Manoscritto
Manchester, Henry Watson Music Library
MS 624.1 Vw 81
RV 3, 6, 12, 17a, 22, 754-760
Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it
Manoscritto
Manchester, Henry Watson Music Library
MS 624.1 Vw 81
RV 3, 6, 12, 17a, 22, 754-760
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Il
volume raccoglie gli scritti che Maria Teresa Muraro ha firmato
singolarmente: materiali difficilmente reperibili, poiché pubblicati in
miscellanee, atti di convegni o riviste che vanno dalla fine degli anni
cinquanta agli ultimi anni novanta del Novecento. Alcuni anche molto
rari come, ad esempio, quello riguardante i luoghi dello spettacolo a
Venezia dal XV al XVI secolo, pubblicato in Le Lieu théâtral à la Renaissance,
edito dal CNR a Parigi nel 1964.
Gli argomenti spaziano dalle feste rinascimentali veneziane alle
momarie, dal lessico teatrale per gli addetti ai lavori alle
scenografie settecentesche per Vivaldi o agli artisti scenografi del
Novecento, dalla librettistica all’architettura tetrale. Tra i soggetti
principali di questi scritti vi sono la scenografia neoclassica e
ottocentesca, materia in cui la studiosa Ë stata, a volte, una
pioniera, come nel caso dello studio relativo ai rapporti tra il
compositore Giuseppe Verdi e la messa in scena delle sue opere, in
particolare delle prime veneziane, Ernani, Attila, Rigoletto, La Traviata e Simon Boccanegra, a opera dello scenografo Giuseppe Bertoja.
INDICE
IX
Deda, l’opera, gli amici di Pierluigi Petrobelli
XIII
A Maria Teresa Muraro di Mercedes Viale Ferrero
SCENA E MESSINSCENA
Venezia
Momaria
La festa a Venezia e le sue manifestazioni rappresentative: le
Compagnie della Calza e le “momarie”
Le lieu des spectacles (publics ou privés) a Venise au
XV et au XVI siècles
Leone De’ Sommi
Primi appunti sulla fortuna del Boccaccio nei libretti per musica
Il Teatro Grimani a San Giovanni Grisostomo
Teatro, scena, messinscena, il lessico degli addetti ai lavori
Il secolo di Vivaldi e il melodramma: i teatri, le scene
Scenografie di Pietro Gonzaga
Librettisti dell’Ottocento
Le scenografie delle “prime assolute” di Verdi alla
Fenice
Giuseppe Bertoja e le scene per la prima di Rigoletto alla Fenice
Nuovi significati delle scene dei Bertoja alla Fenice di Venezia
La famiglia Bertoja
Voci dall’Enciclopedia dello spettacolo
– Odoardo Antonio Rovescalli
– Henry De Tolouse-Lautrec
– Jean-Edouard Vuillard
– George Rouault
– Maurice Utrillo
– Mario Vellani-Marchi
– Marce! Vertes
– Ben Shahn
– Gregorio Sciltian
– Orlando di Collalto
– Hugh Stevenson
– Toti Scialoja
– Rolf Stegars
– Achille Ricciardi
– Robert Rauschenberg
– Bernard Buffet
Bibliografia di Maria Teresa Muraro
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Con il termine “scuola” si è soliti indicare qualsiasi associazione di
cittadini organizzata con finalità devozionali e assistenziali e
amministrata da laici sotto il vigile controllo delle magistrature
veneziane che ne consentivano l’istituzione, ne approvavano gli statuti
(mariegole), controllavano l’operato del gastaldo e degli altri
dirigenti (“banca”) e, in caso di abusi, ne decretavano la
soppressione. Delle cosiddette “scuole grandi”, da sempre note e
studiate perche disponevano di grandi capitali, sedi sontuose, sfarzosi
apparati per le manifestazioni cittadine – ma che nel Cinquecento si
contavano sulle dita di una mano – si sa molto; quasi nulla invece si
conosce delle centinaia di “scuole piccole” sulle quali fino ad oggi
mancava qualsiasi elemento concreto per avviare studi seri. Ci sono
voluti trent’anni di ricerche d’archivio all’autore di questo libro per
raccogliere i documenti relativi agli statuti di 925 confraternite
veneziane minori di varia natura – tante sono quelle censite nel volume
che coprono un arco temporale amplissimo: dal secolo XIV alla caduta
della Repubblica. I dati presentati dall’autore in ordine cronologico
scuola per scuola sono quelli relativi agli eventi che hanno
caratterizzato la vita di questi sodalizi – detti anche scuole d’arte,
suffragi, sovvegni, fraterne e confraternite – in cui, a seconda della
professione o mestiere svolto, tutti i cittadini veneziani, maschi e
femmine che avessero compiuti i 15 anni di età, si potevano associare
liberamente per godere di aiuti, garanzie, vantaggi spirituali e
materiali. Gli iscritti a una scuola potevano contare su pratiche di
assistenza, accompagnamento funebre e suffragio in caso di malattia
mortale; di medicine e di sussidio quotidiano in caso di momentanea
inabilità al lavoro (purche non causata da ferimenti dovuti a risse o
spericolatezze, o al “morbo gallico”). Nei periodi di pestilenza,
inoltre, i sovvegni assicuravano un’assistenza pecuniaria anche a chi
fosse stato obbligato a rimanere sequestrato in casa. E all’assistenza
a intere famiglie precipitate nella più grave indigenza per repentini
tracolli economici, dovuti per esempio a naufragi o a incendi, e
costrette all’elemosina, provvedeva la “Fraterna dei poveri
vergognosi”. Ma erano previsti anche aiuti per ragazze bisognose, a
favore delle quali erano sorteggiate regolarmente “grazie” da dieci
ducati perche potessero sposarsi o monacarsl. E infine, alle casse
delle scuole piccole, soprattutto nel loro momento migliore (in età
rinascimentale e nel Seicento) attingeva spesso anche la Serenissima
Repubblica per far fronte alle spese di armamento della flotta e alle
guerre contro i Turchi. La decadenza sopraggiunse nel Settecento, in
seguito alla proliferazione delle scuole abusive, e soprattutto delle
“compagnie dei morti”. Queste, associando un grande numero di iscritti
(fino a 45.000, veneziani e non, nel 1784), con il pretesto del
suffragio ai defunti e della estrazione annuale di un certo numero di
“grazie” da 100 lire l’una, organizzavano delle vere e proprie
lotterie, nel corso delle quali talvolta scoppiavano disordini e
tafferugli. Ne seguÌ dapprima la soppressione delle compagnie dei morti
da parte del Consiglio di Dieci, e poi, alla caduta della Repubblica,
la soppressione napoleonica di tutte le scuole. L’interessante rassegna
di documenti recuperati e presentati qui con intelligente chiarezza è
corredata da un utile glossario di termini, non tutti reperibili nei
dizionari del dialetto veneziano, e da un indice dei nomi che risulterà
necessario anche ai cultori di altre materie avendo l’autore prestato
particolare attenzione, nel corso dell’opera, all’attività di pittori,
scultori, architetti e musi ci a favore delle scuole.
INDICE
Presentazione, di Antonio Niero
Note d’archivio per la storia delle confraternite veneziane,
di Gastone Vio
Sigle e abbreviazioni delle fonti
SESTIERE DI CASTELLO
– Parrocchia di san Pietro di Castello [1]
– Parrocchia di san Biagio [2]
– Parrocchia di san Martino [3]
– Parrocchia di san Giovanni Battista in Bràgora [4]
– Parrocchia di sant’Antonin [5]
– Parrocchia di santa Ternita [6]
– Parrocchia di san Severo [7]
– Parrocchia di santa Maria Formosa [8]
– Parrocchia di santa Marina [9]
– Parrocchia di san Lio [10]
– Parrocchia di santa Giustina [11]
– Parrocchia di San Giovanni in Oleo, detto san Giovanni Novo
[12]
– Parrocchia di san Provolo [13]
SESTIERE DI SAN MARCO
– Parrocchia di san Marco [14]
– Parrocchia di san Geminiano [15]
– Parrocchia di san Moisè [16]
– Parrocchia di santa Maria Zobenigo [17]
– Parrocchia di san Maurizio [18]
– Parrocchia di san Vìdal [19]
– Parrocchia di san Samuele [20]
– Parrocchia di sant’Angelo [21]
– Parrocchia di san Benetto [22]
– Parrocchia di san Paternian [23]
– Parrocchia di san Luca [24]
– Parrocchia di san F antin [25]
– Parrocchia di san Salvador [26]
– Parrocchia di san Bartolomeo [27]
– Parrocchia di san Giuliano [28]
– Parrocchia di san Basso [29]
SESTIERE DI CANNAREGIO
– Parrocchia di santa Lucia [30]
– Parrocchia di san Geremia [31]
– Parrocchia di san Marcuola [32]
– Parrocchia di san Leonardo [33]
– Parrocchia di santa Maria Maddalena [34]
– Parrocchia di santa Fosca [35]
– Parrocchia di san Marziale [36]
– Parrocchia di san Felice [37]
– Parrocchia di santa Sofia [38]
– Parrocchia dei santi Apostoli [39]
– Parrocchia di san Canciano [40]
– Parrocchia di santa Maria Nova [41]
– Parrocchia di san Giovanni Crisostomo [42]
SESTIERE DI SAN POLO
– Parrocchia di san Polo [43]
– Parrocchia di san Tomà [44]
– Parrocchia di san Stin (santo Stefano prete) [45]
– Parrocchia di sant’Agostin [46]
– Parrocchia di san Boldo (sant’Ubaldo) [47]
– Parrocchia di sant’Aponal (sant’Apollinare) [48]
– Parrocchia di san Silvestro [49]
– Parrocchia di san Mattio [50]
– Parrocchia di san Giovanni Elemosinario [51]
SESTIERE DI SANTA CROCE
– Parrocchia di Santa Croce [52]
– Parrocchia di san Simeone Profeta (san Simon Grande) [53]
– Parrocchia dei santi apostoli Simone e Giuda (san Simon Piccolo)
[54]
– Parrocchia di san Giovanni Decollato [55]
– Parrocchia di san Giacomo dall’Orio [56]
– Parrocchia di san Stae (sant’Eustachio) [57]
– Parrocchia di santa Maria Mater Domini [58]
– Parrocchia di san Cassiano [59]
SESTIERE DI DORSODURO
– Parrocchia di san Nicolò dei Mendicoli [60]
– Parrocchia dell’angelo Raffaele [61]
– Parrocchia di san Basilio [62]
– Parrocchia di santa Margherita [63]
– Parrocchia di san Pantalon [64]
– Parrocchia di san Barnaba [65]
– Parrocchia di san Trovaso (santi Gervasio e Protasio) [66]
– Parrocchia di sant’Agnese [67]
– Parrocchia di san Vìo (santi Vìto e Modesto) [68]
– Parrocchia di san Gregorio [69]
– Parrocchia di santa Eufemia della Giudecca [70]
Glossario
Indice dei nomi
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Dopo un intero lustro di segrete elaborazioni poste in essere attorno
ad un entusiastico progetto riguardante la composizione di un grande Concerto per pianoforte e orchestra,Camillo
Togni affrontò, nelle ultime settimane del novembre 1993, allorquando
“forti dosi di cortisone gli avevano procurato una stupefacente ma
purtroppo effimera ripresa di energie”, una fase di completamento,
molto impegnativo, dei materiali destinati alla ‘chiusura’ della grande
forma di questa audace composizione.
Per quanto determinato fosse, nella volontà, il compositore, il troppo breve ed effimero episodio di ripresa fisica non ha
permesso però che l’impresa creativa terminasse, ed il Concerto è rimasto incompiuto alla morte di Togni, avvenuta nel novembre 1993. […]
INDICE
Parte prima: Ripristino ricostruttivo del Concerto per pianoforte e orchestra incompiuto (1993), Camillo Togni
I. Prime investigazioni
II. Alcune date
III. Forma, serie, regole e principî compositivi
IV. Alcune tecniche compositive messe in opera
V. Estrinsecazione
VI. Materiali utilizzati, provenienti dall’Archivio Camillo Togni
VII. Lessico tecnico ‘privato’ di Camillo Togni compositore
Parte seconda, Camillo Togni Concerto per pianoforte e orchestra incompiuto (1993) partitura
Appendice 1. Domani l’Aurora: ultima opera compiuta di Camillo Togni
Appendice 2. Catalogo delle opere – Primo tentativo –
Indice dei nomi
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Da: “La Scuola Veneziana”
1. ‘Canones diversi’
Il 30 maggio del 1952 Maderna scrive a Nono:
“Bisogna andare molto più in là, ma prima ho bisogno di un lavoro che
solo noi due possiamo fare: con calma riesaminare tutti i risultati e
tutte le ricerche lasciate in sospeso dal ’48 in poi. A questo scopo,
Gi, devi prepararti come uomo e come musicista. Bisogna che il nostro
prossimo incontrarci sia una comunione di umanità e logica. […] Non
che non ci si sia sempre incontrati. Anzi noi due abbiamo fatto molto
di più: abbiamo per la prima volta, credo, creato una sensibilità
ambivalente [sic], una tecnica comune, una personalità comune. (La
prova l’abbiamo nella crudezza delle nostre reciproche reazioni in
quanto rapporti umani) Ma ora abbiamo bisogno di un BERICHT su noi
stessi e sul nostro dare agli altri come musicisti. 1°) lavoro
Handwerk, – 2°) Giudizio sul perché della nostra tecnica, 3°) Tecnica,
ispirazione e nostri bisogni in rapporto alla realtà, 4°) tutto questo
in rapporto alla realtà degli altri, 5°) Possibile raggiungimento di
una facile (cioè felice e generosa) attività futura musicale e privata.
Sono tutte parole confuse, ma tu capisci.”
INDICE
Veniero Rizzardi, La “Nuova Scuola Veneziana”
GianMario Borio, Tempo e ritmo nelle composizioni seriali. 1952-1956
Erika Schaller, Fra tradizione e innovazione. 1957-1959
Angela ida de Benedictis, Gruppo. linea e proiezioni armoniche.
Continuità e trasfomazione della tecnica all’inizio degli
anni sessanta
Indice dei nomi
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Elizabeth E. Gardner, curator nel “Dipartimento di pittura
europea” del Metropolitan Museum di New York, aveva iniziato sin dal
1946 a raccogliere notizie biografiche e bibliografiche sui
collezionisti italiani, ponendo particolare attenzione alla storia e
alla provenienza dei dipinti di proprietà del Metropolitan. L’archivio
che si andava formando – tuttora unico nel suo genere e costituito nel
1973 da circa 10.000 voci relative alle collezioni italiane – si rivelò
di fondamentale importanza per le ricerche confluite nella serie dei
cataloghi a stampa del museo, editi, insieme a Federico Zeri, da Neri
Pozza Editore.
L’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione
Cini, cui l’autrice ha affidato le schede originali manoscritte con
l’intento di creare un nuovo strumento di ricerca per gli studiosi del
collezionismo italiano, dopo la scomparsa della studiosa si è fatto
promotore di un progetto editoriale in cinque volumi. Le voci sono
state aggiornate ed organizzate in forma di dizionario
bio-bibliografico, formando così un repertorio dei collezionisti di
opere d’arte presenti in Italia dal Quattrocento ai giorni nostri come
venivano registrati dalle fonti letterarie principali, nei documenti
d’archivio, nei cataloghi di mostre, di musei e di vendite. Ogni volume
è corredato dalla Bibliografia e dagli Indici degli artisti e dei
personaggi citati.
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Salmo 126 per contralto, due violini, viola e basso RV 608
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Salmo 147 per due soprani solisti, due cori a quattro voci miste e archi (due violini, viola e basso) divisi in due cori RV 609
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Indice
1. L’incompletezza nella musica sacra vocale di Vivaldi
2. Il manoscritto di RV 615: provenienza, datazione e nessi con la pietà
3. Excursus: le “trombe” enigmatiche
4. Il manoscritto di RV 615: notazione e struttura
5. Osservazioni conclusive
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Questo
volume, curato da Alessandro Grossato, è incentrato sulla figura di
Elia come maestro invisibile, studiata nelle sue diverse metamorfosi
attraverso le tradizioni spirituali che l’hanno ripresa: ebraica,
cristiana, musulmana, indù e buddista.
I saggi qui riuniti mettono
in luce, da diverse angolazioni, l’aspetto che forse più accomuna
queste convergenti figure profetiche, e che costituisce un tema
fondamentale, ma sinora poco esplorato, della storia delle religioni:
quello del maestro invisibile, che mantiene nell’Induismo la
sua forma più arcaica, risalente allo sciamanesimo centroasiatico e
siberiano. Giuseppe Laras illustra il fondamentale ruolo profetico che
Elia svolge nell’ambito del Giudaismpo, mentre Giancarlo Lacerenza
approfondisce la funzione iniziatica che tale figura riveste nella Kabbalah.
Celestino Corsato introduce alla rielaborazione teologica cristiana
della figura di Elia operata dai primi Padri della Chiesa. Flavio
Cuniberto si sofferma sui motivi elianici nella tradizione carmelitana
e sulla loro permanenza nella teosofia cristiana fino al XVII secolo.
Carlo Saccone esamina la duplice, ambivalente figura di Elia e al Khidr nell’Islam, dove quest’ultimo, a seconda dei casi, è solo un alter ego di Elia, mentre in altri costituisce un personaggio profetico del tutto
a sé stante. Importantissimo il ruolo che riveste in particlare nel Tasawwuf, l’esoterismo islamico, di iniziatore al di fuori delle turuq,
le confraternite regolari. Alessandro Grossato si occupa infine
dell’ultimo “anello” di questa lunga catena storica e spirituale a un
tempo, che, ai suoi estremi, giunge a legare in certo qual modo fra
loro due tradizioni in apparenza lontanissime, come il Giudaismo e
l’Induismo.
INDICE
Introduzione
Alessandro Grossato
L’Archetipo dell’uomo invisibile
Rav. Giuseppe Laras
Il profeta Elia
Giancarlo Lacerenza
Il divenire di Elia nella Qabbalah
Celestino Corsato
Elia nella tradizione patristica prenicena
Flavio Cuniberto
L’Ordine di Elia, “Disciplina profetica” e tradizione carmelitana
Carlo Saccone
Un profeta e santo-iniziatore: Elia-al Khidr nella tradizione musulmana
Alessandro Grossato
Elia-al Khidr al crocevia fra Islam e Induismo
Appendice iconografica a cura di Alessandro Grossato e Flavio Cuniberto.
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