Collana «Edizione critica delle Opere incomplete di Antonio Vivaldi» – Fondazione Giorgio Cini

Antonio Vivaldi. Carae rosae, respirate. Mottetto per soprano, archi e basso continuo, RV 624

Carae rosae, respirate, RV 624 è il solo mottetto vivaldiano per soprano, archi e basso continuo conservato al di fuori dell’Italia. Ci è pervenuto attraverso due raccolte manoscritte, entrambe custodite a Londra: un set di parti staccate appartenente al Royal College of Music e una partitura conservata alla British Library. La struttura del mottetto è quella convenzionale: due arie, intercalate da un breve recitativo, e concluse con un brillante Alleluia. Lo stato incompleto delle fonti (la seconda delle quali fu evidentemente copiata dalla prima) è di un tipo piuttosto insolito. Nella sua forma attuale la partitura comprende una parte vocale, un basso strumentale e una parte di violino primo, tuttavia è evidente che in origine doveva esistere almeno una parte di mezzo (probabilmente due, in conformità con gli altri mottetti sopravvissuti di Vivaldi), poiché in tutte le circostanze, assai frequenti, in cui il basso è in pausa, la parte di primo violino continua come una linea «sopranina» piuttosto che come un basso armonico. Per la ricostruzione sono state aggiunte dal curatore delle parti di mezzo per un violino secondo e una viola, compito non particolarmente diffi cile, in quanto molti passaggi trovano delle precise corrispondenze in altre opere di Vivaldi.

Sonate per violino, RV 11 e RV 37

La grande maggioranza delle sonate per violino dell’epoca di Vivaldi, incluse quelle dello stesso compositore, ci sono pervenute sotto forma di partitura con due pentagrammi: uno per il violino, l’altro per il basso. Questo garantisce che, anche se alcune sezioni della composizione mancano, tutto quello che sopravvive è testualmente compiuto. Eccezionalmente, delle cinque sonate per violino di Vivaldi conservate nel Diözesanarchiv di Graz, ci è giunto il solo libro per violino, mentre il libro complementare per violoncello è andato perso. Le sonate sembrano datarsi nel periodo compreso tra il gruppo di Dresda (1716-1717) e la raccolta di Manchester (c. 1726). Di queste sonate, che hanno tutte quattro movimenti, tre possiedono concordanze parziali in altre fonti, con le quali condividono due o tre movimenti, ma due – RV 11 e RV 37 – sono state rintracciate fino ad ora solo a Graz (ad eccezione di un incipit di RV 11 ritrovato in un catalogo tematico coevo). Questa edizione critica rende disponibili queste due ultime sonate per lo studio e l’esecuzione. Nella partitura, la parte del basso è lasciata vuota al fine di consentire all’utente di poter scegliere una di queste opzioni: inserirvi la parte di basso originale, se questa verrà un giorno ritrovata, inventare e inserire una propria parte di basso, oppure aggiungere il basso cifrato preparato dal curatore e fornito in appendice.

Invicti bellate

Mottetto per contralto, archi e basso continuo, RV 628

Fra le opere di Vivaldi rimaste mutile vi è un caso curioso. È questo mottetto per «Alto Solo», Invicti bellate, RV 628, già noto al pubblico perché divulgato per mezzo di edizioni, esecuzioni ed incisioni discografiche accomunate da una stessa ingenuità: non accorgersi che mancano all’appello ben quattro pagine di manoscritto, qualcosa come 110-120 battute di musica. Questa situazione necessita di una definitiva chiarificazione: il mottetto non è eseguibile nello stato in cui ci è giunto. Contro una recente e spregiudicata moda tendente alla ricostruzione a tutti i costi delle opere danneggiate, quest’edizione presenta volutamente il testo nella sua nudità, corredandolo tuttavia di un’ampia introduzione storica tendente a chiarirne la datazione e la collocazione nel vasto repertorio della musica sacra vivaldiana.

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