La vendita Tiepolo (Parigi 1845)

Da Istituto di Storia dell'Arte

a cura di Giuseppe Pavanello

Collana “Fonti e Documenti per la Storia dell’Arte Veneta”


La raccolta d’arte personale di un artista, come la sua biblioteca, sono argomenti di studio privilegiati nella ricerca d’oggi, nella convinzione che far luce sulla cultura individuale e le possibili fonti visive possa essere una chiave d’accesso al laboratorio segreto che sta alla base della creazione artistica. Nel caso di Giambattista Tiepolo si è ormai avanti nell’indagine di quanto custodiva in casa e nello studio, a partire da sue opere – dipinti, disegni, incisioni – su cui mise gli occhi persino Antonio Canova. Proprio l’individuazione di impreviste fonti visive ha rivelato la curiosità del grande pittore, che sfrutta incisioni di Dürer, di Jacques Callot come di Stefano della Bella, di Pietro Testa e di Giulio Carpioni, che guarda con attenzione le stampe di Rembrandt e quelle tratte da Rubens, e così via. Un documento importante su quanto si custodiva presso Giambattista e presso il figlio Giandomenico è costituito da questo catalogo di vendita all’asta organizzata a Parigi all’Hotel des Ventes – “commissaire-priseur” M. Bonnefons de la Vialle – nei giorni 10-12 novembre 1845. Il titolo stesso basta ad attestare la varietà dell’assieme: “Collection d’estampes anciennes d’après et par des peintres et graveurs des écoles d’Italie, d’Allemagne, de Flandre, de Hollande, de France et d’Espagne. De dessins, d’anciens livres curieux sur les sciences et les arts, de nielles florentins, d’ornements pour l’orfévrerie par des artistes du XVe au XVIIe siècle”.