Angelo Colla Editore Archives - Fondazione Giorgio Cini

Il Veneto dei contadini (1921 -1932)

Paul Scheuermeier
Il Veneto dei contadini (1921–1932)
Collana di «Studi e Ricerche sulle Culture Popolari Venete»
Angelo Colla editore, Vicenza, 2010

Ultimo titolo pubblicato nella collana, patrocinata dalla Regione Veneto, di «Studi e Ricerche sulle Culture Popolari Venete», il lavoro di Paul Scheuermeier, ora edito da Angelo Colla, costituisce un apporto fondamentale alla conoscenza e alla comprensione del mondo – altrimenti destinato all’oblio – dei contadini veneti, colto nel biennio 1921-1922 a ridosso della prima guerra mondiale, in una fase economicamente terremotata dall’irruzione della fabbrica con relativo rimbalzo sugli assetti delle campagne.
Frutto di indagini portate avanti sistematicamente, destinate, inizialmente all’Atlante linguistico ed etnografi co dell’Italia, il volume offre l’esaustiva documentazione grafica e fotografi ca realizzata con la sua inchiesta dallo storico zurighese Paul Scheuermeier (1888-1973), grande linguista di formazione e nel contempo attentissimo fotografo, che – nella messa a fuoco della sua ricerca – s’avvalse pure, per la visualizzazione degli strumenti del lavoro agricolo, dei loro precisi disegni eseguiti da un abile disegnatore. Il libro ora pubblicato si offre così come un’istantanea sinottica di un’attività agricola topograficamente distribuita nelle pianure, nelle ondulazioni collinari e nei territori montuosi veneti; in questa panoramica generale, particolare attenzione etnografi ca è dedicata a Mirano con un supplemento di inchiesta condotta negli anni 1930-1932. Un affresco che documenta e interpreta con grande efficacia, questo dello storico svizzero; a vieppiù valorizzarlo concorre il nutrito apporto di saggi convergenti – e sul dialetto e sulla cultura materiale – di specialisti quali Glauco Sanga, Daniela Perco, Danilo Gasparini, Alberto Zamboni, Maria Teresa Vigolo, Carla Gentili.

La gloria del Mais e altri scritti sull’alimentazione veneta

Luigi Messedaglia (1874-1956), medico, deputato, senatore del regno nel 1929, storico pionieristico del mais – cereale perseguito lungo un cinquantennio d’indagini pazienti e di scavo sistematico – ne delinea l’evoluzione dal suo arrivo come curiosità botanica al suo successivo imporsi quale elemento base dell’alimentazione contadina. Da un lato placa la fame agghiacciante del villico ruzantesco; dall’altro l’effetto di ricaduta dell’avitaminosi e della pellagra. Gloria, quindi, del mais, giusto il titolo assegnato a questa mirata antologicizzazione degli scritti di Messedaglia, ma anche dramma, nella misura in cui l’alimentazione monomaidica, laddove non integrata, diventa un pericolo per il corpo e per lo stesso equilibrio mentale. L’alimentazione dovrebbe sempre essere diversificata. Una diversificazione inclusiva di apparentamenti. Polenta e baccalà ad esempio. E anche quest’ultimo s’affaccia da questa silloge di scritti del medico e storico veronese ora stampata.