Convegni e seminari – Pagina 20 – Fondazione Giorgio Cini

Musiche (e musicologie) del XXI secolo. Processi di trasformazione nelle musiche di tradizione orale

Processi di trasformazione nelle musiche di tradizione orale
in ricordo di Febo Guizzi

La seconda edizione dei Seminari dell’IISMCMusiche (e musicologie) del XXI secolo’ è dedicata al tema dei Processi di trasformazione nelle musiche di tradizione orale. Si tratta di una questione di grande attualità, proprio perché le musiche di tradizione orale si vanno trasformando in maniera molto rapida e profonda a seguito delle dinamiche sociali e culturali che investono il mondo contemporaneo.

La prospettiva con la quale si intende affrontare il tema è duplice: riferire su estese ricerche sul campo con cui sono state documentate, in diversi contesti, le radicali trasformazioni che stanno investendo le musiche tradizionali. Le musiche della diaspora croata della Posavina bosniaca, il rapporto tra musica e riti femminili a Meknès (Marocco), i rapporti tra musica, festa e rito in contesti africani (Malawi), sud-est asiatici (Birmania, Cambogia e Indonesia) e italiani (Campania), indagini su pratiche contemporanee in Italia centrale (ottava rima) e in Sicilia (comunità albanofone) sono alcuni dei temi di ricerca che verranno presentati durante il seminario.  Parallelamente, si rifletterà anche sulle questioni relative alle ricerche d’archivio in prospettiva diacronica prendendo in considerazione registrazioni, immagini e documentazione audiovisiva che hanno ormai anche più di un secolo di vita. Particolare attenzione sarà rivolta alle procedure di recupero, restauro, digitalizzazione di documenti sonori e audiovisivi risalenti alle ricerche degli ultimi decenni del secolo scorso che altrimenti rischiano di andare perduti, e che costituiscono preziose fonti documentarie, anche in prospettiva comparativa.

Parteciperanno al Seminario docenti di diverse Università italiane che documenteranno la vivacità e profondità delle ricerche nel nostro paese che spaziano dall’Africa al Sud-est asiatico, dal mondo arabo ai Balcani, tenendo conto anche di contesti italiani (Toscana, Sicilia, Umbria, Campania, Lazio). Ci si confronterà, in un dibattito che coinvolgerà anche studiosi operanti in università straniere, discutendo su questioni, dinamiche e processi cruciali per un approccio antropologico alla musica. Tra questi, in particolare si possono segnalare i processi di migrazione e di diaspora, le dinamiche transnazionali e transculturali, le pratiche di patrimonializzazione, spettacolarizzazione e musealizzazione delle musiche di tradizione orale, il sincretismo, le contaminazioni e gli incorci sempre più frequenti con la popular music, lo sviluppo delle nuove tecnologie e di nuove modalità di creazione e trasmissione della musica attraverso la rete. Verranno inoltre considerate le dinamiche endogene di cambiamento in una dialettica tra persistenze e profonde innovazioni nelle funzioni e nei repertori.

Il seminario si svolge a conclusione di un importante progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN) finanziato dal MIUR al quale hanno partecipato sei unità di ricerca di diversi atenei italiani (Roma “La Sapienza”, Roma “Tor Vergata”, Bologna, Firenze, Palermo, Torino). A discutere dei risultati della ricerca sono stati invitati colleghi provenienti da altre università italiane (Cagliari, Milano, Pavia, Venezia) e straniere (Colonia, New York).

Questo incontro di studi è dedicato alla memoria di Febo Guizzi, presenza familiare alle iniziative dell’IISMC a San Giorgio, che ha attivamente promosso e partecipato alle ricerche per questo progetto fino alla sua prematura scomparsa nel dicembre del 2015.


Scarica il pieghevole


Programma

Mercoledì 25 gennaio (14.00-17.00)

Apertura dei lavori : Giovanni Giuriati

Gruppo di ricerca dell’Università di Torino

La Posavina canta e piange. L’universo musicale dei profughi croati della Posavina bosniaca.

Coordina: Ilario Meandri

L’universo musicale dei profughi croati della Posavina bosniaca. Esperienze, metodi, risultati (Guido Raschieri)

– Dalla Posavina bosniaca a Zagabria: il ballo del kolo. Repertori, strutture, nuovi contesti (Linda Cimardi)

– Cinesica e rilevamento dei dati di moto (Vixia Maggini,  Ilario Meandri)


Giovedì 26 gennaio (9.30-12.30)

Gruppo di ricerca dell’Università di Palermo

Questioni di etnomusicologia in Sicilia: persistenze, reviviscenze, innovazioni

Coordina: Sergio Bonanzinga

– Ritmi tecnici e valori espressivi: dal Corpus di Favara all’indagine contemporanea (Sergio Bonanzinga)

– La tradizione musicale ad Alimena: dai rilevamenti di Lomax e Carpitella (1954) alla situazione odierna (Giuseppe Giordano)

– La Settimana Santa bizantina a Piana degli Albanesi: un repertorio musicale di “lunga durata” (Girolamo Garofalo)

– Il rito musicale del Lazzaro nelle comunità arbëreshe: presentazione di un prodotto multimediale (Emanuele Tumminello)

– Nuovi scenari rituali: il canto liturgico ortodosso nelle comunità siciliane (Maria Giuliana Rizzuto)


Giovedì 26 gennaio (14.00-17.00)

Gruppo di ricerca dell’Università di Firenze

Sull’improvvisazione poetica e l’intonazione cantata in ottava rima 

Coordina: Maurizio Agamennone

– Gli studi e la documentazione (Maurizio Agamennone)

– Storie di poeti. Una anagrafe possibile (Giovanni Kezich)

– APORIE. Un archivio informatico (Layla Dari)


Venerdì 27 gennaio (9.30-12.30)

Gruppo di ricerca dell’Università di Roma “Tor Vergata”

Musica, festa, rito. Dinamiche culturali e processi di trasformazione.

Coordina: Giorgio Adamo

– Contesti “tradizionali”: Musica e danza nelle aree rurali del Malawi (Giorgio Adamo)

– Contesti in trasformazione: Ritualità musicale in Campania (Raffaele Di Mauro)

– Nuovi contesti: Liturgia e musica nelle chiese delle comunità immigrate a Roma (Serena Facci, Alessandro Cosentino e Vanna Viola Crupi)


Venerdì 27 gennaio (14.00-17.00)

Gruppo di ricerca dell’Università di Bologna

Musiche e riti per gli spiriti in Marocco

Coordina: Nico Staiti

– Sei anni di ricerca sul campo in Marocco: una sintesi in video (Nico Staiti)

– Lalla Malika: riti femminili a Meknes (Silvia Bruni)

– I sistemi scalari della musica gnawa (Lorenzo Vanelli)


Sabato 28 gennaio (9.30-12.30)

Gruppo di ricerca dell’Università di Roma “La Sapienza”

Trasformazioni di feste, rituali, rappresentazioni teatrali in Campania e nel Sud-est asiatico: due contesti a confronto

Coordina: Giovanni Giuriati

– Feste e rituali in Campania (Giovanni Giuriati, Claudio Rizzoni)

– Rito e teatro nel sud-est asiatico (Lorenzo Chiarofonte, Vincenzo Della Ratta, Giovanni Giuriati, Ilaria Meloni)

(12.30-13.30) Sessione generale conclusiva

Interverranno nella discussione: Fulvia Caruso (Università di Pavia), Alessandra Ciucci (Columbia University, New York), , Giovanni De Zorzi (Università di Venezia), Francesco Giannattasio (Università di Roma “La Sapienza”), Ignazio Macchiarella (Università di Cagliari), Nicola Scaldaferri (Università di Milano), Federico Spinetti (Universität zu Köln)


 


 

Alternanza dei toni: elementi musicali nella poesia di Friedrich Hölderlin e la sua ricezione tra i compositori. Un dialogo tra germanistica e musicologia

Il seminario, a cura di Gianmario Borio ed Elena Polledri, finanziato dal DAAD con fondi del Ministero degli Esteri tedesco, con il patrocinio del Consolato Generale Tedesco di Milano e il sostegno del Centro Tedesco di Studi Veneziani, della Sezione Italiana della Hölderlin-Gesellschaft e del Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Udine si propone di analizzare l’intenso rapporto di Hölderlin con la musica e la forte attrazione dei musicisti per la sua opera, considerandoli come due facce di una stessa medaglia che meritano di essere studiate in un contesto interdisciplinare. Se la germanistica da tempo ha messo in rilievo come l’arte dei suoni impregni profondamente l’opera di Hölderlin, che definì la sua poetica un’“alternanza dei toni” e le sue poesie “canti”; la musicologia ha rilevato l’ampiezza e la durata dell’influenza del poeta sui compositori, via via intensificatasi nel corso del XX secolo.

Tra gli obiettivi del seminario vi è quello di creare momenti di convergenza tra queste due linee di ricerca, proseguendo in tal modo il percorso iniziato con la giornata di studio Una poesia “gravida di futuro”. Friedrich Hölderlin e la musica del XX secolo, organizzata nel 2014 dall’Istituto per la Musica in collaborazione con la Fondazione Archivio Luigi Nono, il Centro Tedesco di Studi Veneziani, l’Europäische Akademie für Musik und Darstellende Kunst Montepulciano e la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia.

Il seminario si concluderà con l’esecuzione delle Sonate D 845 e D 959 di Franz Schubert sul fortepiano Jakesch nell’interpretazione di Paolo Zanzu.

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO

Polifonie ‘in viva voce’ 20. Voci di Corsica: il canto confraternale

Nel 2016 il programma Polifonie “in viva voce” compie vent’anni. Quando iniziò, nel 1997, si pensava a un piccolo esperimento che, invece, si è rapidamente consolidato negli anni successivi. Furono allora invitati due gruppi di donne italo-albanesi della Basilicata, ed in seguito furono ospitati altri gruppi rappresentativi della polifonia di tradizione albanese, compresa la piccola minoranza cham. Molte altre pratiche europee sono state poi presentate a Venezia: dalle babi (nonne) bulgare di Bistritza – tra le prime a essere riconosciute dall’Unesco come patrimonio immateriale vivente – alle cantanti della Georgia, un territorio quasi “mitico” nel fare polifonia vocale e negli studi relativi. E si sono aggiunte le testimonianze di area mediterranea: dalla Sardegna (il “canto a tenore” dei Tenores de Bitti, il canto devozionale di Santulussurgiu), alla Corsica, alla Sicilia, cui ha fatto seguito la proposta della polifonia Dong, piccola minoranza della Cina meridionale, anch’essa con riconoscimento Unesco.

Per il “ventennale” si è perciò pensato a una piccola celebrazione di questa “lunga” durata, che, organizzata da Maurizio Agamennone si svolgerà nel pomeriggio di giovedì 1 dicembre. Si inizierà con gli interventi di autorevoli studiosi impegnati in una riflessione “a più voci”; quindi ci si misurerà ancora con la polifonia della Corsica nel consueto seminario (Voci di Corsica: il canto confraternale) e nel concerto finale con la Cunfraterna Sant’Antone abbate di Speluncatu.

—-

1 dicembre 2016
Programma della giornata

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO

Venti anni di polifonie a Venezia (1997-2016)
ore 14.00-16.00 Incontro di studi

In occasione del ventennale del programma Polifonie “in viva voce”, curato da Maurizio Agamennone, l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati organizza un ultimo appuntamento a chiusura della programmazione 2016: un incontro di studi con Simha Arom, etnomusicologo africanista tra i più noti, finalizzato ad una riflessione sulle prospettive di analisi e classificazione delle pratiche polifoniche nel mondo.

Voci di Corsica: il canto confraternale
ore 16.30-18.00 Incontro di studi 
ore 18.30-19.30 Concerto 

A seguire, avrà luogo un incontro “monografico”, come da tradizione, con particolare attenzione verso la polifonia confraternale della Corsica. All’incontro, coordinato da Ignazio Macchiarella, parteciperà la Cunfraterna Sant’Antone Abbate di Speluncatu con esempi vocali dal vivo. Sempre la Cunfraternaalle 18.30 si esibirà in un concerto ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.

New Music Theatre in Europe: Transformations between 1955-1975

Il convegno, coordinato scientificamente da un comitato composto da Robert Adlington, Gianmario Borio, Giordano Ferrari, Dörte Schmidt e Daniela Tortora, rappresenta un passaggio cruciale del progetto di ricerca dedicato alla sperimentazione nel teatro musicale, la cui prima tappa è rappresentata dal seminario Teatro di avanguardia e composizione sperimentale per la scena in Italia: 1950-1975 , tenutosi nel 2015.

Come per la precedente manifestazione, anche alla base di questo convegno vi è l’indagine storico-filologica di opere, eventi e istituzioni che sono stati importanti per lo sviluppo di nuove forme di teatro musicale. Il ripensamento dello spazio scenico e dei suoi ingredienti, il rapporto tra attore, mimo e strumentista, la figura del compositore-drammaturgo, la creazione di testi ad hoc che non hanno più le caratteristiche di un libretto, i risvolti politici del teatro sperimentale saranno gli ambiti di riferimento privilegiato di questo incontro a cui partecipera un variegato gruppo di musicologi.


Il 26 novembre presso Padiglione delle Capriate è programmato un concerto del gruppo MDI ENSEMBLE

Il concerto è gratuito, fino ad esaurimento posti, dietro presentazione dell’invito da ritirare all’ingresso.

Scarica il programma


Nell’immagine: Mauricio Kagel, Staatstheater
Staatsoper Hamburg, 25.4.1971
Foto by F. Peyer

Picasso-Mediterraneo I. Il passato nascosto: l’Italia

Si terrà alla Fondazione Giorgio Cini​, il 24 e 25 novembre, il convegno internazionale di studi “Picasso-Méditerranée I – Le passé enfoui; l’Italie”, nella splendida cornice del Cenacolo Palladiano.

Il convegno costituirà la prima tappa del progetto triennale “Picasso-Méditerranée”, promosso dal Musée Picasso Paris​ in collaborazione con prestigiose istituzioni internazionali allo scopo di celebrare il genio di Pablo Picasso e il suo legame con la cultura mediterranea, attraverso un intenso programma di seminari, pubblicazioni e mostre.

Questo primo seminario di ricerca della rete “Picasso-Méditerranée” si interessa a due aspetti fondamentali del rapporto di Pablo Picasso con il mondo mediterraneo: il suo incontro con le opere di un passato lontano e il suo legame con l’Italia, dal suo viaggio a Roma nel 1917 alle mostre italiane degli anni Cinquanta. Il passato nascosto, preistorico, arcaico, antico, così come si presenta all’artista nei musei, ma anche a Pompei o nel foro romano, è un elemento fondamentale nel processo di costruzione dell’immaginario picassiano.

Queste due giornate, attraverso il confronto tra studiosi ed esperti provenienti da musei ed istituzioni internazionali, permetteranno di dare avvio allo studio della cultura mediterranea di Picasso attraverso un primo approccio alla storia visiva e alla formazione dello sguardo dell’artista spagnolo.

Picasso-Mediterraneo” è un evento culturale internazionale che avrà luogo dalla primavera 2017 alla primavera 2019. Più di cinquanta istituzioni hanno immaginato una serie di mostre sull’opera “ostinatamente mediterranea” di Pablo Picasso. Per iniziativa del Musée national Picasso-Paris, questo percorso attraverso il lavoro dell’artista e i luoghi che l’hanno ispirato rappresenta una nuova esperienza culturale, dedicata a rafforzare i legami tra tutte le sponde del Mediterraneo.


Scarica il programma


La partecipazione al convegno è gratuita fino ad esaurimento posti.
E’ necessaria la prenotazione all’indirizzo: palazzocini@cini.it

 

 

Musica e Rito I tamburi batà nella Santeria cubana

Il secondo appuntamento della rassegna Musica e Rito è dedicato a I tamburi batà nella Santeria cubana, curato da Marco Lutzu e organizzato dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con il Conservatorio di Musica di Venezia “Benedetto Marcello”.

Il 9 novembre, presso la sede del Conservatorio, è previsto un workshop di percussioni afrocubane sui principali strumenti e ritmi utilizzati nei contesti rituali della tradizione afrocubana, mentre il 10 novembre, presso la Fondazione Giorgio Cini, si terrà il concerto dell’ensamble Omo Abbilona, che proporrà ritmi, canti e danze della Santeria, la più importante tra le religioni afrocubane. La Santeria nasce dal sincretismo tra il cattolicesimo dei colonizzatori europei e le espressioni religiose degli schiavi lucumi, termine che nell’isola identifica le popolazioni africane appartenenti al gruppo etnico-linguistico degli yoruba. Incentrata sul culto degli orichas, questa religione prevede diversi rituali nei quali il canto, la danza e il ritmo delle percussioni rivestono un ruolo di primaria importanza. I principali strumenti della Santeria sono i batá, tamburi sacri suonati esclusivamente da una casta di sacerdoti e nello stesso tempo professionisti della musica detti omo Aña, ovvero i figli di Aña.

L’ensemble Omo Abbilona e formato da giovani musicisti dell’Avana, apprezzati nella capitale cubana per la loro capacita di condurre cerimonie rigorose sul piano religioso e particolarmente coinvolgenti dal punto di vista musicale.


9 novembre | ore 15-18
Conservatorio B. Marcello
WORKSHOP SUGLI STRUMENTI A PERCUSSIONE NEI RITI RELIGIOSI AFROCUBANI
 Ingresso gratuito con prenotazione a: musica.comparata@cini.it

Il workshop è coordinato ed introdotto dall’entomusicologo Marco Lutzu, che tradurrà e assisterà i musicisti cubani che formano l’ensemble Omo Abbilona:
Andres Alain Medina Monteagudo
Daylon Gordon Urgelles
Alberto Elejalde Bonilla
Yester Luis Anaya Soublet
Il workshop sarà introdotto da Marco Lutzu con una panoramica sugli strumenti a percussione nei riti religiosi afrocubani. Seguirà un approfondimento sui tamburi batá nel quale verranno descritte le peculiarità organologiche, le tecniche costruttive, gli usi rituali e il repertorio di questi strumenti sacri. Le seconda parte, curata dal percussionista habanero Andres Alain Medina Monteagudo, prevede esemplificazioni pratiche e sessioni didattiche nel corso delle quali i partecipanti apprenderanno alcuni dei principali toques attraverso le tecniche di insegnamento tradizionali. I partecipanti sono invitati a portare con sé uno strumento a percussione (preferibilmente un tamburo)

10 novembre | ore 18.30
CONCERTO
Fondazione Giorgio Cini
Ingresso libero fino a esaurimento posti

I tamburi batá nella Santería cubana

Andres Alain Medina Monteagudo
Daylon Gordon Urgelles
Alberto Elejalde Bonilla
Yester Luis Anaya Soublet
tamburi batá e voce

Ulises Ezequel Mora Valina
Irma de la Caridad Castillo Ruiz
danzatori

L’ensemble Omo Abbilona è formato da quattro giovani suonatori di tamburi batá originari di Marianao, quartiere a maggioranza afrocubana nella zona sud-occidentale de L’Avana. Tutti si appassionano alle percussioni e alla musica religiosa fin da piccoli, prima assistendo e poi prendendo parte alle numerose cerimonie che si tengono quotidianamente presso le loro famiglie o nelle case degli abitanti del barrio. Il nome del gruppo è in lingua lucumí, parlata dagli schiavi africani di origine yoruba deportati a Cuba e poi divenuta la lingua liturgica della Santería, e può essere tradotto come “figli dei cammini aperti”. Facenti parte della casta sacerdotale degli Omo Añá, consacrata alla divinità dei tamburi, gli Omo Abbilona suonano i batá in occasione delle cerimonie religiose organizzate dai fedeli di tutta L’Avana.

Guidati da Andres Alain Medina Monteagudo, allievo di Gustavo Diaz, uno tra i più apprezzati tamboreros della vecchia generazione, gli Omo Abbilona propongono un concerto che ripercorre le principali musiche impiegate nella cerimonia del toque de santo. Orun seco è la suite strumentale che apre la cerimonia. Guidati dal tamburo maggiore iyá che detta i cambi e propone un gran numero di variazioni improvvisate, il terzetto esegue una lunga sequenza di pattern ritmici che si succedono senza soluzione di continuità, ognuno dedicato a una specifica divinità del pantheon della Santería.


Scarica programma

Scarica la locandina

Seminari di Musica Antica 2016 | Europa Rossi. Canto e preghiera nell’Italia ebraica 1600-1630

La Fondazione Giorgio Cini, con il Comitato per I Cinquecento anni del Ghetto di Venezia, la Fondazione Concordance e la Comunità Ebraica di Basilea, Svizzera, organizzano un concerto per ricordare una delle prime cantanti ebree professioniste dell’occidente europeo, la mantovana Europa Rossi, e suo fratello, il celebre Salomone Rossi: compositore, liturgista, e promotore del primo libro stampato di polifonia su testi ebraici nella Venezia del primo Seicento.

Vincitore del bando – indetto nel mese di settembre 2016 – è l‘Ensemble Caecilia Antiqua formato da una voce femminile (Soprano) e tre voci maschili (A-Tenore-Baritono) che, oltre al concerto,  parteciperà a una sessione di coaching,  che si terrà sia a Venezia che a Basilea.

Le sessioni di coaching sono aperte ad uditori previo avviso alla segreteria: musica.antica@cini.it

CONCERTO

9 NOVEMBRE 2016 ORE 17.30
Auditorium “Lo Squero”, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

EUROPA ROSSI 
Canto e preghiera nell’Italia ebraica
1600-1630

Il concerto della durata di un’ora, sarà anticipato da una breve conferenza introduttiva a cura di Gabriele Mancuso.

Ensemble Caecilia Antiqua
Martina Loi, soprano; Enrico Torre, controtenore;
Antonio Orsini, tenore; David Maria Gentile, baritono

Lathika Vithanage e Katia Viel, violino barocco
Elam Rotem, maestro al cembalo

L’ingresso al concerto è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. 


COACHING

7-9 novembre 2016
Una sessione di coaching
Coach: Elam Rotem, Pedro Memelsdorff

9 novembre 2016
Un concerto a Venezia:
presso la Fondazione Giorgio Cini

10 novembre 2016
Un concerto a Basilea (Svizzera)
presso il Museum Kleines Klingental

Repertorio: Salomone Rossi, Salmi e Madrigali selezionati

 

Workshop internazionale | Sustainability of local commons with a global value: the case of Venice and its lagoon

Il 4 e 5 novembre 2016, a cinquant’anni esatti dall’alluvione che nel 1966 rivelò al mondo la drammatica fragilità di Venezia, la Fondazione Giorgio Cini dedica un workshop internazionale al futuro della città lagunare e al tema della gestione sostenibile dei beni locali comuni: Sustainability of local commons with a global value: the case of Venice and its lagoon.
All’incontro interverranno alcuni tra i più grandi esperti a livello internazionale di tematiche legate alla governance.

Venezia e la sua laguna rappresentano un caso emblematico di un bene comune locale, ma con una caratteristica speciale, perché a entrambe è attribuito anche unvalore globale, che le rende un bene universale, una ricchezza di tutti, un patrimonio dell’umanità. La riflessione alla base della conferenza Sustainability of local commons with a global value: the case of Venice and its lagoon prende spunto dalla definizione che il premio Nobel Elinor Ostrom dà dei beni comuni (commons), ovvero quei beni la cui fruizione non può essere allo stesso tempo prerogativa esclusiva di qualcuno a svantaggio di altri, ma nemmeno libera, perché inevitabilmente l’uso del bene di qualcuno ne riduce la libertà d’accesso degli altri.

Questa dinamica produce un paradosso perché mette in contrapposizione diritti parimenti legittimi. In questo caso è allora indispensabile utilizzare quello che la Ostrom descrive come un “approccio policentrico”: all’azione delle istituzioni locali si aggiunge quella del governo nazionale e della più ampia comunità internazionale. All’interno di tale orizzonte, la questione della governance diventa prioritaria. La conferenza Sustainability of local commons with a global value: the case of Venice and its lagoon, che avrà la forma di una grande tavola rotonda nella Biblioteca del Longhena dell’Isola di San Giorgio Maggiore, si propone di affrontare queste tematiche invitando esperti internazionali di varie discipline: economia, ecologia, politologia, sociologia, turismo, urbanistica, giurisprudenza, cultural heritage, che nell’arco di due giornate presenteranno le loro riflessioni e proporranno le loro soluzioni, prendendo spunto proprio dalla situazione di Venezia e della sua laguna: un caso esemplare di bene comune locale di valore globale.

 


I relatori invitati a partecipare sono:

Irina Bokova, Director-General, UNESCO
Francesco Bandarin, Assistant Director-General for Culture, UNESCO
Bonnie Burnham, President Emerita, World Monuments Fund
Joan Busquets, Urban Planner, Harvard University
Richard Sennet, Sociologist, London School of Economics
Ignazio Musu, Emeritus Professor of Economics, Università Ca’ Foscari, Venice
Simon Levin, Ecologist, Princeton University
Yves Mény, President, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna, Pisa
Charles Perrings, Environmental Economist, Arizona State University
Michela Fontana, Writer
Pier Vellinga, Climatologist, Wagenigen University
G.W. Richards, Professor of Leisure Studies, Tilburg University

Charles Landry, Urbanologist and Writer

 


La conferenza si terrà in lingua inglese. E’ previsto un servizio di traduzione simultanea.


 

DOCUMENTI

Scarica il programma

Documento di partenza

Intervento Giovanni Bazoli, Presidente della Fondazione Giorgio Cini

Intervento di Irina Bokova, Direttore Generale UNESCO


Guarda i video del Workshop sul nostro canale yotube 

Libri a San Giorgio

Riprende in autunno la rassegna dedicata alle novità editoriali della Fondazione Giorgio Cini.

Nel primo appuntamento, l’11 ottobre, verrà presentato il Catalogo della raccolta di miniature della Fondazione Giorgio Cini, edito a cura di Federica Toniolo e Massimo Medica, e che, grazie al lavoro di una cinquantina di accreditati studiosi, contiene una schedatura completa della preziosa raccolta allestita a suo tempo da Vittorio Cini, poi donata alla Fondazione nel 1962.

Il secondo incontro, il 17 ottobre, sarà riservato all’edizione critica, curata da Alessandro Borin, dell’Opera VI di Antonio Vivaldi: una raccolta di 6 concerti per violino pubblicata a Amsterdam nel 1719, che testimonia le più recenti conquiste vivaldiane sia sul piano della forma (articolata in tre movimenti), sia rispetto all’organico (che prevede la presenza di un unico strumento solista).

L’ultimo appuntamento, previsto per il 25 ottobre, riguarderà «Studi Veneziani», la rivista dell’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano rivolta con i suoi robusti volumi a indagare i vari aspetti della plurisecolare storia veneziana. In particolare verranno illustrate le annate 2014 e 2015, contraddistinte, oltre che dai consueti studi, dagli atti della giornata svoltasi nel 2012 a Parigi, presso il College de France, in memoria dello storico Alberto Tenenti.

 

Musica e Rito. Musiche rituali a Meknes (Marocco): Me’lmat, Jilala e Schigouri

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati inaugura la stagione autunnale di attività con un nuovo ciclo di incontri dal nome “Musica e rito”: un progetto pluriennale che intende affrontare, attraverso incontri, workshop e performance, il rapporto tra musica, suono, e sfera del sacro in diverse tradizioni musicali.

Una prima iniziativa riguarda il Marocco, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia e una seconda iniziativa all’inizio di novembre si concentrerà sui rituali cubani legati alla Santería, in collaborazione con il Conservatorio di Musica B. Marcello. Entrambi gli appuntamenti prevedono un evento spettacolare presso la Fondazione Giorgio Cini, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia.

Musica e riti femminili a Meknes

Conferenza
19 ottobre | ore 17-19 
CFZ Cultural Flow Zone – TESA 1
Zattere al Pontelungo, Dorsoduro 1392 Venezia
Ingresso libero
con ​ Domen​ico Staiti (Uni​versità di Bologna​) e Silvia Bruni (Uni​versità Ca’ Foscari Venezia​
/Uni​versità di Padova  interateneo)
Introduce Giovanni De Zorzi (Uni​versità Ca’ Foscari Venezia​)

Musiche rituali di Meknes 

Concerto
20 ottobre | ore 18.30 
Fondazione Giorgio Cini – Sala degli Arazzi
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia 
Ingresso libero fino ad esaurimento posti 
Con alcuni rappresentanti delle tre diverse tradizioni di musica sacra e di intrattenimento di Meknes: quella della confraternita Jilala, quella delle donne m’almat e quella degli ebrei marocchini.

Il primo appuntamento, a cura di Domenico Staiti, è dedicato alle musiche rituali a Meknes e prevede una conferenza presso e in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e un concerto alla Fondazione Giorgio Cini.

Si analizzeranno e si ascolteranno tre diverse tradizioni di musica sacra di Meknes: quella della confraternita Jilala, quella della donne Me’lmat e quella degli ebrei marocchini Schigouri. I Jilala sono una confraternita sufi popolare, la cui vocazione primaria e quella di agire nei rituali domestici per cantare i santi dell’Islam marocchino e per evocare i jinn, gli spiriti del pantheon popolare. I loro strumenti musicali sono il flauto obliquo nyra, il bandir (tamburo a cornice privo di cimbali) e i qraqeb (crotali di ferro).

I gruppi femminili sono detti Me’lmat (sing. Mallema), che significa “maestre artigiane”: sono composti da donne e/o uomini effeminati che agiscono nei riti di trance e per le nascite, circoncisioni, nozze; cantando e suonando tamburi gwell (a calice), t’bla (coppia di timpani), bandir, occasionalmente riqq (piccolo tamburo a cornice dotato di cimbali). Le musiche cantate con l’accompagnamento dell’oud appartengono al repertorio Schigouri, apparentato ai modi della grande tradizione andalusa, mentre possono essere impiegate per l’evocazione di alcuni spiriti che popolano il multiforme e sincretico pantheon dei jinn in Marocco anche le musiche di tradizione ebraica, ritenute, soprattutto nelle città imperiali, particolarmente sofisticate.


Scarica il programma