Mostre Archives - Pagina 17 di 23 - Fondazione Giorgio Cini

Pagine veneziane, civiltà  italiana

Venezia poté fregiarsi del titolo di capitale europea del libro fin dall’epoca “sperimentale” degl’incunaboli. Questo ruolo di Atene del “miracoloso procedimento” lo dovette alla feconda congiuntura fra le sue capacità imprenditoriali, che le permisero di affermarsi nel doppio ruolo di centro di produzione ed emporio commerciale per il nuovo prodotto, e la sua cultura, che, presentandosi come erede ideale delle posizioni intellettuali e morali del Petrarca, si fondava sul primato della fi lologia come strumento necessario e preliminare ad ogni disciplina, sia letteraria che scientifica.

A Venezia, il libro è dunque concepito come “mercanzia d’utile e d’onore”, supporto e tramite di messaggi culturali, ma al  contempo materia di commercio e fonte di ricchezza, la cui grande e nuova “via” sostituendosi a quella, già gloriosa ma ormai sempre meno battuta, delle spezie, veniva fatta correre per tutta Europa e fra Occidente e Oriente. La storia del libro italiano del Cinquecento coincide allora, e consiste in pratica nella storia del libro prodotto a Venezia: qui vengono stampati e da qui vengono capillarmente diffusi libri che dovevano soddisfare una domanda realmente nazionale, ovvero essere acquistati e letti “per tutta Italia”, dal Piemonte alla Sicilia.

Dall’incrocio produttivo di queste esigenze di universalità consegue inoltre la scelta di una lingua artifi ciale “comune”, funzionale al libro, creata sulla radice del toscano letterario, e questa rivoluzione linguistica, rappresentata dall’individuazione del volgare come forma linguistica nazionale, prese avvio a Venezia in netto anticipo rispetto a quanto avveniva negl’altri paesi europei. In una frase, dunque: “lingua toscana, libro veneziano, civiltà italiana”.

La selezione di volumi che si presenta in occasione dell’inaugurazione della Nuova Manica Lunga vuole quindi essere rappresentativa della produzione editoriale veneziana e, dunque, della civiltà italiana in toto.

5 dicembre – 10 gennaio
Sabato e domenica
10.00 – 16.00*

11 gennaio – 28 febbraio
Da lunedì a venerdì
9.00 – 16.30

Sabato e domenica
10.00 – 16.00*

*Durante il sabato e la domenica l’accesso alla Fondazione è consentito solo tramite le visite guidate
Le visite guidate sono sospese nel mese di febbraio, pertato la mostra sarà visitabile solo da lunedì a venerdì

Passatempo per osservatori a riposo

Questa installazione ha vinto il Prix Ars Electronica 2008 di Linz per l’arte interattiva.

Ispirata alla tradizione dei modelli meccanici del sistema solare del XIX secolo, propone un modello semplificato di sistema solare in cui compaiono soltanto il Sole e la Terra.

Il pubblico può interagire con il modello, cambiando la velocità di rotazione e di rivoluzione del nostro pianeta così come variando l’inclinazione dell’asse di rivoluzione.

Il pubblico può cambiare il proprio punto di vista, passando da un modello eliocentrico a un modello geocentrico e viceversa.

Con le parole dell’artista: “una sorta di potere privilegiato che un osservatore immobile può essere in grado di ottenere con il semplice utilizzo di un foglio di carta, una penna, un telescopio e la propria immaginazione.”

 

Norimichi Hirakawa è nato in Giappone nel 1982 e si è diplomato all’Information Design Department della Tama Art University.

 

Fondazione Giorgio Cini – Padiglione delle Capriate
23/27 settembre
Dalle 10.00 alle 18.00

per maggiori informazioni
www.imondidigalileo.it
info@imondidigalileo.it

I Weekend di Palazzo Cini – 26 ”“ 27 Settembre; 3 ”“ 4, 10 ”“ 11, 17 ”“ 18 ottobre

A partire dal prossimo autunno avrà inizio la rassegna I Weekend di Palazzo Cini il cui scopo è far conoscere al pubblico le collezioni della Fondazione e, nel contempo, valorizzare le attività di ricerca scientifica svolte dall’Istituto di Storia dell’Arte e documentate anche attraverso i cataloghi. Le mostre, allestite presso la sede di Palazzo Cini a San Vio e dedicate ai nuclei più significativi delle collezioni della Fondazione Giorgio Cini, saranno visitabili gratuitamente, insieme all’esposizione permanente della Galleria di Palazzo Cini, durante i fine settimana. L’occasione per il primo appuntamento, dal titolo Le carte riscoperte. Disegni dalle collezioni Donghi, Fissore, Pozzi alla Fondazione Giorgio Cini è offerta dalla pubblicazione del volume che contiene il catalogo generale dei disegni delle raccolte Donghi, Fissore e Pozzi. L’esposizione presenterà una selezione dei disegni di figura, insieme a un gruppo di fogli con progetti architettonici di Giacomo Quarenghi, il creatore della San Pietroburgo neoclassica, e due fogli di Federico Zandomeneghi, il pittore veneziano amico degli impressionisti a Parigi.

Le carte riscoperte
Disegni della raccolta Fissore-Pozzi alla Fondazione Giorgio Cini

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
26-27 settembre; 3-4, 10-11, 17-18 ottobre 2009
Orario: 12.00 – 18.00
Ingresso libero

Le Nozze di Cana di Paolo Veronese: una visione di Peter Greenaway

Peter Greenaway, noto per la sua ricerca intesa a coniugare la storia dell’arte con il linguaggio cinematografico, dopo la Ronda di Notte di Rembrandt e l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, si cimenta con le Nozze di Cana di Paolo Veronese e il Cenacolo Palladiano dell’Isola di San Giorgio Maggiore. Questa iniziativa, prodotta in collaborazione con Change Performing Arts, è parte di un progetto più articolato che prevede la realizzazione di un film omonimo (Le Nozze di Cana) da presentare in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia.

Il facsimile delle Nozze di Cana, collocato nel contesto architettonico originario per il quale era stato concepito – il Cenacolo Palladiano – attraverso la realizzazione del facsimile delle Nozze di Cana ad opera di Adam Lowe e Factum Arte, offre a Peter Greenaway la possibilità di una nuova e originale lettura, attraverso un sofisticato gioco di immagini, luci, musiche, voci e suoni, che sembreranno scaturire direttamente dal dipinto e dalle pareti del Cenacolo. La performance – un vero e proprio spettacolo multimediale della durata complessiva di circa 50 minuti – farà rivivere allo spettatore l’episodio del banchetto nuziale di Cana, il primo miracolo di Gesù narrato nel Vangelo di Giovanni. Greenaway mostrerà al pubblico i numerosi personaggi che compongono il dipinto, dai servitori intenti a preparare le pietanze agli invitati al banchetto, agli ospiti d’onore – Gesù Cristo e la madre Maria – che siedono al centro della composizione pittorica e architettonica, in un crescendo continuo fino al momento topico della narrazione: il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino.

Per mettere realmente in luce questo straordinario dipinto affollato da oltre un centinaio di personaggi il cineasta inglese si avvale della sofisticata tecnologia multimediale di Mediacontech, il principale operatore italiano indipendente, leader nei servizi per la produzione e gestione dei contenuti per il mercato dei digital media e per il mondo museale e culturale.

Il pubblico potrà accedere all’evento a gruppi ed in un momento prestabilito (esattamente all’inizio di ogni ora), per vivere una esperienza unica e coinvolgente che – tra teatro, arte e cinema – pone Peter Greenaway tra i grandi artisti mai stanchi di sperimentare nuovi linguaggi e nuove forme per il nuovo millennio.

Venezia, Isola di San Giorgio, Cenacolo Palladiano
6 giugno – 9 agosto / 24 agosto – 13 settembre 2009

ORARI

lunedì – martedì – mercoledì – sabato – domenica > 11.00-19.00
giovedì – venerdì > 11.00-21.00

performance ogni ora
si consiglia la prenotazione +39 041 5232237

controlla la disponibilità di biglietti

Biglietto

€ 10.00

Ridotto

€ 8.00

studenti fino ai 26 anni* / cittadini over 65* / residenti Venezia* / possessori carte Rolling Venice, Venice Card, soci Touring Club Italiano

gruppi di almeno 10 persone / gruppi di almeno 10 studenti

€ 7.00

ridotto speciale per i possessori di biglietto della 53.Esposizione Internazionale d’Arte, biglietto Palazzo Grassi e Punta della Dogana e residenti nel Comune di Venezia

Gratuito

minori di 6 anni se accompagnati da un genitore / portatori di handicap con accompagnatore / guide autorizzate* / interpreti turistici* che accompagnino gruppi / insegnanti (uno per classe) che accompagnino i loro studenti

*si richiede la presentazione di un documento


Informazioni e prenotazioni
+39 041 5232237

Luigi Nono, una biografia

L’Archivio Luigi Nono e la Fondazione Giorgio Cini organizzano la mostra fotografica
Luigi Nono, una biografia, a cura di Giorgio Mastinu, nella sede di Palazzo Cini a San Vio.
Con la recente catalogazione e digitalizzazione delle fotografie conservate da Rina Nono
(sorella del compositore), il materiale fotografico dell’Archivio Luigi Nono si è arricchito
di documenti che illustrano e completano la biografi a noniana negli anni dell’infanzia,
dell’adolescenza, e al tempo degli studi a Venezia e a Padova: i luoghi familiari, la grande
casa materna di Limena, le escursioni in laguna fino a Torcello, le soleggiate giornate a
Bassano, le montagne di Cugnac.
Molte anche le immagini inedite che ripercorrono le esperienze allo studio di Fonologia
della RAI di Milano, i viaggi in America Latina, gli anni all’Experimentalstudio di Freiburg,
le relazioni con scrittori, politici, esponenti del teatro e dell’arte, contribuendo a ricostruire le
vicende artistiche e umane, a datare gli incontri, gli spostamenti che rivelano quel mondo
di compresenze sempre fonte di stimoli umani, artistici e civili.

3 – 28 giugno 2009

Venezia, Palazzo Cini a San Vio

Inaugurazione: 3 giugno ore 18:00

Fondazione Archivio Luigi Nono ONLUS
tel/fax: +39 041 5209713
Informazioni:info@luiginono.it

 

 

 

Piranesi. Incisioni, rami, legature, architetture

La Mostra è stata concepita in modo semplice e lineare nell’intento di presentare tutte le singole opere del Piranesi nell’ordine in cui sono state pubblicate e scegliendo, all’interno di ciascuna serie, alcune incisioni, cercando che di tutto sia riportato un esempio. La scelta è stata fatta in modo che possa risaltare un’idea complessiva e insieme particolareggiata di quanto il maestro ha creato nei suoi quasi quarant’anni di lavoro. Suddividendo questo immenso complesso di quasi 1000 incisioni in trenta sezioni e distribuendo tra queste quattrocento tavole, si è voluto presentare dell’opera piranesiana un tale numero di esempi che mai era stato raggiunto in analoghe iniziative. Nell’attuare il percorso critico che presenta le opere dell’artista nell’ordine in cui vennero pensate e pubblicate, si è cercato di non disturbare con inutili sovrapposizioni la lettura e la comprensione delle opere, evitando quanto non sia essenziale al puro e semplice «vedere».

La suddivisione rigorosa delle opere esposte, con brevi descrizioni per ogni singolo settore, offre un orientamento immediato attraverso dati storici e informativi di carattere filologico e critico. Le strutture spaziali dell’appartamento di rappresentanza (già degli Abati di San Giorgio) e dei, due lati dei corridoi prospicenti il chiostro palladiano, sono state rispettate, cercando solo di aderire senza complicare o forzare l’iter e il disegno della mostra, alla successione delle sale. Il complesso delle 400 incisioni esposte è stato integrato con qualche altra sezione per rispondere alla particolare impostazione che si è voluto dare alla mostra.
Innanzi tutto, 26 rami incisi, indispensabile e utile accompagnamento per la mostra di un incisore; quindi una sezione fotografica dedicata al complesso di Santa Maria del Priorato, unica architettura eseguita dall’artista e alla quale si è voluto dare particolare risalto proprio per registrare con l’immagine le più recenti interpretazioni della critica. Sempre nell’intento di completare l’informazione, è stata allestita la piccola ma preziosa sezione, dedicata alle legature. E così possibile vedere come le opere dell’artista siano state raccolte, conservate e, mecenatescamente, regalate: Clemente XIII e tutti i suoi Rezzonico sono naturalmente tra i primi a gareggiare in buon gusto e sontuosità. La stessa linea si è voluto mantenere nella sezione documentaria con cui si apre la mostra. Sono esposti documenti, in parte conosciuti dagli studiosi, che tuttavia ci è sembrato opportuno rendere il più possibile evidenti per illustrarne l’essenziale valore informativo. La sezione è poi arricchita da una scelta iconografica piranesiana.

Disegni di Giambattista Piranesi

La Fondazione Giorgio Cini commemora il bicentenario della morte di Giovanni Battista Piranesi (Mojano de Mestre 1720 – Roma 1778) dedicandogli due mostre: quella dei disegni e l’altra delle stampe. Le due mostre pur essendo complementari sono sostanzialmente diverse. Non si tratta di disegni “preparatori” (tranne pochi casi) della traduzione incisoria; ma di un campo di elaborazione segnica del tutto autonoma, che si realizza con piena lilbertà di linguaggio. Ciò non esclude che lo spunto tematico divenga la premessa di una nuova elaborazione linguistica ben più calcolata nei suoi effetti, come comportava la struttura incisoria. La stessa differenza insomma che ai tempi nostri si scorge tra i disegni acquarellati di Giorgio Morandi e le sue incisioni.

La mostra che Alessandro Bettagno è riuscito a mettere in piedi, nonostante le difficoltà derivanti da altre iniziative prese in Europa e negli Stati Uniti in occasione al bicentenario della morte dell’artista veneziano, consta di 85 fogli, scelti naturalmente con lo scopo di dare una rappresentazione antologica non solo dello sviluppo della grafica disegnativa piranesiana, ma anche della varietà della sua tematica, che spazia dallo studio preparatorio di una veduta prospettica agli schizzi di figura, dagli appunti tracciati quasi con furia dinnanzi a rovine antiche, a studi di mobili e di suppellettili, da fantasie sceniche secondo il gusto del “capriccio” a particolari architettonici.
I disegni sono stati generosamente prestati da raccolte pubbliche e private di Amburgo, Amsterdam, Bath, Berlino, Copenhagen, Ginevra, Londra, Oxford, Ottawa, Montreal, New York, Nimes, Parigi, Rotterdam, S. Albans (Gorhambury): neppure una decina appartengono a raccolte italiane di Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Venezia.

Disegni Veneti dall’Ambrosiana.

L’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini organizza in accordo con la Fondazione Querini Stampalia questa mostra sulla sezione di un centinaio di disegni veneti della Biblioteca Ambrosiana.
Tranne la sezione settecentesca, si può dire che la maggior parte dei disegni dal Quattro al Seicento presentati in questa mostra sia inedita. Anche per la grafica, come per la pittura, ben diverso è vedere un disegno riprodotto, alterato quindi tanto nel rapporto chiaroscurale come in quello delle misure, e leggerne direttamente le più intime qualità espressive. Tale antologia contiene nomi di primissimo piano: basterà citare quelli del Carpaccio, di Sebastiano del Piombo, di Giovanni Antonio Pordenone, di Girolamo Romanino, di Jacopo Tintoretto, di Andrea Schiavone, di Paolo Veronese, di Palma il Giovane, di Francesco Maffei, di Giulio Carpioni, di Giannantonio Pellegrini, di Marco Ricci, di Giambattista Piazzetta, di Giambattista e Domenico Tiepolo ecc.

Con la mostra dei disegni veneti dell’Ambrosiana l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini continua l’attività nel campo della grafica disegnativa iniziata nel 1955 da Giuseppe Fiocco. Non solo l’Istituto è venuto allestendo tutta una serie di mostre dedicate sia alle maggiori raccolte di disegni pubbliche e private europee e statunitensi, come di carattere monografico (dal Pisanello al Pellegrini, da Tiziano allo Zanetti, dal Canaletto e Francesco Guardi ecc.), ma anche ha allargato la sua attività al campo della grafica incisoria (Tiziano e Piranesi).

Disegni veneti di collezioni inglesi

L’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini continua la serie di mostre dedicate al disegno veneziano – iniziate per merito di Giuseppe Fiocco nel 1955 – con una rassegna di 124 fogli, che vanno dalla fine del Quattrocento a tutto il Settecento, di collezioni pubbliche e private britanniche. Tale antologia non solo ha il merito di avvicinare il pubblico italiano all’intimità del collezionismo britannico ma anche di porgli sotto gli occhi tesori grafici di alcune raccolte pubbliche meno note: le favolose raccolte reali di Windsor Castle sono presenti con due capolavori: la Testa di S. Antonio Abate di Giovanni Bellini e l’Annunciazione del Pordenone.

Gran parte dei disegni esposti provengono, oltre che da collezioni private di Londra e di Edimburgo, da almeno dodici “contee”: Bedfordshire, Buckinghamshire, Cumbria, Dorset, Hertfordshire, Kent, Northumberland, Shropshire, Tyne and Wear, Warwickshire, Wiltshire, Yorkshire. Inoltre hanno concesso prestiti il Barber Institut of Fine Arts dell’Università di Birmingham, il Birmingham Museum and Art Gallery, il Royal Museum di Canterbury, il Folkestone Museum and Art Gallery, le Courtauld Institute Galleries di Londra, la Whitworth Art Gallery di Manchester.

L’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini si è assunto il compito di difendere la conoscenza del disegno veneziano, per mezzo di una serie di mostre corredate da cataloghi – editi da Neri Pozza – che ne ha garantito l’impegno della ricerca scientifica. Tali mostre non solo hanno presentato il fior fiore delle raccolte pubbliche e private europee e statunitensi ma hanno avuto anche carattere monografico, puntando sulle personalità del Pisanello, di Tiziano, del Pellegrini, del Canaletto, di Francesco Guardi, dello Zanetti, del Quarenghi e del Piranesi. L’interesse di questa mostra non consiste solo nella qualità degli esempi grafici esposti – per lo piú inediti – ma anche per l’eccezionalità di due gruppi di disegni presentati: quello di collezione privata proveniente da quella Talleyrand di Parigi, che costituisce un apice della grafica disegnativa di Giambattista Tiepolo e l’altro, non meno suggestivo, di Francesco Guardi presentato dal Royal Museum di Canterbury.

Disegni veneti della collezione Lugt

La Fondazione Custodia di Parigi ha concesso il prestito di 114 disegni di scuola veneta, che fanno parte dei tesori d’arte raccolti dal suo fondatore Frits Lugt, all’Istituto diStoria dell’arte della Fondazione Giorgio Cini. Dopo la mostra di disegni delle collezioni inglesi continua la tradizione delle esposizioni dedicate alla grafica veneta, iniziata da Giuseppe Fiocco nel 1955.
La Fondazione Custodia ha voluto inoltre fare un gesto di particolare amicizia verso la Fondazione Giorgio Cini, aggiungendo ai disegni un gruppo di una ventina di lettere autografe (da Tiziano al Canova) e il dipinto di Francesco Guardi rappresentante l’isola di San Giorgio Maggiore.

Come accenna Byam Shaw nella sua Introduzione, non mancano nella collezione grafica della Fondazione Custodia disegni di scuola italiana di primaria importanza: tra questi il gruppo di 114 fogli veneziani presentati alla Fondazione Cini. Di eccezionale importanza i dieci disegni di Stefano da Verona (il maggior numero esistente in una collezione), ai quali si aggiungono altri della cerchia e uno di Pisanello. I disegni di Stefano da Zevio indicano l’alto potenziale di stile di tale rappresentante del gotico internazionale nella sua accezione veronese.

Non mancano fogli di Andrea Mantegna, di Giovanni Bellini, di Vittore Carpaccio (ben tre) e di Alvise Vivarini, cioé i rappresentanti del Quattrocento veneziano: e del Cinquecento sono presenti esempi di Jacopo e Leandro Bassano, Jacopo e Domenico Tintoretto. È esposto anche lo «Sketchbook» tascabile, sulle cui 48 pagine Palma il giovane ha annotato schizzi d’ogni genere, tra l’altro ritratti anche di artisti contemporanei: un raro documento che comprova l’urgenza di esprimersi del pittore veneziano. Del tardomanierismo provinciale veneto pure notevole il gruppo di fogli di Alessandro Maganza. Particolarmente nutrita la schiera dei settecentisti per qualità e varietà di nomi: su tutti si impongono i dodici fogli di Giambattista Tiepolo, alcuni dei quali autentici capolavori. La mostra dei disegni veneti della Fondazione Custodia a San Giorgio Maggiore rende omaggio alla sensibilità del suo raccoglitore, che, come ha notato Denys Sutton, fu tra i primi ad evocare la parentela tra Amsterdam e Venezia. Questa stupenda raccolta di disegni ne è la testimonianza piú viva.