Saggi Archives - Pagina 67 di 76 - Fondazione Giorgio Cini

Storia del Candore

INDICE

Fabio Finotti
La vendetta dell’angelo le poetiche del candore e Nino Rota

Carlo De Pirro
Tropi del candore musicale da Mozart a Kurtág

Martina Treu
Aristofane o l’ottimismo?

Carlida Steffan
Putti, angeli e anime. Un’occhiata all’antisirena barocca

Michela Vanon Alliata
Il latteo candore della balena bianca. Herman Melville e la purezza dell’assoluto terrore

Angelo Zaniol
«Linda y hechicera / como el candor de una rosa». Bianco con variazioni nel canzoniere latino-americano

Cosimo Malorgio
«Evangélion» di Mario Castelnuovo-Tedesco, dedicato a Nino

Mario Valente
Pietro Metastasio e Giacomo Noventa: l’irresistibile fascino dei valori

Alessandro Pamini
La didattica dei processi cognitivi nel cinema artistico-scientifico
di Roberto Rossellini: il personaggio ingenuo e il rapporto
docente-discente-spettatore

Roberto Calabretto
« … Totò e Ninetto: uno stradivario e uno zufoletto … ». I candidi nel cinema di Pier Paolo Pasolini

Michele Porzio
Il candore che ho conosciuto: tre incontri con Satie, Cage, Pärt

Luca Mosca
Sul candore eretico di Niccolò Castiglioni

Roberto Cuppone
«La bouche en zéro»: la maschera di Pierrot o l’innocenza perduta

Carlo Presotto
La necessità del tempo inutile: «candore» e «stupore» nel «Teatro Ragazzi» italiano

Paolo Puppa
La scena dei candori ovvero la pluralità degli sguardi

Roberto Ellero
Il «candore in sala»: cinema

Carmelo Alberti
Il «candore in sala»: tipologie dello spettatore di teatro

Fabrizio Borin
Il circo degli angeli. I candidi in sonno, i candidi felliniani, gli altri

Giorgio Mangini
Nino Rota e la compagnia di Sergio Tofano en passant nell’«Isola disabitata» del Metastasio

Bruno Cerchio
«Aladino e la lampada magica»: un caso di incomprensione critica

Nicola Scardicchio
Il mistero della natività ne «Il Natale degli Innocenti» di Nino Rota. Simboli e rivelazione

Giovanni Morelli
Mackie? Messer? Nino Rota e la quarta persona singolare del soggetto lirico

Gianfranco Vinay
Sacri bagliori abbuianti nella favola della prova

Andrea Zanzotto
Motivi di un candore

Indice dei nomi

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The Iron Statue Monastery.

The
present work is an English adaptation of Ester Bianchi’s graduation
thesis Il Tiexiangsi. Un monastero buddhista femminile nella Cina
contemporanea
written at the Department of East Asian Studies of the
Ca’ Foscari University of Venice, Italy. The material for this study
was collected during a stay in China from October 1995 to August 1996,
and updated after a second visit in Summer 1999.

CONTENTS

Preface by Anne Chayet

Foreword

Historical introduction

CHAPTER ONE. VENERABLE LONGLIAN AND VENERABLE NENGHAI

I. Longlian fashi
I.1. Longlian’s life
I.2. Longlian’s works and teachings

II. Nenghai schangshi
II.1. Nenghai’s life
II.2. Nenghai’s works and teachings

CHAPTER TWO. LIFE IN THE TIEXIANGSI

I. The nunnery buildings

II. Everyday life
II.1. Organisation of the community
II.2. Daily activities

III. The religious calendar
III.1. Rituals from the vinaya
III.2. Rituals of Chinese and Tibetan tradition

IV. The Institute of Studies
IV.1. Features and structure
IV.2. Courses of study

CHAPTER THREE. CHANTING AND MEDITATION

I. Texts of the daily chanting services
I.1. The Shangshi gong
I.2. The Wuzi zhenyan

II. The Sanguiyi guan meditation
II.1. Introduction
II.2. Translation

Appendix One. Longlian’s works

Appendix Two. Nenghai’s works

Chinese characters

Bibliography

List of illustrations

Index One. Buddhist sites and personalities

Index Two. Technical terms

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A ce lha mo

Senza
la pretesa di surrogare l’intervento dei tibetologi degli antropologi,
dei musicologi e degli altri specialisti, e nemmeno di dire l’ultima
parola sulle arti perfomative del Tibet, questo studio prende le mosse
dalla constatazione che quella del teatro tibetano è una tradizione
poco studiata e che si debba cominciare a integrarla nella storia e nel
panorama del teatro mondiale. Si tratta di una tradizione non più
importante di altre, ma certo tra le meno conosciute. È bene aggiungere
subito che il teatro tibetano versa attualmente in uno stato di
profonda crisi, mentere scarsissimi sono i documenti utilizzabili per
gli studi sulla totalità del fenomeno e sui suoi aspetti letterali,
musicali, performativi, ecc. Rinunciando al compito impari di compilare
la storia di un’oggetto quasi del tutto svanito è sembrato più utile
tentare di definire alcuni dei suoi caratteri, tenendo sullo sfondo la
scansione cronologica e facendo costante riferimento alle forme
esperibili nel presente risultato di una catena plurisecolare di
trasformazioni.

INDICE

Premessa

Ringraziamenti

Nota sui criteri di edizione

I. SGUARDI D’OCCIDENTE
1. Chi c’era e chi non c’era
2. L’Altro secondo i padri missionari
3. L’Ottocento e la rappresentazione
4. Il Novecento spregiudicato
5. Sensibilità e differenza
6. Il missionario attento al teatro
7. Il primo tibétisant e il tibetologo suo maestro
8. Ultimi visitatori prima della tempesta

II. PRIMORDI DELLA TEATRALITÀ TIBETANA
1. Prima che la storia cominci
2. La prospettiva gilanica
3. La questione dello sciamanismo
4. Teorie indiane sull’arte scenica

III. TESTO, IMMAGINI E CORPO SECONDO IL BUDDHISMO
1. Arrivo del Grande Guru Padmasambhava
2. Origini misteriose e archivi segreti
3. Un attore nelle sacre scritture
4. Jataka e altri teatri
5. Vuoto e forma

IV. LEGGENDE E STORIE
1. Come Atene duemilacinquecento anni fa
2. Thangtong Gyalpo e la fondazione del lhamo
3. Teatro come religio e come follia
4. Trecento anni di festival

V. PARENTELE TEATRALI
1. La danza delle energie
2. Gli ultimi bardi
3. Storie da strada
4. I bambini danzatori
5. Trance e profezia
6. Morte e rinascita tra festa e rituale

VI. UNA DRAMMATURGIA FIABESCA
1. I testi del repertorio
2. Dilettarsi
3. Tra oralità e scrittura
4. Una poetica della metamorfosi

VII. IL LHAMO COME ARTE SCENICA E SPETTACOLO
1. Ascolto del lhamo
2. La parte dell’occhio
3. Il teatro muto del tempio
4. Congedo dai simboli

Appendici

A) L’ATTORE PRESUNTUOSO

B) GARCHAM, LA DANZA SECONDO BUDDHA

Glossario

Indice dei nomi e degli autori citati

Riferimenti bibliografici

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Le metamorfosi di Venezia

Gli
atti del convegno ciniano vogliono liberarsi dal vincolo della
celebrazione “funebre” della fine della Venezia capitale per guardare a
questa data come ad un punto di raccordo tra quello che fu (la
Dominante, la città stato) e quello che, immediatamente, è iniziato: il
processo di trasformazione in città del mondo.
L’analisi parte dalle sue origini, guarda alla città del buon governo
del ‘500, ma anche ad un ‘700 in cui a fare da contraltare alle luci di
Canaletto o di Guardi vi erano le ombre della sua politica o ad un
‘800, immerso nella poesia romantica e decadente, che segna il mutare
della scena urbana, la rottura dell’insularità col ponte ferroviario.

INDICE

Premessa di Gino Benzoni

Feliciano Benvenuti, Classi e società alla caduta della Repubblica veneta

Paolo Preto, I «lumi» e i «filosofi» francesi nella Venezia del’ 700

Giuseppe Ricuperati, Rileggendo Paul Hazard e Franco Venturi: gli spazi italiani e la Rivoluzione francese

Giovanni Scarabello, Verso la fine della Repubblica veneta. Napoleone e l’Austria nello stato veneto

Piero Del Negro, La fine della repubblica aristocratica (aprile maggio 1797)

Giovanni Scarabello, La Municipalità democratica veneziana del 1797

Giuseppe Gullino, Economia e finanza dallo scorcio della Repubblica all’età napoleonica

Daniele Menozzi, Chiesa e società nell’Italia giacobina

Donatella Calabi, Gli ‘ebrei veneziani’ dopo l’apertura delle porte del ghetto: le dinamicbe insediative

Giuseppe Pavanello, L’immagine di Venezia da Canova a Byron

Lea Ritter Santini, Oltre il confine tracciato col gesso

Catherine Whistler, L’occhio critico: osservazione, emulazione e trasformazione nell’arte di Domenico Tiepolo (1727-1804)

Gustavo Costa, Lorenzo
Da Ponte da Cèneda a New York: «Un’anima poetica ed italiana»? (con The
Hermit di James Beattie nella traduzione dapontiana)

Fernando Bandini, Venezia, la patria e l’esilio in Foscolo e Nievo

Gino Benzoni, Prima e dopo: Goethe e Wagner

Indice dei nomi

Le
metamorfosi di Venezia raccoglie gli interventi al XXXVIII Corso
Internazionale di Alta Cultura tenutosi dal 2 al 14 settembre 1996 in
occasione della imminente scadenza del bicentenrio della caduta della
Serenissima (1797).

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Ruskin e Venezia

Si
pubblicano qui di seguito le relazioni svolte al Convegno
internazionale “Ruskin e Venezia: la bellezza in declino”, che si è
tenuto alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia nei giorni 15-16
dicembre 2000, in occasione del centenario della sua morte, e quasi a
conclusione del ciclo di quattro incontri su scrittori inglesi e
americani particolarmente legati a Venezia, che alla Fondazione si sono
esplorati nell’ambito della “Linea veneta”.
L’esperienza di Venezia è centrale per John Ruskin e la sua opera, così
come la sua visione della città, sulla scia di quella di Byron, risulta
centrale per la creazione del mito di Venezia nell’800 e oltre. Ruskin
ci venne undici volte, la prima volta a sedici anni nel 1835, l’ultima
, a sessantasette anni, nel 1888; ci venne coi genitori da giovane, poi
da solo e con la moglie Effie, per il soggiorno preparatorio a “The
Stones of Venice”, nel 1851-2, in seguito per gli ulteriori volumi di
“Modern Painters”, e più tardi con amici e discepoli.
La visione giovanile (fra il 1835 e il 1841) è romantica; quella più
matura è di esaltazione per l’arte e il passato di Venezia, e insieme
di revulsione per le rovine e il decadimento del presente, quella
finale è di una progressiva obliterazione , culminante nella sua quasi
totale cancellazione nella tarda autobiografia, “Praeterita”.

INDICE

Sergio Perosa, Presentazione

Dianne Abse, Snapshots of Ruskin in Venice (a poem)
Denis Donoghue, Ruskin, Venice, and the fate of beauty
Francisco Jarauta, Ruskin: el aura de Venezia
Joan Abse, The lessons of stone: Ruskin’s mission in Venice
Gregory Dowling, “Trust Byron “: Ruskin and the “byronic ideal of Venice”
Giovanni Cianci, Ruskin, il sogno di Venezia e l’utopia urbana modernista (Ezra Pound e Wyndham Lewis)
Rosella Mamoli Zorzi, “Felicities” and “aberrations”: Ruskin and W. D. Howells
Johm Dixon Hunt, Ruskin and the “picturesque side” of his venetian work
Angelo Righetti, Ruskin e le pietre di Verona
Sergio Perosa, La grande assente. Venezia e “praeterita”

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Puskin europeo

Sono qui raccolti gli Atti di un Convegno che nell’ottobre del 1998 si è proposto come introduzione e atto iniziale delle manifestazioni promosse in ogni parte del mondo e soprattutto in Russia per celebrare il bicentenario della nascita del grande poeta (1799-1837). Voluto dalla Fondazione Giorgio Cini e dall’accademia Nazionale dei Lincei, questo incontro di studio, svoltosi parte a Roma e parte a Venezia, ha visto la partecipazione di alcuni fra i maggiori slavisti e studiosi internazionali di Puskin, concordi nel sottolineare i forti legami della sua vita e delle sue opere con la cultura europea occidentale e insieme con lo spirito russo. Così appunto Vittorio Strada nella proluione, e così per più specifici aspetti gli altri interventi, intesi a illustrare i suoi rapporti con la Bibbia e il cristianesimo, con la musica e con il genere «romanzo», con l’Italia e la lingua italiana, o con la Francia e Lamartine.

Si aggiungono corpose indagini sul contesto storico-culturale del primo Ottocento russo – tra eredità illuministica, decabristi e tramonto del «razionalismo retorico» – e infine alcune esplorazioni della sterminata bibliografia puskiniana, sia per quanto riguarda gli studi critici o le traduzioni di sue opere in prosa e in versi apparse in Italia, sia per il riflesso che esse hanno avuto in vari momenti importanti della storia del cinema.

INDICE

Vittorio Strada
Puskin, la Russia, l’Europa

Sergej Averincev
La collocazione storica di Puskin al tramonto del razionalismo retorico

Larisa Volpert
Puskin e il pensiero europeo

Shmuel Schwarzband
«Troppo bene conosco io la Bibbia … »
(Puskin e la Sacra Scrittura)

Georges Nevat
Pouchkine entre les lumières et le christianisme

Efim Etkind
Puskin e Lamartine

Sergej Bocarov
Per una storia dell’interpretazione di Puskin

Vladimir V. Pugacev
Puskin e i decabristi

Jurij Mann
«Dell’Onegin l’aerea mole». Considerazioni sul genere e sulla struttura narrativa del romanzo

Cesare G. De Michelis
Le interdizioni puskiniane

Serena Vitale
Apolli, plebi, pignatte, poeti
Puskin e la querelle sull’«arte per l’arte»

Sergej A. Fomicev’
L’opera di Puskin e «l’idea russa»

Tat’jana Kransnoborod’ko
Edizioni fotostatiche di Puskin: passato, presente e futuro

Aleksandr E. Parnis
«Siamo ad angolo retto rispetto a Puskin».
I futuristi e Puskin

Valerij Voskobojnikov
Puskin e la musica

Fabrizio Borin
Il cinema verso Puskin «Con l’immagine brucia il cuore degli uomini»

Ruf Cholodovskij
Puskin e l’Italia: umanesimo e umanità di Puskin

Aleksej M. Bukalov
«La lingua dell’Italia aurea». L’italiano di Puskin

Michele Colucci
Le traduzioni italiane poetiche dell’Evgenij Onegin

Stefano Garzonio
Breve rassegna degli studi puskiniani in Italia

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«Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori» Poema e romanzo: la narrativa lunga in Italia.

Il volume raccoglie gli atti del XXXIV Corso di Aggiornamento e Perfezionamento per Italianisti tenutosi nel luglio 2000 alla Fondazione Giorgio Cini, riproponendone il titolo.

Uomini e dèi sono i protagonisti del poema epico, nelle letterature classiche ma anche nelle origini medievali di molte letterature europee (con l’eccezione della letteratura italiana): uomini e dèi o, come dice Dante, cielo e terra hanno posto mano alla composizione di opere che, a partire dall’Iliade, nel rappresentare una gesta del passato si proiettano verso i destini futuri di un popolo e, con ciò, ne identificano l’identità. Successivamente al declino del poema fa seguito la nascita del romanzo in prosa, l’equivalente borghese – secondo una celebre definizione dell’Estetica di Hegel – del poema epico: anche il romanzo, infatti, almeno nella sua età dell’oro, fino all’Ottocento e ai primi del Novecento, è segnato da una forte ambizione conoscitiva e rappresenta l’uomo nella sua totalità.

In Italia, i generi della narrativa lunga includono il poema epico-cavalleresco, compreso quel poema epico non ortodosso che è la Divina Commedia dantesca, fino ad Ariosto e Tasso (e oltre); più tardi, il romanzo in prosa si afferma vigorosamente. I saggi del volume ripercorrono i momenti più significativi della narrativa lunga in Italia, con numerose indicazioni sul rapporto dinamico con le letterature classiche e sul ricco scambio della tradizione italiana con le altre letterature europee, in una prospettiva, dunque, anche comparata.

INDICE

Premessa
di Francesco Bruni

Piero Boitani
Ulisse dal poema al romanzo

Eugenio Burgio
Una questione retorica. Fisiologia dell’innamoramento
nel romanzo francese del XII secolo

Saverio Bellomo
«Una selva oscura»: il prologo della Commedia

Lino Pertile
Quale amore va in Paradiso?

Piero Boitani
Il Teseida da Boccaccio a Chaucer

Stefano Carrai
Linee e problemi di una lettura critica del Morgante

Tiziano Zanto
L’inamoramento de Orlando: problematiche vecchie e nuove

Roberto Fedi
Coppie possibili e coppie impossibili nell’Orlando Furioso

Mario Chiesa
Le streghe, il cavaliere, il folle, il poeta: il Baldus di Teofilo Folengo
Loretta Inncocenti
L’antiromanzo sterniano tra umorismo e sensibilità

Manlio Pastore Stocchi
L’ultimo eroe: Jacopo Ortis

Francesco Bruni
Manzoni, l’anonimo, la storia

Salvatore Silvano Nigro
Due schede per la lettura del «terzo» romanzo di Manzoni

Fabrizio Borin
Il romanzo al cinema: l’incipit de I promessi sposi
e alcuni paradossi pirandelliani

Franco Marucci
Don Giovanni in Europa

Roberto Bigazzi
Le risorse europee del verismo

Giovanni Pirodda
I «pensieri» di Mena Malavoglia

Alfredo Stussi
La storia come monotona ripetizione nei Vicerè

Alfredo Stussi
L’amalgama imperfetto del Marchese di Roccaverdina

Matteo Palumbo
L’anima assediata: L’esclusa di Luigi Pirandello

Enrico Testa
Personaggio e discorso ne Il fu Mattia Pascal di Pirandello

Giuseppe Langella
Zeno, o della simulazione disonesta

Sandro Maxia
Il segreto dei Vinverra. Paesi tuoi di Cesare Pavese, tra sogno e racconto

Elvio Guagnini
Primo Levi: le forme narrative della testimonianza

Silvana Tamiozzo Goldmann
Che cosa è ancora narrabile?

Giulio Ferroni
Romanzi italiani dell’anno 2000

Appendice

Scrittori contemporanei. Intervista a Daniele DEL GIUDICE
a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann

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«Per salute delle anime e delli corpi». Scuole piccole a Venezia nel tardo Medioevo.

Nella società veneziana il sistema delle confraternite laiche, le «scuole» di devozione, ricoprì un ruolo fondamentale per lunghi secoli. Nella Venezia del tardo medioevo, crocevia di genti e di culture, persone delle più diverse origini ed estrazioni sociali, accomunate dalla fede così come dal timore per la povertà, la morte e la solitudine, si riunivano nel nome di un santo protettore.

Con questo volume Francesca Ortalli accompagna il lettore alla scoperta del mondo, tanto importante quanto poco noto nel suo complesso, delle scuole picccole fra Trecento e Quattrocento. In esso le differenze – di ceto, di genere, di cultura – andavano via via sfumando per lasciare in larga misura spazio alla solidarietà e al mutuo soccorso.
Uomini e donne, veneziani e foresti, mercanti facoltosi o mendicanti sciancati: tutti potevano cercare una collocazione loro propria in seno a queste istituzioni, ritenute dalle stesse autorità governative una componente preziosa per il mantenimento di un solido equilibrio socio-politico. La vita delle scuole, regolata da un chiaro sistema di norme, è ricostruibile anzitutto attraverso i loro statuti (o mariegole): fonti ricche e utili per comprendere a fondo meccanismi, pregi e limiti di istituti che, molto numerosi, vedevano coinvolta tanta parte della popolazione veneziana.

INDICE

Reinhold C. Mueller, Prefazione

Elenco delle abbreviazioni

Introduzione

L’organizzazione interna

La «banca»
«In lo tempo che entrerà lo gastaldo nuovo»: la gerarchia al vertice
«Ché li figliuoli della Santa Gliesia non è da esser disprezzadi»: le modalità di ingresso
La «tolella»
«Et non debbia guardar a mestier, né a ricchi, né a denari»: la composizione sociale
«El chavo e confalonier nostro»: i santi protettori
«Con una candella impresa in man »: la devozione privata e pubblica

La Chiesa e lo Stato

I rapporti con l’istituzione ecclesiastica
«Delli patti con li prévedi»: i contratti con le strutture ospitanti
«De non far contra la Signoria»: le scuole piccole e lo Stato
Il 15 febbraio 1363
Le scuole piccole e il Consiglio dei Dieci
Altri interventi senza attriti
L’impegno nel sociale
Poveri, malati e defunti: filantropia e assistenza nelle scuole
«Per ben de li poveri»: la carità nelle scuole
Zotti e Orbi

Criminali e povere fanciulle
I «foresti»: le scuole nazionali

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Sonata per flauto traverso (Oboe, violino), Oboe (violino), violoncello (Fagotto) e basso continuo

INDICE

Prefazione generale

General Preface

Sonata per flauto traverso (Oboe, violino), Oboe (violino), violoncello (Fagotto) e basso continuo. RV 801

Note critiche

Apparato critico

Critical Notes

Critical Commentary

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Trio per due flauti traversi e basso continuo

INDICE

Prefazione generale

General Preface

Trio per due flauti traversi e basso continuo. RV 800

Note critiche

Apparato critico

Critical Notes

Critical Commentary

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e-mail: ufficio.editoriale@cini.it