I rami smaltati detti veneziani del Rinascimento italiano. Geografia artistica, collezionismo, tecnologia / Les cuivres émaillés de la Renaissance italienne. Géographie artistique, collectionnisme, technologie

Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
plus ott, 1618 2014

In collaborazione con il Museo del Louvre e il Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France (C2RMF) di Parigi, l’Istituto di Storia dell’Arte ha organizzato un convegno internazionale sulla produzione dei rami smaltati rinascimentali cosiddetti “veneziani”, cui parteciperanno storici dell’arte, conservatori, restauratori insieme a esperti nel campo della diagnostica e delle analisi chimico-fisiche.

I rami smaltati rappresentano, tra le arti decorative del Rinascimento italiano, una produzione relativamente limitata ma raffinatissima, tradizionalmente riferita a manifattura veneziana.
La maggioranza dei pezzi conservati è formata da servizi da pompa composti principalmente da calici a volte con coperchio, piatti, bacili, saliere, brocche e fiaschi. Vi sono, inoltre, cofanetti, torciere, candelabri
e specchi; alcune paci, reliquiari e ostensori attestano anche un uso religioso. Il metallo, che da la forma all’oggetto, fa da supporto a una decorazione riccamente colorata, e dorata, formata da più strati di
smalto con fondi bianchi, blu, viola o verdi, ornati da tocchi di rosso.
Ammirati e collezionati nell’Ottocento – periodo in cui si formarono le principali collezioni europee –, questi oggetti, la cui origine risale alla fine del Quattrocento, furono poi dimenticati.

Questo convegno interdisciplinare intende approfondire la conoscenza di tali opere di altissima qualità artistica – presenti nei principali musei e collezioni del mondo – sia dal punto di vista delle tecniche di fabbricazione, delle forme e della decorazione che da quello del contesto socio-culturale che le ha generate. Si cercherà di definire un corpus di forme e di decorazioni, di evocare la clientela e i committenti di queste opere, grazie in particolare allo studio dell’araldica e dell’emblematica, e infine di rintracciare il loro arrivo sul mercato dell’arte europeo nell’Ottocento, e poi americano nel Novecento.

L’origine veneziana di questa produzione verrà discussa e riconsiderata con il contributo delle recenti ricerche archivistiche, dello studio dei ricettari dei vetrai e dei risultati delle indagini fisico-chimiche realizzate dal C2RMF di Parigi, il LAMA di Venezia e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Nel corso dei tre giorni di convegno sarà esposto al pubblico lo specchio in rame smaltato della
raccolta della Galleria di Palazzo Cini, che è la seconda per importanza dopo quella del Louvre, restaurato per l’occasione dall’Opificio delle Pietre Dure.

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