CIAC – XXXIII CORSO INTERNAZIONALE DI ALTA CULTURA

plus ago, 31set, 14 1991
Mentre si approssima il mezzo millennio dalla «scoperta» dell’America, è utile riflettere storicamente sui modi di quel «cercar l’Oriente»: vie (Odorico da Pordenone, Marco Polo) e racconti che intessono un’epopea, migrazioni di merci e di simboli, sinché il diverso diventi ‘riconoscibile’, scoperta appunto. L’epopea salda l’intervallo che separa il ritrovamento dal suo riconoscimento (Copemico da Galileo), l’ipotesi da una sanzione che inizia una normatività, nel pensare o nel fare. La «scoperta» introduce così modificazioni, di territorio e di mentalità, di economie e di equilibri politici, di saperi e di pratiche, esige che si ‘riscriva’ il racconto delle origini. Un po’ per volta la parola di chi ha scoperto è raggiunta, faticosamente lungo i secoli, dalla parola di chi è stato scoperto, osservato, riclassificato. Tutto ciò, e il senso della più diretta vicenda storica che ha portato alla conoscenza dello spazio e al riconoscimento reciproco delle comunità dell’intero pianeta, visti non soltanto dalla parte dei vincitori e dell’Europa, ma da quella dei popoli che sono stati oggetto delle scoperte, della perdita o dell’evoluzione delle loro culture, dei loro apporti, della commistione e influenze degli uni sugli altri; e infine dell’avvio a quella coscienza dell’unità della specie uomo, che ne è stata la non ultima conseguenza. Il corso si propone di studiare, sia pure attraverso sondaggi ed esplorazioni particolari, queste epopee per ritrovare le «versioni del mondo» che hanno accompagnato, nei secoli, l’avventura terrena dell’uomo e la sua aspirazione ad essere cittadino del mondo.

Volume L’epopea delle scoperte