CIAC – V CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

plus APR, 24 1976

La scelta di un tale tema di studio ha concorso, in una certa misura, a illuminare l’opera del pittore Vittore Carpaccio, di cui era stata allestita una mostra al Palazzo Ducale, sotto la direzione di Pietro Zampetti, nel quadro delle Mostre biennali d’antica arte veneta.

Il problema dell’«Oriente» nei grandi pittori del Quattrocento veneziano è un problema tuttora vivo e discusso: che esso sia un’Oriente reale o poeticamente rievocato importa fino a un certo punto.
Ciò che più importa, a nostro modo di vedere, è il fatto che questa visione orientalizzante si sia verificata a Venezia e abbia permeato di sé la pittura veneziana del Quattrocento, a tal punto da costituire una delle sue caratteristiche fondamentali; ed è naturale che sia avvenuto così, perché in Venezia esistevano i presupposti più lontani di questo «orientalismo», offerto anche dalle sue chiese e dai suoi palazzi; perché nei veneziani ci fu sempre un’aderenza intellettuale, e oserei dire affettiva, a forme di importazione orientale e precipuamente bizantine che andava al di là della pura e semplice importazione delle idee, considerando tali forme come parti integranti di un costume di vita, di una tradizione liberamente accettata.