Edizione critica delle Opere di Antonio Vivaldi – Fondazione Giorgio Cini

Antonio Vivaldi. Serenata a 3, RV 690

La Serenata a tre, RV 690, è la più antica e per certi aspetti la più enigmatica di tutte le serenate vivaldiane a noi pervenute. La sua insolita drammaturgia traspone sul piano allegorico i tratti salienti della biografia del giansenista francese Jean de Tourreil, arrestato in Italia per ordine del Sant’Uffizio e imprigionato a Castel Sant’Angelo. Affiliato alla Accademia dell’Arcadia e in rapporto epistolare con il filosofo e matematico tedesco Gottfried Wilhelm Leibniz, Tourreil fu un intellettuale moderno e affascinante, apprezzato dai maggiori esponenti del milieu culturale italiano dell’epoca. L’esame degli atti relativi al suo processo – rinvenuti presso l’Archivio della Curia Arcivescovile di Firenze e l’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede in Roma – ha permesso di ricostruire i passaggi fondamentali che portarono alla sua condanna e alla sua tardiva assoluzione, permettendoci nel contempo di formulare alcune nuove ipotesi in merito alla genesi della partitura vivaldiana, al luogo dove fu eseguita per la prima volta e al suo più probabile committente.

Antonio Vivaldi. Vos invito, barbarae faces. Mottetto per soprano, archi e basso continuo, RV 811

Vos invito, barbarae faces, RV 811, per soprano, archi e basso continuo, è il primo mottetto di Vivaldi scoperto dopo Vos aurae per montes, RV 623, venuto alla luce negli anni Sessanta del secolo appena trascorso. Come quest’ultimo, RV 811 è conservato presso la biblioteca del Sacro Convento di S. Francesco ad Assisi, anche se, a differenza di quello, il manoscritto non reca il nome del compositore. La scoperta è avvenuta grazie a due ricercatori, Valerio Losito e Renato Criscuolo, che durante uno spoglio del fondo musicale di Assisi riconobbero immediatamente l’inconfondibile impronta stilistica vivaldiana del mottetto e lo segnalarono all’Istituto Italiano Antonio Vivaldi. L’origine della composizione è incerta, ma esiste una fondata possibilità che la sua destinazione primaria, analogamente a quella di RV 623, fosse la Basilica del Santo di Padova che, in quanto casa sorella dei Frati Minori, era solita scambiare o prestare la propria musica al Sacro Convento di S. Francesco. Vos invito, barbarae faces è chiaramente una  composizione giovanile (databile attorno al 1715, o anche prima) e presenta una struttura convenzionale modellata secondo la successione Aria–Recitativo–Aria–Alleluia. Si tratta di un’opera nel complesso dotata di un certo fascino, oltre che di una fortunata aggiunta al corpus delle opere vivaldiane giunte sino a noi.