Federico Maria Sardelli (edited by) – Fondazione Giorgio Cini

Invicti bellate

Mottetto per contralto, archi e basso continuo, RV 628

Fra le opere di Vivaldi rimaste mutile vi è un caso curioso. È questo mottetto per «Alto Solo», Invicti bellate, RV 628, già noto al pubblico perché divulgato per mezzo di edizioni, esecuzioni ed incisioni discografiche accomunate da una stessa ingenuità: non accorgersi che mancano all’appello ben quattro pagine di manoscritto, qualcosa come 110-120 battute di musica. Questa situazione necessita di una definitiva chiarificazione: il mottetto non è eseguibile nello stato in cui ci è giunto. Contro una recente e spregiudicata moda tendente alla ricostruzione a tutti i costi delle opere danneggiate, quest’edizione presenta volutamente il testo nella sua nudità, corredandolo tuttavia di un’ampia introduzione storica tendente a chiarirne la datazione e la collocazione nel vasto repertorio della musica sacra vivaldiana.

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

La musica per flauto di Antonio Vivaldi

Per tutta la prima metà del Settecento il contributo vivaldiano al
repertorio del flauto giganteggia, assieme a quello di Telemann, per
quantità e qualità. Ben 92 lavori destinati a tutti i tipi di flauto in
uso all’epoca (flauto dritto contralto, flautino, traversiere,
flageolet), impiegati in pressoché tutte le forme e generi musicali.
Vivaldi è anche il compositore che spinge il flauto a vette di tecnica
strumentale mai raggiunte al suo tempo. Purtuttavia, il suo ruolo
fondamentale nella storia e nel repertorio del flauto è stato fino ad
oggi deplorevolmente trascurato, complice la credenza musicologica
secondo cui gli strumenti a fiato ebbero la loro culla nel nord Europa
e solo tardivamente s’affacciarono in Italia. Alla luce delle analisi e
dei numerosi documenti presentati in questo saggio si rivela invece che
l’Italia si poneva all’avanguardia nell’impiego dei fiati e
nell’evoluzione del loro linguaggio: Vivaldi fu, in questo contesto, il
compositore più progressista e prolifico. Attraverso l’esame puntuale
di ciascun lavoro vivaldiano destinato al flauto viene fatta luce sulla
sua autenticità, la sua datazione e destinazione, giungendo spesso a
risultati sorprendenti: ben otto opere risultano inautentiche, e di
alcune d’esse si scopre la paternità; il flautino, da molti ritenuto un
flageolet o addirittura un piccolo traverso, è definitivamente
identificato nel flauto a becco soprano e sopranino; i flauti grossi,
comunemente identificati in flauti tenori, si rivelano degli ordinarii
contralti; non ultima, la cronologia e la destinazione dei concerti da
camera viene in parte ridisegnata. Il saggio offre infine all’autore
l’occasione di presentare per la prima volta al pubblico una nuova
scoperta vivaldiana, il Trio per due traversieri RV 800.

INDICE

Prefazione

Avvertenze

PARTE PRIMA

L’emancipazione del flauto
Il flauto a Venezia: i dilettanti
Fra dritto e traverso
Il flauto a Venezia: i primi professionisti
Altri flautisti vivaldiani
Botteghe e strumenti perduti

PARTE SECONDA

Sonate per traversiere
Sonate per flauto dritto
Sonate per due strumenti e continuo
Concerti da camera: i casi controversi
Concerti da camera: le anomalie della scrittura
Concerti da camera: possibili destinatarii, elementi di cronologia
Concerti per traversiere: i falsi
Concerti per traversiere: tutti gli altri
Concerti per flauto dritto
Il flautino, questo sconosciuto
Concerti vivaldiani per flautino: quale flautino?
Concerti vivaldiani per flautino: datazione, stile e caratteristiche
Concerto per due flauti
Concerti per più strumenti solisti e orchestra
Musica sacra
Cantate
Serenate
Drammi per musica

Conclusioni

APPENDICE: Inventario delle composizioni per flauto di Antonio Vivaldi

Bibliografia

Indice dei nomi

Indice delle composizioni vivaldiane citate

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