di ben conoscere.

Disegni di una collezione veneziana del Settecento

È stato uno dei compiti più coltivati e più graditi dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, che ho l’onore di dirigere, quello di organizzare Mostre di disegni antichi, appartenenti sia a raccolte private (Fiocco, Scholz, Wallraf), sia a raccolte pubbliche (Musei di Bassano, di Oxford, di Polonia, Albertina di Vienna, Ermitage di Leningrado, Correr di Venezia, Museo di Budapest), sia di singoli artisti (G. A. Pellegrini, Canaletto e Guardi; e, per ultimo, Pisanello). Le assidue ricerche che Alessandro Bettagno, alla cui attività e avvedutezza è dovuto l’esito felice di queste Mostre, ha condotto un po’ dovunque, in Europa e in America, sboccano oggi in una Mostra di nuovo genere: singolarissima e inattesa.

Quella di una raccolta anonima, individuabile dalla uniformità della grafia nelle scritte di ogni disegno, con metodo affine a quello felicemente sperimentato dal Lugt per i raccoglitori e i loro “marchi”. È una raccolta che ci rivela un collezionista e conoscitore vissuto, si argomenta, intorno alla metà del Settecento; curioso, più che del Cinquecento, del Seicento e massime del Settecento da lui esplorato negli anfratti più peregrini e negli àmbiti provinciali. Una Mostra che potremmo definire “estravagante”. Essa illumina aspetti ignorati dell’arte veneta nel suo splendido tramonto, e, così ricostituita dalla sagacia e costanza di Alessandro Bettagno, ci permette di sorprendere la fisionomia dell’anonimo raccoglitore, non fosse che per il suo gusto tanto dichiarato da escludere ogni interesse per i vedutisti e i paesaggisti, fossero pure Marco Ricci, Zuccarelli o Zais, e perfino i sommi Canaletto e Guardi.

La simpatia che circonda l’attività di Alessandro Bettagno, e la fiducia nella validità del suo giudizio, ha reso questa impresa, a prima vista impervia e inestricabile, fortunata e feconda. Lascio interamente a lui il compito di guidarci in questo labirinto, con la pazienza che l’ha accompagnato nella ricerca. A far più agevole la via che col tempo si potrà anche meglio percorrere, egli ha aggiunto, in Appendice al Catalogo da lui curato, la riproduzione, in piccolo formato, di altri 34 disegni non esposti, i quali ci offrono non poche testimonianze e quindi impostano non pochi altri problemi, ghiotto avvio a nuove indagini. Per le quali contiamo sulla collaborazione di chi vorrà aiutarci con nuove segnalazioni. L’iniziativa ha trovato presso le raccolte pubbliche, ma anche presso quelle private e più gelose, accoglienza tale da aver fruttato, a sigillo della simpatia destata dall’impresa a prima vista disperata, e invece fecondissima di risultati, di curiosità e di indizi, il dono alla nostra Fondazione di un gruppo di disegni offerti da J. Byam Shaw e dalla Casa P. & D. Colnaghi di Londra, i quali saranno, oltre che nuova ricchezza delle collezioni di San Giorgio, un ricordo tangibile di questa Mostra, a cui auguro tutta la fortuna che si merita, non solo presso gli studiosi, più naturalmente interessati, ma anche presso il pubblico, al quale non potranno sfuggire, per l’altezza della loro poesia, i gruppi dei disegni del Piazzetta, di G. B. Tiepolo, del Fontebasso, del Diziani, di Nicola Grassi – per dire solo dei maggiori – che parleranno a tutti coloro che sono sensibili alla voce consolante dell’arte vera.

Disegni del Pisanello e di maestri del suo tempo

È col più vivo piacere che l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini accoglie fra le mura ospitali di S. Giorgio, disegni pisanelliani, posseduti dalla famosa Biblioteca Ambrosiana di Milano fondata dal cardinale Federico Borromeo. La Direzione della Biblioteca, dopo aver concesso di esporli a Monaco di Baviera, ha permesso fossero trasferiti eccezionalmente qui, prima che rientrino nella loro sede. La fama delle Mostre annuali di disegni che hanno a S. Giorgio trovato ospitalità e illustrazione, ci ha resi degni di questa eccezione. Dobbiamo ringraziare quindi calorosamente la Direzione dell’Ambrosiana e in particolare Mons. dott. Angelo Paredi, e il Soprintendente alle Gallerie Lombarde, prof. Alberto Dell’Acqua che l’ha favorita. Essa si giova naturalmente dell’opera esegetica dei prof. Bernhard Degenhart al quale va il nostro plauso e il nostro più vivo ringraziamento: egli ha curato, con l’aiuto delle schede redatte dalla dr. Annegrit Schmitt, l’edizione tedesca del catalogo qui tradotta in nostra lingua. È bene notare che l’esposizione della Fondazione Giorgio Cini di disegni del Pisanello – e di suoi collaterali e ascendenti – appartenenti alla Biblioteca coincide con l’inizio di un riordino razionale di tutta la collezione Ambrosiana di disegni e stampe.