Saggi e profili di Arte Veneta – Fondazione Giorgio Cini

Giuseppe Borsato 1770-1849

Roberto De Feo

Giuseppe Borsato 1770-1849

“Saggi e profili di arte veneta”

Il volume costituisce la prima monografia con catalogo ragionato di Giuseppe Borsato. Pittore da cavalletto, frescante, scenografo, ideatore di arredi e ornatista, Borsato, oltre ad aver immortalato nelle sue tele in chiave canalettiana Venezia e i principali eventi pubblici che la stigmatizzarono negli anni francesi e austriaci– dei quali spesso fu pure regista – si rivelera uno dei principali responsabili della svolta neoclassica che l’ex Dominante assunse dai primissimi anni del XIX secolo, grazie anche agli svariati cicli ad affresco che diresse e realizzo in citta e nel territorio spesso a quattro mani: primo tra tutti quello del neo eretto Palazzo Reale. Unitamente alla decorazione di molti teatri, alle scenografie per il teatro La Fenice, agli oggetti e alla mobilia dei quali forni disegni e incisioni in qualita di direttore della cattedra d’Ornato presso l’Imperial Regia Accademia di Belle Arti, Borsato si rivela forse il piu poliedrico artista veneziano di primo Ottocento.

Giambattista Crosato. Pittore del Rococò europeo

Giambattista Crosato (1697-1758) è stato pittore, frescante e scenografo operoso tra la Serenissima e il Piemonte sabaudo, attivo in alcuni dei luoghi simbolo della civiltà settecentesca europea: dalla Palazzina di caccia di Stupinigi, al salone di Ca’ Rezzonico, alle ville venete. Autore di pannelli per boiseries come di grandi cicli ad affresco, Crosato è stato, fra i grandi veneziani di quel tempo, colui che meglio ha saputo interpretare in chiave personale lo stile del rococò internazionale, dialogando parimenti con la cultura piemontese negli anni di Beaumont e Giaquinto e proponendo una pittura “risoluta e bizzarra” – per riprendere le parole dei suoi contemporanei –, fra le poche a offrirsi quale alternativa alla grande maniera del genio del secolo, Giambattista Tiepolo.

Il volume rappresenta la prima monografia con il catalogo ragionato dei dipinti.

Domenico Bossi 1767-1853. Da Venezia al Nord Europa. La carriera di un maestro del ritratto in miniatura

Il volume, frutto di un lavoro di ricerca decennale, è la prima monografia dedicata al miniaturista italiano Domenico Bossi (1767 – 1853). Nato a Trieste da famiglia veneziana, Bossi, considerato a ragione uno dei più grandi “ritrattisti in miniatura” dell’età neoclassica,
dopo essersi formato all’Accademia di Venezia sotto l’egida di Giandomenico Tiepolo, fu protagonista di una straordinaria carriera internazionale. Operoso tra Sette e Ottocento in alcune delle più importanti città d’Europa – quali Berlino, Amsterdam, Amburgo, Stoccolma, San Pietroburgo, Parigi, Vienna e Monaco di Baviera – ottenne prestigiose commissioni dalle famiglie regnanti di Prussia, Olanda, Meclemburgo- Schwerin, Svevia e Russia, venendo aggregato alle accademie di belle arti di Stoccolma (1798) e di Vienna (1818), e nominato nel 1824 “pittore di corte” del re di Svezia Carlo XIV Giovanni.
La monografia si connota come un vero e proprio risarcimento alla figura di questo grande artista, ben conosciuto in nord Europa, ma in Italia pressoché dimenticato.
Continuando valorosamente la gloriosa tradizione del ritratto in miniatura su avorio, affermatosi sin dai primi anni del Settecento grazie allo strepitoso successo dell’arte innovativa di Rosalba Carriera, si firmava con orgoglio: “Domenico Bossi, veneziano”.

Meravigliose macchine di giubilo. L’architettura e l’arte degli organi a Venezia nel Rinascimento

L’organo, macchina meravigliosa, conobbe a Venezia una stagione particolarmente feconda durante il rinascimento, distinguendosi come una vera e propria summa delle arti. Il libro di Massimo Bisson fornisce un inedito quadro storiografico, di approccio squisitamente interdisciplinare, che include la descrizione delle caratteristiche sonore e tecniche degli strumenti, l’analisi delle loro architetture e delle loro ornamentazioni,
lo studio degli spazi sacri e delle cerimonie liturgiche.
Si tratta dunque di un itinerario di ampio respiro tra musica, architettura e arte, che abbraccia circa due secoli di storia veneziana (tra la metà del Quattrocento e la metà del Seicento), il periodo di massimo splendore culturale della capitale veneta.

I palazzi veneziani.

L’opera, che segna la rinascita, sotto la direzione di Giuseppe Pavanello, della storica collana «Profili e saggi d’Arte Veneta» fondata da Rodolfo Pallucchini, si propone di chiarire aspetti cronologici, stilistici e tipologici dell’architettura civile veneziana tre e quattrocentesca. Attraverso l’interrogazione puntuale di documenti archivistici e una lettura critica e approfondita dei fabbricati stessi, lo studioso traccia le vicende di ventisei palazzi; ne individua la committenza,  i passaggi di proprietà, l’aspetto originario, le modificazioni e i restauri intercorsi nei secoli fino all’Ottocento, epoca – per dirla con le parole dell’autore – di «ritocchi estetici fra ricostruzione e invenzione». Nella seconda parte del volume, partendo da palazzo Aldioni Barbaro a San Vidal, scheda dopo scheda, si giunge, come in un percorso ruskiniano, all’analisi di edifici simbolo del tessuto urbano della Serenissima, quali la Ca’ d’Oro o Ca’ Foscari.
Un commento, però, che non si basa unicamente sulla pratica tedesca della Bauforschung (cioè l’esecuzione di precisi rilievi di facciate), ma che intende penetrare anche all’interno della planimetria del manufatto architettonico, appuntando modifiche tanto di carattere strutturale quanto di carattere ornamentale. Non una storia dell’architettura fine a se stessa; bensì una storia dell’architettura che si interseca con quella che potremmo definire “civiltà dell’abitare”.