Saggi Archives - Pagina 11 di 76 - Fondazione Giorgio Cini

L’immaginario scenografico e la realizzazione musicale

Il volume raccoglie i contributi presentati agli incontri dedicati a Mercedes Viale Ferrero, tenutisi nel 2009, a Torino presso il Teatro Regio, e alla Fondazione Giorgio Cini, su iniziativa del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo e del Centro Regionale Universitario per la Musica “Massimo Mila”. L’intento è stato quello di onorare la fi gura e l’opera di Mercedes Viale Ferrero, studiosa di riferimento nella storia dello spettacolo musicale nel suo sviluppo teatrale, fi gurativo e architettonico, presenza insostituibile nei numerosi convegni dedicati alla vita musicale italiana e internazionale organizzati dalla Fondazione Giorgio Cini negli anni settanta e ottanta del Novecento, promotrice, insieme al compianto Francesco Degrada, dello studio delle Disposizioni sceniche pubblicate nella collana da lei diretta presso l’editore Ricordi di Milano.

Coping with the Past

Il libro è tratto dal Dialogo di San Giorgio del 2007 Inheriting the past. Tradition, translation, betrayal, innovation. Il tema fu scelto in relazione al progetto della Fondazione Giorgio Cini che ha portato alla realizzazione in facsimile delle Nozze di Cana di Paolo Veronese, evento che ha avuto vasta eco in tutto il mondo e ha originato un ampio dibattito sulla relazione tra l’originale e la copia. Il Dialogo esplorò la questione del rapporto con la tradizione con riferimento a quattro diversi tipi di eredità culturale: l’arte, la musica, gli ecosistemi e i testi. L’analisi, in particolare, si concentrò sul contributo che le nuove tecnologie possono offrire per consentirci di ereditare ‘bene’ il passato. Al seminario parteciparono studiosi e artisti di fama mondiale come Frederick Brenk, Steven Feld, Carlo Ginzburg, Joseph Koerner, Bruno Latour, Adam Lowe, Pedro Memelsdorff, Richard Powers, Shirley Strum, David Western, Albena Yaneva.

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Lettere artistiche del Settecento veneziano. 4

Queste lettere furono scritte dall’impresario teatrale irlandese Owen McSwiny (1676 – 1754) a partire dalla sua esperienza di esilio, durata vent’anni, per lo più trascorsi a Venezia, per sfuggire ai suoi problemi fi nanziari dopo aver portato in scena l’opera Teseo di Handel nel 1713.
Si tratta di informali lettere d’affari, in gran parte indirizzate al giovane mecenate di McSwiny, il secondo duca di Richmond. Scritte in un linguaggio vivace e caratteristico, con continui riferimenti a fatti e personaggi dell’epoca, questi carteggi delineano le attività principali da cui McSwiny traeva sostentamento: l’opera di consigliere per gli aristocratici mecenati dell’opera italiana a Londra su artisti e rappresentazioni, ai quali forniva anche libretti suoi, l’acquisto e la vendita di dipinti e sculture, fungendo da agente per gli artisti, ma soprattutto l’ideazione e la quasi realizzazione di quella che per certi versi fu la sfi da più originale e ambiziosa di un inglese in Italia, ovvero la serie di rappresentazioni allegoriche di tombe di monarchi, statisti, combattenti, religiosi e pensatori, che causarono e sostennero la “Gloriosa Rivoluzione” del 1688. Le lettere, qui pubblicate per la prima volta nella loro interezza, forniscono testimonianze sull’attività di artisti quali Canaletto, Creti, Monti, Piazzetta, Pittoni, Sebastiano e Marco Ricci, Balestra, Rosalba Carriera, Solimena, Conca e Imperiali, così come testimoniano le irriverenti cronache delle esibizioni dei più importanti cantanti dell’epoca, quali Farinelli, Nicolini, Senesino, Cuzzoni e, soprattutto, Faustina Bordoni.

Commentario sopra la Vita e gli Studi del conte Giordano Riccati

A tre secoli dalla nascita dello studioso trevigiano Giordano Riccati (1709-1790) la Regione del Veneto ha voluto ricordarne le opere nel campo delle scienze matematiche, dell’acustica, della musica e dell’architettura nominando un Comitato scientifico pluridisciplinare.
Per decisione unanime del Comitato viene presentata, all’inizio delle celebrazioni, la ristampa anastatica della sua prima biografia, pubblicata a Venezia presso Stamperia Coletti nel 1790. Essa era frutto di studi accurati di un suo amico e ammiratore, il domenicano Domenico Maria Federici, figura non oscura dell’erudizione veneta della seconda metà del Settecento.

12 Arie d’opera per Tenore – 12 Arie d’opera per Baritono/Basso

Nel pieno della rinascita operistica vivaldiana, mentre in tutto il mondo teatri d’opera, direttori d’orchestra e case discografiche vanno avidamente in traccia della musica teatrale di Vivaldi, ecco un’edizione che colma un’esigenza sempre più sentita: disporre di un repertorio di arie scelte che rappresenti uno spaccato della grandissima produzione vivaldiana e che sia al contempo un banco di prova per i cantanti che intendono accostarvisi. Grandi assenti del mercato editoriale, le arie d’opera di Vivaldi non erano fino ad oggi singolarmente disponibili se non per mezzo di vecchie edizioni o di volenterose trascrizioni dai manoscritti. Presentare al pubblico queste due raccolte, composte da 12 arie ciascuna ridotte per canto e pianoforte, significa mettere a disposizione di un largo pubblico – ben oltre la cerchia degli studiosi e delle grandi produzioni teatrali – un rappresentativo repertorio di teatro vivaldiano utile a cantanti professionisti, dilettanti, insegnanti, studenti. Lo scopo didattico-divulgativo è forse il più evidente di questa pubblicazione: poter far studiare e formare una vocalità barocca su esempi di grande utilità tecnica; permettere a un numero sempre maggiore di cantanti di poter conoscere e approfondire il repertorio barocco; aprire nuove, larghe possibilità per audizioni e concerti. L’evidente valore pratico delle due raccolte non pone in secondo piano l’affi dabilità scientifica del lavoro, condotto sulle edizioni critiche dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi e corredato da un’esauriente introduzione critica di Federico Maria Sardelli in cui si delineano gli elementi essenziali del mondo teatrale vivaldiano.

L’industria artistica del bronzo del Rinascimento a Venezia e nell’Italia settentrionale

Il volume raccoglie gli Atti del secondo Convegno dedicato alla figura, all’opera e al contesto storico di Tullio Lombardo, organizzato nell’ottobre del 2007, in occasione delle celebrazioni promosse dal Comitato Nazionale per il 550° anniversario della nascita dell’artista, dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con la Regione del Veneto. Il Convegno ha fornito l’occasione per fare il punto sulla scultura in bronzo del Rinascimento e sulle questioni relative all’uso di tale metallo nell’Italia settentrionale. Per i saperi tecnologici che vi sono coinvolti, la produzione di opere bronzee esige spesso che l’artista collabori con fi gure intermedie, i fonditori, chiamati a realizzare il suo progetto figurativo. Così avvenne nei cantieri veneziani di quegli anni. Lo testimoniano alcune realizzazioni di massimo valore istituzionale e simbolico, tutte – in vario modo – gravitanti intorno a Piazza San Marco: la statua equestre di Bartolomeo Colleoni, i Mori sulla Torre dell’orologio, la cappella del potentissimo cardinale Zen in San Marco, i Pili degli stendardi di fronte alla Basilica. Il grande prestigio del bronzo, metallo celebrato fin dall’antichità, fa sì che le realizzazioni in questo materiale continuino ininterrotte per tutto l’arco di tempo considerato, e cioè il lungo secolo del Rinascimento veneziano che comprende l’attività, tra gli altri, di Jacopo Sansovino, del Vittoria, di Andrea dei Bronzi, del Roccatagliata. Una corretta visuale storica dell’uso del bronzo nel Rinascimento, infi ne, non può eludere la fabbricazione di oggetti d’uso, dai cannoni alle campane, dai candelabri ai mortai: una produzione che è stata spesso e a torto considerata marginale.

Tullio Lombardo

Concepito nell’ambito delle Celebrazioni del Comitato Nazionale dedicato a Tullio Lombardo, promosse dall’Istituto di Storia dell’Arte e in collaborazione con la Regione del Veneto, il volume raccoglie tutti i documenti riguardanti il grande scultore veneziano e il suo ramo famigliare – in particolare il fi glio Sante, erede della tradizione e della bottega – offrendo uno strumento oggettivo per ricostruire la sua attività artistica e imprenditoriale. La messa in serie di contratti, quietanze, libri di fabbrica, testamenti e lettere riesce a narrare non solo una biografia, ma anche una storia che proprio per la ricchezza e la varietà dei suoi aspetti quotidiani, economici e sociali, potrà interessare anche chi non sia storico dell’arte e dell’architettura. I lemmi documentari (trecentotrentotto), le iscrizioni e le fonti contemporanee sono corredati di un regesto e di un indice dei nomi. La pubblicazione comprende, infine, un commento che discute i nodi problematici più evidenti.

Rosalba Carriera (1673-1757)

Grazie alle iniziative promosse dalla Regione del Veneto e dalla Fondazione Giorgio Cini, attraverso il Comitato Regionale per le Celebrazioni del 250° anniversario della morte di Rosalba Carriera (1757-2007), è stato possibile rendere degno omaggio alla pittrice, la cui personalità artistica si è confermata di prim’ordine nel contesto europeo. Lo ha rivelato la mostra Rosalba Carriera “prima pittrice de l’Europa” allestita a Palazzo Cini nel 2007, come ora la pubblicazione degli Atti del Convegno tenuto alla Fondazione Giorgio Cini e a Chioggia nella primavera dello stesso anno. A leggere gli interventi, emerge come l’attività di Rosalba, nell’ambiente veneziano e nel raggio europeo, riceva ora nuova luce. Un’indagine particolare è stata indirizzata al tema del collezionismo delle opere rosalbiane, a cui è stata dedicata una parte del Convegno, quindi degli Atti. Per la prima volta, e in lingua italiana, la straordinaria raccolta di Dresda viene esaminata, anche con completezza di immagini, come mai si era prima fatto. Una delle gemme del museo, il Ritratto di Giambattista Recanati in veste di abate, è stato scelto per la copertina: un’immagine pensosa, con la mano accostata al petto che indica il cuore, un “ritratto in grigio” in anticipo su celebri capolavori di fine Ottocento giocati su un’unica tonalità di colore.

Voci e Anime, Corpi e Scritture

In occasione del 150° anniversario della nascita di Eleonora Duse (3 ottobre 1858), si è svolto a Venezia, dal 1° al 4 ottobre 2008, un Convegno Internazionale a lei dedicato. In passato la storia del teatro ha prodotto molti studi e pubblicazioni che hanno affrontato la produzione artistica e l’affascinante vita della grande attrice, ma ancora oggi la sua figura offre molti spunti di approfondimento e il Convegno ha preso in esame i numerosi aspetti meno noti della sua complessa personalità artistica e umana. I quattro giorni a lei dedicati, infatti, hanno affrontato nuove tematiche, suddivise in più sezioni: l’analisi dei suoi esordi; le sue interpretazioni internazionali; le impressioni, l’influenza, gli sguardi dei contemporanei attori, scrittori e amici; la passione dell’attrice per i libri e la lettura; i suoi rapporti con le altre arti come il cinema, la musica, la danza, la pittura e la moda, per concludersi con considerazioni generali sull’eredità della “attrice artista” nel nuovo teatro italiano. I saggi presenti in questa pubblicazione, attraverso i documenti inediti e la scoperta di nuovi testi a lei dedicati, oltre a riflessioni originali stimolate dalla lettura di copioni, carteggi e immagini fotografi che, sottolineano e rafforzano complessivamente l’importanza storica della figura di Eleonora Duse nella cultura europea, americana e internazionale, della fine dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento. Questo volume è un’importante tappa del programma triennale dedicato a Eleonora Duse, sostenuto dalla Regione del Veneto e sviluppato dalla collaborazione tra il Centro per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini e il Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici “G. Mazzariol” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Nino Rota. Catalogo critico delle composizioni da concerto, da camera e delle musiche per il teatro

A trenta anni dalla scomparsa del maestro e a quattordici anni dalla costituzione dell’Archivio Rota presso la Fondazione Giorgio Cini, dopo i volumi dedicati alla filmografia, ai documenti relativi al lavoro per il cinema e alla raccolta degli Atti dei convegni svoltisi nel ventennale della scomparsa, questo catalogo, oltre a segnare un altro decennio di operosità sul fronte degli studi rotiani, rappresenta la mappa più completa e aggiornata dell’attività al di fuori della committenza cinematografica del compositore milanese. Il libro, grazie alla comparazione tra tutte le fonti riunite nell’Archivio (carteggi, recensioni, nastroteca e, naturalmente, gli autografi musicali di cui il Catalogo dà descrizione e segnatura), offre al lettore la possibilità di ricostruire cronologicamente lo svolgersi di un corpo di opere che Nino Rota ha sempre considerato suscettibile di modifiche, ripensamenti e riusi, conservandolo, quindi, perlopiù in uno stato di vitalissimo disordine.