Al vecchio e indisciplinato Bagnoli

“Caro Maestro! Come nelle fiabe il suo vecchio e indisciplinato Bagnoli è stato raccolto da un impresario il quale lo fa girare il mondo; è la prima volta che mi accorgo di avere una fortuna sfacciata. Ciò mi rallegra però, cosa che altrettanto non diranno le mie vecchie e invidiosette compagne e colleghi. Sono così felice, Maestro!
[…] Allora, Maestro, è contento? Non dubiti che mi farò onore e non tradirò la scuola Casella”: così Eugenio Bagnoli al suo maestro Alfredo Casella in una lettera giovanile, dove si riflettono sentimenti che hanno caratterizzato brillantemente la vita artistica del grande concertista qui omaggiato per la sua lunga e attivissima presenza alla Fondazione Cini. Sentimenti tutti compresi nell’esercizio ideale della lucidità dell’interprete profondoche sa ‘socializzare’, ‘condividere’, nel clima magico della più alta musica da camera, con gli allievi più sensibili e i colleghi più geniali il senso della compartecipazione, del sodalizio dell’amichevole legame che amorosamente stringe chi sa comprendere le ragioni del far musica conoscendo e conoscendosi in un gioco di continue reazioni ai suggerimenti dei testi. Così, sulla scorta del magistero di Casella, Bagnoli ha sempre inteso configurare la sua lezione e il suo concerto, raramente solistico, come un fitto dialogo di segrete letture, come una dolcissima schermaglia di gioiose intuizioni che reggono il confronto, anche sperimentale, con i più diversificati universi stilistici. Questo disco dedicato al caro “vecchio indisciplinato” illustra cinque diverse scansioni del rapporto interpretativo dialogico, esemplificato, in più tempi, scorrendo alcune preziose testimonianze di una delle tante esemplari convivenze dialogiche intercorse tra Bagnoli, nel segreto poetico della camera per musica e i suoi allievi e compagni: quella che, con la straordinaria esperienza del duo pianistico con Gino Gorini, forse più si è inoltrata sulla strada dell’indagine stilistica a tutto campo.

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