Cataloghi Archives - Pagina 15 di 17 - Fondazione Giorgio Cini

Francesco Guardi

1793
– 1993: non poteva certo la Fondazione Giorgio Cini, il cui Istituto di
Storia dell’arte ha fin dalle origini e per tutto il corso delle sue
vicende stabilito nell’arte veneta il centro dei suoi interessi e la
maggior ragione della sua attività, lasciar passare il bicentenario
della morte di Francesco Guardi senza dedicargli una mostra che, al di
là dei vincoli della pura filologia e delle discussioni storiografiche
sempre vive intorno alla sua formazione e identità, ne facesse in primo
luogo sentire la grandezza e originalità di artista. Egli è stato
infatti l’ultimo grande pittore di un secolo ricco e fortunato, e la
sua morte, avvenuta quasi contemporaneamente alla fine della
Repubblica, ha assunto un valore in qualche modo simbolico. Si conclude
con lui una storia che ha dato all’arte veneta una fisionomia e
all’immagine della repubblica un’identità inconfondibili.

INDICE

Il mito di Venezia, regno della decadenza
Eduard Hüttinger

Su Francesco Guardi vedutista e alcuni suoi clienti
Francis Haskell

La città di Guardi 1793 – 1993
Alessandro Bettagno

Catalogo delle opere

Disegni
Alessandro Bettagno

Vedute
Alessandro Bettagno, (Francesca del Torre, Marina Magrini)

Capricci
Alessandro Bettagno, (Tessie Vecchi)

Feste
Margherita Azzi Visentini

Apparati

Radiografie
Paolo Spezzani

Bibliografia
a cura di Elisabetta Rosi Antoniazzi

Esposizioni

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Henry Moore

A quarantatre anni di distanza torna Henry Moore a San Giorgio, alla Fondazione Giorgio Cini: e sempre come maestro.
Nel primo congresso internazionale accolto dalla Fondazione, quello
indetto dall’Unesco su “L’artiste dans la société contemporaine” (22-28
settembre 1952) la voce di Henry Moore (già premio della Biennale nel
’48) si levò alta e ferma, nella sua relazione, a proclamare, contro
qualsiasi pretesa di direzione ideologica da parte del potere politico,
la libertà e la dignità dell’arte e dell’artista. “Concepire e
realizzare un’opera d’arte è un’attività essenzialmente personale,
personalistica. Chi vuole organizzare, collettivizzare la produzione
artistica, come qualsiasi produzione industriale o agricola, ignora o
nega la natura stessa dell’arte. L’artista deve essere sì in contatto
con la società, ma questo contatto è di carattere tutti intimo,
spirituale”.
Così afferma Henry Moore, impostando in senso tutto umanistico la sua
relazione, a Londra, un anno prima in un colloquio con Berto Lardera e
chi scrive (e poi ripeterà quasi alla lettera questa presa di posizione
nella sua relazione). E gia allora affermava anche: “Ho l’impressione
che è per mezzo di materiali solidi – legno, pietra, metallo – che io
riesco meglio ad esprimere i miei sentimenti e le mie aspirazioni”.
[…]

INDICE

La mostra a San Giorgio
Alessandro Bettagno

Henry Moore: 1898 – 1986
David Mitchinson

Henry Moore e la critica italiana. Una fortuna controversa
Maria Grazia Messina

Antologia di critici italiani
a cura di Maria Grazia Messina

Henry Moore tra Giovanni Pisano e Michelangelo: dal sentimento alla materia
Ester Coen

Antologia di scritti di Henry Moore
a cura di Ester Coen

Catalogo (schede 1-142)
a cura di Julie Summers

Apparati
a cura di Franco Novello

Note bibliografiche

Bibliografia italiana

Bibliografia essenziale

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Disegni antichi del Museo Correr di Venezia

INDICE

T.Pignatti
Presentazione

G.Romanelli
Introduzione

T. Pignatti
Johann Carlo Loth

F. Del Torre
Domenico Maggiotto
Francesco Maggiotto

T.Pignatti
Giambattista Marcuola e seguenti

A. Dorigato
Pier Antonio e Francesco Novelli

T. Pignatti
Paolo Pagani e seguenti

F. Del Torre
Gian Battista Piazzetta e seguenti

T. Pignatti
Anna Piccardi e seguenti

Elenco bibliografico

Cataloghi delle Esposizioni

Concordanze

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

L’immagine dello spirito

Splendida
e significativa offerta è stata quella del Banco Ambrosiano Veneto di
esporre, in occasione del suo centenario, qui alla Fondazione Gioirgio
Cini, la sua preziosa – unica nel genere – raccolta di icone russe dal
XIII al XIX secolo. Splendida per la ricchezza, la qualità, la varietà
della collezione, come garantiscono gli autorevoli esperti che hanno
selezionato il gruppo di icone da presentare all’esposizione e in
questo catalogo; significativa perchè la raccolta è offerta al pubblico
per la prima volta a Venezia, da secoli e secoli tramite attivo fra
civiltà e arti dell’Europa orientale e occidentale e che ospita qui
difronte la straordinaria raccolta di icone bizantine e greche
dell’Istituto Ellenico.
E la mostra si tiene alla Fondazione Giorgio Cini che fin dai suoi
inizi, più di quarant’anni fa , in tempi non facili di cortine di
ferro, si è fatta promotrice assidua di scambi culturali e spirituali
fra mondo latino e mondo slavo.
All’insegna della storia della pietà, dell’umanesimo fraternale di
Tolstoj e dell’icona spirituale, ma anche pittorica, dell’Atanasio
rinnovatore del monarchesimo d’Oriente, si avviarono e si svilupparaono
quegli incontri internazionali a San Giorgio. E continuarono poi
assidui e vivificatori negli anni sucessivi, fino ad oggi.
Non a caso dunque il Banco Ambrosiano Veneto ha eletto l’isola di San
Giorgio e la Fondazione Giorgio Cini per “L’immagine dello Spirito.
Icone dalle terre russe”. E con profonda partecipazione e fervido
augurio – oltre che con viva gratitudine per gli ausili decisivi
ricevuti ormai da molti anni dal Banco – la Fondazione la ha raccolta
nella serie delle rassegne figurative ormai note internazionalmente,
che sono ogni anno presentate nelle sue aule. I visitatori saranno
sollecitati nei loro interessi artistici, iconografici, sociali,
etnografici e di storia della pietà dal convegno internazionale “Il
mondo e il sovramondo dell’icona” che affinancherà la mostra. Le
riflessioni e le ricerche interdisciplinari avvieranno e
approfondiranno così, come è avvenuto anche per altre esposizioni, la
visione dei capolavori iconici russi.
Grazie dunque sentitissime al Banco Ambrosiano Veneto e particolarmente
al suo Presidente Professor Giovanni Bazoli; e grazie ugualmente agli
studiosi qualificati e agli attivi organizzatori che hanno preparato e
realizzato questa “Immagine dello Spirito”.

INDICE

Premessa
Carlo Pirovano

Icona
Jhon Lindsay Opie

Le icone russe della collezione del Banco Ambrosiano Veneto
Engelina Smirnova

L’icona russa nel XIX secolo
Tat’jana Tsarevskaja

L’iconografia del Giudizio Universale nella pittura di icone russe e nella tradizioine bizantina
Ewa Haustein-Bartsch

Il restauro delle icone russe in Russia
Galina Klokova

Rivestimenti di icone dalla fine del XVII all’inizio del XX secolo
Anna Vadimovra Ryndina

Rapiti in cielo
Renato Laffranchi

Una testimonianza
Davide Orler

Catalogo delle opere

Bibliografia

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Gli artisti di Venini

INDICE

Alessandro Bettagno, Per una storia del vetro d’arte veneziano

Rosa Barovier Mentasti, Venini a Murano e nel mondo

Sisanne K. Frantz, Venini e l’arte del vetro in America

Anna Venini, La famiglia Venini

Catalogo

Rosa Barovier Mentasti e Anna Venini (a cura di), Regesto

Anna Venini (a cura di), Apparati

Cronologia

Biografie

Glossario

Colori

I maestri

Bibliografia generale

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it

Venezia da Stato a mito

INDICE

Giancarlo Galan, Feliciano Benvenuti, Presentazione

Venezia da Stato a mito

Alessandro Bettagno, La mostra “Venezia da Stato a mito”

Eduard Hüttinger, Venezia come mito

Eugenio Turri, Una cartografia per amministrare e per glorificare

Alessandro Fontana, Civitas metaphysica

Lionello Puppi, Dal mito allo Stato. Nota sull’illustrazione pittorica di una tarda integrazione dell’agiografia marciana

Giuseppe Pavanello, L’immagine di Venezia da Canova a Byron

John Pemble, Venezia e l’immaginario moderno. L’idea di Venezia nella cultura britannica

Marina Magrini, Un “figlio adottivo” di Venezia: John Ruskin

William H. Gerdts, “Un sogno di bellezza e di colore”: pittori americani a Venezia

Xavier Tabet, Venezia e la Francia: ombre e luci

Francesca Castellani, “L’éclat de la lumiére et le luxe de la
couleur”. Un itinerario nel mito dei maestri veneti attraverso le copie
francesi dell’Ottocento

Sylvie Paytin, La Venezia di Monet

Giuseppina Dal Canton, Venezia nella pittura del Novecento tra fenomeno, mito e idea

Catalogo delle opere

Schede critiche delle opere

Bibliografia

Esposizioni

Per informazioni
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Archivi della pittura veneziana. Ettore Tito (1859 – 1941)

INDICE

Feliciano Benvenuti, Presentazione

Alessandro Bettagno, Per Ettore Tito

Fernando Mazzocca, La fortuna internazionale di Ettore Tito: l’eredità di Tiepolo nella Venezia cosmopolita

Anna Mazzanti, Armonie degli spazi nelle dimore e nelle decorazioni parietali di Ettore Tito

Maria Flora Giubilei, Passioni da collezionisti e mercanti: i Tito delle Raccolte Frugone di Genova

Giorgio Fossaluzza, Ettore Tito: frammenti dalla corrispondenza, esaltazioni critiche e “massacri”

Anna Mazzanti, Biografia

Catalogo

Autoritratti e famiglia dell’artista

Immagini di Venezia

Marine

Il mito di Venezia

Ritratti

La vita del popolo

Simbolismo

Disegni

Schede

Bibliografia
a cura di Anna Mazzanti

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L’immagine e la scena

Questo
nuovo volume sulla storia della scenografia nel Teatro la Fenice di
Venezia è dedicato all’opera di Giuseppe e Pietro Bertoja, due artisti,
padre e figlio, che hanno lavorato dal 1840 ai primi anni del Novecento
nel teatro veneziano.
Il periodo in cui Giuseppe è responsabile dell’allestimento scenico
alla Fenice coincide con il momento delle grandi cinque prime
rappresentazioni verdiane, di cui egli curerà la memorabile messa in
scena per Attila, Rigoletto e La Traviata.
Giuseppe ha rappresentato per molto tempo il prototipo dello scenografo
romantico e ha espresso il punto massimo della scuola veneziana di
scenografia, affermandosi come uno dei maggiori artisti dell’epoca in
questo campo. Il figlio Pietro, collaboratore del padre fin dalla
giovane età, è l’espressione della crisi che la scenografia registra
verso la fine del XIX secolo con l’avvento delle case d’arte. Ma Pietro
saprà reagire, opponendo alla dilagante serializzazione una tecnica
pittorica fortemente espressiva, utilizzata in alcuni importanti
allestimenti: Il re di Lahore, Rienzi e Mefistofele.

A testimonianza dell’imponente lavoro svolto da questi due artisti
restano moltissimi bozzetti, più di un migliaio di fogli, la maggior
parte dei quali conservati al Museo Correr di Venezia e in collezioni
private, dei quali viene fornito l’elenco completo.

Promosso dagli Amici della Fenice, questo volume prosegue il lavoro di
ricerca, sistematizzazione e schedatura dei materiali relativi alla
storia della scenografia del Teatro la Fenice, iniziato con L’immagine
e la scena. Bozzetti e figurini dell’archivio del Teatro la Fenice
1938- 1992 e proseguito con Giuseppe Borsato, scenografo alla Fenice
1809-1823 e Francesco Bagnara, scenografo alla Fenice 1820- 1839.

INDICE

Maria Teresa Muraro, La famiglia Bertoja

Maria Ida Biggi, Introduzione al catalogo dei disegni

Giuseppe e Pietro Bertoja scenografi alla Fenice

Maria Ida Biggi, Appendice

Elenco dei disegni conservati al museo Correr di Venezia, al Museo Civico di Pordenone e nelle collezioni private

Documenti

Bibliografia

Indice dei nomi

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Modigliani e i suoi

INDICE

Alessandro Bettagno
Un ritorno a Venezia

Christian Parisot
La storia , la vita e l’arte

Jean Kisling
L’atelier della rue Joseph Bara a Montparnasse

Marie- Claire Mansencal
“Georges Dorignac, 1879-1925”. L’atelier de la Ruche

Sylvie Buisson
“…da Montparnasse alla Costa Azurra, con Foujita e Fernand Barrey”

Catalogo

Schede nn. 1- 145
a cura di Christian Parisot, Marie- Clarie Mansecal, Sylvie Buisson

Elenco delle opere esposte

Amedeo Modigliani. Cataloghi Generali e Catalogo Ragionato

Bibliografia
a cura di Simone Guerriero

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Canaletto. Prima maniera

Sono
esposte alla mostra dodici vedite romane appartenenti alla serie di
ventidue disegni del British Museum, eseguiti dal giovane Canaletto
durante il soggiorno dal 1719-1720 nella città papale. La tradizionale
attribuzione all’artista è stata a lungo oggetto di dibattito, e il
presente saggio si prefigge di dissolvere ogni dubbio residuo sull a
paternità di questi studi, grazie anche alla breve “coda” scritta da
Charles Beddington, che spiega come Canaletto e Bellotto li hanno
utilizzati entrambi come fonti per i loro dipinti. Malgrado
l’abbondanza di prove a loro favore, il parere contrario di due delle
massime autorità sulla grafica canalettiana, il barone Von Hadeln e
Karl Paker, ha indotto un numero considerevole di stidiosi, soprattutto
inglesi e americani, ad accettare con una certa cautela l’autografia di
queste vedute romane. Lìopinione di Hadeln e Parker, che le ritenevano
copie di oroginali perduti, si fondava sulla loro scarsa qualità, ed è
innegabile che esse tradiscano una tecnica disegnativa impacciata e in
certi brani addirittura maldestra, che è in aperto contrasto con la
suprema sicurezza di tocco che caratterizza di norma la produzione di
Canaletto.

INDICE

Presentazione
Giovanni Bazoli

Canaletto. Prima maniera

Regesto

Albero genealogico

Catalogo dei disegni

I disegni giovanili di Canaletto
Charles Beddington

Catalogo dei dipinti

La collezione Pellegrini

La collezione Wallenstein

La collezione Liechtenstein

La collezione Colloredo

La collezione Conti

La collezione Smith

La collezione Gabburri

La collezione Recanati

Apparati

Canaletto “prima maniera”. TRadizione e innovazione nelle tecniche pittoriche degli esordi di Canaletto
Viola Pemberton-Pigott

Canaletto e dintorni. I primi anni di Canaletto attraverso le lettere dei contemporanei
Marina Magrini

Bibliografia

Per informazioni
e-mail: ufficio.editoriale@cini.it