Mostre – Pagina 16 – Fondazione Giorgio Cini

Il viaggio di Eleonora Duse intorno al mondo

La mostra “Il Viaggio di Eleonora Duse intorno al Mondo”, ospitata al Complesso del Vittoriano dal 3 dicembre 2010 al 23 gennaio 2011, curata da Maurizio Scaparro, Maria Ida Biggi e Alessandro Nicosia, vuole restituire l’immagine complessa della personalità della “Divina” Eleonora nel panorama della cultura italiana e internazionale di fine Ottocento e inizi Novecento, sottolineando l’importanza che la sua presenza ha avuto non soltanto nella vita teatrale, ma più in generale, nella storia sociale e civile del nostro Paese dopo l’unificazione.

Attraverso dipinti, bozzetti scenografici, costumi e abiti, fotografie d’epoca, locandine e manifesti, programmi di sala, lettere e telegrammi, oggetti e memorabilia, l’esposizione vuole far risaltare la libertà, l’autonomia creativa e lo spirito innovativo della sua arte evidenziandone le pionieristiche capacità imprenditoriali e le indubbie doti organizzative dimostrate dalla Duse nella sua articolata produzione teatrale.

La mostra, promossa da Fondazione Giorgio Cini e Il Teatro Italiano nel mondo – Progetto della Compagnia Italiana con Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Società Italiana degli Autori ed Editori in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport, è organizzata da Comunicare Organizzando e fa parte del programma delle Celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.


INGRESSO GRATUITO

 

Per informazioni:
tel. 06/6780664

Per ulteriori informazioni: Centro studi per la ricerca documentale sul Teatro e il Melodramma europeo
tel. 041 2710234 e-mail: teatromelodramma@cini.it;

Ufficio Stampa Comunicare Organizzando: Paola Saba
tel. 06/3225380, fax 06/3224014
cell. 329/9740555
e-mail: p.saba@comunicareorganizzando.it

con la collaborazione di:
Caterina Mollica
tel. 06/3225380, fax 06/3224014
c.mollica@comunicareorganizzando.it

Ufficio Stampa Fondazione Giorgio Cini : Elena Casadoro
tel. 041/2710280, fax 041/5238540
e-mail: stampa@cini.it

BLACK&BLUE//ARCHITECTURAL PHOTO VISIONS

Mostra di fotografia a cura di Laura Ginapri
Spazio espositivo La Piscina, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
26 agosto – 3 ottobre 2010
Tutti i giorni, dalle 10.00 alle 18.00
Ingresso gratuito

VERNICE 25 agosto ore 17.30

BLACK&BLUE è il terzo capitolo di un percorso figurativo iniziato dal fotografo GIANNI GALASSI nel 2007 con la mostra Extralight, allestita a Roma presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, e proseguito nel 2009, sempre a Roma, con la mostra Square alla Galleria Luxardo.

Il tema delle immagini è la relazione tra luce ed ombra sulla superficie dei manufatti urbani ed industriali. Ne scaturisce un insieme di visioni architettoniche che si organizzano geometricamente all’interno del fotogramma, mettendo in evidenza valori che travalicano la funzione originaria della cosa fotografata e danno luogo a un’estetica preterintenzionale. La cromia è costituita da una palette di colori limitata principalmente al grigio chiaro, all’ocra/ambra, al blu e al nero.

Il titolo è suggerito dalle grandi campiture nere delle zone d’ombra, vere protagoniste delle fotografie in mostra, e dai ritagli di cielo, di un blu fortemente saturato, che caratterizzano i vuoti compositivi. Il formato quadrato è una presa di distanza dalla descrittività cinetelevisiva del classico fotogramma rettangolare o panoramico. Simbolo di purezza geometrica, il quadrato favorisce una lettura formale dell’immagine, che si presenta scevra da qualsiasi aneddoticità.

La mostra, a cura di Laura Ginapri, è allestita nello spazio espositivo recentemente rinnovato della Piscina, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Presenta al pubblico 68 fotografie a colori nei formati 180×180, 120×120 e 60×60, oltre a tre installazioni site specific.
Le immagini sono stampate dall’autore su carta fine-art Epson con tecnologie e inchiostri a pigmenti Epson.
E’ prevista la realizzazione di un catalogo completo delle fotografie in mostra.

L’evento si svolge in concomitanza con la dodicesima Biennale di Architettura di Venezia e sarà aperto al pubblico tutti i giorni dal 26 agosto al 3 ottobre 2010, dalle 10.00 alle 18.00.

Gianni Galassi, nato a Milano nel 1954, a 16 anni debutta come fotografo di still-life. Nel 1979 l’altra sua grande passione, quella per il cinema, lo porta a Roma a lavorare nell’industria cinematografica. Oggi si occupa di post-produzione cinetelevisiva. Non ha mai smesso di fotografare. Ha esposto a Roma, nel 2009, alla Galleria Luxardo e, nel 2007, al Festival della Fotografia e al Museo Nazionale di Palazzo Venezia. In precedenza a Milano, Viterbo ed Atene.

BLACK&BLUE è un’iniziativa realizzata con la partecipazione della Fondazione Giorgio Cini onlus.

Contatti e materiale stampa:
Laura Ginapri
lauraginapri@gmail.com
+39.3285477392

box@giannigalassi.com

Titina Rota a San Giorgio

Dal 26 settembre negli spazi della Nuova Manica Lunga alla Fondazione Giorgio Cini si terrà un’esposizione di disegni di Titina Rota (Milano 1899 – Roma 1978) scenografa e pittrice, cugina del musicista Nino Rota, una delle figure più interessanti del mondo teatrale italiano del Novecento.

La mostra, dedicata ai figurini da lei disegnati per i costumi dell’opera Pelléas e Mélisande di Maurice Maeterlinck, con musica di Claude Debussy, sarà curata da Maria Ida Biggi. I disegni, del tutto inediti, sono una recente acquisizione del Centro Studi per la Ricerca documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo. Si tratta di undici tavole, realizzate a pastello su cartoncino, raffiguranti tutti i personaggi del dramma lirico simbolista scritto da Maeterlinck per l’atto di nascita del Théâtre de l’OEuvre di Lugné-Poe a Parigi nel 1893 e musicato da Claude Debussy nel 1902. Due sono i costumi per i tre protagonisti Mélisande, Golaud, Pelléas, mentre il re Arkel, la madre di Pelléas e Golaud, Geneviève, il piccolo Yniold, il medico e l’ancella hanno un solo figurino.

Il progetto per il Pelléas e Mélisande esposto in mostra, è stato eseguito per il teatro alla Scala di Milano nel 1935, ma purtroppo non è mai andato in scena. La mostra verrà completata da materiale documentario proveniente dal fondo Nino Rota della Fondazione Giorgio Cini sulla figura artistica di Titina e i suoi rapporti con teatri dell’epoca. Inoltre verranno esposti altri progetti dell’artista: quello per Otello di Shakespeare al teatro Odeon di Milano e il suo lavoro per le scene e i costumi della prima rappresentazione assoluta di Re Hassan di G. F. Ghedini, nel 1939 al Teatro la Fenice di Venezia, testimoniato da alcuni bozzetti sopravvissuti all’incendio del teatro veneziano. Infine la presenza di Titina Rota a Venezia verrà testimoniata dalle immagini fotografiche provenienti dall’Archivio Storico della Biennale, che la ritraggono con Max Reinhardt negli spettacoli realizzati insieme, e da un album di fotografie tratte da Il filosofo di campagna di Goldoni e Galuppi, realizzato nel 1938 nel giardino di Ca’ Rezzonico, con la regia di Corrado Pavolini e le scene di Virgilio Marchi.

La mostra è realizzata con il contributo di Telecom Italia.

25 settembre – 31 dicembre 2010

Da lunedi a venerdi: 9.00 – 16.30
Per gli utenti della Nuova Manica Lunga

Sabato e domenica: 10.00 – 16.00
Accesso consentito solo tramite il servizio di visite guidate

Per info:

Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo
tel. +39 041 2710236 – fax +39 041 2710215
teatromelodramma@cini.it

Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer

Il Centro espositivo dell’Isola di San Giorgio Maggiore ospita la mostra, ideata dall’architetto Michele De Lucchi e prodotta dalla Fondazione Giorgio Cini insieme a Factum Arte, il laboratorio madrileno di Adam Lowe, con Accenture come partner tecnologico.

La mostra è un’esplorazione a tutto tondo della proteiforme attività di Giambattista Piranesi (Venezia 1720 – Roma 1778), personalità artistica tra le più complesse, poliedriche e affascinanti del Settecento europeo.

A più di trent’anni dalle esposizioni che l’Istituto di Storia dell’Arte dedicò all’artista in occasione del bicentenario della morte, la Fondazione Giorgio Cini torna a celebrarne l’ingegno e l’immaginazione attraverso un suggestivo percorso espositivo che affianca alle circa trecento stampe, selezionate dal corpus integrale conservato presso le collezioni grafiche della Fondazione Giorgio Cini, una serie di creazioni moderne che restituiscono il linguaggio e lo stile di Piranesi, la sua naturale tendenza alla contaminazione, in alcuni casi declinata sino al parossismo, dei repertori formali antichi e moderni, della sua geniale prassi combinatoria.

Il visitatore potrà così accedere nella “mente nera” di Piranesi (secondo la celebre definizione di Marguerite Yourcenar) e intuirne la febbrile inventiva, al limite della paranoia, entrando nella torre che ospita la proiezione in 3D delle Carceri d’Invenzione, architetture mentali e visionarie, in bilico tra scenografia barocca e capriccio di fantasia. Potrà visualizzare e comprenderne l’originalità del pensiero progettuale e del linguaggio decorativo
osservando da vicino e toccando le “riproposizioni” in ready made realizzate in esclusiva per la mostra da Adam Lowe e dall’Atelier Factum Arte: restituzioni tridimensionali in materiali preziosi di alcune invenzioni piranesiane, tratte dalla serie delle Diverse Maniere di adornare i Cammini, che evocano la fucina ipertrofica del Piranesi progettista e designer; mentre le “ricreazioni” di alcuni pezzi antichi, prove nienti dalla sua raccolta di
antichità destinata al mercato antiquario, defi niscono l’orizzonte visivo entro cui collocare il suo ruolo di anticipatore di un nuovo gusto per l’antico e la conseguente funzione attraente che il suo stile esercitò su un’intera generazione di artisti, architetti e decoratori nell’età neoclassica.

Alla veduta e alle celebri serie di Roma e di Paestum è dedicata la sezione finale del percorso espositivo: una mostra nella mostra che ospiterà una selezione di incisioni di Piranesi affi ancate da altrettanti scatti inediti del fotografo e documentarista Gabriele Basilico. Il fotografo, ispirato dalle celebri pagine che la Yourcenar dedicò a Giambattista Piranesi agli inizi degli anni sessanta del secolo scorso, ha genialmente ripercorso con la macchina fotografica tutti i luoghi delle vedute piranesiane.

dalla rassegna stampa
Venise: Piranèse versus Coca-Cola,
dalla rivista La règle du jeu un articolo di Gilles Hertzog

Info e prenotazioni
tel. 199199111

Biglietti online

Sede
Centro Espositivo “Le Sale del Convitto”
Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia

28 agosto > 21 novembre

prorogata fino al 9 gennaio 2011

Orari d’apertura
10.30>18.30
chiuso il martedì
chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio 2011
ultimo ingresso alle 18.00BigliettiIntero
€ 10Ridotti
€ 8
Studenti fino ai 26 anni; cittadini over 65; possessori carte convenzionate; possessori biglietto ACTV; Possessori biglietto Campanile Basilica di San Giorgio; altre convenzioni€ 6
Per gruppi di almeno 10 persone

€4
Per gruppi di almeno 10 studenti con accompagnatore

€ 1
Possessori biglietto visita guidata Fondazione Giorgio Cini

Gratuito (solo in biglietteria)
Minori di 14 anni se accompagnati da un genitore; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici che accompagnino gruppi; insegnanti uno per classe che accompagnino i loro studenti

Visite guidate (solo su prenotazione)
Accompagnatore specializzato in italiano
€ 100 (più il prezzo del biglietto)
Accompagnatore specializzato in altre lingue
€ 110 (più il prezzo del biglietto)
Scuole
€ 60 (più il prezzo del biglietto)

Un tesoro di libri

La Fondazione Giorgio Cini, al fine di valorizzare e far conoscere il prezioso patrimonio conservato presso l’Isola di San Giorgio Maggiore presenta una selezione delle proprie raccolte di volumi del Quattrocento e del Cinquecento.

La mostra ha un doppio percorso, tematico e collezionistico: intende presentare alcuni degli esemplari più significativi delle preziose raccolte personali di insigni collezionisti, con la scelta di volumi tematicamente affini, al fine di poter valutare le diverse declinazioni che il collezionismo librario può avere.

Telecom Italia ha contribuito alla valorizzazione della Nuova Manica Lunga e del suo patrimonio librario.

Ingresso gratuito

Da lunedì a venerdì
9.00 – 16.30

Sabato e domenica
10.00 – 16.00

N.B. Durante il sabato e la domenica l’accesso alla Fondazione è consentito solo tramite le visite guidate

Sebastiano Ricci

 

Ultimi giorni per visitare la mostra Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano.
Fino all’11 di luglio, tutti i giorni tranne il martedì, dalle 11 alle 19.
Mercoledì ingresso gratuito per i residenti nella Regione del Veneto.

Leggi le recensioni della mostra

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La mostra, pensata come cardine del programma culturale per le celebrazioni del trecentocinquantesimo anniversario della nascita di Sebastiano Ricci, promosse dalla Regione del Veneto e dalla Fondazione Giorgio Cini tramite il Comitato Regionale appositamente istituito, riunisce una serie di opere d’arte legate alla problematica del ‘bozzetto’ (dipinti, sculture, disegni), in grado di rappresentare un aspetto originale del genio multiforme e spettacolare dell’arte del pittore bellunese. br> Gli studi specialistici sono concordi nell’attribuire a Sebastiano Ricci un ruolo fondamentale di precursore e interprete aggiornato del rococò nell’arte italiana ed europea, grazie al largo raggio di attività che gli consentì di estendere presso le corti e i centri culturali d’Europa il suo magistero e la felicità virtuosistica di un linguaggio capace di intercettare le esigenze di cambiamento nel gusto agli inizi del XVIII secolo.

La parte preponderante dell’esposizione sarà dedicata all’arte del bozzetto e del modelletto, in cui Sebastiano Ricci non solo è maestro ai massimi livelli, ma è geniale innovatore: con la lettera di Sebastiano a Giacomo Tassi del 14 novembre 1731 è consuetudine far iniziare quell’inversione di valori che vede passare la preminenza estetica dell’opera d’arte dalla sua versione ‘finita’, deliberatamente finalizzata alla fruizione del pubblico, al bozzetto, l’elemento preparatorio destinato usualmente a rimanere all’interno all’atelier. La frase conclusiva che Sebastiano rivolge al suo committente, «sappia di più, che questo picciolo è l’originale, e la pala d’altare è la copia», inaugura una prassi che avrebbe avuto in seguito grande successo tanto da contagiare buona parte della critica novecentesca.

Non verrà trascurato il confronto con i bozzetti di altri importanti pittori della scuola veneziana del Settecento, quali Antonio Pellegrini, il giovane Giambattista Tiepolo, Gaspare Diziani, Giambattista Pittoni, Jacopo Amigoni. Un’attenzione particolare sarà inoltre rivolta alla grafica riccesca, sostanzialmente divisa tra il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia e le collezioni grafiche di Windsor Castle: la tecnica esplorativa e turbinosa del segno riccesco, nella dissoluzione delle forme, si presta a puntuali confronti sia con i modelletti dello stesso Ricci che con l’opera dello scultore Giovanni Maria Morlaiter. In mostra saranno esposti proprio alcuni modelli e bozzetti in terracotta provenienti dal “fondo di bottega” di Giovanni Maria Morlaiter, alter ego di Sebastiano Ricci in scultura, oggi custoditi nei depositi del Museo del Settecento Veneziano di Ca’ Rezzonico.

Info e prenotazioni
tel. 199199111

Biglietti online

Sede
Centro Espositivo “Le Sale del Convitto”
Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia

24 aprile > 11 luglio

Orari d’apertura
11>19
chiuso il martedì
ultimo ingresso alle 18.30

Biglietti

Intero
€ 9,50

Ridotti
€ 8
Studenti fino ai 26 anni; cittadini over 65; possessori carte convenzionate; altre convenzioni

€ 6
Per gruppi di almeno 10 persone

€ 4
Per gruppi di almeno 10 studenti con accompagnatore

Gratuito (solo in biglietteria)
Minori di 14 anni se accompagnati da un genitore; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici che accompagnino gruppi; insegnanti uno per classe che accompagnino i loro studenti; per i residenti della Regione del Veneto durante la giornata del mercoledì

Prenotazioni
Individuale
€ 1,20

Visite guidate, solo su prenotazione
Gruppi
in italiano
€ 100 (più il prezzo del biglietto)
altre lingue
€ 110 (più il prezzo del biglietto)
Scuole
€ 60 (più il prezzo del biglietto)

Audioguide
Noleggio singolo
€ 5
Noleggio coppia
€ 8

Mostra promossa da

Regione del Veneto

Comitato Regionale per le Celebrazioni a 350 anni dalla nascita di Sebastiano Ricci

Fondazione Giorgio Cini

Catalogo

Marsilio

Comunicazione e servizi

Civita Tre Venezie

Trasporti

Arterìa

Laurent Royer. Opere

Tra le vocazioni culturali della Fondazione Giorgio Cini, quella legata alla promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea viene ribadita dalla donazione dei ventiquattro lavori del francese Laurent Royer: donati nel 2009 dalla famiglia del giovane artista scomparso prematuramente nel 1994, all’età di soli 26 anni, ne costituiscono un importante nucleo collezionistico a Venezia.

Le opere scelte per l’esposizione, collocate nei luminosi  spazi della Nuova Manica Lunga per offrire a studiosi e  frequentatori della rinnovata biblioteca un momento di riflessione, una pausa di “contemplazione” da alternare allo studio, ben rappresentano il percorso artistico di Royer. Gli esordi, caratterizzati da  una sensibilità materica di matrice informale controllata da una ritmica cromatica di raffi nate tessiture, sono vicini  all’astrazione lirica delle morbide stesure “à-plats” di Olivier Debré, artista, tra i maggiori protagonisti dell’Astrazione francese, che svolse un ruolo fondamentale nell’orientamento stilistico di Royer.

Nella fase immediatamente successiva, rappresentata dagli oli su tela Cri de l’ être (1989) e Traces (1989, la ricerca si fa più intimista e drammatica,  manifestandosi in una  espressione astratta e gestuale, più vicina alle pulsioni disgreganti della materia dell’arte astratta-informale francese. Su superfici lavorate matericamente, caratterizzate da fondi sui toni dell’ocra bruciata, Royer traccia con impeto sciabolate di nero che sondano dinamicamente lo spazio attraverso moti rotatori e centrifughi. La pittura  diviene anzitutto un atto teso a sottolineare la propria esistenza; prima dell’azione non c’è nulla, e nel momento in cui  essa si manifesta al nostro sguardo ci troviamo, come sottolinea Royer, in quel “punto critico di equilibrio tra la vita e la  morte”.

Dell’importante ciclo La face du monde (1991-1992) ci sono pervenuti quattro esemplari, due di grandi dimensioni e due prove, accompagnati dai versi del pittore: “Variations sur la face du monde / L’espace s’est fendu! / Incisé, il s’ouvre sur lui-même / Béance universelle, réceptacle de l’entier / Coupure vive dans le feu de lumière / Clarté / Générescence.” Su una superfi cie materica, ottenuta mescolando al pigmento colorato sabbia e polvere di marmo, Royer traccia le sue “facce del mondo”. Segni incisi con decisione rivelano sintetici volti che si impongono con forza nello spazio, richiamando arcane figure monolitiche, silenziose e solenni. Così il volto diviene ricettacolo simbolico per esprimere una interiore visione del mondo tradotta in coloremateria-spazio-luce. Sempre ai primi anni Novanta risalgono alcuni lavori realizzati utilizzando la leggera e raffinata carta nepalese, con largo uso del collage. L’artista sembra privilegiare il colore blu, il colore dello spirito. Quanto più il blu diviene profondo, tanto più invita l’uomo verso l’infinito. Royer dipinge di blu alcuni frammenti di carta nepalese su cui poi interviene con l’inchiostro nero a tracciare veloci segni che ricordano misteriosi ideogrammi. Sul blu dello spirito si sovrappongono delle zone scure e impenetrabili.

L’artista sembra utilizzare il nero anche per il suo valore “strutturale”. Del gruppo fa parte la sintetica  rappresentazione della Crocifissione di Cristo (1993), risolta con pochi e veloci segni neri, capace però di trasmettere una forte emozione spirituale, come sottolinea l’artista: “Ma démarche de peintre n’a pas de clivages, elle tend simplement à retenir l’émotion, l’âme des choses: l’essence de tout et de moimême… L’émotion est la réalité profonde, spirituelle de ma peinture.”

5 dicembre – 10 gennaio
Sabato e domenica
10.00 – 16.00*

11 gennaio – 28 febbraio
Da lunedì a venerdì
9.00 – 16.30

Sabato e domenica
10.00 – 16.00*

*Durante il sabato e la domenica l’accesso alla Fondazione è consentito solo tramite le visite guidate
Le visite guidate sono sospese nel mese di febbraio, pertato la mostra sarà visitabile solo da lunedì a venerdì

Pagine veneziane, civiltà  italiana

Venezia poté fregiarsi del titolo di capitale europea del libro fin dall’epoca “sperimentale” degl’incunaboli. Questo ruolo di Atene del “miracoloso procedimento” lo dovette alla feconda congiuntura fra le sue capacità imprenditoriali, che le permisero di affermarsi nel doppio ruolo di centro di produzione ed emporio commerciale per il nuovo prodotto, e la sua cultura, che, presentandosi come erede ideale delle posizioni intellettuali e morali del Petrarca, si fondava sul primato della fi lologia come strumento necessario e preliminare ad ogni disciplina, sia letteraria che scientifica.

A Venezia, il libro è dunque concepito come “mercanzia d’utile e d’onore”, supporto e tramite di messaggi culturali, ma al  contempo materia di commercio e fonte di ricchezza, la cui grande e nuova “via” sostituendosi a quella, già gloriosa ma ormai sempre meno battuta, delle spezie, veniva fatta correre per tutta Europa e fra Occidente e Oriente. La storia del libro italiano del Cinquecento coincide allora, e consiste in pratica nella storia del libro prodotto a Venezia: qui vengono stampati e da qui vengono capillarmente diffusi libri che dovevano soddisfare una domanda realmente nazionale, ovvero essere acquistati e letti “per tutta Italia”, dal Piemonte alla Sicilia.

Dall’incrocio produttivo di queste esigenze di universalità consegue inoltre la scelta di una lingua artifi ciale “comune”, funzionale al libro, creata sulla radice del toscano letterario, e questa rivoluzione linguistica, rappresentata dall’individuazione del volgare come forma linguistica nazionale, prese avvio a Venezia in netto anticipo rispetto a quanto avveniva negl’altri paesi europei. In una frase, dunque: “lingua toscana, libro veneziano, civiltà italiana”.

La selezione di volumi che si presenta in occasione dell’inaugurazione della Nuova Manica Lunga vuole quindi essere rappresentativa della produzione editoriale veneziana e, dunque, della civiltà italiana in toto.

5 dicembre – 10 gennaio
Sabato e domenica
10.00 – 16.00*

11 gennaio – 28 febbraio
Da lunedì a venerdì
9.00 – 16.30

Sabato e domenica
10.00 – 16.00*

*Durante il sabato e la domenica l’accesso alla Fondazione è consentito solo tramite le visite guidate
Le visite guidate sono sospese nel mese di febbraio, pertato la mostra sarà visitabile solo da lunedì a venerdì

Passatempo per osservatori a riposo

Questa installazione ha vinto il Prix Ars Electronica 2008 di Linz per l’arte interattiva.

Ispirata alla tradizione dei modelli meccanici del sistema solare del XIX secolo, propone un modello semplificato di sistema solare in cui compaiono soltanto il Sole e la Terra.

Il pubblico può interagire con il modello, cambiando la velocità di rotazione e di rivoluzione del nostro pianeta così come variando l’inclinazione dell’asse di rivoluzione.

Il pubblico può cambiare il proprio punto di vista, passando da un modello eliocentrico a un modello geocentrico e viceversa.

Con le parole dell’artista: “una sorta di potere privilegiato che un osservatore immobile può essere in grado di ottenere con il semplice utilizzo di un foglio di carta, una penna, un telescopio e la propria immaginazione.”

 

Norimichi Hirakawa è nato in Giappone nel 1982 e si è diplomato all’Information Design Department della Tama Art University.

 

Fondazione Giorgio Cini – Padiglione delle Capriate
23/27 settembre
Dalle 10.00 alle 18.00

per maggiori informazioni
www.imondidigalileo.it
info@imondidigalileo.it

I Weekend di Palazzo Cini – 26 ”“ 27 Settembre; 3 ”“ 4, 10 ”“ 11, 17 ”“ 18 ottobre

A partire dal prossimo autunno avrà inizio la rassegna I Weekend di Palazzo Cini il cui scopo è far conoscere al pubblico le collezioni della Fondazione e, nel contempo, valorizzare le attività di ricerca scientifica svolte dall’Istituto di Storia dell’Arte e documentate anche attraverso i cataloghi. Le mostre, allestite presso la sede di Palazzo Cini a San Vio e dedicate ai nuclei più significativi delle collezioni della Fondazione Giorgio Cini, saranno visitabili gratuitamente, insieme all’esposizione permanente della Galleria di Palazzo Cini, durante i fine settimana. L’occasione per il primo appuntamento, dal titolo Le carte riscoperte. Disegni dalle collezioni Donghi, Fissore, Pozzi alla Fondazione Giorgio Cini è offerta dalla pubblicazione del volume che contiene il catalogo generale dei disegni delle raccolte Donghi, Fissore e Pozzi. L’esposizione presenterà una selezione dei disegni di figura, insieme a un gruppo di fogli con progetti architettonici di Giacomo Quarenghi, il creatore della San Pietroburgo neoclassica, e due fogli di Federico Zandomeneghi, il pittore veneziano amico degli impressionisti a Parigi.

Le carte riscoperte
Disegni della raccolta Fissore-Pozzi alla Fondazione Giorgio Cini

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
26-27 settembre; 3-4, 10-11, 17-18 ottobre 2009
Orario: 12.00 – 18.00
Ingresso libero