a cura di Marino Barovier e Carla Sonego – Fondazione Giorgio Cini

Vittorio Zecchin. I vetri trasparenti per Cappellin e Venini

Pittore e artista muranese interessato alle arti decorative, soprattutto al vetro, Vittorio Zecchin (1878-1947), secondo una prassi allora inedita a Murano, dal 1921 al 1925 seguì la direzione artistica della vetreria V.S.M. Cappellin Venini & C., fondata nel 1921 dall’antiquario veneziano Giacomo Cappellin e dal neoavvocato milanese Paolo Venini, insieme ad altri soci, con l’intento di proporre una raffinata produzione moderna. In consonanza con le esigenze espresse da Cappellin e Venini, Zecchin ideò soffiati monocromi dalle straordinarie colorazioni e dalle linee classiche ed essenziali. Una simile produzione, che si distingueva nettamente da quella coeva e rispondeva appieno al nuovo gusto del pubblico, segnò una svolta decisiva nel panorama muranese del XX secolo, contribuendo in misura rilevante alla rinascita di questo settore. L’eleganza del disegno, abbinata a cromie suggestive, caratterizzò anche i vetri ideati da Zecchin (tra il 1925 e il 1926) per la M.V.M. Cappellin & C., dove egli operò ancora come direttore artistico dopo la conclusione del sodalizio tra Giacomo Cappellin e Paolo Venini, avvenuta nel 1925. Il volume ricostruisce per la prima volta l’intera produzione di soffiati trasparenti disegnati da Vittorio Zecchin per Cappellin e Venini prima, e per il solo Cappellin poi. Si tratta di una successione di circa 900 modelli (dai vasi alle compostiere, dai servizi da tavola ai lampadari) che sono stati individuati grazie a un rigoroso lavoro di ricerca. Il lavoro di Zecchin è illustrato sia da un ricco apparato fotografico realizzato per l’occasione sia da una rassegna di foto d’epoca e di disegni, perlopiù inediti, provenienti dall’Archivio Storico Venini, Murano, dall’Archivio del Centro Studi Vetro, Fondazione Giorgio Cini, Venezia, e dall’Archivio Zecchin Ramani, Trieste.

Tomaso Buzzi alla Venini

Vivace protagonista del “neoclassicismo” milanese, amico e collaboratore di Gio Ponti, e socio de Il Labirinto – insieme, tra gli altri, allo stesso Ponti e a Paolo Venini – Tomaso Buzzi tra il 1932 e il 1933 instaura una fruttuosa collaborazione con la vetreria muranese, alla quale si rivolge episodicamente anche negli anni successivi. Il volume ricostruisce l’intera opera vetraria dell’architetto, che risultava fino ad oggi piuttosto lacunosa e di cui erano noti solo alcuni esemplari. Grazie ad un’accurata ricerca documentaria, si e messo in luce il contesto nel quale egli si e trovato ad operare ed e stato evidenziato il suo originale apporto creativo tanto nelle forme dei modelli quanto nella loro significativa tecnica di realizzazione. Egli infatti propose oggetti spesso ispirati all’arte antica e ideo un tipo di vetro opaco a piu strati di colore, rifinito da foglia d’oro, che a seconda della tonalità diede vita ai vetri laguna, alba, alga e tramonto. Il catalogo presenta una rassegna di oltre trecento modelli che spazia dai vasi agli apparecchi per l’illuminazione prodotti dalla vetreria, ma comprende anche i progetti di Buzzi eseguiti per specifiche committenze e le proposte non realizzate. Il lavoro dell’architetto e documentato da un ricco apparato di foto storiche, ma soprattutto di disegni inediti provenienti dall’archivio storico Venini, e da quelli, altrettanto inediti, conservati presso l’archivio Buzzi alla Scarzuola (Montegabbione), che raccontano una grande passione.