CIAC – XLII CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

plus ago, 28set, 09 2000

Il tempo corre, ruit hora, ma ogni minuto e ora, giorno e settimana, stagione e anno e secolo e millennio, ricomincia da un punto zero: tutto transita e fugge, eppure il ciclo sempre riprincipia: mentre eguali e fugaci labuntur anni, tuttavia celebriamo “interruzioni instauratrici” di un nuovo tempo che sembrano fornire nuovo ordine al mondo: l’anno sabbatico ebraico, il giubileo cristiano; o le “riforme di calendario” che hanno pensato sincronica la nostra descrizione del tempo ai ritmi del cosmo (riforma gregoriana) o ai principi di una Rivoluzione politica (calendario della Rivoluzione francese, numerazione dell’era fascista, etc.).
Il tempo si azzera in un luogo (meridiano di Greenwich), riprincipia in un’ordalia (Germania anno zero), si accumula in un’economia che esalta lo scadere (zero coupons).
Non soltanto l’anno zero pareggia, solca, divide, addita un di là; ma ancora l’istante zero acumina il punto d’equilibrio oltre il quale già scatta, divampa, lo start: la corsa, il lancio del missile, l’attimo che preme sull’azione.
L’affinarsi delle misurazioni, nella scienza contemporanea, ha aumentato ed approfondito, dalla temperatura alla massa, lo zero assoluto:mai come oggi il compimento e il nulla sono così prossimi.
Tutto è stato liberato, tutto è finito: resto zero.