Mostre – Pagina 19 – Fondazione Giorgio Cini

Da Pisanello a Tiepolo

Come espressamente indicato nelle ultime volontà del fondatore, Richard, settimo visconte Fitzwilliam, morto nel 1816, una delle principali finalità del Fitzwilliam Museum è quella di favorire l’ampliamento delle conoscenze. Questo costituisce un impegno molto serio, vorremmo dire solenne, per il Syndicate del Museo, che è stato quindi molto lieto di accettare l’invito della Fondazione Giorgio Cini ad inviare a Venezia una mostra di disegni veneti. Ci auguriamo che la scelta delle opere risulti istruttiva per molti, ma sia anche un’occasione di gioia, se non una sorpresa, per chi ignora quanto siano ricche le nostre raccolte in questo settore particolare del collezionismo.
La mostra mette bene in evitidenza il carattere internazionale del Fitzwilliam Museum, che in tempi recenti ha inviato in Francia una mostra di disegni francesi, disegni di Romney a Lubiana, manoscritti musicali a Zurigo: sempre nel campo del disegno, stiamo ora progettando una mostra di Burne-Jones in Francia e una di opere olandesi in Germania.
La presente occasione consente anche di sottolineare il debito – sempre crescente – della nostra Istituzione verso i suoi benefattori, che hanno supplito, dal fondatore in poi, alle scarse risorse finanziarie da destinare agli acquisti; per nostra fortuna, i donatori continuano a sorprenderci con la loro benevolenza e generosità. Il terzo punto che una mostra del genere mette bene in luce è il ruolo fondamentale svolto dai centri di studio privati, come in questo caso la Fondazione Giorgio Cini, nella realizzazione di progetti del genere, con tutto ciò che essi comportano in termini di cultura e di godimento per un più vasto pubblico. Triste ma vero, il Fitzwilliam Museum non ha stanziamenti per le mostre, ed è solo grazie a collaborazioni di questo tipo che può permettersi di far conoscere all’estero le proprie ricche collezioni. L’impegno è ricaduto questa volta sulle spalle di David Scrase, Conservatore del Dipartimento dei dipinti, disegni e stampe, che sta ora lavorando al catalogo generale dei nostri disegni italiani. Siamo grati a lui, e alla Fondazione Giorgio Cini, per aver reso possibile questa iniziativa.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
28 marzo – 15 giugno 1992Contatti:
Istituto di Storia dell’Arte
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
tel. +39 041 2710230
fax +39 041 5205842
e-mail: arte@cini.it

Il Simbolismo russo

La mostra organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini, dalla Società Olivetti e dalla Fondazione Internazionale Russa per la Cultura si prefigge più di uno scopo. Far conoscere al pubblico italiano l’arte russa di quel periodo straordinario noto come l’Età d’argento, inserire nel contesto di questo fenomeno artistico l’attività del grande Sergej Djàgilev, che riposa a Venezia, offrire al pubblico la possibilità di conoscere il lavoro di ricerca dei collezionisti russi. La maggior parte degli oggetti esposti proviene infatti da collezioni private.
L’Età d’argento ha generato una pleiade di straordinarie personalità della cultura nelle sue espressioni più diverse – nella poesia e nella filosofia, nella musica e nella pittura, nel teatro e nell’architettura. Poeti, critici, registi, musicisti non hanno solo creato ma sublimato anche nella teoria la loro opera. In quel periodo ha visto la luce una delle espressioni più interessanti e importanti della cultura mondiale del nostro secolo, il Simbolismo russo, e poco importa che sia apparsa venti anni dopo il celebre manifesto letterario di Jean Moréas.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
29 agosto – 29 novembre 1992

Contatti:
Istituto di Storia dell’Arte
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
tel. +39 041 2710230
fax +39 041 5205842
e-mail: arte@cini.it

in collaborazione con la Fondazione Internazionale Russa per la Cultura e la Società Olivetti

Mostre in corso

Dal 10 settembre al 2 novembre è aperta al pubblico, nel nuovo spazio espositivo, Le Sale del Convitto, TDC2008 New Graphic Design Japan, una mostra di grafica giapponese a cura di Gian Carlo Calza organizzata da Fondazione Giorgio Cini e StudioArte in collaborazione con Dai Nippon Printing, Type Directors Club e Ginza Graphic Gallery, Tokyo.
Ingresso libero.

Dal 13 settembre al 2 novembre nell’ambito delle iniziative collaterali della
11. Mostra Internazionale di Architettura, la Fondazione Giorgio Cini organizza la mostra Fratelli d’Italia, un progetto dell’artista tedesco Matthias Schaller.
Ingresso libero.

Da Velazquez a Murillo

Il grande sviluppo di Siviglia tra la seconda metà del Cinquecento e la prima del Seicento fu dovuto in gran parte alla conquista del monopolio marittimo dei traffici con le Americhe, che fece della città andalusa una delle capitali commerciali del mondo e la prima del Mediterraneo, accentuando la crisi ormai in atto di Venezia e di Genova, già soppiantate dai porti del Nord Europa, dapprima Anversa e successivamente Amsterdam. Era anche diventata in quegli anni la più cosmopolita delle città di Spagna, popolata da stranieri di ogni paese, fiamminghi, italiani, tedeschi, francesi, sudditi o no di un impero sul quale era già cominciato a scendere il crepuscolo. Nel passato l’intera regione e gran parte delle terre meridionali della penisola avevano conosciuto una serie ininterrotta di vicende, conquiste e invasioni, sovrapposizioni di popoli e commistioni di culture, di cui restavano visibili i segni: i fenici, cartaginesi, il lungo periodo romano, dalla quale la Spagna era interamente uscita l’anno stesso della scoperta dell’America.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
27 marzo – 27 giugno 1993

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Istituto di Storia dell’Arte
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
tel. +39 041 2710230
fax +39 041 5205842
e-mail: arte@cini.it

in collaborazione con Junta de Andalucia, Fondazione Giorgio Cini, Società Olivetti

Guardi: quadri turcheschi

Nel mondo, notevolmente vasto e vario, dell’arte dei Guardi (Antonio, Francesco, Nicola, Giacomo), occupa una nicchia a se stante una tematica molto ben definita e precisa, quella dei dipinti di “soggetto turchesco”: quei “quadri turchi” che solo negli ultimi quarant’anni sono entrati a far parte delle conoscenze e di una bibliografia – quella guardesca – che conta peraltro più di un secolo di vita (intesificatasi negli ultimi decenni), con una molteplicità di interventi di grande interesse e spesso di ammirevole penetrazione critica.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
28 agosto – 11 settembre 1993

Contatti:
Istituto di Storia dell’Arte
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
tel. +39 041 2710230
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e-mail: arte@cini.it

in collaborazione con Assicurazioni Generali Spa, Consorzio Venezia Nuova, “La Repubblica” e “La Nuova Venezia”

Henry Moore: sculture, disegni, incisioni, arazzi

A quarantatre anni di distanza torna Henry Moore a San Giorgio, alla Fondazione Giorgio Cini: e sempre come maestro

Nel primo Congresso internazionale accolto dalla Fondazione, quello
indetto dall’Unesco su “L’artiste dans la société contemporaine” (22-28
settembre 1952) la voce di Henry Moore (già premio della Biennale
nel’48) si levò alta e ferma, nella sua relazione, a proclamare, contro
qualsiasi pretesa di direzione ideologica da parte del potere politico,
la libertà e la dignità dell’arte e dell’artista. “Concepire e
realizzare un’opera d’arte è un’attività essenzialmente personale,
personalistica. Chi vuole organizzare, collettivizzare la produzione
artistica, come qualsiasi produzione industriale o agricola, ignora o
nega la natura stessa dell’arte. L’artista deve essere sì in contatto
con la società, ma questo contatto è di carattere tutto intimo,
spirituale”. Così affermava Henry Moore, impostando in senso tutto
umanistico la sua relazione, a Londra, un anno prima in un colloquio
con Berto Lardera e chi scrive (e poi ripeterà quasi alla lettera
questa presa di posizione nella sua relazione). E già allora affermava
anche: “Ho l’impressione che è per mezzo di materiali solidi – legno,
pietra, metallo che io riesco meglio a esprimere i miei sentimenti e le
mie aspirazioni”. Ecco, dunque, qui a San Giorgio, quarantatre anni
dopo le espressioni civili morali estetiche in parole, quelle veramente
più sue, più autentiche, più fedeli ed efficaci di Henry Moore
scultore, pittore, disegnatore, arazziere lungo i suoi sessant’anni di
attività esemplare. E sono presentate, queste sue espressioni, a
cinquant’anni dalla conclusione del cataclisma degli orrori fra ’39 e
’45 che sollecitarono Moore a lasciare una drammatica testimonianza nei
disegni dei rifugi antiaerei di Londra.
Questa significativa presentazione di uno dei massimi artisti del
nostro tempo – e di forte e attualizzata tradizione umanistica nella
stessa complementarità di forme e spazi – è stata resa possibile grazie
al fondamentale apporto e alla liberale generosità della Fondazione
Henry Moore, del British Council e dell’Art Council of Great Britain
che qui vivamente si ringraziano. Essa è stata preparata in coincidenza
– e come voluta partecipazione – allo storico centenario della Biennale
Veneziana, cui la Fondazione, fin dalle sue origini, è legata da
amichevole collaborazione, e che proclamò poco meno di cinquant’anni fa
Moore uno dei più alti artisti del pieno Novecento. Questa mostra è
dedicata alla memoria di Bruno Visentini, Presidente della Fondazione
dal 1977 e fino alla sua morte (13 febbraio 1995). Fu proprio Bruno
Visentini a sviluppare l’attività espositiva della Fondazione con
rassegne memorabili: a lui questa dedica è non tanto omaggio quanto
riconoscimento aperto e dovuto.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
26 agosto – 26 novembre 1995

Contatti:
Istituto di Storia dell’Arte
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
tel. +39 041 2710230
fax +39 041 5205842
e-mail: arte@cini.it

Eleonora Duse: la donna e l’artista

Dal 20 settembre al 19 ottobre 2008 si terrà a Chioggia, presso le Sale espositive del Museo Civico “S. Francesco fuori le Mura” , la mostra Eleonora Duse: la donna e l’artista. Organizzata dal Comune di Chioggia, la mostra, che rientra nell’ambito delle iniziative di celebrazione dei 150 anni dalla nascita della grande attrice, ripercorre la vita dell’artista attraverso l’esposizione di materiali originali, fotografie, abiti e oggetti a lei appartenuti, messi a disposizione dalla Fondazione Giorgio Cini.
L’idea di realizzare una mostra su Eleonora Duse a Chioggia è nata per sottolineare il profondo  legame della Duse con la città e con  il Veneto. La famiglia dell’attrice infatti era originaria di Chioggia, il nonno Luigi, nato nella città lagunare, fondò a Padova il teatro omonimo nel 1834, nella compagnia da lui diretta erano impegnati anche i genitori e gli zii di Eleonora. Le origini e la vita dell’artista sono quindi già fortemente impregnate dell’ambiente teatrale fin dalla nascita. Una sezione della mostra è dedicata a documenti inediti provenienti dall’Archivio Storico e dalla Biblioteca Civica di Chioggia, che testimoniano il legame di Eleonora Duse e della sua famiglia con la città. All’interno della mostra verrà inoltre proiettato il film Cenere del 1916, tratto dal romanzo di Grazia Deledda per la regia di Febo Mari, occasione unica per poter ammirare l’arte drammatica dell’artista.
La mostra si avvale della collaborazione della Fondazione Giorgio Cini.
Ingresso libero.

Mostra Eleonora Duse: la donna e l’artista

Aperta tutti i giorni tranne il lunedì

martedì e mercoledì: dalle 9 alle 13
giovedì, venerdì e sabato: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18
domenica: dalle 15 alle 18

Informazioni
tel. 0415500911
e-mail: museo@chioggia.org
http://88.42.252.134/sito/museo/index.htm

L’ingresso alla mostra è gratuito.
L’intera area della mostra è accessibile ai disabili motori.

Gli artisti di Venini

Non è la prima volta che la Fondazione Giorgio Cini dedica una mostra a personalità o movimenti artistici del Novecento.
Quest’anno, in occasione del settantacinquesimo dalla fondazione della
vetreria Venini, che fin dal suo nascere è stata una protagonista
nell’opera di rinnovamento e riqualificazione dell’arte del vetro
veneziano, la nostra mostra di primavera è dedicata alle creazioni di
quegli artisti che hanno dato a questo marchio il segno della loro
genialità e un impegno non occasionale o casuale del loro modo di
esprimersi.
Talvolta, ancora oggi, la produzione del vetro d’arte, implicando
l’indispensabile collaborazione di operatori specializzati, maestranze
di altissima qualificazione che una tradizione di secoli ha addestrato
a lavorazioni quasi al limite del possibile, viene scambiata per una
forma di, sia pur nobile e superiore, artigianato.
In realtà nei fatti creativi una distinzione fra arti cosiddette “maggiori” e arti “minori” o “decorative” non ha senso.
Ogni espressione artistica impiega strumenti e materie suoi propri e
sceglie propri terreni di esperienza, ma nella misura in cui realizza
compiutamente e consapevolmente una fusione tra mezzi e ispirazione,
tra condizionamenti e libertà, tra ragione ed emozione, essa è sempre e
comunque un’arte maggiore.
Del resto, il Novecento ha dato tali memorabili testimonianze dei
risultati che un ampliamento di territorio nel concetto di espressione
artistica, dal design alla produzione industriale, dall’oggetto assunto
nella sua assolutezza e unicità alle forme dell’utile, ha prodotto
nell’esperienza estetica, da rendere inutilizzabile o da radicalmente
alterare una scala dei valori insufficiente a una reale comprensione
del fare artistico.
Ciò è stato ed è vero in particolare per il vetro veneziano, creazione
quasi millenaria di questo luogo in cui la qualità della sua materia
sembra connaturata con la sostanza e l’essenza stessa della città e del
suo manifestarsi, elemento che con l’acqua, l’aria, e la pietra ne
esprime il carattere, la luce, le trasparenze, il tramutarsi dei colori
il perenne rimodularsi della forma.
Nel ricostruire criticamente la vicenda storica del marchio Venini,
noto in tutto il mondo e presente nelle più esclusive e illustri
collezioni per l’eccellenza delle sue produzioni, la Fondazione Cini ha
inteso in primo luogo mettere in rilievo la grande coerenza dell’azione
coraggiosamente intrapresa da Paolo Venini e proseguita da Ludovico
Diaz de Santillana, ma nello stesso tempo dare evidenza alle
personalità degli artisti, non pochi dei quali figurano fra i nomi
eminenti delle arti del Novecento, che con questo marchio si sono
applicati a dare nuova vitalità, originalità e bellezza a una
tradizione che ha accompagnato l’umanità lungo tutta la sua storia e
che in particolare Venezia deve onorare e studiare.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
24 aprile – 7 luglio 1996

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Istituto di Storia dell’Arte
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
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L’immagine dello spirito

Splendida e significativa offerta è stata quella del Banco Ambrosiano Veneto di esporre, in occasione del suo centenario, qui alla Fondazione Giorgio Cini, la sua preziosa – unica nel genere – raccolta di icone russe dal XIII al XIX secolo. 

Splendida per la ricchezza, la qualità, la varietà della collezione, come garantiscono gli autorevoli esperti che hanno selezionato il gruppo di icone da presentare nell’esposizione e in questo catalogo; significativa perché la raccolta è offerta al pubblico per la prima volta a Venezia, da secoli e secoli tramite attivo fra civiltà e arti dell’Europa orientale e occidentale e che ospita qui di fronte la straordinaria raccolta di icone bizantine e greche dell’Istituto ellenico.

E la mostra si tiene alla Fondazione Giorgio Cini che fin dai suoi inizi, più di quarant’anni fa, in tempi non facili di cortine di ferro, si è fatta promotrice assidua di scambi culturali e spirituali fra mondo latino e mondo slavo.

All’insegna della storia della pietà, dell’umanesimo fraternale di Tolstoj e dell’icona spirituale, ma anche pittorica, dell’Atanasio rinnovatore del monachesimo d’Oriente, si avviarono e si svilupparono quegli incontri internazionali a San Giorgio. E continuarono poi assidui e vivificatori negli anni successivi, fino ad oggi.

Non a caso dunque il Banco Ambrosiano Veneto ha eletto l’isola di San Giorgio (da cui la tradizione fa partire più di un millennio fa il Gherardo evangelizzatore dell’Europa centrale) e la Fondazione Giorgio Cini per “L’immagine dello Spirito. Icone dalle Terre Russe”.

E con profonda partecipazione e fervido augurio – oltre che con viva gratitudine per gli ausili decisivi ricevuti ormai per molti anni dal Banco – la Fondazione la ha accolta nella serie delle rassegne figurative ormai note internazionalmente, che sono ogni anno presentate nelle sue aule.

I visitatori, che ci auguriamo numerosi, saranno sollecitati nei loro interessi artistici, iconografici, sociali, etnografici e di storia della pietà dal convegno internazionale “Il mondo e il sovramondo dell’icona” che affiancherà la mostra.

Le riflessioni e le ricerche interdisciplinari avviveranno e approfondiranno così, come è avvenuto anche per altre esposizioni, la visione dei capolavori iconici russi.

Grazie dunque sentitissime al Banco Ambrosiano Veneto e particolarmente al suo Presidente Professor Giovanni Bazoli; e grazie ugualmente sentite agli studiosi qualificati e agli attivi organizzatori che hanno preparato e realizzato questa “Immagine dello Spirito”.

 

Vittore Branca

 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
1 settembre – 15 dicembre 1996Contatti:
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Luigi Nono, una biografia

L’Archivio Luigi Nono, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, organizza la mostra fotografica Luigi Nono, una biografia, a cura di Giorgio Mastinu, nella sede di Palazzo Cini a San Vio. Con la recente catalogazione e digitalizzazione delle fotografie conservate da Rina Nono (sorella del compositore), il fondo fotografico conservato all’Archivio Luigi Nono – oggetto negli ultimi anni di un progetto di riordinamento, catalogazione e digitalizzazione di oltre seimila scatti – si è arricchito di documenti che illustrano e completano la biografia noniana negli anni dell’infanzia, dell’adolescenza e al tempo dei suoi studi a Venezia e a Padova.

Le oltre cento immagini selezionate ripercorrono i luoghi familiari, la grande casa materna di Limena, le escursioni in laguna fino a Torcello, le soleggiate giornate a Bassano, le montagne di Cugnac. Lo studio e la catalogazione dei negativi, di cui non si conserva alcuna copia positiva, completerà la ricognizione dei documenti fotografici e permetterà la pubblicazione del catalogo anche sul sito Internet dell’Archivio www.luiginono.it, fornendo uno strumento di studio e di ricerca di grande interesse scientifico, storico e artistico.

Un primo censimento ha permesso di individuare molte pellicole inedite, relative soprattutto agli anni cinquanta e sessanta (tra le altre, una conferenza di T. W. Adorno a Darmstadt e un’importante sequenza delle prove dell’azione scenica Intolleranza 1960 al Teatro La Fenice di Venezia nell’aprile 1961). Molte immagini inedite contribuiranno non solo alla ricostruzione delle vicende artistiche e umane, e
dunque alla datazione di alcuni dei suoi incontri, degli spostamenti, dei contatti, ma riveleranno quel mondo di compresenze sempre fonte di stimoli umani, artistici e civili.