Saggi Archives - Pagina 2 di 76 - Fondazione Giorgio Cini

Il teatro delle riviste 1870-2000

Edizioni di Pagina, Bari, 2024

Il volume costituisce il frutto di un importante lavoro di collaborazione tra l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, l’Université Sorbonne Nouvelle, l’Université Paris Cité e l’Institut Universitaire de France per lo studio del periodici come oggetto e strumento per la storiografia teatrale. Si tratta di un volume collettaneo che contiene trentacinque contributi di altrettanti studiosi, divisi in tre sezioni cronologiche: fine Ottocento – primo Novecento le riviste nell’era dell’industria teatrale e della stampa illustrataNel cuore del Novecento: le riviste al servizio di progetti estetici e ideologiciDopo il 1945: le riviste come luoghi di riflessione e ricerca tra questioni istituzionali e sperimentali. 

Completano la struttura del volume anche tre Intermezzi, in cui si affrontano questioni di ordine generale e metodologico, curati da studiosi di caratura internazionale, quali Evanghelia Stead, Lorenzo Mango e Georges Banu, recentemente scomparso e a cui è dedicato il volume.

Antonio Guardi. I Fasti veneziani

L’album dei cosiddetti “Fasti veneziani” di Antonio Guardi è uno dei capolavori del disegno veneto del Settecento. Rappresentanti episodi della storia della Serenissima e liberamente ispirati a dipinti realizzati prevalentemente nel Cinquecento come parte della decorazione di Palazzo Ducale ma non solo, i fogli testimoniano le prodigiose capacità metamorfiche del segno guardesco, capace di trasformare quei modelli in opere d’arte autonome ed esemplari di una via veneziana alla stagione rococò.

 

Il volume riproduce e analizza per la prima volta estensivamente i disegni di questo nucleo già appartenuti alla collezione di Vittorio Cini (che, con intuito e sensibilità, ne aveva quindi colto lo straordinario valore) e prende in esame gli altri dispersi in musei e raccolte di tutto il mondo. Di taluni fogli vengono inoltre nuovamente identificati i soggetti e riconosciuti i rispettivi modelli pittorici. Riprendendo la storiografia che si è occupata della questione e riannodando le intricate fila di una querelle guardesca che ha infuriato negli studi novecenteschi, l’autore propone ipotesi riguardo la natura del loro progetto originario, le finalità culturali della loro realizzazione e riconosce tecniche e stili differenti impiegati all’interno del gruppo, compatibili con un lavoro collettivo plausibile nell’ambito della bottega dei fratelli Guardi.

Egisto Macchi: The Assassination of Trotsky Sources of the Creative Process

Egisto Macchi: The Assassination of Trotsky
Sources of the Creative Process

Serie: The Composer’s Workshop, vol. 2
di Marco Cosci
Brepols Publishers, Turnau

 

Questo volume ripercorre il processo creativo di Egisto Macchi per la colonna sonora de L’assassinio di Trotsky diretto da Joseph Losey (1972). Attraverso un’attenta lettura delle fonti conservate nell’archivio Egisto Macchi presso l’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini, e presso la
Joseph Losey Collection presso il British Film Institute (Londra), il libro fa luce sulla prima collaborazione tra Losey e Macchi, proseguita negli anni successivi per il film Mr. Klein (1976). Perché Losey ha scelto questo compositore apparentemente sconosciuto? Come si è avvicinato al sistema
cinematografico un compositore d’avanguardia? Che tipo di esperienza audiovisiva hanno esplorato Macchi e Losey attraverso questo film? Per risponderea queste domande, il volume affronta diversi aspetti del processo creativo, unendo lettere, appunti, bozze, schizzi e le partiture orchestrali finali. Il saggio introduttivo presenta Egisto Macchi nel contesto delle avanguardie romane e degli ambienti cinematografici degli anni Sessanta e dei primi Settanta. Il volume è completato da un’ampia selezione di fonti riprodotte in facsimile.

 

 

 

“Multa renascentur”. Tammaro De Marinis studioso, bibliofilo, antiquario, collezionista.

Il volume rende conto degli esiti del convegno tenuto presso la Fondazione Giorgio Cini e organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte nell’occasione dei 50 anni dalla morte di Tammaro De Marinis (1878-1969), napoletano di nascita e fiorentino d’adozione.

 

La pubblicazione raccoglie i contributi di oltre venti relatori che hanno approfondito la figura di De Marinis, precoce e instancabile studioso di legature, manoscritti e libri illustrati, bibliofilo e collezionista di gusto raffinato, attivissimo e colto antiquario. Sia a seguito dei suoi lavori di ricerca, sia per la propria attività antiquaria, si riscontrano testimonianze del suo passaggio nelle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee, con qualche traccia lasciata anche oltreoceano.

 

Gli stretti legami con la Fondazione Giorgio Cini, dati dalla presenza a San Giorgio della sua biblioteca di lavoro, di una rilevante porzione 78 LETTERA DA SAN GIORGIO ANNO XXV N° 48 della sua collezione libraria antica e di numerosi documenti archivistici e di studio, sono alla base delle nuove ricerche di cui la Fondazione si è fatta promotrice.

Per un archivio fotografico dell’arte italiana. Vittorio Cini, la Fondazione Giorgio Cini e la Fratelli Alinari Atti della giornata di studi

Il volume, edito per i tipi di Marsilio, raccoglie gli atti della giornata di studi (Fondazione Giorgio Cini, 2018) organizzata dall’Istituto di Storia dell’Arte, in collaborazione con la Fratelli Alinari, divenuta ora Fondazione Alinari per la Fotografia.
La pubblicazione accoglie i testi degli interventi presentati nel simposio, dedicato al rapporto tra la Fondazione Giorgio Cini e la società Fratelli Alinari di Firenze, che consentì di arricchire in modo significativo il patrimonio della Fototeca dell’Istituto della Storia dell’Arte. A tale rapporto è riservato ampio approfondimento, in virtù della sua centralità: un legame che affonda le proprie radici nel 1957 quando Cini diventa proprietario di Alinari e che troverà poi sviluppo negli anni sessanta con il passaggio della società alla Fondazione Giorgio Cini, la quale detterà per un decennio gli indirizzi delle nuove campagne fotografiche. Facendo luce su queste dinamiche, il volume offre un nuovo e significativo tassello nell’ambito degli studi dedicati al rapporto arte-fotografia, auspicando possa essere un valido punto di riferimento sia per il pubblico specialistico, ma anche per il mondo della storia dell’arte in senso più ampio.

The Mediations of Music. Critical Approaches after Adorno

Mediazione è un concetto chiave nella filosofia della musica di Theodor W. Adorno e nell’attuale dibattito musicologico. Esso definisce la relazione tra musica e società, ossia come la musica accoglie in sé ed elabora contenuti sociali prima ancora di entrare nel flusso comunicativo. Inoltre le composizioni musicali della tradizione occidentale richiedono una forma esterna di mediazione: la trasformazione del testo in suono. Infine la riproduzione tecnologica in diversi media – disco, radio, cinema, internet – rappresenta un ulteriore livello di mediazione; in tali ambiti la musica subisce mutamenti che si ripercuotono sull’attribuzione di senso. Questo libro è scaturito da una manifestazione dell’Accademia Musica-le Chigiana in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Adorno (2019). Gli autori discutono snodi problematici del pensiero del filosofo e mostrano i suoi potenziali. In molti capitoli viene messo in gioco il polo opposto della mediazione, l’immediatezza, che spesso svolge un’importante funzione nei processi di mediazione. Le principali fonti di riferimento sono i testi che Adorno dedicò ai vecchi e nuovi media (scrittura, radio e cinema): La musica per il film (scritto insieme a Hanns Eisler) e i due volumi incompiuti Current of Music e Zu einer Theorie der musikalischen Reproduktion. Le letture critiche di questi testi sono accompagnate da riflessioni che mirano a ridefinire la dialettica di mediazione e immediatezza tenendo conto dei performance studies, delle teorie dei media, della sociologia dell’ascolto e del post-strutturalismo.

La Fondazione Giorgio Cini. Settant’anni di storia

La Fondazione Giorgio Cini. Settant’anni di storia, volume curato da Pasquale Gagliardi e Egidio Ivetic esce per Marsilio ed è il terzo in ordine tra le pubblicazioni che segnano le tappe storiche della Fondazione Giorgio Cini, dopo Venezia 1951-1971. Vent’anni di attività della Fondazione Giorgio Cini (Venezia 1972) e La Fondazione Giorgio Cini. Cinquant’anni di storia (Milano 2001). Il volume segue le due sillogi e punta ad evidenziare quanto realizzato negli anni del XXI secolo, una nuova fase nella vita della Fondazione. In riferimento a questo traguardo, si è voluto ripercorrere la storia della Fondazione Giorgio Cini e ricordare Vittore Branca, scomparso nel 2004, la figura più importante sul piano culturale nel percorso della Fondazione.

 

L’insieme dei contributi è suddiviso in due sezioni: Un nuovo paesaggio e Resoconti e testimonianze. Nella prima si descrive, a più voci, la novità rappresentata dagli interventi sul piano architettonico e artistico nei passati vent’anni, per cui la Fondazione si è aggiornata, come paesaggio materiale e culturale, ai fini delle esigenze che i tempi impongono. Nella seconda si riflette sulle esperienze di vita culturale, di ricerca e studio, sulle attività degli istituti e dei centri, sulla ricchezza dei fondi, collezioni e patrimoni artistici. Visto nella sua interezza, il libro vuole essere un omaggio a San Giorgio Maggiore e testimonianza di un luogo straordinario.

Panj Ganj. I cinque tesori di Nezāmi Ganjavi della Fondazione Giorgio Cini. Il restauro di un capolavoro della miniatura persiana del XVII secolo

Il volume monografico, pubblicato all’interno del progetto Salviamo un Codice, promosso da Nova Charta Editori, dalla sua direttrice Vittoria de Buzzaccarini e finanziato da Giovanni Alliata di Montereale, è interamente dedicato a uno dei capolavori miniati che si conservano nella biblioteca della Fondazione Giorgio Cini: il manoscritto con i Panj ganj (I cinque tesori) di Neẓāmi Ganjavi della Fondazione Giorgio Cini. Il restauro di un capolavoro della miniatura persiana del XVII secolo, opera somma di uno dei più grandi poeti della letteratura persiana classica, donato da Vittorio Cini nel 1967 a seguito del viaggio in Iran in occasione della mostra delle miniature Cini nel Palazzo Golestan a Tehran. Prodotto di lusso riccamente decorato e miniato a Širaz tra 1624 e 1625 ne lla bottega di un moẕahheb (doratore), nominato nel colophon (Lot.follāh), esso fa parte di un gruppo di codici che si ritengono commissionati da Emāmqoli Ḵān, potente e colto governatore di Širaz tra 1613 e 1633. Realizzato in occasione del restauro effettuato da Melania Zanetti tra 2018 e 2019 in collaborazione con il CIBA (Centro interdipartimentale di ricerca, studio e conservazione dei beni archeologici, architettonici e storico-artistici) dell’Università di Padova, il volume raccoglie saggi che indagano il contesto storico del manoscritto e approfondiscono i suoi aspetti letterari, codicologici, storico artistici, collezionistici, vantando il contributo di importanti studiosi nelle discipline della persianistica e dell’islamistica, come la curatrice Daniela Meneghini, professoressa di Lingua e Letteratura persiana dell’Università
Ca’ Foscari, Mario Casari, professore persianista dell’Università La Sapienza di Roma, Francis Richard, già conservatore del Département des Manuscrits orientaux della Bibliothèque Nationale de France di Parigi e direttore del Département des arts de l’Islam del Louvre, Eleanor Sims, storica dell’arte e specialista di pittura e miniatura persiana e dei territori
dell’Islam. A questi si affiancano i contributi tecnici della restauratrice Zanetti e dell’équipe del CIBA dell’Università di Padova diretta da Rita Deiana e Alfonso Zoleo, che restituiscono la ricchezza dei dati materiali emersi dalla diagnostica e dalle indagini condotte durante il restauro.

Intersezioni Musicali 10

Il volume Patterns of Change in the Traditional Music of Southeast Asia è il decimo della collana ‘Intersezioni Musicali’ pubblicata dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, in collaborazione con l’editore Nota di Udine. Curato da Giovanni Giuriati, raccoglie in sette capitoli ricerche originali condotte sul campo sulle musiche del sud-est asiatico. Scopo principale del volume è quello di indagare su come i processi di trasformazione agiscano sulle tradizioni musicali di quest’area del mondo. Infatti, processi di globalizzazione, urbanizzazione, patrimonializzazione, mediatizzazione influenzano profondamente nella seconda parte del XX secolo e all’inizio del XXI le culture musicali del sud-est asiatico continentale ed insulare. I capitoli affrontano casi di studio basati su estese ricerche in Birmania, Cambogia, Laos, Vietnam e Indonesia (Giava e Sulawesi). Tra i principali temi affrontati troviamo il ruolo della musica nei processi di inculturazione promossi dalla Chiesa cattolica, nei culti di possessione, nelle diverse forme di teatro tra cui il teatro delle ombre. Sono anche presenti riflessioni sui processi di spettacolarizzazione delle musiche tradizionali e dell’adozione di nuovi strumenti musicali. Dal punto di vista del metodo, particolarmente originale è la combinazione di un approccio antropologico basato su estese etnografie con accurate analisi musicali.  Autori dei capitoli sono giovani ricercatori, in larga prevalenza italiani, che hanno studiato alla Università di Roma “La Sapienza” per poi prendere strade diverse nei loro studi dottorali e post-dottorali. Il volume, pubblicato in lingua inglese per consentirne una più larga fruizione a livello internazionale, prende le mosse da un progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN) su questo tema e da un seminario tenutosi alla Fondazione Cini nel 2017 ed è pubblicato con il contributo dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ciascun capitolo è corredato da una ricca documentazione audiovisiva accessibile attraverso dei QRcodes collocati nel testo che rinviano ad una sezione dedicata del sito dell’editore.

La “splendida” Venezia di Francesco Morosini 1619-1694: cerimoniali, arti, cultura

a cura di Matteo Casini, Simone Guerriero e Vincenzo Mancini

Fondazione Giorgio Cini, Marsilio, Venezia, 2022

Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi dedicato a Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco (1619-1694), organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte nell’ambito delle iniziative promosse dal Comitato per le celebrazioni per i quattrocento anni dalla nascita di Francesco Morosini e ospitato presso la Fondazione Giorgio Cini. Ammiraglio, diplomatico e poi doge, Morosini fu l’ultimo degli illustri patrizi che resero grande la Serenissima Repubblica, essendo capace di restituirle una parte dell’antico peso politico sullo scacchiere internazionale e di far risorgere nei Veneziani il sogno di possedere un impero marittimo.

La pubblicazione presenta i risultati dei singoli interventi, ordinati secondo le linee tematiche affrontate nelle due giornate veneziane. Tra i temi presi in esame e illustrati da relatori selezionati tra i maggiori studiosi della storia culturale e artistica secentesca, vi è quello centrale dell’immagine pubblica del Peloponnesiaco e delle sue gesta nella produzione artistica di scultori, pittori, architetti, illustratori di primo piano. Strettamente collegato il tema dell’eccezionale proliferazione e popolarità di spettacoli, regate e feste civiche, mentre altri interventi si sono focalizzati sulla produzione letteraria ispirata al personaggio in anni coincidenti con una fase di importante trasformazione dell’arte veneziana in senso barocco.