Mostre Archives - Pagina 20 di 23 - Fondazione Giorgio Cini

Gli artisti di Venini

Non è la prima volta che la Fondazione Giorgio Cini dedica una mostra a personalità o movimenti artistici del Novecento.
Quest’anno, in occasione del settantacinquesimo dalla fondazione della
vetreria Venini, che fin dal suo nascere è stata una protagonista
nell’opera di rinnovamento e riqualificazione dell’arte del vetro
veneziano, la nostra mostra di primavera è dedicata alle creazioni di
quegli artisti che hanno dato a questo marchio il segno della loro
genialità e un impegno non occasionale o casuale del loro modo di
esprimersi.
Talvolta, ancora oggi, la produzione del vetro d’arte, implicando
l’indispensabile collaborazione di operatori specializzati, maestranze
di altissima qualificazione che una tradizione di secoli ha addestrato
a lavorazioni quasi al limite del possibile, viene scambiata per una
forma di, sia pur nobile e superiore, artigianato.
In realtà nei fatti creativi una distinzione fra arti cosiddette “maggiori” e arti “minori” o “decorative” non ha senso.
Ogni espressione artistica impiega strumenti e materie suoi propri e
sceglie propri terreni di esperienza, ma nella misura in cui realizza
compiutamente e consapevolmente una fusione tra mezzi e ispirazione,
tra condizionamenti e libertà, tra ragione ed emozione, essa è sempre e
comunque un’arte maggiore.
Del resto, il Novecento ha dato tali memorabili testimonianze dei
risultati che un ampliamento di territorio nel concetto di espressione
artistica, dal design alla produzione industriale, dall’oggetto assunto
nella sua assolutezza e unicità alle forme dell’utile, ha prodotto
nell’esperienza estetica, da rendere inutilizzabile o da radicalmente
alterare una scala dei valori insufficiente a una reale comprensione
del fare artistico.
Ciò è stato ed è vero in particolare per il vetro veneziano, creazione
quasi millenaria di questo luogo in cui la qualità della sua materia
sembra connaturata con la sostanza e l’essenza stessa della città e del
suo manifestarsi, elemento che con l’acqua, l’aria, e la pietra ne
esprime il carattere, la luce, le trasparenze, il tramutarsi dei colori
il perenne rimodularsi della forma.
Nel ricostruire criticamente la vicenda storica del marchio Venini,
noto in tutto il mondo e presente nelle più esclusive e illustri
collezioni per l’eccellenza delle sue produzioni, la Fondazione Cini ha
inteso in primo luogo mettere in rilievo la grande coerenza dell’azione
coraggiosamente intrapresa da Paolo Venini e proseguita da Ludovico
Diaz de Santillana, ma nello stesso tempo dare evidenza alle
personalità degli artisti, non pochi dei quali figurano fra i nomi
eminenti delle arti del Novecento, che con questo marchio si sono
applicati a dare nuova vitalità, originalità e bellezza a una
tradizione che ha accompagnato l’umanità lungo tutta la sua storia e
che in particolare Venezia deve onorare e studiare.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
24 aprile – 7 luglio 1996

Contatti:
Istituto di Storia dell’Arte
Isola di San Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
tel. +39 041 2710230
fax +39 041 5205842
e-mail: arte@cini.it

 

L’immagine dello spirito

Splendida e significativa offerta è stata quella del Banco Ambrosiano Veneto di esporre, in occasione del suo centenario, qui alla Fondazione Giorgio Cini, la sua preziosa – unica nel genere – raccolta di icone russe dal XIII al XIX secolo. 

Splendida per la ricchezza, la qualità, la varietà della collezione, come garantiscono gli autorevoli esperti che hanno selezionato il gruppo di icone da presentare nell’esposizione e in questo catalogo; significativa perché la raccolta è offerta al pubblico per la prima volta a Venezia, da secoli e secoli tramite attivo fra civiltà e arti dell’Europa orientale e occidentale e che ospita qui di fronte la straordinaria raccolta di icone bizantine e greche dell’Istituto ellenico.

E la mostra si tiene alla Fondazione Giorgio Cini che fin dai suoi inizi, più di quarant’anni fa, in tempi non facili di cortine di ferro, si è fatta promotrice assidua di scambi culturali e spirituali fra mondo latino e mondo slavo.

All’insegna della storia della pietà, dell’umanesimo fraternale di Tolstoj e dell’icona spirituale, ma anche pittorica, dell’Atanasio rinnovatore del monachesimo d’Oriente, si avviarono e si svilupparono quegli incontri internazionali a San Giorgio. E continuarono poi assidui e vivificatori negli anni successivi, fino ad oggi.

Non a caso dunque il Banco Ambrosiano Veneto ha eletto l’isola di San Giorgio (da cui la tradizione fa partire più di un millennio fa il Gherardo evangelizzatore dell’Europa centrale) e la Fondazione Giorgio Cini per “L’immagine dello Spirito. Icone dalle Terre Russe”.

E con profonda partecipazione e fervido augurio – oltre che con viva gratitudine per gli ausili decisivi ricevuti ormai per molti anni dal Banco – la Fondazione la ha accolta nella serie delle rassegne figurative ormai note internazionalmente, che sono ogni anno presentate nelle sue aule.

I visitatori, che ci auguriamo numerosi, saranno sollecitati nei loro interessi artistici, iconografici, sociali, etnografici e di storia della pietà dal convegno internazionale “Il mondo e il sovramondo dell’icona” che affiancherà la mostra.

Le riflessioni e le ricerche interdisciplinari avviveranno e approfondiranno così, come è avvenuto anche per altre esposizioni, la visione dei capolavori iconici russi.

Grazie dunque sentitissime al Banco Ambrosiano Veneto e particolarmente al suo Presidente Professor Giovanni Bazoli; e grazie ugualmente sentite agli studiosi qualificati e agli attivi organizzatori che hanno preparato e realizzato questa “Immagine dello Spirito”.

 

Vittore Branca

 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
1 settembre – 15 dicembre 1996Contatti:
Istituto di Storia dell’Arte
tel. +39 041 2710230
fax +39 041 5205842
e-mail: arte@cini.it

Luigi Nono, una biografia

L’Archivio Luigi Nono, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, organizza la mostra fotografica Luigi Nono, una biografia, a cura di Giorgio Mastinu, nella sede di Palazzo Cini a San Vio. Con la recente catalogazione e digitalizzazione delle fotografie conservate da Rina Nono (sorella del compositore), il fondo fotografico conservato all’Archivio Luigi Nono – oggetto negli ultimi anni di un progetto di riordinamento, catalogazione e digitalizzazione di oltre seimila scatti – si è arricchito di documenti che illustrano e completano la biografia noniana negli anni dell’infanzia, dell’adolescenza e al tempo dei suoi studi a Venezia e a Padova.

Le oltre cento immagini selezionate ripercorrono i luoghi familiari, la grande casa materna di Limena, le escursioni in laguna fino a Torcello, le soleggiate giornate a Bassano, le montagne di Cugnac. Lo studio e la catalogazione dei negativi, di cui non si conserva alcuna copia positiva, completerà la ricognizione dei documenti fotografici e permetterà la pubblicazione del catalogo anche sul sito Internet dell’Archivio www.luiginono.it, fornendo uno strumento di studio e di ricerca di grande interesse scientifico, storico e artistico.

Un primo censimento ha permesso di individuare molte pellicole inedite, relative soprattutto agli anni cinquanta e sessanta (tra le altre, una conferenza di T. W. Adorno a Darmstadt e un’importante sequenza delle prove dell’azione scenica Intolleranza 1960 al Teatro La Fenice di Venezia nell’aprile 1961). Molte immagini inedite contribuiranno non solo alla ricostruzione delle vicende artistiche e umane, e
dunque alla datazione di alcuni dei suoi incontri, degli spostamenti, dei contatti, ma riveleranno quel mondo di compresenze sempre fonte di stimoli umani, artistici e civili.

Fratelli d’Italia di Matthias Schaller


Nell’ambito delle iniziative collaterali della 11. Mostra Internazionale di Architettura, la Fondazione Giorgio Cini organizza la mostra Fratelli d’Italia, un progetto dell’artista tedesco Matthias Schaller, fondato concettualmente sull’analogia tra ideologia politica e architettura, declinato in centocinquanta teatri d’opera sparsi in tutte le regioni d’Italia e realizzato tra il 2005 e il 2008. Si tratta di una serie di fotografie di dimensioni cm 87 x 91, realizzate con tecnica C-PRINT, DIASEC.

Prendendo spunto dalle tappe del Viaggio in Italia di Goethe da Trento ad Agrigento, e intenzionato a mettere in discussione gli stereotipi del popolo tedesco nei confronti dell’Italia attraverso una documentazione fotografica della realtà di questo Paese, Schaller ha scelto come filo conduttore lo stile del teatro d’opera all’italiana. I teatri, costruiti prevalentemente in un momento storico in cui si intendeva sottolineare, anche in architettura, l’unità di una nazione appena nata, si configurano come una sorta di icona sotto la quale si celano ancora innumerevoli differenze culturali e umane, e diventano simbolo di un meccanismo di uniformazione architettonica con intenzioni politicoculturali.
Nel suo lavoro seriale Schaller insinua così un parallelismo tra il progetto politico della unificazione italiana e la costruzione intensiva di teatri d’opera in ogni regione della Penisola.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
13 settembre – 12 ottobre 2008

Aperta tutti i giorni tranne il lunedì
10.00 – 18.00 (orario continuato)
Ingresso libero

Informazioni: marketing@cini.it – 041 2710402

TDC2008 New Graphic Design Japan

La mostra TDC2008 New Graphic Design Japan , a cura di Gian Carlo Calza, organizzata dall’Istituto «Venezia e l’Oriente» della Fondazione Giorgio Cini e StudioArte, in collaborazione con Dai Nippon Printing, Type Directors Club e Ginza Graphic Gallery, Tokyo, presenta oltre trecento lavori di grafica premiati nell’anno 2008 dalla giuria internazionale del Tokyo Type Directors Club (TDC), selezionati tra gli oltre trentamila progetti provenienti da tutto il mondo.
Presentate nel mese di aprile, contestualmente alla premiazione annuale, nella tradizionale vetrina nel cuore di Tokyo, la Ginza Graphic Gallery (ggg), le opere saranno esposte a Venezia come prima tappa di un itinerario all’estero, un appuntamento che si intende rinnovare annualmente come occasione di sperimentazione, aggiornamento e dialogo creativo tra Oriente e Occidente.
Le opere della rassegna sono state realizzate nell’anno 2007 e rappresentano l’avanguardia dell’espressione grafica contemporanea in campo internazionale, raccogliendo il meglio del design grafico e tipografico selezionato da una giuria composta da maestri quali: Aoba Masuteru, Asaba Katsumi, Yukimasa Okumura, Masayoshi Nakajo, ma anche Alexander Gelman, Stefan Sagmeister e John Warwicker.
La mostra presenta manifesti pubblicitari e di sensibilizzazione; immagini coordinate di musei, grandi magazzini, gruppi musicali, cliniche private; packaging, lettering e loghi per prodotti che spaziano dalla profumeria all’alimentare, dall’abbigliamento all’editoria al settore musicale, oltre a infinite tipologie di carta, tessuti, nuovi materiali plastici o riciclati che diventano poster, copertine, etichette, ma anche magliette, borse, cappellini, gadget di ogni tipo. Vincitore del Gran Prix 2008 è il poster di Kazunari Hattori.
Tra gli altri nomi aggiudicatari del premio TDC08 vi sono: Kjell Ekhorn & Jon Forss, Guang Yu, Hideki Nakajima, Issay Kitagawa, Fernand de Mello Vergas. In occasione dell’inaugurazione, vi sarà un intervento del Direttore del TDC, Issay Kitagawa, e del curatore del concorso TDC, Takako Terunuma, su “Tokyo Type Directors Club and TDC Prize 2008”. L’immagine coordinata della mostra è stata appositamente realizzata da uno dei maggiori esponenti del Type Directors Club, Inoue Tsuguya, e stampata in Giappone dalla Dai Nippon Printing.
La mostra, che gode del patrocinio di The Japan Foundation e del Consolato Generale del Giappone a Milano, è stata realizzata sotto la direzione scientifica di The International Hokusai Research Centre.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, Le Sale del Convitto
10 settembre – 2 novembre 2008

Aperto tutti i giorni tranne il lunedì
10.00 – 18.00 (orario continuato)
Ingresso libero

Contatti

tel. 041 2710402
email marketing@cini.it

Venezia da Stato a Mito

La mostra, che la Fondazione Giorgio Cini, realizzando una iniziativa della Regione del Veneto per l’anno bicentenario della caduta della Repubblica di Venezia, ha tenuto dal 31 agosto al 30 novembre 1997, ha presentato in centocinquanta opere, tra le più suggestive della storia della pittura, le immagini che i maggiori artisti “veneziani” hanno dedicato all’illustrazione dei grandi eventi, ai simboli del potere, ai protagonisti e alla vita pubblica, della società e dello stato. Vi sono opere che da Carpaccio, Tiziano, Paolo Veronese, Batoni, Palma, passando per alcuni più significativi capolavori della scultura, arrivano fino a Canaletto, Tiepolo e Guardi, su cui quella millenaria vicenda si chiude. Ma nello stesso tempo si allarga e si rinnova per il grande fascino – il “mito” di Venezia – che dal tramonto del neoclassicismo e fino al presente la città ha continuato ad esercitare. Da Turner a Bonington a Ruskin a Whistler, dai Romantici tedeschi agli Impressionisti francesi, alla attiva scuola americana di cui si espongono numerose, rare evocazioni dei “luoghi” della città, agli italiani da Hayez fino a Boccioni e via via lungo i decenni del Novecento, presenta una scelta essenziale di “momenti” di eccezionale qualità.
La mostra – con prestiti provenienti dai grandi musei di quei paesi che hanno voluto partecipare a questo evento: non una celebrazione, ma la riaffermazione dei valori che Venezia continua a testimoniare e di cui è simbolo perenne – è stata curata da Alessandro Bettagno con la collaborazione dei nomi più autorevoli, italiani e stranieri, in questo campo di studi.

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
31 agosto – 30 novembre 1997

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Archivi della pittura veneziana. Ettore Tito (1859-1941)

La mostra percorre, attraverso un centinaio di opere (oltre settanta dipinti, la maggior parte dei quali di grandi dimensioni e una folta scelta di disegni) l’intera carriera artistica di un maestro della pittura veneziana che, vissuto in un periodo di frontali contrapposizioni tra tradizione e avanguardia, dopo anni di successi e riconoscimenti internazionali, ha forse subìto il pregiudizio, quando non la dimenticanza di un tempo di permanenti mutamenti.

Artista di grande sensibilità coloristica, che si manifesta soprattutto nelle vedute e paesaggi lagunari e nelle scene di animazione popolare (come nella festa in Piazza San Marco per l’inaugurazione del nuovo campanile), ma anche pittore di figure e ritrattista di forte impianto e penetrazione (come in ritratti famosi, non solo di veneziani, da Albertini a Volpi, e in quelli femminili, di particolare suggestione ed eleganza), o nei nudi tra verismo e simbolismo, Ettore Tito è stato non soltanto la vedette di molte Biennali veneziane (1909, ’12, ’14, ’22), ma l’artista scelto – forse il solo possibile – per ricreare il soffitto tiepolesco della chiesa degli Scalzi, distrutto durante la prima guerra mondiale, di cui in mostra è presente il grande modello.

Con questa esposizione la Fondazione Giorgio Cini, dopo un cinquantennio di mostre dedicate soprattutto allo studio dell’arte veneta dei grandi secoli, affronta, con gli strumenti di una critica più consapevole e aperta, un capitolo spesso ignorato o frainteso dell’evoluzione artistica veneziana, a partire dall’unità nazionale, meritevole di una analisi storica spassionata e senza pregiudizi.
La mostra a cura di Alessandro Bettagno, si è valsa della collaborazione specialistica di Fernando Mazzocca, degli studi recenti di Anna Mazzanti, e delle ricerche di archivio di Giorgio Fossaluzza autori del catalogo edito da Electa.

 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
5 settembre – 29 novembre 1998

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Venezia. La nuova architettura

Gli anni più recenti hanno conosciuto un improvviso rifiorire di iniziative, di programmi, di concorsi destinati a richiamare l’attenzione della cultura architettonica internazionale su Venezia, sollecitando il contributo dei progettisti per la soluzione di alcuni cruciali problemi della città lagunare.
Il contesto di riferimento è stato quello delineato dal nuovo piano regolatore della città, radicalmente ridisegnato dopo quasi quarant’anni, che ha individuato una nuova fascia centrale – a cavallo tra Venezia e il suo entroterra – collocata lungo il margine lagunare tra i due nuovi terminal di Fusina e Tessera e la prima zona industriale a Porto Marghera e alcuni nuclei di intervento prioritario e coordinato nella città storica, in particolare l’isola della Giudecca, le aree del porto commerciale a Santa Marta, la testa di ponte attorno a Piazzale Roma e alla stazione ferroviaria, l’isola di Murano, oltre a quello, straordinario, dell’Arsenale.

Su queste aree si è sviluppata una intensissima attività progettuale che ha avuto come protagonisti, insieme al Comune di Venezia, diversi altri soggetti pubblici e privati, dall’Autorità portuale, alla società per il Parco scientifico-tecnologico, all’Aeroporto, le Università veneziane, il Consorzio di imprese “Judeca Nova”, l’Edilvenezia. Architetti italiani e stranieri hanno partecipato ai numerosissimi concorsi di progettazione banditi in questo contesto a partire dal 1996, coinvolgendo la più avanzata cultura architettonica nella ideazione e realizzazione di questi interventi.

Si è costituito così, rapidamente, uno straordinario patrimonio di idee e di progetti, talvolta ormai in corso di realizzazione, che hanno contribuito a modificare profondamente il rapporto storicamente complesso tra le tematiche della conservazione dell’antico e quelle della nuova architettura e hanno fatto di Venezia uno dei luoghi centrali della ricerca architettonica contemporanea.
L’inglese David Chipperfield, gli spagnoli Santiago Calatrava e Enric Miralles, l’americano Frank Gehry, l’olandese Ben van Berkel, gli austriaci Boris Podrecca e Wilhelm Holzbauer, hanno affiancato progettisti italiani rinomati come Vittorio Gregotti, Francesco Venezia e Giancarlo De Carlo e altri emergenti come Carmen Andriani, Alberto Cecchetto, Cino Zucchi, Carlo Magnani.

La mostra, in collaborazione con Comune di Venezia, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, si propone di presentare a un vasto pubblico, non solo di specialisti e di architetti, gli episodi più significativi di questa eccezionale stagione progettuale, documentando non solo i singoli contributi, ma anche il complesso di trasformazioni in atto nella città di Venezia e nel suo territorio. A tale fine tre fotografi veneziani, Luca Campigotto, Alessandra Chemollo, Fulvio Orsenigo sono stati incaricati di realizzare un vasto reportage fotografico sui luoghi della città, protagonisti di questo processo.
Plastici, disegni, simulazioni video e fotografie saranno presentati all’interno di un percorso espositivo appositamente disegnato da Pier Luigi Cerri.

 

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
26 marzo – 13 giugno 1999

 

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L’immagine e la scena.

L’esposizione, in collaborazione con i Musei Civici Veneziani, gli Amici della Fenice e il Gazzettino di Venezia, intende illustrare l’attività di due importanti artisti, i Bertoja, padre e figlio, dal 1840 al 1902.
Giuseppe ha rappresentato il prototipo dello scenografo romantico e ha espresso il punto massimo della scuola teatrale veneziana, sviluppatasi sin dal Seicento, affermandosi come uno dei maggiori artisti dell’epoca in questo campo. Nel momento in cui Giuseppe è responsabile dell’allestimento scenico nel maggior teatro veneziano vengono rappresentate le cinque prime verdiane di cui egli curerà la memorabile messa in scena per “Attila”, “Rigoletto”, “La Traviata” e “Simon Boccanegra”. Il figlio Pietro, collaboratore del padre fin dalla giovane età, è l’espressione della crisi che la scenografia attraversa verso la fine del XIX secolo con l’avvento delle case d’arte. Pietro, comunque, saprà reagire, opponendo alla dilagante serializzazione, una tecnica pittorica fortemente espressiva, utilizzata in alcuni importanti allestimenti al Teatro La Fenice: “Il re di Lahore” di Jules Massenet, “Mefistofele” di Arrigo Boito, “Guglielmo Ratcliff” di Pietro Mascagni.
La loro grande abilità pittorica è testimoniata dalla qualità artistica dei bozzetti che saranno esposti nella mostra.
Sono esposti un centinaio di disegni, che documentano circa 45 spettacoli, provenienti in massima parte dai Musei Civici Veneziani, e recentemente restaurati in occasione della mostra dagli “Amici della Fenice” e da “Il Gazzettino” di Venezia. Altri bozzetti sono prestati da collezioni private.
Si espongono anche preziosi documenti (autografi di Verdi e degli stessi Bertoja) provenienti dall’Archivio Storico del Teatro La Fenice e un modellino del palcoscenico ottocentesco.
Saranno inoltre montati alcuni pezzi di scenografie originali utilizzate al Teatro la Fenice nel 1986 per un allestimento dell’Attila, ridisegnato sui bozzetti di Giuseppe Bertoja, da Emanuele Luzzati.
La mostra è accompagnata da un volume che contiene la schedatura di circa 300 disegni prodotti dai due artisti per il Teatro veneziano, pubblicato da Marsilio.

Le curatrici della mostra sono Maria Teresa Muraro, per anni segretario dell’Istituto del Melodramma della Fondazione Giorgio Cini e responsabile della fototeca di Teatro qui conservata e Maria Ida Biggi, storica della scenografia e docente all’Università di Venezia.

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
9 maggio – 30 giugno 1999

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Da Paolo Veneziano a Canova

Nelle sale della Fondazione Giorgio Cini sono esposte 72 opere, provenienti dai maggiori Musei del Veneto, scelte tra le molte restaurate con finanziamenti regionali negli ultimi venti anni; soprattutto dipinti e affreschi, ma anche sculture, arazzi e tessuti che consentono di tracciare un articolato itinerario dell’arte veneta nelle sue fondamentali stagioni, dal Trecento al primo Ottocento. Un’occasione per ritrovare gli indiscussi protagonisti della civiltà artistica di Venezia e del Veneto, e per avvicinarsi ad altre personalità, che testimoniano la vivacità della ricerca stilistica in cui si perpetua, nei secoli, una dinamica di rapporti tra Venezia e le altre città del territorio. Alcuni centri possono così vantare, in determinate fasi, manifestazioni artistiche che assumono caratteri peculiari e di vera e propria scuola o che si distinguono per un’alta tradizione di botteghe.

Negli anni dell’immediato dopoguerra si sono svolti indimenticabili eventi espositivi che hanno avuto per protagonisti le maggiori espressioni dell’arte veneta, e la stessa Fondazione Cini si è fatta promotrice della pubblicazione di molti cataloghi dei Musei del Veneto. Seguendo questo percorso, la Fondazione ha colto l’occasione offertale ora dalla Regione, per un viaggio pittorico che, partendo da Venezia, si allarga al territorio per scoprire una ricchezza non ancora pienamente conosciuta e il restauro diventi momento di studio e di analisi per nuovi contributi scientifici alla ricerca.