Saggi Archives - Pagina 76 di 76 - Fondazione Giorgio Cini

Il culto dei santi e le feste popolari nella Terraferma veneta

Per poter procedere a una drastica limitazione dell’eccessivo numero di feste che costellavano il variegato calendario popolare e contadino onde ridurre il calo produttivo causato dalla sospensione dei lavori e dalle pratiche del malcostume connesse alle celebrazioni sfrenate e ai divertimenti, e in questo modo contrastare la concorrenza delle potenze vicine nelle attività agricole e commerciali, nel 1772 il Senato della Serenissima avvia un’inchiesta per sapere quali fossero le feste religiose celebrate in ogni parrocchia della Terraferma veneta oltre a quelle di precetto imposte dal calendario ufficiale della Chiesa. Le puntuali risposte fornite dai parroci ci permettono di conoscere il vasto florilegio del culto popolare dei santi, dai più vicini all’ortodossia ecclesiastica, come gli onnipresenti san Rocco e sant’Antonio Abate, san Sebastiano e san Marco, fino a quelli creati dall’immaginazione popolare, come il mitico san Defendente.
Ma le relazioni scritte inviate al Senato, conservate nella Biblioteca Marciana e ora per la prima volta trascritte e pubblicate da Simonetta Marin, danno conto anche della tipologia delle feste, votive e di devozione, delle loro origini note o supposte, e dei riti che le caratterizzavano, processioni, veglie, culto delle reliquie, preghiere, nonché degli eccessi superstiziosi e dei disordini sociali e morali che talvolta le accompagnavano. Ne esce un quadro vivido della religiosità popolare, delle consuetudini rurali e del folklore in tutto il Veneto, il Friuli e fino a Brescia e a Bergamo, mentre, come spiega l’illuminante saggio critico di Claudio Povolo premesso alla raccolta dei documenti, questi ultimi offrono materiali interessanti per considerazioni di più ampio interesse che riguardano anche l’antropologia culturale e perfino gli aspetti della giustizia penale collegata ai problemi morali. Nella prefazione di Antonio Niero, invece, è delineata la storia dei tentativi di riforma del culto dei santi e della riduzione delle feste religiose compiuti, con scarsi esiti, dai papi postridentini.

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Lo Spiritismo nella vecchia casa

Nino Rota è diventato famoso a livello internazionale in particolar modo grazie alla sua colonna sonora al film II padrino di Francis Ford Coppola e a film di Federico Fellini (La dolce vita, Otto e mezzo, II Casanova, eec.) e di Luchino Visconti (Il Gattopardo, Rocco e i suoi fratelli). Egli ha composto musica per oltre 150 film. Ma anche la sua musica da camera, i suoi concerti e Ie sue opere sinfoniche godono di una fama sempre crescente. Per il teatro Nino Rota compose, oltre a undici opere liriche e otto balletti, anche circa 15 musiche per opere teatrali.
L’opera Lo Spiritismo nella vecchia casa per clarinetto solo ha tratto origine dalla musica omonima di un’opera teatrale di Ugo Betti. Queste variazioni di media difficoltà sono ottime per lezioni di musica, concorsi e concerti, oltre che per pezzi aggiuntivi. L’intonatura del brano e stata alzata di una terza, perché nella notazione originale andava spesso fino al Re diesis (Do diesis suonante) che non si può suonare sul clarinetto in Si bemolle.

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Music as Social and Cultural Practice

Il filo conduttore dei saggi qui raccolti è l’intersezione del lavoro musicale con la pratica sociale e culturale.
Ispirato alle idee del Professor Strohm, in onore del quale questo volume è stato pubblicato, i maggiori specialisti del campo esplorano diverse concettualizzazioni del ‘lavoro’ all’interno del contesto di un repertorio specifico, in quattro sezioni principali. “La musica nella teoria e nella pratica” prende in esame il legame tra trattati e pratica musicale, e analizza come scritti storici possano rivelare i punti di vista di un determinato periodo storico sul ‘lavoro’ musicale prima del 1800. “Arte e processo sociale: la musica in tribunale e nelle società urbane” esamina le pratiche sociali e culturali della composizione dal tardo Rinascimento fino alla metà del diciottesimo secolo, e interroga le nozioni attuali di canon formation e lo scambio tra tradizioni locali e straniere. La sezione “Creare un’industria dell’Opera” è incentrato su come l’autonomia di genere musicale e artistico furono definite in opere provenienti da ere e Paesi diversi, sottolineando il ruolo della letteratura e della politica in questo processo. In ultimo, “La crisi della modernità” tratta la musica del diciannovesimo secolo, offrendo nuovi modelli di ‘lavoro’ e’contesto’ che sfidano le teorie dominanti del significato di questi termini. Saggi di: Amnon Shiloah, Anna Maria Busse Berger, Margaret Bent, Edward Wickham, Bonnie J. Blackburn, David Bryant, Elena Quaranta, Owen Rees, Alina Zorawska-Witkowska, Ellen T. Harris, Christoph Wolff, Norbert Dubowy, Michael Talbot, Melania Bucciarelli, Francesca Menchelli-Buttini, Berta Joncus, Michel Noiray, Michael Fend, Emanuele Senici, Federico Celestini, Pamela Potter, Giovanni Morelli e Janet Smith.

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Banchetti veneziani dal Rinascimento al 1797

Il volume, frutto di puntuali ricerche in fonti cronachistiche e d’archivio, corredato da appendice di documenti e glossario, puntualizza un particolare aspetto della storia della cultura veneziana e veneta nelle sue molteplici articolazioni:la civiltà della tavola. Essa è manifesta nello splendore dei quattro banchetti solenni annuali in Palazzo Ducale, nelle spese relative al conclave per eleggere il nuovo doge, nei cerimoniali d’accoglienza per la venuta di re e principi stranieri a Venezia o di passaggio nello Stato Veneto e nella partecipazione corale di patrizi, cittadini, popolo alle feste nazionali laiche e religiose (Redentore, Santa Marta, Salute). Dal Rinascimento si assiste ad un infittirsi di eventi festevoli, spesso organizzati dalle “Compagnie della Calza”, coronati da conviti con intermezzi di mumarie (azioni sceniche mimate) e doni agli ospiti di figure allegoriche in zucchero candito, in Palazzo Ducale, sul Bucintoro, nei ‘teatri del mondo’. Con l’avvento del Barocco trionfa il lusso nei conviti: esemplari le feste organizzate a villa Contarini di Piazzola sul Brenta. I banchetti assumono l’aspetto di veri e propri spettacoli con il supporto di congegni scenici e intermezzi musicali, splendore delle tavole imbandite con argenteria, vetri di Murano, trionfi modellati in zucchero, stucco, ‘dolci pastiglie’ e cera. Nel Settecento i principi esteri in visita privata nella Serenissima cenano suntuosamente anche nei palcoscenici dei teatri ed esplode la moda di porre sulle tavole stupefacenti trionfi o deseri in cristallo di Murano, articolati in scene così da raffigurare un evento: una gloria tutta veneziana.

 

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Luigi Nono e i carteggi con il partito comunista

Il volume raccoglie oltre 270 lettere, cartoline e telegrammi (quasi tutti inediti) in cui Nono e i suoi corrispondenti (non soltanto dirigenti del Partito Comunista Italiano come Enrico Berlinguer, Pietro Ingrao, Giorgio Napolitano, Rossana Rossanda, ma anche musicisti, musicologi, uomini di cultura, operai, importanti esponenti della politica internazionale come Fidel Castro, Salvador Allende, Václav Havel) discutono dei più svariati temi concernenti la politica (italiana e internazionale) e i suoi intrecci con la cultura, l’arte, la musica, la società. Il volume presenta una selezione di un ben più ampio corpus costituito dai carteggi politici di Luigi Nono ed è interamente basato su materiali conservati presso l’Archivio Luigi Nono di Venezia. Curato da Antonio Trudu, il carteggio è preceduto da un’ampia introduzione e seguito, oltre che dagli indici dei nomi, delle sigle e delle opere di Nono citate, da un elenco dei corrispondenti, per ciascuno dei quali è stata redatta una breve nota biografica. Il volume, dal quale emerge un inedito ritratto del Nono ‘politico’, si rivolge non soltanto a musicisti e appassionati di musica, ma a tutti coloro che siano interessati ai rapporti della musica con le altre arti e più in generale con la politica, la cultura, la società.

 

 

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Raccolta de’ proverbi, detti, sentenze, parole e frasi veneziane, arricchita d’alcuni esempi ed istorielle

Francesco Zorzi Muazzo (1732-1775), un bizzarro patrizio veneziano del Settecento, era noto agli studiosi non solo per la sua vita sregolata, che avevano spinto i parenti a farlo ricoverare in manicomio, dove morì, ma anche come autore di un vocabolario sui generis, che, prendendo l’avvio da una parola dialettale, scelta come lemma, ne dichiarava i significati e, soprattutto, se ne serviva per ampie digressioni sulle esperienze e sugli incontri personali dell’autore e per varie considerazioni sui costumi veneziani dell’epoca. Eppure, malgrado la sua evidente importanza, l’opera è rimasta inedita fino ad oggi, sia per la sua mole, sia per le oggettive difficoltà  di lettura di molti passi e per i continui interventi necessari a chiarire situazioni oramai lontane e legate alla vita quotidiana di Venezia nel XVIII secolo.
La biografia e il manoscritto del Muazzo furono fatti conoscere nei loro particolari nel 1969 da Paolo Zolli, il quale però, dopo matura riflessione, rinunciò all’idea di provvedere alla difficoltosa edizione della «raccolta de’ proverbi, detti, sentenze, parole e frasi veneziane». Ora il linguista Franco Crevatin, dell’Università  di Trieste, anche per ricordare l’amico scomparso nel pieno della sua stimata attività , ha ripreso con coraggio l’impresa e l’ha portata egregiamente a termine. Basterà  sfogliare l’opera per avere subito l’idea della massa di informazioni d’ogni genere in essa contenuta.

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QUADERNI DI SAN GIORGIO

I “Quaderni di San Giorgio” sono una collana di saggi curata dalla Fondazione Giorgio Cini frutto di convegni e seminari organizzati sull’Isola di San Giorgio Maggiore a partire dal 1955. Pubblicati da Sansoni (Firenze), affrontano temi filosofici, etici, religiosi, sociali e culturali, formando una testimonianza autorevole e prestigiosa del pensiero fra gli anni ’50 e ’80.

 

Editore Sansoni, Firenze

Nuova serie

Tolstoj oggi, a cura di Sante Graciotti e Vittorio Strada, 1980
Dostoevskij nella coscienza d’oggi, a cura di Sante Graciotti, 1981
I linguaggi del sogno, a cura di Vittore Branca, Carlo Ossola e Salomon Resnik, 1984