Mostre – Pagina 21 – Fondazione Giorgio Cini

Luigi Nono 1924 – 1990. Maestro di suoni e silenzi

Nel decimo anniversario della scomparsa di Luigi Nono la Fondazione Giorgio Cini e l’Archivio Luigi Nono rendono omaggio al compositore veneziano dedicandogli questa mostra.
La presenza a Venezia dell’intero lascito dell’artista, conservato presso l’Archivio Luigi Nono, ha reso possibile esporre per la prima volta preziosi manoscritti musicali e oggetti personali, che testimoniano la complessità della figura di Luigi Nono, musicista di fama internazionale, uomo di cultura impegnato politicamente, maestro di grande influenza.
La prima sezione della mostra, biografica, è costituita da una serie di 23 pannelli fotografici, corredati da citazioni del maestro, materiali originali e autografi musicali. Un album di fotografie amatoriali documenta i numerosi incontri del compositore con personaggi del mondo della cultura internazionale.
La seconda sezione è dedicata alle opere teatrali di Nono, Intolleranza 1960 (1961), Al gran sole carico d’amore (1975) e Prometeo (1984), delle quali vengono ampiamente documentate la collaborazione con il pittore Emilio Vedova, i direttori d’orchestra Bruno Maderna e Claudio Abbado, il regista Juri Ljubimov, lo scenografo David Borovski e l’architetto Renzo Piano, attraverso fotografie, proiezioni, documenti video e modelli degli apparati scenici.
La terza sezione racconta la genesi di una composizione di Nono, La fabbrica illuminata (1964), per soprano e nastro magnetico. Il pubblico potrà ripercorrere le diverse fasi del suo processo creativo: la raccolta dei materiali sonori, la scelta dei testi – curati da Giuliano Scabia -, la realizzazione del nastro magnetico, le prove con la cantante e l’elettronica fino alla prima esecuzione assoluta al Teatro La Fenice di Venezia.
La musica è presente in postazioni audio in vari punti del percorso della mostra.
Infine, una sala d’ascolto, dotata di lettori CD con cuffie e partiture di una scelta di composizioni di Nono, consentirà al pubblico di approfondire la conoscenza della sua musica.

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
17 settembre – 12 novembre 2000

Contatti:
Ufficio Stampa
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Capolavori dalle collezioni della Fondazione Giorgio Cini

14 grandi fogli miniati del XV secolo e i 6 libri a stampa figurati del Rinascimento provenienti dall’esposizione all’Israel Museum di Gerusalemme, a cui si aggiungono altri 15 disegni dei maggiori maestri, sono esposti al Museum of Cycladic Art – Goulandris Foundation di Atene.

Assieme ai capolavori della Fondazione Cini è esposta una importante collezione di bronzi del Rinascimento del collezionista newyorkese Alexis Gregory. Questa collezione, recentemente donata al Fogg Art Museum dell’Harvard University, comprende capolavori di Riccio, Aspetti, Roccatagliata, Sansovino, Algardi e della Porta.

Atene, Goulandris Foundation
4 ottobre 2000 – 19 marzo 2001

Contatti:
Goulandris Foundation,
4 Neophytou Douka Str., GR-106 74 Athens
(New Wing – The Stathatos House: Vassilissis Sophias & 1 Herodotou Str.)
tel. +30 210 72 28 321 3
e-mail: info@cycladic-m.gr
Museum of Cycladic Art: http//www.cycladic-m.gr

Architetti neoclassici ticinesi fra Neva e Moscova

L’esposizione, organizzata in occasione del Convegno Internazionale di Studi La cultura architettonica italiana in Russia da Caterina II a Alessandro I, presenta al pubblico una selezione di disegni e di documenti provenienti dagli archivi familiari degli architetti Adamini e Gilardi, originari di Bigogno d’Agra e Montagnola, attivi a San Pietroburgo e a Mosca tra la fine del XVIII secolo e la metà del XIX secolo.
L’Archivio Adamini documenta l’attività di due generazioni di architetti che operarono sulle rive della Neva tra la fine del Settecento e la seconda metà dell’Ottocento.
L’Archivio Gilardi raccoglie le testimonianze di due membri della famiglia che furono attivi in Russia, particolarmente a Mosca, nella prima metà dell’Ottocento: Domenico (1785-1845) e Alessandro (1808-1871).
La mostra è stata organizzata in collaborazione con Archivio del Moderno, Accademia di architettura, Università della Svizzera Italiana e con il sostegno di Dipartimento dell’istruzione e della cultura del Cantone Ticino, La Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e il Consolato Generale di Svizzera a Milano.

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
20 aprile – 20 maggio 2001

Contatti:
Istituto di Storia dell’Arte
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Bronzetti rinascimentali e barocchi della Collezione Alexis Gregory

La Fondazione Giorgio Cini, che celebra nel 2001 il suo 50° anniversario, e Venetian Heritage, organizzazione non-profit americana dedita alla raccolta di fondi a sostegno del patrimonio artistico e delle attività culturali veneziane, presentano la Collezione di bronzetti rinascimentali e barocchi di Alexis Gregory, recentemente donata al Fogg Art Museum della Harvard University. Nel quadro della collaborazione tra Venetian Heritage e Fondazione Cini, la mostra è stata presentata, assieme ad alcuni capolavori dalle collezioni di dipinti, disegni, miniature e libri antichi della Fondazione stessa all’Israel Museum di Gerusalemme dal 7 giugno al 9 settembre 2000 e alla Fondazione Goulandris di Atene dal 4 ottobre 2000 al 19 marzo 2001. Viene adesso proposta nella Galleria di Palazzo Cini a San Vio, che ospita le collezioni di dipinti toscani e oggetti d’arte appartenute al Fondatore conte Vittorio Cini e donate alla Fondazione da una delle figlie, e un’importante raccolta di tavole di Maestri ferraresi del Rinascimento concessa in comodato da un’altra delle eredi del Fondatore.

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
12 giugno – 8 luglio 2001

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Segni del Novecento

Suggello all’antica amicizia che legava l’illustre editore vicentino Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini, la donazione è costituita da un corpus collectaneum di opere raccolte lungo un arco di oltre quarant’anni, dal secondo Dopoguerra alla fine degli anni Ottanta.
La mostra, curata da Giuseppe Pavanello, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, presenta un percorso ritmato da oltre duecento opere e articolato in 3 sezioni.
Emerge anche nella scelta degli oggetti di cui attorniarsi, la cifra peculiare dell’uomo Neri Pozza: la ricerca continua – e al contempo personalissima – della sintesi fra arte e letteratura, del collante che elide ogni frattura fra “immagine” e “parola”, entrambi anzitutto segni e pertanto strumenti di espressione e testimonianza.
L’origine asistematica della raccolta – frutto delle innumerevoli e feconde occasioni di incontro culturale di cui Pozza è stato appassionato fautore e protagonista – è strettamente legata alla ricca e sfaccettata personalità del collezionista. Neri Pozza (1912 -1988) non fu solamente un editore di indubbio successo: è stato anzitutto un uomo del Novecento, immerso a tal punto nello spirito a volte travagliato del XX secolo da divenire egli stesso scrittore, poeta, scultore ed incisore.
La sua parabola artistica – alla quale Palazzo Leoni Montanari, ancor prima di divenire museo, aveva già dedicato una mostra antologica nel 1981 – prese l’avvio nel 1933 dal fertile terreno familiare, sulla scia della figura paterna, e proseguì negli anni successivi con una progressiva maturazione dei mezzi espressivi che lo portò da un lato ad eleggere l’incisione come disciplina preferita, dall’altro ad assumere la città natale, l’amatissima Vicenza, come motivo ispiratore delle sue creazioni.
Il bisogno di farsi promotore di una profonda rinascita culturale nacque in Neri Pozza subito dopo la Liberazione, alla fine del secondo conflitto mondiale: con pionieristico spirito d’iniziativa, fondò nel 1946 l’omonima casa editrice, dimostrando un intuito straordinario nell’individuare e nel valorizzare le voci più emblematiche della letteratura e della poesia contemporanea (Montale, Parise, Buzzati, Gadda, Bontempelli, Luzi, e così via).
Grazie alle vaste frequentazioni, Pozza acquisì nel corso degli anni una conoscenza capillare del mondo della letteratura e dell’arte e, assunte le vesti di promotore di spicco dello studio del patrimonio culturale veneto, strinse legami di sincera amicizia con svariati artisti. Un particolare rapporto di viva stima e cordialità venne appunto intrecciato con la Fondazione Giorgio Cini: la donazione della raccolta di grafica ne rappresenta il momento culminante, tanto da apparire quasi come una sorta di testamento anzitutto spirituale.
Su questo sfondo fatto di intensi rapporti umani (fra Pozza e gli artisti da un lato, fra Pozza e la Fondazione Cini dall’altro lato) si colloca la mostra Segni del Novecento, il cui stesso titolo riflette una pluralità di significati: il gesto grafico del creatore d’arte, innanzitutto, che spesso racchiude in nuce l’anima del proprio tempo; lo spirito mecenatizio del donatore che affida il proprio tesoro privato alla comunità culturale; la rilevante attività di raccolta, di studio e di conservazione di una istituzione come la Cini che accompagna, e spesso promuove, la crescita culturale del Paese nell’intera seconda parte del secolo appena concluso.

Vicenza, Gallerie di Palazzo Montanari
29 marzo – 15 giugno 2003

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Segni del Novecento

Suggello all’antica amicizia che legava l’illustre editore vicentino Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini, la donazione è costituita da un corpus collectaneum di opere raccolte lungo un arco di oltre quarant’anni, dal secondo Dopoguerra alla fine degli anni Ottanta.
La mostra, curata da Giuseppe Pavanello, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, presenta un percorso ritmato da oltre duecento opere e articolato in 3 sezioni.

Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
22 luglio – 23 novembre 2003

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Segni del Novecento

Suggello all’antica amicizia che legava l’illustre editore vicentino Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini, la donazione è costituita da un corpus collectaneum di opere raccolte lungo un arco di oltre quarant’anni, dal secondo Dopoguerra alla fine degli anni Ottanta.
La mostra, curata da Giuseppe Pavanello, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, presenta un percorso ritmato da oltre duecento opere e articolato in 3 sezioni.

Caserta, Reggia di Caserta
13 novembre 2003 – 31 gennaio 2004

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Gaspare Vanvitelli e le origini del vedutismo

Questa mostra su Gaspare Vanvitelli è la prima dedicata al maggior pittore di vedute che Roma abbia mai conosciuto.

Finalmente, dunque, cittadini e turisti potranno apprezzare, grazie al lavoro lungo e paziente degli organizzatori, le opere del “pittore di Roma moderna”, come ebbe modo di definirlo già nel Settecento il Lanzi.

Particolare significato assume anche la formula stessa dell’organizzazione della mostra, che vede affiancati il Centro Culturale Internazionale Chiostro del Bramante e i Musei Civici Veneziani in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, consolidando così una fertile tradizione di scambio e integrazione tra fondamentali centri della cultura del nostro Paese.

Sono infatti previsti, per questa mostra, due appuntamenti: il primo a Roma, appunto al Chiostro del Bramante e il secondo a Venezia, al Museo Correr.

 

Il Chiostro del Bramante è un luogo espositivo ormai nel cuore dei romani grazie al suo fascino, alla sua attività, a un’intelligente politica di presentazione e di rilettura di fenomeni italiani di livello internazionale, come a esempio la mostra Liberty in Italia.

Ora è la volta di questa fondamentale retrospettiva di Vanvitelli che immortalo’ quella Roma che, a cavallo tra Seicento e Settecento, fu meta di viaggiatori stranieri, di artisti provenienti da ogni parte d’Europa.

Uno di questi fu proprio Gaspar van Wittel, che, arrivato a Venezia neanche ventenne, scelse di rimanere a vivere nel nostro Paese, italianizzò il suo nome, durante la sua permanenza, seppe fermare le immagini della Città eterna che oggi possiamo ammirare.

L’edizione veneziana affronterà inoltre un argomento dibattuto e di profondo interesse critico: quello del ruolo di Vanvitelli nell’origine stessa del vedutismo in città. Grazie a importanti prestiti e ai ricchi fondi della collezione Museo Correr, che sostituiranno alcuni dipinti di Vanvitelli, sarà possibile operare raffronti e indagini sulle relazioni tra la sua opera e quella di personaggi chiave di questo momento storico-artistico: Joseph Heintz e il giovane Luca Carlevarijs.

L’insieme del progetto si configura quindi come percorso affascinante, come importante occasione di valorizzazione e approfondimento, come esemplare risultato di profique sinergie.
La produzione di questo grande artista, comunemente considerato come il precursore del vedutismo settecentesco, è stata così occasione di uno scambio tra le due maggiori capitali espositive d’Italia, attestando il grande e universale valore della sua pittura.

Una mostra monografica su Vanvitelli non si era finora mai potuta realizzare per la particolare difficoltà di prestito delle opere, gelosamente conservate in illustri collezioni private, spesso fin dal momento in cui furono dipinte.

Oggi una moltitudine eccezionale di opere inedite o mai esposte in precedenza consentirà di ripercorrere gli itinerari dell’artista tra Seicento e Settecento, attraverso la magia dei paesaggi panorami urbani oggi scomparsi o profondamente mutati, che ispirarono e influenzarono in modo determinante la cultura e la società europea attraverso le impressioni dei primi viaggiatori del “Gran Tour”.

Roma e i sui dintorni, quindi, ma anche la Lombardia, Venezia, Firenze, Bologna, Napoli e Messina in un itinerario immaginario che ci porta alle nostre radici, a una realtà che ha saputo ispirare grandi artisti e suscitare l’entusiasmo di culture e popoli diversi.

Dobbiamo oggi, a questo grande Pittore e alle sue opere la possibilità di visitare idealmente un paese diverso da quello che conosciamo, ma in cui ciascuno di noi potrà ritrovare una piccola parte del suo presente.

L’itinerario completo che si snoda davanti i nostri occhi, ci offre l’occasione di guardare opere straordinarie con quello stupore ammirato che lo stesso Vanvitelli voleva provocare con il suo nuovissimo modo di ritrarre secondo punti di vista e tagli visivi del tutto inediti.

 

Venezia, Museo Correr
1 marzo – 18 maggio 2003

 

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La vita nei libri

La Fondazione Giorgio Cini e la Biblioteca Nazionale Marciana (Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali) hanno organizzato la mostra “La vita nei libri. Edizioni illustrate a stampa del Quattro e Cinquecento dalla Fondazione Giorgio Cini”.
Sono esposte 140 opere rarissime, alcune delle quali esemplari unici: incunaboli e cinquecentine della collezione permanente della Fondazione Giorgio Cini.

 

Venezia, Sale Monumentali della Biblioteca Marciana
13 giugno – 30 settembre 2003

 

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Biblioteca Nazionale Marciana
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Fondazione Giorgio Cini
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Omaggio a Vittore Branca

La Fondazione Giorgio Cini ha ritenuto doveroso rendere omaggio a Vittore Branca in occasione del suo novantesimo compleanno con una mostra fotografica e documentaria che ne ripercorre la vicenda umana e professionale.
Personaggio di grande carisma e di fondamentale importanza per la vita culturale italiana e internazionale, Vittore Branca è stato per quasi cinquant’anni alla guida della Fondazione voluta da Vittorio Cini.
Le immagini documentano in particolare suoi incontri con capi di Stato, pontefici e illustri personaggi del mondo della politica e della cultura, da Alcide De Gasperi a Giovanni Spadolini, da Hailé Selassié I a Carlo Azeglio Ciampi, da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II, da Max Horkheimer a Ezra Pound.
Sono esposti inoltre alcuni originali tratti dai carteggi più significativi che Vittore Branca ha tenuto con personalità del nostro tempo, quali Giovanni Battista Montini, Josè Ortega y Gasset, Federico Fellini, Gian Francesco Malipiero, André Malraux e Aldo Moro.
A offrire un’ulteriore chiave di lettura, vengono presentati una preziosa edizione stampata a Venezia nel 1492 del Decameron del Boccaccio – di cui Vittore Branca è uno dei massimi studiosi viventi – e il manoscritto autografo della seconda centuria dei Miscellanea di Poliziano, un’opera di fondamentale importanza per la storia della filologia umanistica che si riteneva perduta e fu ritrovata da Branca stesso, che ne curò un’edizione critica nel 1961.
A completare il quadro, viene presentata una selezione delle pubblicazioni di Vittore Branca, riflesso della sua intensa attività di studioso, ed altre ancora che egli ha curato per la Fondazione Giorgio Cini.

 

Venezia, Palazzo Cini a San Vio
27 settembre – 2 novembre 2003

 

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