Seminario di Studi Storici La città divisa

Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
plus mag, 0204 2016

La città divisa: questo il titolo complessivo del seminario che, al solito in 5 mezze giornate, è dedicato ai fattori divisivi presenti, lungo i secoli, nelle vicende urbane, anche in quelle di Venezia, pur ammirata, sinché città stato, per il suo regime latore di pace sociale, ignaro di guelfi e ghibellini, di tumulti e ribellioni. In effetti se si considerano i fiorentini Ciompi, gli arsenalotti sembrano sin miti. E, in effetti, la Venezia capitale – qui riprodotta in un’immagine del 1528 -, ancorché segnata da forti differenze di classe, non conosce, lungo la sua storia, vistosi episodi, invece, altrove presenti, di lotta di classe. Né, a Venezia, la rivalità tra famiglie patrizie giungeranno mai alla contrapposizione esasperata, che turba l’intera Verona, dei Montecchi e dei Capuleti.

Ciò non toglie che, a Venezia, l’erezione, nel 1892, del monumento, di Emilio Marsili, a Sarpi abbia suscitato uno scontro tra clericali e laici analogo a quello bresciano di Arnaldo, appunto, da Brescia e a quello romano di Giordano Bruno. Fatto sta che la città, la civitas, frutto ed espressione della civilitas, se, sottintendendo pacifica convivenza, presupposti condivisi, concordia, di per sé accomuna, affratella unificata com’è dalle mura che la cingono è, nel contempo, sin dal suo nascere accompagnata da tensioni, da lacerazioni: Roma, la città per antonomasia nasce dal delitto, da Romolo che uccide Remo. Un conto l’agostiniana civitas Dei, un conto la città terrestre. Sempre inquieta l’antica Roma: patrizi contro plebei; nascita della Roma imperiale prevaricando su quella repubblicana.

Su questo e su altro il seminario discutente, a mo’ di prolungato dibattito a più voci, ora consonante ora dissonante, ora convergente, ora divergente.

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