Palazzo Cini, la Galleria. Capolavori toscani e ferraresi dalla collezione di Vittorio Cini

plus mag, 24nov, 02 2014

Apre  Palazzo Cini a San Vio per i sessant’anni dell’Istituto di Storia dell’Arte.

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Il Palazzo che ospita la meravigliosa collezione di dipinti toscani e ferraresi, con opere di Giotto, Guariento, Botticelli, Filippo Lippi, Piero di Cosimo e Dosso Dossi, sarà visitabile dal 24 maggio al 2 novembre grazie alla partnership con Assicurazioni Generali, già sostenitore istituzionale della Fondazione Giorgio Cini.

L’ospite a Palazzo
La Galleria per la riapertura avrà un “ospite” illustre: il capolavoro di Agnolo Bronzino Ritratto di giovane con liuto proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, Palazzo Cini.

Il Ritratto di giovane con Liuto (1532-1534) in cui Bronzino ritrae il poeta e musicista Giovanni Battista Strozzi, è un’opera affascinante della giovinezza del pittore fiorentino, massimo esempio di un manierismo inteso come esasperazione della norma classica e dei codici visivi rinascimentali. Il dipinto della Galleria degli Uffizi, “ospite” d’eccezione per la nuova apertura di Palazzo Cini a San Vio, dialoga perfettamente con la ritrattistica del maestro Pontormo, in particolare con il Doppio ritratto di amici, uno dei capolavori del rinascimento toscano della collezione Cini, con cui ha profonde tangenze culturali e sottili relazioni simboliche. Secondo la logica di queste affinità il Doppio ritratto è ora esposto nella meravigliosa mostra in corso a Palazzo Strozzi: Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della “maniera” (Firenze, 8 marzo – 20 luglio 2014) all’interno di una collaborazione tra Fondazione Giorgio Cini Galleria degli Uffizi e Fondazione Palazzo Strozzi che getta un ponte ideale tra le due grandi città d’arte: Venezia e Firenze.

Questa importante collaborazione inaugura la serie L’ospite a Palazzo, operazione espositiva che, grazie a nuove intese con istituzioni internazionali, vedrà le sale della collezione permanente di Palazzo Cini accogliere ogni anno un’opera ‘ospite’, intrecciando relazioni visive, dialogiche e di contenuto con le altre opere della Galleria. Il Ritratto di giovane con Liuto di Bronzino resterà nella Galleria di Palazzo Cini fino al 20 luglio 2014, quando farà ritorno a San Vio il Doppio ritratto di amici di Pontormo che il pubblico veneziano potrà ammirare nella collocazione originaria fino al 2 novembre 2014.


Nell’anno del sessantennale dell’Istituto di Storia dell’Arte, diretto da Luca Massimo Barbero, la Fondazione Giorgio Cini come segno di una rinnovata politica culturale, decide di riaprireal pubblico le sale espositive di Palazzo Cini dal 24 maggioal 2 novembre 2014. Main partner dell’iniziativa è Assicurazioni Generali.

“Per la riapertura di Palazzo Cini  la Fondazione Giorgio Cini ha iniziato dei lavori di miglioramento dell’illuminazione e conservazione dei dipinti, rendendo più agevole il percorso espositivo pur mantenendo la dimensione domestica, intima ed esclusiva della casa-museo. Inoltre, per promuovere la conoscenza di questi capolavori e per restituire la preziosità filologica delle opere custodite a Palazzo Cini, come da vocazione statutaria degli studi di arte antica, l’Istituto ha iniziato una nuova campagna di studio dei dipinti e degli oggetti, coinvolgendo studiosi di arte antica di nuova generazione, che diventerà una pubblicazione nel 2015.” Luca Massimo Barbero

“Generali è un gruppo internazionale con un’identità forte e un radicamento culturale profondo – sottolinea Simone Bemporad, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne del Gruppo Generali. Il leone di San Marco rappresenta un legame simbolicamente indissolubile con Venezia e la sua storia. Affiancare la Fondazione Cini in un progetto di valorizzazione di una parte del suo straordinario patrimonio artistico è un motivo di orgoglio e allo stesso tempo un omaggio alla nostra tradizione e la conferma della nostra secolare missione: prendersi cura delle cose di valore”.

Con la riapertura si vuole restituire alla città, per almeno sei mesi l’anno, l’opportunità di vedere i meravigliosi capolavori toscani e ferraresi custoditi nella preziosa Galleria. Contestualmente l’Istituto di Storia dell’Arte ha iniziato una nuova importante campagna di studio delle opere conservate, che sarà a disposizione della comunità scientifica internazionale.

Palazzo Cini, straordinaria casa-museo un tempo dimora di Vittorio Cini, donato alla Fondazione dagli eredi esattamente trent’anni fa, è situato nel Museums mile, tra le Gallerie dell’Accademia, la Collezione Peggy Guggenheim e Punta della Dogana e conserva opere straordinarie di Giotto, Guariento, Botticelli, Filippo Lippi, Piero di Cosimo e Dosso Dossi.

Nelle sale del primo piano nobile, arredate con mobili e oggetti d’arte che riflettono il carattere originario dell’abitazione e il gusto personale del grande collezionista, sono esposti una trentina di dipinti di scuola toscana, donati da Yana Cini alla Fondazione Giorgio Cini nel 1984, insieme alla parte del Palazzo che li ospita. Accanto alle opere pittoriche, tra cui spiccano Il giudizio di Paride di Sandro Botticelli la Madonna con il Bambino e due angeli di Piero di Cosimo e i dipinti di scuola ferrarese del Rinascimento concessi nel 1989 da Ylda Cini Guglielmi di Vulci, tra cui il San Giorgio di Cosmè Tura, sono raccolti alcuni significativi esempi di arti applicate tra cui: un servizio completo di porcellana della manifattura settecentesca veneziana dei Cozzi, placchette e cofanetti d’avorio della Bottega degli Embriachi, smalti rinascimentali, oreficerie, sculture in terracotta, credenze, cassapanche di notevole importanza, tra cui un raro cassone nuziale senese della metà del Trecento e una portantina napoletana del Settecento.

 


Main partner dell’iniziativa è Assicurazioni Generali.

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Sostenere e trasmettere il nostro inestimabile patrimonio culturale è un impegno in cui Generali si riconosce profondamente. La riapertura di Palazzo Cini a San Vio esprime questo che è un valore identitario della compagnia e conferma la sua secolare missione: prendersi cura delle cose di valore.

Aprendo al pubblico in maniera duratura un bene raro e prezioso come Palazzo Cini, Generali vuole offrire l’opportunità di far scoprire, conoscere e riappropriarsi di un affascinante tesoro: la Galleria, i mobili e gli oggetti d’arte che riflettono il carattere originario dell’abitazione e il gusto personale del grande collezionista Vittorio Cini. Uno sguardo dietro le quinte della lungimirante operazione culturale legata alla Fondazione Cini sull’Isola di san Giorgio, che coincide con la celebrazione del suo sessantesimo anniversario.

Attraverso questa azione Generali interpreta in chiave innovativa il ruolo di mecenate, offrendo ai progetti che sostiene la possibilità di esprimersi, aprendosi a nuove opportunità di confronto con il pubblico, creando valore, offrendo stimoli, comunicando con quel linguaggio unico e riconoscibile che già la contraddistingue negli oltre 60 paesi in cui opera. l’impegno di Generali a Venezia ha un significato profondo. il leone di san Marco rappresenta un legame simbolicamente indissolubile con la città lagunare e la sua storia, dove la compagnia è presente fin dalle sue origini, con cui condivide la vocazione internazionale e multiculturale e dove è presente supportando primari istituti artistici, musicali e letterari. Dando rilievo alla promozione e alla diffusione della cultura, Generali sostiene il convincimento che avvicinare le persone all’arte, alla musica, alla letteratura, sia un elemento di crescita e di stimolo all’innovazione.

 


 

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La collaborazione tra Fondazione Giorgio Cini, Master Audio e Coemar Lighting, sviluppata in occasione della nuova apertura di Palazzo Cini, nasce dalla volontà di dotare le sale della Galleria di un adeguato impianto d’illuminazione, capace, al tempo stesso, di preservare l’atmosfera tipica della casa-museo e di valorizzare, tramite l’utilizzo di una luce non invasiva, tuttavia efficace, le preziose opere della collezione di Vittorio Cini e oggi parte del patrimonio della Fondazione intitolata al figlio Giorgio.

L’innovativo sistema di illuminazione della Galleria è frutto della collaborazione tra Maurizio Schicheri, fondatore di Master Audio, azienda specializzata nella progettazione illuminotecnica degli spazi espositivi, Carlo Alberto Pini e Patrik Menozzi, ingegneri progettisti di Coemar Lighting, che da oltre 80 anni, progetta, produce e commercializza prodotti per l’illuminzione professionale. Il progetto si è avvalso anche della prestigiosa collaborazione di Marina Vio, docente dell’Istituto Universitario Architettura di Venezia, che aveva già studiato l’illuminazione degli smalti della collezione Cini.
L’intervento a Palazzo Cini si è focalizzato sul miglioramento della percezione cromatica delle opere e degli oggetti esposti. A questo fine, i progettisti si sono avvalsi anche dei risultati di uno studio congiunto condotto da IUAV e Università degli Studi di Padova, che sono alla base del sistema di illuminazione prototipale realizzato ad hoc per la Galleria.

La principale novità di questo sistema di illuminazione risiede nell’uso innovativo delle sorgenti a LED. La ricchezza della collezione Cini e la varietà materica delle opere esposte presentava un problema di difficile soluzione: ogni materia riflette la luce in modo differente, e di norma i colori possono essere esaltati e portati in evidenza soltanto se gli oggetti vengono illuminati singolarmente con una luce modellata in maniera apposita. Tuttavia, con tipologie di oggetti tanto varie (quadri, tavole dipinte, avori, piatti in metallo smaltati e finemente decorati) un’illuminazione univoca avrebbe impoverito il valore delle opere. Al contrario, i corpi illuminanti studiati per Palazzo Cini consentono la differenziazione delle fonti luminose, attraverso la mescolanza di diverse tipologie di LED le quali, combinate e regolate singolarmente, rendono possibile una variazione di bianco dal caldo al freddo, modificabile in base alle ‘esigenze’ della singola opera, permettendo all’osservatore di ammirare i capolavori di Palazzo Cini sotto una luce il più vicina possibile a quella naturale.