Saggi Archives - Pagina 63 di 76 - Fondazione Giorgio Cini

Le complessità dell’ordine. Il processo penale veneziano e le ragioni del principe tra diritto, società e destino

Diritto e destino. Diritto, società e destino. Queste le pietre angolari attorno alle quali questo libro si interroga nel tentativo di ricostruire la storia del rapporto tra le istituzioni politiche veneziane e il processo penale d’antico regime inteso come problema. […]
Una giustizia che è parte di un sistema che non si fa illusioni né sull’uomo né sul mondo né su se stesso, senza smanie progettuali, attese o redenzioni. Una giustizia che infligge destino. Facendo così affiorare il suo risvolto ardente: l’eco della voce degli ultimi (le cui vicende sono qui narrate con indulgente dolcezza) della storia e
della vita nella loro immensa e triste tradizione, in quell’emergenzialità quotidiana che è necessità, che è regola, la loro.
Un libro di dubbi dunque, dove le chiavi interpretative della sovranità, dell’ordine conflittuale veneziano, sono ricercate nella cifra della complessità e dell’ambiguità sistemica, della necessità e del paradosso, e nel rapporto tra disincanto e pietas.

INDICE

Presentazione
Gaetano Cozzi

Ringraziamenti

Verso il Cinquecento. Una introduzione d’ambito medievale veneziano

Pax apparens
Definizione e assestamento di un sistema di giudizio
Gli Statati. Una tradizione ambigua
Il nodo trecentesco e le nuove urgenze

Tra inquisitorio e accusatorio. Il processo penale cinque-seicentesco e l’ordine conflittuale veneziano

Le ragioni del principe e i modi del giudicare: due sistemi per una giustizia

«Nonostante le rigorose leggi in tal proposito», Un incipit dal Dominio

Le forme della complessità. Riti, competenze, garanzie e conflitti: l’accusatorio veneziano tra diritto e società

Le forme della necessità. «Sirte strepitu»: l’inquisitorio veneziano e le
voci della gente tra disincanto e pietas

Esecutori contro la Bestemmia ed altre novità. Primi decisi passi verso la degenerazione del sistema

La «pronta espeditione» dei processi. Le preoccupazioni del legislatore
e le logiche dell’emergenza

Fonti archivistiche e manoscritti

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Dalle origini alla caduta della Serenissima

INDICE

I. La vicenda politica

Gaetano Cozzi
Dalla riscoperta della pace all’inestinguibile sogno di dominio

II. I protagonisti

Matteo Casini
Cerimoniali

Laura Megna
Grandezza e miseria della nobiltà veneziana

Sergio Zamperetti
Patriziato e giurisdizioni private

Andrea Zannini
La presenza borghese

Donatella Calabi
Gli Ebrei e la città

Federica Ambrosini
Penombre femminili

Antonio Menniti Ippolito
«Sudditi d’un altro stato»? Gli ecclesiastici veneziani

III. Le attività

Luciano Pezzolo
L’economia

Ivo Mattozzi
Intraprese produttive in Terraferma

Giovanni Caniato
Il controllo delle acque

Piero Del Negro
La milizia

Alberto Tenenti
La navigazione

Ugo Tucci
Monete e banche

IV. Arte e cultura

Lionello Puppi – Ruggero Rugolo
«Un’ordinaria forma non alletta». Arte, riflessione sull’arte e società

Carmelo Alberti
L’invenzione del teatro

Giovanni Morelli
La musica

Gino Benzoni
La vita intellettuale

Marino Zorzi
La produzione e la circolazione del libro

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Italia e Romania

Il
volume si occupa dei rapporti tra le due nazioni dal secolo XIV al
XVIII (lasciando agli Atti curati da Ca’ Foscari la trattazione dei due
secoli successivi), e proprio per questa priorità cronologica, per
l’ampiezza del percorso, si propone come un primo scambio di idee
generale, sia per quanto riguarda le metodologie che per i campi
specifici da esplorare: una sorta di introduzione a studi successivi
maggiormente circoscritti. Il confronto a cui si rifierisce il titolo è
soprattutto storia di rapporti italo-romeni dal Medio Evo alla fine del
Settecento, ma è anche possibilità di confronto riportato su sviluppi
di storie parallele. D’altra parte il rapporto Romania-Italia non è
esclusivo in questa analisi, perché in realtà si allarga a tutto
l’Occidente, a Roma e Bisanzio, all’Europa intera. Il che riporta
d’altronde al senso al quale si è ispirato un po’ tutto
l’incontro: reintegrare nel Vecchio continente una nazione per un
notevole tempo (al pari di altre della stessa area geografica)
‘separata’, e operare affinché lo studio del passato giustifichi e
fondi l’autocoscienza nazionale romena nella cornice più vasta
dell’identità culturale e storica d’Europa.

INDICE

Presentazione

Giampiero Bellingeri, Carte veneziane sulle terre romene e sui Cantemir (le romanità ineludibili)

Gabriella Airaldi, I Genovesi alle foci del Danubio: le testimonianze

Laura Balletto, Tra burocrazia e mercatura a Chilia nel secondo Trecento

Geo Pistarino, Presenza genovese nel Mar Nero tra XIII e XV secolo

Enrico Basso, «De rebus castris ilicis et aita»: Genova, la Moldavia e la Valacchia fra cooperazione e contrasto nei secondo Quattrocento

Adrian Niculescu, Diplomazia veneziana e il principe Stefan cel Mare di Moldavia (1457- 1504) durante la guerra contro i Turchi del 1463-1479

Luisa Valmarin, Ritratti rumeni nella storiografia italiana rinascimentale

Stefan Andreescu, The Relations between Venice and the Rumanian Principalities during the War of Candia

Cesare Alzati, Influssi candiotto-veneti nella vita religiosa delle terre romene in età post-tridentina

Giuseppe Piccillo, Su alcuni aspetti controversi della «Istoria delle moderne rivoluzioni della Valachia» di Anton Maria Del Chiaro

Tereza Sinigalia, L’architecture de l’époque «brancovane», Réceptacle des influences de la Vénétie

Cristina Codarcea, Rome et Byzance dans les Pays Roumàins à tràvers les récits des missionnàires càtholiques (1620- 1660)

Ràzvan Theodorescu, La fortune est-européenne de Venise. Le cas Roumain (XVIe-XVIIIe siècles)

Eugen Denize, L’immagine di Venezia nella cultura romena dei secoli XVII e XVIII

Gianfranco Giraudo, Uniati di Romania

Teresa Ferro, Ungherese e romeno nella Moldavia dei Secoli XVII- XVIII Sulla base dei documenti della «Propaganda Fide»

Nicolae Sabàu, Alcuni maestri italiani nella Transilvania del Settecento

Francesco Guida, Un libro «italiano» sui Paesi romeni alla fine del Settecento

Il volume pubblicato dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia contiene contributi del Convegno Italia e Romania: due storie e due popoli a confronto, organizzato e tenuto a Venezia nel marzo del 1995.

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Il mondo e il sovra-mondo dell’icona

Il
problema dell’icona è un problema antico, una questione di carattere
ontologico circa la possibilità di raffigurare il trascendente, di
rendere fisicamente evidente lo spirito, di dare volto all’invisibile,
nome al Senza nome; subito dopo però incalza sul piano teologico, il
tema delle differenze di sensibilità tra le due Chiese d’Occidente e
d’Oriente, e del loro diverso modo di rapportarsi all’arte sacra – o
all’icona – come rappresentazione dei sacro o come sua significazione.
Due diversi modi di sentire il fenomeno-problema dell’icona,
distintamente indagati e illustrati con ampio corredo iconografico, per
poter però ritrovare nel contempo punti comuni di pensiero, motivazioni
e significati di un’eredità bizantina diventata patrimonio di tutta
l’ortodossia, con la generale accettazione di una semiotica
liturgico-devozionale intesa a suscitare nel contemplante-orante, al di
là di ogni distinzione, il senso divino nella sua interezza.

INDICE

Introduzione di Massimo Cacciari

Prolusione del
card. Achille Silvestrini

Sergej S. Averincev, L’icona e il problema della rappresentazione religiosa

Tomas Spidlik, La Creatività artistica nell’origine dell’Icona Secondo S. Frank e P. Florenskij

Olivier Clément, Quelques aperçus sur l’icône comme théologie de la beauté

Philippe Sers, Le
sens philosophique du dépassement des limites humaines dans l’icône
byzantino-slave: perspective non-euclidienne et temporalité prophétique

Boris Uspenskij, La Venerazione dell’icona e la Spiritualità russa

Vittorio Strada, Icona e anti-Icona: armonia e caos nella spiritualità russa

Vittorio Peri, «Vivi e morti insieme in preghiera»: rinnovamento iconografico e confronto teologico nella Mosca del XVI secolo

Rainer Stichel, L’Occidente davanti all’icona rossa nell’Ottocento: un testo ignoto di Johann Joachim Winckelmann

Georges Nivat, Théophanie, Christophanie e “Stavrophanie” dans la littérature russe

Pier Cesare Bovi, Sergej Bulgakov, Pavel Florenskij e Lev Tolstoj dinanzi a Raffaello: nuove considerazioni su un conflitto rivelatore

Engelina Smirnova, La peinture d’icônes à Rostov le Grand dans la deuxième moitié du XIII Siècle

Vladimir Sarabianov, The frescoes of Staraia Ladoga and stylistic trends in the late XIIth century murals of Novgorod

Tatiana Tsarevskaia, The Image of St. Clement of Rome in Novgorod Art of the 13th Century

Levon Nersessian, The Iconography of the Composition “In Thee Rejoiceth”

John Lindsay Opie, The Trinity in Rublëv’s Icon of the Holy Trinity

Eva Haustein-Bartsch, Su un’icona di Simeone Cristoforo e altre opere di un maestro di Novgorod del XV secolo

Carlo Pirovano, Le avanguardie russe e le icone

Conclusioni di Sante Graciotti

Il mondo e il sovra-mondo dell’icona raccoglie gli interventi al Convegno Internazionale di Studio promosso
il 24-26 ottobre 1996 dalla Fondazione Giorgio Cini in occasione della
mostra “L’immagine dello Spirito. Icone dalle terre Russe” Collezione
Ambro-Veneto.

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Sonata per violino e basso continuo

INDICE

Prefazione generale

General Preface

Sonata per violino e basso continuo.F XIII, 62 RV 798

Note critiche

Apparato critico

Critical Notes

Critical Commentary

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La morte di Cesare (Sertor – Bianchi) 1789 / 1797

Le drammatizzazioni dell’uccisione di Cesare che precedono la creazione
del “dramma per musica” di Sertor e Bianchi non sono molte. In generale
tutti i drammi avevano rispettato la regola aurea delle tre unità
classiche e soprattutto la proibizione dell'”insanguinamento della
scena”, fino al Julius Caesar di Shakespeare che aveva rotto con tutte
le regole; in seguito, di tutte le uccisioni in scena, a vista, quella
del Sertor-Bianchi del 1797, sarebbe stata la più “sanguinante”. Una
delle motivazioni più significative dell’avvicinarsi del compositore
Bianchi alla creazione del dramma, pare essere stato l’intento di
ordinare una raccolta di “numeri” musicali scritti ad hoc per alcuni
cantanti (Pacchierotti e Babbini), probabilmente un approccio condiviso
dal pubblico. In diverse arie il compositore sembra anticipare il gusto
musicale degli anni venturi della Rivoluzione e dell’età napoleonica.

INDICE

Volume I

La morte di Cesare: the Words, the Music
di Piero Weiss
The Death of Caesar Onstage, 1544 (?) – 1797
The Score, by Francesco Bianchi .et alii

La morte di Cesare, le parole la musica. Sommario

Gaetano Sertor, La morte di Cesare, Libretto 1788 [1789]
Gaetano Sertor et alii, La morte di Cesare, Libretto 1797
Francesco Bianchi et alii, La morte di Cesare, Partitura 1788/1797

Volume II
Francesco Bianchi et alii, La morte di Cesare, Partitura 1788/1797

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La fienagione nelle prealpi venete

Questo saggio conclude una ricerca durata dieci anni (1988-98) e segue
e completa altre indagini di carattere lessicale ed etnografico che in
questi ultimi venti anni abbiamo svolto nel Veneto settentrionale.
In questo periodo abbiamo potuto assistere alla fine di un’epoca, al
disgregarsi e sparire di quella civiltà contadina che per millenni è
stata la base dell’esistenza delle popolazioni di questa zona. Sono
scomparse tecniche agricole più o meno primitive, oggi sostituite da
moderne tecnologie; abitati rurali ed antiche costruzioni hanno
lasciato il posto a villette moderne o a tipologie costruttive che di
solito nulla hanno salvato dell’edilizia tradizionale; i fienili sono
stati sostituiti dai garage. Tutto ciò è visibile ovunque: qui
ricordiamo (ma è solo uno fra i tanti esempi) Santa Croce e Farra
d’Alpago.
Materiali locali come legno e pietra risultano stravolti da
importazioni da continenti più o meno lontani; ramaglie, canne palustri
e laste di pietra sono state abbandonate in favore di materiali meno
naturali ma più funzionali.
Non visibile ma riscontrabile è invece la perdita del dialetto, che
muore con i cambi di tecnologia, l’abbandono delle attività
tradizionali e la scomparsa delle vecchie generazioni.
Un tempo ogni oggetto o utensile aveva il proprio nome, oggi solo nomi
generici o perifrasi identificano oggetti dall’effimera vita
lavorativa. Un contadino anziano possiede (o forse meglio possedeva) un
patrimonio lessicale più articolato, funzionale e ricco dei propri
figli o nipoti. Qui ricordo (ma anche questo è solo un esempio) che
venti anni fa a Revine era noto il termine postòk (terreno non più
coltivato), che oggi nessuno più conosce. Questa civiltà contadina,
fatta fra l’altro di utensili antichi e parole millenarie, povera ma
completa e solida, è stata sostituita da qualcosa che non si sa ancora
cosa sia, da mode fugaci, da simboli effimeri e da impensabili
ricchezze, tutte cose che non riempiono il vuoto lasciato dal
disgregarsi dell’antico modo di vivere.
La vita oggi è più facile e comoda, ma ciò non ha comportato un aumento
della felicità, mentre la scolarizzazione globale e i mass media non
hanno creato una cultura che possa essere tramandata.

INDICE

Giovan Battista Pellegrini
Presentazione

Premessa del raccoglitore

La Fienagione nelle prealpi venete
Etnologia ed Etimologia

Gli attrezzi della fienagione
I lavori della fienagione
Il trasporto del fieno
Il fienile e la mangiatoia

Atlante
I colori del fieno

Ringraziamenti
Punti d’indagine e informatori
Indice dei concetti
Indice degli appellativi segnalati
Indice delle tavole
Bibliografia essenziale

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La filmografia di Nino Rota

Il testo contiene la documentazione dei film per i quali il musicista
ha composto le colonne sonore nell’intensa collaborazione con alcuni
dei registi più noti del panorama italiano e intemazionale, da Fellini
a Clément, da Bragaglia a Coppola, da De Filippo a Lattuada, Camerini,
Petri e Zeffirelli, da Matarazzo a Soldati, Visconti, Castellani,
Pietrangeli, Monicelli e molti altri.
Si tratta di oltre centocinquanta titoli compresi tra il primo periodo
del sonoro e la fine degli anni Settanta, criticamente contestualizzati
secondo generi, temi, autori e attori. Gli incroci di indici, integrati
dalle segnature musicali, dalle schede tecniche e dalle trame
dettagliate di ciascuna pellicola, costituiscono la prima organica
sistemazione dell’enorme contributo rotiano allo spettacolo del cinema.

INDICE

Gli orizzonti cinematografici
di un musicista italiano

Cronologico (filmografia)

Alfabetico

Musiche

Filmografia di Nino Rota

Indice dei nomi

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Libro primo de Madrigali a tre voci

INDICE

Prefazione
Preface

La trascrizione
Editorial Principles

Libro primo de madrigali a tre voci

1. A caso un giorno mi guidò la sorte

2. Dunque basciar sì bell’e dolce labbia

3. Ella non sa se non invan dolersi

4. Il dolce sonno mi promise pace

5. Deh, dove, senza me, dolce mia vita

6. E dove non potea la debil voce

7. La verginella è simile a la rosa

8. “Dunque fia ver” dicea “che mi convegna”

9. Che giova posseder citad’ e regni

Note critiche
Crital Commentary

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Venezia e l’Austria

Due le iniziative realizzate dalla Fondazione Giorgio Cini, grazie al sostegno finanziario della Regione Veneto, nel 1997 in occasione del bicentenario della caduta della Serenissima: la mostra Venezia da stato a mito e il convegno, del 28-31 ottobre, appunto, 1997 su Venezia e l’Austria. Lo si noterà: il 1797 è implicito, sottinteso più che esplicito oggetto di riflessione. E ciò a ragion veduta, di proposito.
Proprio perché, lungo il 1997, il 1797 è stato protagonista in varie manifestazioni – a Padova, a Verona, a Brescia, a Venezia e altrove – è parso eccessivo insisterci direttamente. E d’altronde, col 1797, la Fondazione aveva, in certo qual modo, assolto il suo debito, giocando d’anticipo, col XXXVIII Corso d’Alta Cultura del 2-14 settembre 1996 il quale, intitolato Il 1797 e le metamorfosi di Venezia, aveva avuto agio di trattare degli atteggiamenti della società veneta nel dissolversi della Repubblica, di Napoleone, dell’apertura del ghetto, della municipalità provvisoria e di quant’altro nel 1797 e paraggi risultava conficcabile o dal 1797 e paraggi era parso evincibile. Altra cosa, invece, il successivo corso d’alta cultura, il XXXIX, quello svoltosi dall’1 al 13 settembre del 1997 all’insegna del titolo Precipitare la fine anticipare l’inizio: «succisa virescit», che un po’ vien da estendere al volume qui presentato. Nettamente recisa, in effetti, la Venezia capitale, ma pur sempre respirante e viva anche poi, anche
sotto l’Austria, e via via con più lena e con più determinazione, sempre meno in gramaglie, sempre meno a lutto. Non solo rimpianto di grandezza perduta, di glorie passate la Venezia sotto Vienna. Ma anche operativa, fattiva, volitiva, con impegno nel presente, con l’occhio all’avvenire. Connotabile, in effetti, pure la Venezia ottocento, anche
se non più dominante, anche se sotto l’Austria.
Donde la messa a fuoco del convegno Venezia e l’Austria i cui atti questo volume raccoglie. Naturalmente – come capita agli atti dei convegni in genere – il passaggio dall’oralità alla scrittura comporta delle perdite. In altre parole mancano in questi atti due relazioni che pur hanno giocato un ruolo importante nell’impianto meditato del
convegno. In quella sede Paul Ginsborg aveva parlato del biennio rivoluzionario, ossia del 1848-49, e Giandomenico Romanelli era intervenuto sull’arte di governo e sul governo dell’arte. Spiace non abbiano consegnato un testo per la stampa. E peccato, soprattutto, manchi quello di Romanelli: ancor viva, in quanti hanno avuto modo di
sentirlo, l’impressione del suo intervento di largo e slargante respiro. Ampio il ventaglio tematico proposto dal volume: via via trapassa dalla vicenda letteraria, figurativa e musicale all’aspetto istituziona1e e da questo alla costituzione delle fonti della memoria mirata a ricostruenti esiti storiografici sino a concludersi coll’insorgenza quarantottesca. E da segnalare – tra gli autori dei contributi – la presenza di studiosi austriaci i quali hanno fornito il loro testo in italiano. Evidentemente lo padroneggiano. Per intendere quel che ha detto la Venezia austriaca si sono sforzati in tal senso. E gliene va dato atto.

INDICE

L’Austria e Venezia di Brigitte Mazohl- Wallnig

La promozione delle arti da Leopoldo Cicognara a Pietro Selvatico

La vita musicale a Venezia dal 1815 al 1866

Il letterato e la storia. Ippolito Nievo

Da Tommaseo a Nievo

Il trapasso

La Chiesa

Il diritto austriaco e la società veneta

Il matrimonio fra obbligo e privilegio (Veneto e Bassa Austria, sec. XIX)

Vecchi poveri e nuovi borghesi. La società veneziana nell’Ottocento asburgico

Cenni sulla presenza ebraica a Venezia durante la dominazione austriaca

La politica linguistica nella Monarchia asburgica
Nobili veneziani al servizio dell’Austria

La gestione del patrimonio librario

Gli archivi della Serenissima. Concentrazioni e ordinamenti

La Chiesa

Intorno alla leggenda nera di Venezia nella prima metà dell’Ottocento

«Venezia e le sue lagune» e la politica del diritto di Daniele Manin

Dal rimpianto alla ricostruzione storiografica

La storia scolpita: il «Panteon Veneto»

Il Veneto nel Risorgimento fino al 1848

Per una storia della Guardia civica a Venezia nel 1848-49

Tra sabaudismo e mazzinianesimo

La pubblicistica veneziana nel 1848-49

Il potere delle immagini. Gli inni patriottici, i canti popolari e le stampe della rivoluzione del 1848

Venezia da Patria a Nazione: un percorso

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