edited by Giuseppe Pavanello – Fondazione Giorgio Cini

Gli affreschi nelle ville venete.

Nel Settecento viene a prevalere, nella civiltà veneta di villa,l’aspetto di svago e di autoreferenza sociale piuttosto che l’utilizzo degli edifici per finalità economiche, com’è rispecchiato, in modo inarrivabile, nelle goldoniane Smanie per la villeggiatura. È una corsa continua all’abbellimento degli interni che coinvolge famiglie d’antica nobiltà e nuovi ricchi, senza eccezioni, con il risultato di una
fioritura tale di capolavori che fa del Settecento il “secolo d’oro” della decorazione nelle ville venete. Più di dieci i complessi affrescati da Giambattista Tiepolo: da Massanzago a Stra è un percorso trionfale senza riscontri nella civiltà figurativa europea. Come satelliti intorno a quel pianeta, altri pittori di valore – Antonio Pellegrini, Sebastiano Ricci, Louis Dorigny, Giambattista Pittoni, Antonio Balestra, Giambattista Crosato, Giandomenico Tiepolo, e ancora Andrea Celesti, Girolamo Brusaferro, Mattia Bortoloni, Gaspare Diziani,
Giambettino Cignaroli, Jacopo Guarana, Costantino Cedini, Andrea Urbani, Marco Marcola, Giuseppe Bernardino Bison, Fabio e Giambattista Canal, i quadraturisti Girolamo Mengozzi Colonna, Filippo Maccari e Pietro Visconti – hanno lasciato in villa esempi mirabili della creatività del
secolo. Dall’ultimo barocco al rococò, al neoclassico, gli interventi pittorici scandiscono, decennio dopo decennio, tutto il secolo, con un finale imprevisto: gli affreschi di Giandomenico Tiepolo nella sua casa di Zianigo, con le disincantate scene di vita contemporanea e l’epopea parodistica dei Pulcinella. È proprio grazie al Settecento pittorico in villa che la civiltà veneziana e veneta è entrata nel “mito”: basti
ricordare solo l’impresa di Giambattista e Giandomenico Tiepolo alla Valmarana, in cui, come le facce di una medaglia, stile “sublime” e stile “naturale” – per usare parole di Goethe – occano vertici ineguagliati. La monumentale opera in due tomi, con quasi duemila illustrazioni e i testi delle oltre duecento schede, rappresenta un indispensabile strumento nel campo degli studi e, insieme, della conservazione di un patrimonio unico in Europa.

Gli affreschi nelle ville venete.

Nel Settecento viene a prevalere, nella civiltà veneta di villa, l’aspetto della villeggiatura e di autoreferenza sociale piuttosto che l’utilizzo degli edifici per finalità economiche, com’è rispecchiato, in modo inarrivabile, nelle goldoniane Smanie per la villeggiatura.
È una corsa continua all’abbellimento degli interni che coinvolge famiglie d’antica nobiltà nuovi ricchi, senza eccezioni, con il risultato di una fioritura tale di capolavori che fa del Settecento il ‘secolo d’oro’ della decorazione nelle ville venete. Ben otto i complessi affrescati da Giambattista Tiepolo ancora conservati: da Massanzago a Stra è un percorso trionfale senza riscontri nella civiltà figurativa europea. Come satelliti intorno a quel pianeta, altri pittori di valore – Antonio Pellegrini, Sebastiano Ricci, Louis Dorigny, Giambattista Pittoni, Antonio Balestra, Giambattista Crosato, Giandomenico Tiepolo, e ancora Andrea Celesti,
Girolamo Brusaferro, Mattia Bortoloni, Gaspare Diziani, Giambettino Cignaroli, Jacopo Guarana, Costantino Cedini, Andrea Urbani, Marco Marcola, Giuseppe Bernardino Bison, Fabio e Giambattista Canal, i quadraturisti Girolamo Mengozzi Colonna, Filippo Maccari
e Pietro Visconti – hanno lasciato in villa esempi mirabili della creatività del secolo.
Dall’ultimo barocco al rococò, al neoclassico, gli interventi pittorici scandiscono, decennio dopo decennio, tutto il secolo, con un finale imprevisto: le decorazioni di Giandomenico Tiepolo nella sua casa di Zianigo, con le disincantate scene di vita contemporanea e l’epopea parodistica dei Pulcinella. É proprio grazie al Settecento pittorico in villa che la civiltà veneziana
e veneta è entrata nel ‘mito’: basti ricordare solo l’impresa di Giambattista e Giandomenico Tiepolo alla Valmarana, in cui, come le facce di una medaglia, stile “sublime” e stile “naturale” – per usare parole di Goethe – toccano vertici ineguagliati.
La monumentale opera in due tomi, con quasi duemila illustrazioni e i testi delle oltre duecento schede, rappresenta un indispensabile strumento nel campo degli studi e, insieme, della conservazione di un patrimonio unico in Europa.

Le Arti di Piranesi

Introduzione
Pasquale Gagliardi

I mestieri di Giambattista Piranesi
Michele De Lucchi

«Architetto Veneziano»
Giuseppe Pavanello

“Quella pazza libertà di lavorare a capriccio”: Piranesi e l’uso creativo della fantasia
John Wilton-Ely

Giambattista Piranesi e le ricorrenti prigioni dell’arte
Norman Rosenthal

La scena tragica di Roma antica secondo Piranesi: autopsia, radiografia, rigenerazione
Marcello Fagiolo

Piranesi e il gusto egizio
Elisa Debenedetti

Sei oggetti in cerca di artigiano. Una contaminazione del gusto: appunti su sei “ri-creazioni” piranesiane realizzate da Factum Arte
Adam Lowe

Gabriele Basilico traduce Piranesi vedutista
Luigi Ficacci

Catalogo delle incisioni in mostra

 

Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano

Con la mostra Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano la Fondazione Giorgio Cini e la Regione del Veneto, attraverso il Comitato regionale per le celebrazioni del grande pittore, hanno reso omaggio all’artista, a trecentocinquant’anni dalla nascita, attraverso un’esposizione di capolavori di Ricci e di suoi contemporanei tali da rappresentare al meglio l’estro creativo del maestro e un secolo che si è compiaciuto della libertà esecutiva della ‘prima idea’: disegni, bozzetti e modelli, che preservano il carattere dell’invenzione, sorprendendo per ricchezza cromatica e audacia di pensiero, in un gioco, tutto settecentesco, tra piccolo e grande, nella consapevolezza del ruolo cruciale che il bozzetto ricopre nella civiltà rococò. Il catalogo, partendo dal saggio introduttivo di Giuseppe Pavanello e da un testo di Adriano Mariuz, riporta il lettore in un affascinante percorso tra i bozzetti di Sebastiano Ricci e degli altri maestri del primo Settecento veneto, da Antonio Pellegrini a Giambattista Tiepolo, da Gaspare Diziani a Giambattista Pittoni e Giambattista Piazzetta, provenienti dai più importanti musei d’Europa e degli Stati Uniti. Il catalogo è inoltre arricchito da una sezione dedicata ai bozzetti in terracotta di Giovanni Maria Morlaiter, alter ego del Ricci in scultura.

Rosalba Carriera (1673-1757)

Grazie alle iniziative promosse dalla Regione del Veneto e dalla Fondazione Giorgio Cini, attraverso il Comitato Regionale per le Celebrazioni del 250° anniversario della morte di Rosalba Carriera (1757-2007), è stato possibile rendere degno omaggio alla pittrice, la cui personalità artistica si è confermata di prim’ordine nel contesto europeo. Lo ha rivelato la mostra Rosalba Carriera “prima pittrice de l’Europa” allestita a Palazzo Cini nel 2007, come ora la pubblicazione degli Atti del Convegno tenuto alla Fondazione Giorgio Cini e a Chioggia nella primavera dello stesso anno. A leggere gli interventi, emerge come l’attività di Rosalba, nell’ambiente veneziano e nel raggio europeo, riceva ora nuova luce. Un’indagine particolare è stata indirizzata al tema del collezionismo delle opere rosalbiane, a cui è stata dedicata una parte del Convegno, quindi degli Atti. Per la prima volta, e in lingua italiana, la straordinaria raccolta di Dresda viene esaminata, anche con completezza di immagini, come mai si era prima fatto. Una delle gemme del museo, il Ritratto di Giambattista Recanati in veste di abate, è stato scelto per la copertina: un’immagine pensosa, con la mano accostata al petto che indica il cuore, un “ritratto in grigio” in anticipo su celebri capolavori di fine Ottocento giocati su un’unica tonalità di colore.