Marsilio Editori, Venezia Archives - Pagina 2 di 5 - Fondazione Giorgio Cini

Venezia e l’Austria

Due le iniziative realizzate dalla Fondazione Giorgio Cini, grazie al sostegno finanziario della Regione Veneto, nel 1997 in occasione del bicentenario della caduta della Serenissima: la mostra Venezia da stato a mito e il convegno, del 28-31 ottobre, appunto, 1997 su Venezia e l’Austria. Lo si noterà: il 1797 è implicito, sottinteso più che esplicito oggetto di riflessione. E ciò a ragion veduta, di proposito.
Proprio perché, lungo il 1997, il 1797 è stato protagonista in varie manifestazioni – a Padova, a Verona, a Brescia, a Venezia e altrove – è parso eccessivo insisterci direttamente. E d’altronde, col 1797, la Fondazione aveva, in certo qual modo, assolto il suo debito, giocando d’anticipo, col XXXVIII Corso d’Alta Cultura del 2-14 settembre 1996 il quale, intitolato Il 1797 e le metamorfosi di Venezia, aveva avuto agio di trattare degli atteggiamenti della società veneta nel dissolversi della Repubblica, di Napoleone, dell’apertura del ghetto, della municipalità provvisoria e di quant’altro nel 1797 e paraggi risultava conficcabile o dal 1797 e paraggi era parso evincibile. Altra cosa, invece, il successivo corso d’alta cultura, il XXXIX, quello svoltosi dall’1 al 13 settembre del 1997 all’insegna del titolo Precipitare la fine anticipare l’inizio: «succisa virescit», che un po’ vien da estendere al volume qui presentato. Nettamente recisa, in effetti, la Venezia capitale, ma pur sempre respirante e viva anche poi, anche
sotto l’Austria, e via via con più lena e con più determinazione, sempre meno in gramaglie, sempre meno a lutto. Non solo rimpianto di grandezza perduta, di glorie passate la Venezia sotto Vienna. Ma anche operativa, fattiva, volitiva, con impegno nel presente, con l’occhio all’avvenire. Connotabile, in effetti, pure la Venezia ottocento, anche
se non più dominante, anche se sotto l’Austria.
Donde la messa a fuoco del convegno Venezia e l’Austria i cui atti questo volume raccoglie. Naturalmente – come capita agli atti dei convegni in genere – il passaggio dall’oralità alla scrittura comporta delle perdite. In altre parole mancano in questi atti due relazioni che pur hanno giocato un ruolo importante nell’impianto meditato del
convegno. In quella sede Paul Ginsborg aveva parlato del biennio rivoluzionario, ossia del 1848-49, e Giandomenico Romanelli era intervenuto sull’arte di governo e sul governo dell’arte. Spiace non abbiano consegnato un testo per la stampa. E peccato, soprattutto, manchi quello di Romanelli: ancor viva, in quanti hanno avuto modo di
sentirlo, l’impressione del suo intervento di largo e slargante respiro. Ampio il ventaglio tematico proposto dal volume: via via trapassa dalla vicenda letteraria, figurativa e musicale all’aspetto istituziona1e e da questo alla costituzione delle fonti della memoria mirata a ricostruenti esiti storiografici sino a concludersi coll’insorgenza quarantottesca. E da segnalare – tra gli autori dei contributi – la presenza di studiosi austriaci i quali hanno fornito il loro testo in italiano. Evidentemente lo padroneggiano. Per intendere quel che ha detto la Venezia austriaca si sono sforzati in tal senso. E gliene va dato atto.

INDICE

L’Austria e Venezia di Brigitte Mazohl- Wallnig

La promozione delle arti da Leopoldo Cicognara a Pietro Selvatico

La vita musicale a Venezia dal 1815 al 1866

Il letterato e la storia. Ippolito Nievo

Da Tommaseo a Nievo

Il trapasso

La Chiesa

Il diritto austriaco e la società veneta

Il matrimonio fra obbligo e privilegio (Veneto e Bassa Austria, sec. XIX)

Vecchi poveri e nuovi borghesi. La società veneziana nell’Ottocento asburgico

Cenni sulla presenza ebraica a Venezia durante la dominazione austriaca

La politica linguistica nella Monarchia asburgica
Nobili veneziani al servizio dell’Austria

La gestione del patrimonio librario

Gli archivi della Serenissima. Concentrazioni e ordinamenti

La Chiesa

Intorno alla leggenda nera di Venezia nella prima metà dell’Ottocento

«Venezia e le sue lagune» e la politica del diritto di Daniele Manin

Dal rimpianto alla ricostruzione storiografica

La storia scolpita: il «Panteon Veneto»

Il Veneto nel Risorgimento fino al 1848

Per una storia della Guardia civica a Venezia nel 1848-49

Tra sabaudismo e mazzinianesimo

La pubblicistica veneziana nel 1848-49

Il potere delle immagini. Gli inni patriottici, i canti popolari e le stampe della rivoluzione del 1848

Venezia da Patria a Nazione: un percorso

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Il paesaggio. Dalla percezione alla descrizione

Paesaggio, décor, fondali, «lontani», esterni, vedute, atmosfere, notturni: ogni modo di definire ciò che ci circonda implica anche un giudizio sul nostro modo
di essere, ci situa nello spazio come relazione. Carte, tutte le arti, così come la riflessione filosofica, il senso della condizione esistenziale, e il configurarsi e mutare di segno della particolare presenza umana in esso, hanno, da sempre, sentito e dovuto affrontare il problema: la nascita, o la lenta scoperta, del paesaggio, il suo collocarsi e trasmutare, il suo dominare la scena dell’espressività, fino alla fuga nell’esotismo, forse al suo dissolversi, e al possibile ricostituirsi.
Il farsi e il disfarsi del paesaggio viene illustrato in questo volume da importanti studiosi italiani e stranieri, con più approfonditi sondaggi, nell’evoluzione delle arti e nel loro intreccio, in quelle figurative e plastiche, nella letteratura, nella musica, nella storia delle mentalità e delle idee, nei processi consci ed inconsci, dalla
percezione alla descrizione, al simbolo, alla metafora, in una vicenda che ha accompagnato lo svolgersi del rapporto dell’uomo con la realtà di cui è parte.

INDICE

Renzo Zorzi
Nota

Roberto Tassi
Tempo e natura. Sull’Epistolario di Claude Monet

Piero Camporesi
Dal paese al paesaggio

Max Milner
L’anamorphose fantastique, ou la transfiguration de la vision par les instruments d’optique

Jean Staronbinski
Paysages orientés

Salomon Resnik
Estetica del paesaggio

Lea Ritter Santini
Il paesaggio addomesticato

Ruggero Pierantoni
Diffusione e riflessione nei materiali architettonici

Karlheinz Stierle
Paesaggi poetici del Petrarca

Vittore Branca
Il paesaggio nel Boccaccio: descrittivismo, calligrafismo, allusivismo, espressivismo

Cesare de Seta
Il «ritratto» della città: Napoli tra XV e XVII secolo nella pittura europea

Vincenzo Fontana
Modelli per la laguna di Venezia nel Cinquecento. Alvise Comaro e Girolamo Fracastoro

Raniei Varese
Dal paesaggio simbolico alla pittura di paesaggio

Tilman Seebass
Il concetto dell’armonia arcadica e la realtà arcadica. Osservazioni su alcuni testi e dipinti del primo Ottocento

Ottani Cavina
Roma 1784: la città reale e la città geometrica nelle vedute urbane di David e della cerchia

Jean-Jacquei Eigeldinger
Promenade et paysage dans la musique de J.J. Rousseau à Liszt et Wagner

Francoise Cachin
Paysage et identité nationale en France au XIX siècle

Vittorio Strada
L’orizzonte perduto: spazio naturale e spazio artiiciale nella letteratura russa

Gian Piero Brunetta
Ma scoperta delle Mule e una Italia

Andrea Zanzotto
Temi di paesaggi

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Da Palazzo Ducale. Studi sul Quattro-Settecento veneto

Un Friuli terrorizzato dall’irrompere di orde inturbantate; il veneziano rilancio del messaggio dell’antica Ellade, e, insieme, il marciano dominio su sudditi greci; il turbante fenomeno del rinnegamento di chi si fa «turco»; la carica metaforica dell’acquea materialità tra Venezia e Polesine; l’Europa riferita dalla diplomazia veneziana nel presupposto sia la città dogale il culmine della civiltà europea; le adunanze accademiche come connotato della vita intellettuale urbana; la città fortezza di Palma come scudo antiasburgico; la rovente contesa giurisdizionale veneto-pontificia del primo Seicento e i suoi velenosi strascichi; nobiltà di terraferma e classe dirigente marciana. Questo il ventaglio tematico proposto privilegiando come punto di vista l’osservatorio di Palazzo Ducale, la sede del comando della Serenissima e, pure, del suo autogiustificarsi in termini d’autorispecchiamento, nel confronto con gli altri, gratificante.
I nove scritti qui raccolti sono già comparsi in varie sedi, nell’arco d’oltre un venticinquennio, tra il 1970 e il 1996. Disponendoli con scansione, grosso modo, cronologica, li ripubblico, con pochissime modifiche (eliminazione degli errori di stampa, rinvii interni, indicazione dell’avvenuta stampa di quanto dato di prossima pubblicazione), tali e quali – conservando, quindi, in tre di essi la dedica – all’insegna d’un titolo che ne evidenzi la riconducibilità ad un unico punto di vista, quello del governo marciano. In certo qual modo, ecco che – ancorché già usciti in ordine sparso e ognuno per conto proprio – i nove saggi qui riproposti si trasformano in articolazione d’una riflessione che da Palazzo Ducale parte e a Palazzo Ducale torna. Così, almeno, nell’autogiustificarmi non senza, ovviamente, autoindulgenza.

INDICE

Presentazione

Il Friuli occidentale visto da Venezia nell’ultimo Quattrocento

Venezia e la Grecia

Il «farsi turco», ossia l’ombra del rinnegato

A proposito di acque: accostamenti possibili

Flash sull’Europa: le relazioni dei diplomatici veneziani

Aspetti della cultura urbana nella società veneta del Cinque-Seicento. Le accademie

Venezia e il Turco; Venezia e gli Asburgo

I «teologi» minori dell’Interdetto

A proposito di cultura nobiliare (e non dirigenziale)

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La seta in Italia dal Medioevo al Seicento

I saggi raccolti in questo volume rappresentano il risultato di un lavoro interdisciplinare che ha messo a confronto studiosi di storia economica e sociale, delle tecniche, dell’arte, dell’architettura e della letteratura, nonché tecnici delle produzioni industriali della seta o dei tessuti antichi. Le loro ricerche, aggiornate e innovative,
dimostrano come fra il Trecento e il Seicento gli italiani riuscirono a conquistare il primato in campo serico sui maggiori mercati internazionali grazie soprattutto alle loro capacità imprenditoriali e a procedimenti lavorativi avanzati che fondevano design, arte e artigianato. Col tempo il setificio della penisola poté contare
sull’espansione di una robusta bachicoltura locale che non solo lo rese sostanzialmente indipendente dalle importazioni di materia prima dall’Oriente e dal bacino del Mediterraneo, ma che gli permise anche di sviluppare un flusso di esportazioni di filati che porranno la seta al primo posto della bilancia commerciale di quasi tutti gli stati
italiani pre-unitari. I contributi guideranno il lettore in un viaggio attraverso i secoli, le regioni, i miti e riti della seta, dal baco al
drappo all’abito confezionato.

INDICE

Prefazione
Luca Molà, Reinhold C. Muller e Claudio Zanier

La fibra, la tecnica, le fonti

Fabio Crippa
Dal baco al filo

Sophie Desrosiers
Sur l’origine d’un tissu qui a partecipé à la fortune de Venise: le velours de soie

Dominique Cardon
Du “verme cremexe” au “veluto chremesino”:
un filière vénitienne du cramoisi au XVe siècle

Doretta Davanzo Poli
I tessuti come fonte: reperti inediti dei secoli XIII-XVII conservati nelle chiese veneziane

Danilo Gasparini
La contabilità come fonte: la trattatura della seta nel contado trevigiano (secolo XVII)

Alessandro Mellano e Aurelio Toselli
Palazzo e “fabbrica” il setificio di caraglio

Civiltà della seta

Claudio Zanier
Un protettore scomodo. San Giobbe e la seta

Maria Giuseppina Mazzarelli
Seta posseduta e seta consentita: dalle aspirazioni individuali alle norme suntuarie nel basso Medioevo

Howard Burns
Cultura di seta, cultura di villa

Daria Perocco
La seta nella letteratura italiana dal Duecento al Seicento

Produzione e commercio

David Jacoby
Dalla materia prima ai drappi tra Bisanzio, il Levante e Venezia: la prima fase dell’industria serica veneziana

Edoardo Demo
La produzione serica a Verona e Vicenza tra Quattro e Cinquecento

Francesco Battistini
La tessitura serica italiana durante l’età moderna: dimensioni, specializzazione produttiva, mercati

Giuseppe Chicco
Il ruolo del Piemonte nell’industria serica italiana del Seicento

Migrazioni, manodopera e innovazioni

Patrizia Mainoni
La seta in Italia fra XII e XIII secolo: migrazioni artigiane e tipologie seriche

Franco Franceschi
I forestieri e l’industria della seta fiorentina fra Medioevo e Rinascimento

Luca Molà
Le donne nell’industria serica veneziana del rinascimento

Rosalba Ragosta Portioli
“Nuovi lavori”, “Nuovo invenzioni” di seta a Napoli nel Cinquecento

Roberto Berveglieri e Carlo Poni
L’innovazione nel settore serico: i brevetti industriali della Repubblica di Venezia fra XVI e XVII secolo

Appendici

Claudio Zanier
Strumenti di lavoro: una bibliografia delle opere recenti sulla sericultura e l’industria serica

Claudio Zanier
Un’istituzione da salvare: l’antico istituto bacologico di Padova e le sue collezioni

Documenti d’archivio per la storia della seta. tre lettere
commerciali del XVII secolo nell’archivio di stato di Pisa con campioni
di stoffe di seta
a cura di Claudio Zanier , Christhine V. Pennison, Donata Devoti

Indice analitico

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La società veneta e il suo diritto. Saggi su questioni matrimoniali, giustizia penale, politica del diritto, sopravvivenza del diritto veneto nell’Ottocento

Raccolta di saggi sugli esiti del diritto veneto tra Sette e Ottocento, questo libro – come recita il sottotitolo – si articola in quattro sezioni, accomunate da una stessa metodologia di ricerca che, muovendo da aspetti particolari di una una secolare e consolidata tradizione giuridica, getta una luce più generale sulla politica e sulla società
veneta nel lungo tramonto della Serenissima e nei decenni immediatamente successivi.
Così si parte dall’esperienza di commediografo dell’avvocato Carlo Goldoni per valutare complessivamente i risvolti del diritto e delle consuetudini metrimoniali, con le loro rigide regole e i ripetuti tentativi di scardinarle nel nome di una maggiore libertà di sentimenti; si esaminano i meccanismi della giustizia penale sia dal
punto di vista degli imputati che da quello dei difensori, per allargare subito dopo l’analisi ai rapporti tra religione, moralità e giustizia, si valutano gli aspetti caratterizzanti degli statuti contemplati da Venezia per il suo Regno di Morea e insieme le ipotesi settecentesche di riforma del diritto penale nelle loro connessioni con
il dibattito politico. Un’ultima sezione spinge lo sguardo al di là della caduta della Repubblica, spaziando dagli ex-possedimenti d’oltre Adriatico – dove si constata nelle isole jonie, una robusta sopravvivenza di lingua e diritto veneti per tutta la prima metà dell’800 – alla ex-capitale, alla quale infine si ritorna per cogliere,
nella breve vita della Repubblica quarantottesca di Daniele Manin, le ultime eredità di questa gloriosa tradizione di politica del diritto.

INDICE

Prefazione
di Gaetano Cozzi

Note su Carlo Goldoni, la società veneta e il suo diritto

Padri figli e matrimoni clandestini
(metà secolo XVI- metà secolo XVIII)

Religione, moralità e giustizia a venezia: vicende della magistratura degli esecutori contro la bestemmia (secoli XVI – XVII)

Autodifesa o difesa?
Imputati e avvocati davanti al consiglio dei dieci

Il giuspatrono del doge su San Marco: diritto originario o concessione pontificia?

Venezia, una repubblica di principi?

La Repubblica di Venezia in morea. un diritto per il nuovo regno

Politica e diritto nei tentativi di riforma del diritto penale veneto del settecento

Diritto veneto e lingua italiana nelle isole jonie nella prima metà dell’ottocento

Venezia a metà dell’ottocento. la politica del diritto di Daniele Manin

Indice dei nomi
a cura di Francesca Ortalli

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«Leggiadre donne…» Novella e racconto breve in Italia

Padre riconosciuto della novella in prosa, Giovanni Boccaccio ha inventato una forma narrativa che, per alcuni secoli, sì è affermata come uno stampo flessibile, di lunga vitalità europea. Più tardi, l’arte del racconto breve rinasce in forme nuove; in questa reincarnazione si sperimenta un ventaglio assai ampio di soluzioni che si riconducono tutte al piacere della storia interessante, rivelatrice del carattere del personaggio in una situazione eccezionale o, viceversa, nelle circostanze della vita quotidiana.
Il volume, attraverso una ventina di interventi dei maggiori specialisti del settore, ripropone con accurate analisi linguistiche e insieme storico-letterarie le tappe principali di questo genere letterario fortemente caratterizzato, sia nella nella fase antica che nelle trasformazioni moderne, da un costante appello al pubblico femminile come destinatario privilegiato: dal Decameron alla narrativa ottocentesca di Nievo, Verga e Capuana passando attraverso le esperienze quattrocentesche delle «facezie» e della Novella del Grasso legnaiolo, o quelle cinquecentesche di un Bandello o di un Luigi Da Porto con la sua celebre Giulietta e Romeo.
Una particolare attenzione viene da ultimo riservata al Novecento, con esplorazioni relative a Pirandello, Pavese, Moravia, Primo Levi, Buzzati e al recentissimo Tabucchi, mentre una robusta appendice propone un saggio di Alfredo Stussi sull’area linguistica italiana e, in finale, tre interviste ad altrettanti scrittori contemporanei italiani, a rappresentare con le loro diversità tre differenti, ma sempre altamente significativi, approcci alla scrittura e alla letteratura nel nostro tempo: Sandra Petrignani, Giovanni Raboni, Gianni Celati.

INDICE

Prefazione
di Francesco Bruni

Francesco Bruni
Come “non” si racconta una novella nel Decameron

Luciano Rossi
“In luogo di sollazzo”: i fabliaux del Decameron

Massimo Ciavolella
Letteratura e pornografia: la novella di Masetto da Lamporecchio(Decameron III 1)

Francesco Tateo
La facezia fra virtù e arte

Nino Borsellino
La novella del grasso legnaiolo

Marziano Guglielminetti
Amore e morte: Giulietta e Romeo di Luigi da Porto

Mario Pozzi
Novella, trattato e cronaca

Fabio Finotti
Il varmo di Ippolito Nievo

Matteo Palumbo
Ascesa e morte di un parvenu: La roba di Giovanni Verga

Rosario Coluccia
Linguistica e filologia nell’edizione delle novelle di Verga

Nicolò Mineo
Lettura di Anime in pena di Luigi Capuana

Bice Mortara Gravelli
“Bòtte di pennello”: nuclei descrittivi in campioni di narrativa tra otto e novecento

Romano Luperni
Il riso di Pirandello nelle Novelle per un anno

Alfredo Stussi
Lettura linguistica di il “fumo” di Luigi Pirandello

Lino Pertile
Pavese, ovvero della solitudine come stile

Francesco Bruni
Variazioni di registro in uno dei racconti romani di Alberto Moravia: La parola mamma

Ricciarda Ricorda
Le avventure di un chimico: il sistema periodico di Primo Levi

Nella Giannetto
Lettura di Il re a Horm-el-Hagar di Dino Buzzati

Anna Dolfi
Il puzzle del rimorso: Voci portate da qualcosa, impossibile dire cosa di Antonio Tabucchi

Appendici

Alfredo Stussi
L’area linguistica italiana

Scrittori contemporanei. Intervista a Sandra Petrignani, Giovanni Raboni, Gianni Celati
a cura di Silvana Tamiozzo Goldman

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Per Bruno Visentini

Sono raccolti in questo volume gli scritti presentati al convegno sulla figura e l’opera di Bruno Visentini tenutosi a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini, nel 1998, a poco più di tre anni dalla scomparsa di colui che per quasi un ventennio e fino alla morte ne è stato attivissimo presidente. Si aggiungono inoltre altre testimonianze: da quella del Pariarca di Venezia, le parole pronunciate nei giorni seguiti alla scomparsa, quelle dei discorsi tenuti in occasione della commemorazione promossa a Palazzo Giustiniani a Roma dal gruppo parlamentare cui Visentini apparteneva.

Viene infine aggiunto in appendice, curato da Costantina Toria un repertorio degli scritti di Visentini, sparsi in molte sedi non facilmente reperibili senza le indicazioni che qui sono date. Anch’essi testimoniano il forte impegno civile, culturale e politico nel cui segno si è svolta tutta la vita di Bruno Visentini: giurista di grande modernità e di esperienza internazionale, uomo politico di assoluto rigore e dedizione, dalla giovinezza caratterizzata dall’opposizione al fascismo, alla militanza, accanto a Ugo La Malfa, nel Partito d’azione del quale è stato tra i fondatori, e successivamente nel Partito repubblicano italiano, all’azione parlamentare, ai ripetuti incarichi di governo come ministro nei settori finanziari, con un’incisiva azione soprattutto in materia fiscale.

Contemporaneamente Visentini ha svolto un’importante azione culturale, dedicandosi al lavoro scientifico nel campo del diritto, specie societario, e coltivando una spiccata passione per la cultura storica e letteraria, con una predilezione per il versante musicale: merito non ultimo della sua energica azione in favore di Venezia. È stato inoltre per quasi un ventennio vice presidente dell’IRI e presidente della società Olivetti al cui sviluppo sui mercati mondiali ha dato un’attività infaticabile. I nomi illustri degli autori che hanno partecipato al convegno della Fondazione e i temi da essi trattati documentano da soli la qualità dell’impegno di Bruno Visentini e danno al libro un valore di preziosa testimonianza.

INDICE

Avvertenza

Feliciano Benvenuti
Per Bruno Visentini

Massimo Cacciari
Bruno Visentini

Piero Craveri
Dall’antifascismo alla battaglia per la Repubblica nel Partito d’azione

Adolfo Battaglia
L’intervento politico

Filippo Maria Pandolfi
L’uomo di governo

Massimo Riva
Fra Stato e mercato: l’esperienza dell’IRI

Guido Rossi
Bruno Visentini: un giurista moderno

Renzo Zorzi
Qualche ulteriore connotazione

COMMEMORAZIONI
Marco Cè, Patriarca di Venezia
Franco Cingano
Carlo De Benedetti
Eugenio Scalfari
Ariberto Mignoli

BIOGRAFIA E REPERTORIO

Tommaso Edoardo Frosini
Bruno Visentini

Costantina Toria
Repertorio degli scritti di Bruno Visentini

Indice dei nomi

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Quadri e commercio a Venezia durante il Seicento. Uno studio sul mercato dell’arte.

Lo studio del mercato dell’arte in prospettiva storica gode negli ultimi anni di un forte interesse da parte di economisti, storici dell’arte che si interrogano sui meccanismi e sulle dinamiche che lo contraddistinguo. Si tratta di un campo di ricerca aperto, sia per la natura dell’oggetto, che non si presta a una perfetta rappresentazione in termini economici, sia per la difficoltà di reperire informazioni sufficienti. Rare sono le tracce documentarie che in altri campi rendono più agevole la ricerca storica; il bene quadro non ha una connotazione chiara e definita, e si configura con diverse sfumature, da bene di lusso se prodotto da artisti rinomati a bene “normale” per le opere devozionali di scarso valore, riflettendo diverse funzioni (decorativa, devozionale, di rango, intellettuale..). La forma degli scambi risponde così a tale mancanza di omogeneità.

Lo studio esamina i meccanismi della commercializzazione e della committenza di opere pittoriche a Venezia durante il XVII secolo; tra Cinque e Settecento il mercato artistico si presenta come una forma ibrida, priva di figure di riferimento importanti come sono oggi le case d’asta, ma al tempo stesso con propri operatori locali, e con la consapevolezza di crescente di dover precisare delle regole per attribuire valore sotto forma di prezzo con criteri diversi da quelli usati per altre merci. La ricerca propone così una descrizione e una descrizione del funzionamento degli agenti del mercato, inteso come insieme dei soggetti che ruotano attorno alla produzione pittorica veneziana di età barocca. La categoria utilizzata non è “il” mercato artistico come istituzione (che non esiste) bensì “un” mercato come luogo definito spazialmente e temporalmente, in cui avviene l’incontro tra domanda e offerta del bene quadro.

INDICE

Introduzione
Dallo studiolo alla galleria: le raccolte di quadri in Italia tra XV e XVII secolo

Il fenomeno del collezionismo

Le raccolte veneziane
“tuti vuol formar studio de pitura”

Il problema delle fonti

La domanda di quadri attraverso gli interventi

I quadri
I soggetti

La composizione sociale e professionale

Una analisi patrimoniale
Una stima statistica della propensione alla spesa in arte con gli inventari esaminati

La domanda degli stranieri

La domanda pubblica di opere d’arte

Lo stato veneziano
I funzionari addetti agli incarichi artistici
Due progetti: la chiesa dedicata alla madonna della salute
… ed i restauri a Palazzo Ducale
Il rapporto con gli artisti

Le istituzioni ecclesiastiche
Le scuole, le arti, i luoghi dei pii
Esiste mecenatismo a Venezia?

L ‘offerta: organizzazione produttiva della pittura veneziana

Le istituzioni della pittura a Venezia
La corporazione
Il collegio dei pittori
Le accademie
La partecipazione alle istituzioni

L’organizzazione produttiva
La divisione del lavoro
Le botteghe
Pittori senza bottega

Conti in tasca alla pittura

Il mercato

La regolarizzazione del commercio

Forme e luoghi della vendita

Le opere in vendita
Quadri veneziani, quadri stranieri

Originali, copie, falsi
La certificazione del valore

Il ruolo degli intermediari

“Senseri, qui si dicono mediatori, che s’interpongono tra chi vende, e chi compra”

Mercanti d’arte
I negozianti
I pittori
I rigattieri

La formazione del prezzo
Prezzo di mercato e prezzo di status
Qualche esempio di prezzi di mercato

I quadri come riserva di valore
Il valore dei quadri aumenta tra 1640 e 1700?

Esiste un mercato?

Fonti archivistiche e manoscritti

Bibliografia

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Europa: miti di identità 

L’Europa delle molte lingue, delle tante piccole patrie ha cercato nei secoli di essere una e indivisa; per viaggi e per sogni, per reggimenti o utopie, dalla cartografia mediterranea dell’Ulisse omerico alle vie verso finis terrae di Alessandro o di Cesare, ai cammini verso i «campi delle stelle» dei viatores cristiani, nei loro pellegrinaggi, nelle ricorrenti crociate. Hanno viaggiato dal Catai a Parigi i paladini dell’Ariosto, dalle rovine di Cartagine a Gerusalemme gli eroi del Tasso.
Dai suoi confini ha sovente contemplato la propria fine, dalla Mosella di Ausonio alla Port-Bou di Benjamin; e non meno l’Europa ha sognato di raccogliersi in foyers, in centri di identità, in una incessante traslatio imperii che mutava il sito – Atene, Roma, Parigi, Berlino, San Pietroburgo – ma non ideali: far convergere in un sol luogo tutto
il memorabile, tutto il contemplabile.

E oggi, dagli anni – già lontani – del «disgelo», l’Europa dei blocchi si è rimessa lentamente in moto; e mentre alla superficie crepacci e derive sembrano incrinare il suo pack secolare, nel profondo l’acqua del tempo scioglie, unisce, dissipa e rinnova miti in cerca di una nuova identità, di un ritrovato destino.

INDICE

Carlo Ossola
Europa, Europa…

Ezio Raimondi
Curtius, l’Europa e l’utopia della memoria

Eugenio Turri
Lo spazio europeo: alla ricerca di una geografia mitica

Lellia Cracco Ruggini
Europa e universalità nel mondo antico: miti classici e miti cristiani

Carlo Carena
L’ideologia dell’impero romano in sant’Agostino

Karlheiniz Stierle
«Translatio» e «resurrectio». Due miti di identità europea

Micheal Jeanneret
L’Europe des humanistes: obscur objet du désir

Piero Del Negro
Venezia capitale dell’Europa dei patrizi (secoli XVI-XVII)

Marc Fumaroli
Un predecesseur du comte Keyserling au XVIIe siècle. John Barclay et son
«Examen des Esprits»

Andrea Battistini
«Un angoletto morto della storia»? Vico e la cultura europea tra Sei e Settecento

Furio Diaz
Le irradiazioni liberali dell’illuminismo

Maurice Olender
L’idea europea alla prova delle lingue adamitiche

Lea Ritter Santini
Il regno sulle nuvole. Miti della coscienza tedesca

Karlheinz Stierle
Un mito europeo: Parigi

Vittorio Strada
Asia, Eurasia, Europa: per la storia di un’ideologia russa, tra comunismo e fascismo

Ruggiero Romano
Dubbi e certezze supplementari sull’identità europea

Per informazioni
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Puskin europeo

Sono qui raccolti gli Atti di un Convegno che nell’ottobre del 1998 si è proposto come introduzione e atto iniziale delle manifestazioni promosse in ogni parte del mondo e soprattutto in Russia per celebrare il bicentenario della nascita del grande poeta (1799-1837). Voluto dalla Fondazione Giorgio Cini e dall’accademia Nazionale dei Lincei, questo incontro di studio, svoltosi parte a Roma e parte a Venezia, ha visto la partecipazione di alcuni fra i maggiori slavisti e studiosi internazionali di Puskin, concordi nel sottolineare i forti legami della sua vita e delle sue opere con la cultura europea occidentale e insieme con lo spirito russo. Così appunto Vittorio Strada nella proluione, e così per più specifici aspetti gli altri interventi, intesi a illustrare i suoi rapporti con la Bibbia e il cristianesimo, con la musica e con il genere «romanzo», con l’Italia e la lingua italiana, o con la Francia e Lamartine.

Si aggiungono corpose indagini sul contesto storico-culturale del primo Ottocento russo – tra eredità illuministica, decabristi e tramonto del «razionalismo retorico» – e infine alcune esplorazioni della sterminata bibliografia puskiniana, sia per quanto riguarda gli studi critici o le traduzioni di sue opere in prosa e in versi apparse in Italia, sia per il riflesso che esse hanno avuto in vari momenti importanti della storia del cinema.

INDICE

Vittorio Strada
Puskin, la Russia, l’Europa

Sergej Averincev
La collocazione storica di Puskin al tramonto del razionalismo retorico

Larisa Volpert
Puskin e il pensiero europeo

Shmuel Schwarzband
«Troppo bene conosco io la Bibbia … »
(Puskin e la Sacra Scrittura)

Georges Nevat
Pouchkine entre les lumières et le christianisme

Efim Etkind
Puskin e Lamartine

Sergej Bocarov
Per una storia dell’interpretazione di Puskin

Vladimir V. Pugacev
Puskin e i decabristi

Jurij Mann
«Dell’Onegin l’aerea mole». Considerazioni sul genere e sulla struttura narrativa del romanzo

Cesare G. De Michelis
Le interdizioni puskiniane

Serena Vitale
Apolli, plebi, pignatte, poeti
Puskin e la querelle sull’«arte per l’arte»

Sergej A. Fomicev’
L’opera di Puskin e «l’idea russa»

Tat’jana Kransnoborod’ko
Edizioni fotostatiche di Puskin: passato, presente e futuro

Aleksandr E. Parnis
«Siamo ad angolo retto rispetto a Puskin».
I futuristi e Puskin

Valerij Voskobojnikov
Puskin e la musica

Fabrizio Borin
Il cinema verso Puskin «Con l’immagine brucia il cuore degli uomini»

Ruf Cholodovskij
Puskin e l’Italia: umanesimo e umanità di Puskin

Aleksej M. Bukalov
«La lingua dell’Italia aurea». L’italiano di Puskin

Michele Colucci
Le traduzioni italiane poetiche dell’Evgenij Onegin

Stefano Garzonio
Breve rassegna degli studi puskiniani in Italia

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